ARCHIVIO – 14 gennaio 1971, il primo concerto di Steve Hackett con i Genesis

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Il 14 gennaio 1971 Steve Hackett esordisce in concerto con i Genesis, all’University College di Londra.  Ecco il racconto di quei giorni movimentati. 

Da genesisfan.net

By D.B.

Come abbiamo visto (LEGGI LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SU QUEI GIORNI), la band è stata vicinissima a sciogliersi, perché Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura e loro hanno deciso di sostituire anche John Mayhew, l’attuale batterista. 

I Genesis hanno già ingaggiato Phil Collins alla batteria – LEGGI, ora devono trovare un valido sostituto alla chitarra.

Hanno già provato in concerto sia Ronnie Caryl, grande amico di Phil (ha fatto l’audizione con lui –LEGGI) e chitarrista dei Flaming Youth, che Mick Barnard, membro dei Farm, ma entrambi  non hanno convinto gli esigenti membri della band.

Dopo l’addio di Anthony Phillips – LEGGI e poi con l’arrivo di Phil, i Genesis hanno quindi continuato come quartetto, con Tony che suonava tutte le parti di chitarra su un piano elettrico Hohner filtrato con un fuzz box. La ricerca continua.

Il 14 dicembre, scorrendo il Melody Maker,Peter viene incuriosito dall’insolito annuncio di un certo Steve. Eccolo:

Da newslines.org

Ricorda Tony Banks in Genesis. Il fiume del costante cambiamento, di Mario Giammetti, Editori riuniti:

«Mike aveva fatto audizioni per lungo tempo, ma io e Peter ci convincemmo che stava cercando di trovare qualcuno che suonasse proprio come Ant, il che era ovviamente impossibile. Così andammo noi due a sentire Steve. Era veramente in gamba, a guardarlo sembrava uno dei tanti, invece sapeva comporre, sperimentare, non era il classico chitarrista scalmanato».

E ricorda Steve nello stesso preziosissimo libro di Giammetti:

«Suonavo un po’ alla Jimmy Page, con assolo veloci che mal si sposavano alla delicatezza delleloro canzoni. I primi tempi furono davvero difficili». 

E così si arriva a quel 14 gennaio 1971, quando all’University College di Londra, Steve Hackett fa il suo esordio in concerto con i Genesis. Ma non sarà un momento facile.

Racconta Steve riportato da Richard Macphail in My book of Genesis:

“Il primo concerto per me è stato un disastro. Fino ad allora avevo usato un fuzzbox preso in prestito o il Marshall Superfuzz di Tony. Quindi tutto ha funzionato bene, ma quella sera mi hanno dato uno Shaftesbury Duo Fuzz che è un grande fuzzbox. Non riuscivo ad avere un Marshall Superfuzz e pensai, ‘Oh, questo suona bene’.

E quando abbiamo fatto il sound check sembrava tutto a posto, ma ovviamente quando tutti stavano suonando, era molto più forte e il ritorno un disastro.  Mi sono scoraggiato e ho dimenticato tutte le mie parti. Mi ricordo di una lite accesa dopo lo spettacolo e pensavo che fosse tutta colpa mia.

Col senno di poi, non lo era. Quello fu il mio momento più imbarazzante sul palco, essere sul palco con musica profondamente arrangiata e con la totale incapacità di ricordare una nota, perché non potevo controllare il mio suono. Non è un buon inizio, ho pensato.”

Racconta Steve a TWR #33 riportato da genesis-movement.org:

“E’ stato un concerto spaventoso… un’esperienza non piacevole… ci sono stati molti errori ed io avevo una fuzz  box che stavo provando da settimane e improvvisamente quella sera ho dovuto utilizzarne una diversa ed era come… era la differenza tra un amatore e un professionista e con questa fuzz box  e il suo feedback io ho suonato male per tutto lo show e ho pensato di aver sbagliato tutto e che sarebbe stato l’ultimo concerto con loro.” 

In realtà Steve non è il solo a suonare poco bene quella sera. Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia, The Living Years, Arcana:

“Come avremmo scoperto negli anni, Phil aveva la grande capacità di bere tanto senza darlo a vedere. Al primo concerto di Steve – University College London, gennaio 1971 – si verificò un’eccezione. Ci eravamo fatti qualche pinta ma nessuno si era accorto che Phil se n’era scolata qualcuna in più degli altri ed era sbronzo. Phil era un batterista così in gamba che poteva fare praticamente di tutto, ma quella sera si preparò per una delle sue grandi rullate e non successe niente. Silenzio. L’aveva eseguita alla perfezione, peccato che fosse spostato di venti centimetri da ciascun pezzo della batteria.

Povero Steve: era il suo primo concerto, era nervoso e noi avevamo un batterista ubriaco. A fine serata io e Tony facemmo passare un brutto momento a Phil, il che a Phil non diede alcun disturbo, ma sfortunatamente Steve pensò che stessimo litigando per causa sua: lo odiavamo e volevamo sbatterlo fuori. Come sempre, a nessuno passò per la testa di mettere al corrente il nuovo arrivato su come stavano le cose.”

E racconta Phil Collins nella sua autobiografia:

“Per la maggior parte dei casi i concerti sono condotti in modo piuttosto professionale: arriviamo, suoniamo e torniamo a casa. Fumiamo qualche canna, ma niente bagordi esagerati. L’unica volta che succede è a un concerto alla City University di Londra, il primo di Steve con i Genesis. Suoniamo più tardi del previsto, quindi passo il tempo scolandomi un po’ di birre Newcastle Brown. Quando saliamo sul palco sono completamente sconclusionato. Faccio tutti i fill giusti, ma otto centimetri più a destra di dove dovrei. Altro che air-guitar, questa è air-drums. E dopo sono pentito: «Cosa penserà il nuovo chitarrista? Il suo primo concerto e il batterista è ubriaco fradicio». È la prima volta che suono da ubriaco, e sarà anche l’ultima.”

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Ma Steve, nonostante le sue preoccupazioni, passa l’esame. E la conferma viene da Peter Gabriel, che dichiara, riportato nel libro di Giammetti sopra citato:

“Abbiamo avuto due chitarristi negli ultimi mesi ma questo spero sia quello definitivo, lo abbiamo trovato attraverso il Melody Maker e sembra essersi adattato benissimo”. (Peter Gabriei, Zig Zag n. 19, 5/71, «Genesis», anonimo). 

Ecco cosa ne pensa oggi Anthony Phillips:

Steve diventerà una colonna dei Genesis, nella formazione che molti considerano “quella vera” e oltre. Fino al clamoroso addio.

Ma questa è un’altra storia – LEGGILA QUI-.

by D.B.

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ARCHIVIO – Live nella storia: Genesis at Rainbow Theatre, 1 – 3 gennaio 1977

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora. By D.B. [siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget] 1° gennaio 1977, storico concerto per i Genesis, con il Live al Rainbow Theatre di Londra, in Finsbury Park, il giorno della riapertura dopo 3 anni. L’esordio alla batteria di Chester Thompson. Tre date consecutive, di fatto l’inizio di …

Continue reading "ARCHIVIO – Live nella storia: Genesis at Rainbow Theatre, 1 – 3 gennaio 1977"

ARCHIVIO – #NowPlaying, 23 Dec. – Special Happy Birthday, Anthony Phillips – AUDIO & VIDEO

23 dicembre 2017. Anthony Phillips compie 66 anni. Speciale #NowPlaying con interviste e video.

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Tabletop Genesis Episode 22 – “Interview with Anthony Phillips”, 17-8-2017:

Raro video di Ant che suona alla 12 corde “Picaresca” da “Meadows of Englewood”:

Promo clip dall’album del 1996 Dragonfly Dreams, nona uscita della serie Private Parts & Pieces:

Ecco il video ufficiale di Halycon Days (Days To Remember) di Lettie Maclean.  Ant e Lettie hanno scritto e registrato, per il progetto UPPM, questo brano, che nel maggio 2016 è diventato un singolo:

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https://www.facebook.com/AnthonyPhillipsOfficial/videos/10154316035349814/

Progressive Music Awards a Londra, 1° settembre 2016:

Intervista alla radio (12-4-16). Ant al Prog Rock Special edition del Tom Dunne Show sull’irlandese NewsTalk Radio

Qui Ant intervistato nel 1987:

Ecco una delle interviste più approfondite tra quelle rilasciate da Ant:

Le “ri-uscite” di Private Parts & Pieces 1 & 2 + 3 & 4: 

https://www.youtube.com/watch?v=0LjFXmcDfGc

Missing Links 4: Pathways & Promenades promo:

https://youtu.be/fvnYGaaSl20

Ant su Horizons Radio:

Credito immagine: Stampa
Ant è stato intervistato da Prog poco prima di lanciare l'ultimo della sua serie di album "Private Parts & Pieces, ...

Press Review: Anthony Phillips si racconta a Prog Magazine, luglio 2024

"The Golden Hour" è il primo nuovo volume della serie dopo l'uscita di "City Of Dreams" nel 2012. Compralo: CLICCA ...

Anthony Phillips: l’album “The Golden Hour – Private Parts and Pieces XII” – COMPRA & VIDEO

Gypsy Suite di Anthony e Harry Williamson - rimasterizzato ed espanso dai nastri master originali
"Gypsy Suite" di Anthony e Harry Williamson rimasterizzato ed espanso dai nastri master originali. Compralo: CLICCA QUI PER LA VERSIONE ...

Anthony Phillips: l’album rimasterizzato “Gypsy Suite” – COMPRA

Speciale Video Memories by Horizons Genesis. Una sua intervista a 360°: Le ultime di Ant su Horizons Genesis: L'album di ...

Buon Compleanno Anthony Phillips, 23 dicembre 1951 – AUDIO & VIDEO

Una nuova edizione dell'album in formato 2CD. Compralo su Amazon: CLICCA QUI PER LA VERSIONE IN EURO  CLICCA QUI PER ...

Anthony Phillips: l’album “Slow Dance” in 2CD (Jewel case) – COMPRA

Si tratta di un'edizione in 2 CD ampliata e rimasterizzata di "Wildlife" di Anthony Phillips e Joji Hirota. Compra "Wildlife": ...

“Wildlife” di Anthony Phillips & Joji Hirota in 2 CD expanded and re-mastered edition – COMPRA

Un tributo alla musica di Anthony Phillips per celebrare i suoi 70 anni, compiuti il 23 dicembre 2021. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] ...

“A Light on the Hill”, l’omaggio a Anthony Phillips di The Ant Band (con Steve Hackett) – COMPRA

Un cofanetto di 5CD rimasterizzato di recente che comprende i due album originali 'Archive Collection' di Anthony Phillips. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] ...

Anthony Phillips: il cofanetto Archive Collections Vols 1 & 2, 5CD remastered – COMPRA

Audio e video 100% Genesis & Co. Le novità del momento. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] Questo raro documentario di Anthony Phillips, uscito ...

#NowPlaying News: il documentario su Anthony Phillips “From Genesis… to Revelation” del 1998 ora su YouTube – VIDEO

Nuova edizione ri-masterizzata e ampliata di "Missing Links" di Anthony Phillips. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] Anthony Phillips ha pubblicato le versioni rimasterizzate ...

Anthony Phillips: il cofanetto “Missing Links I-IV” – COMPRA

Nuova edizione ri-masterizzata e ampliata di The Living Room Concert di Anthony Phillips. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] Originariamente pubblicato nel maggio 1995, ...

Anthony Phillips: “The Living Room Concert: Expanded & Remastered Edition” – COMPRA

Ipse Dixit, Genesis & Co. parlano di Genesis & Co. By D.B. [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] Horizons Radio News [siteorigin_widget class="MailPoet\\Form\\Widget"][/siteorigin_widget][siteorigin_widget class="MailPoet\\Form\\Widget"][/siteorigin_widget] ...

Ipse Dixit: Anthony Phillips racconta l’album Strings of Light – VIDEO

Quali sono le domande dei fan a Anthony Phillips? Gliele ha rivolte Rock History Music.  By Lucio Curti [siteorigin_widget class="GTranslateWidget"][/siteorigin_widget] ...

Rassegna Stampa: Rock History Music e le domande dei fan a Anthony Phillips

Anthony Phillips su Prog Italia parla del recente album Strings Of Light e rivela alcuni aneddoti che risalgono agli anni ...

Rassegna Stampa: “I miei anni con i Genesis”, Anthony Phillips si racconta su Prog Italia

By Antonio Filippi -  Anthony Phillips: Strings Of Light, 2CD/1DVD Digipak Edition, Released TODAY October 25, 2019. [GTranslate] “Strings Of ...

Anthony Phillips & Steve Hackett: new albums – BUY NOW & VIDEOS

By Antonio Filippi -  Anthony Phillips: Strings Of Light, 2CD/1DVD Digipak Edition, Released TODAY October 25, 2019. [GTranslate] “Strings Of ...

Anthony Phillips, “Strings Of Light” – COMPRA

By Lucio Curti -  Anthony Phillips talks in this extensive new podcast by The Strange Brew about new album Strings ...

HR Press Review – Anthony Phillips discusses new album Strings Of Light and more – PODCAST

By Old King Cole -  Friday 15th & Saturday 16th November: Anthony Phillips & Mike Rutherford solo albums. TICKETS. [GTranslate] ...

Genesis & Co. Live Events: Tribute to Anthony Phillips & Mike Rutherford

Richard Macphail, Mike Rutherford, Anthony Phillips, in the pre-Genesis band Anon. The song "Pennsylvania Flickhouse" is now available for download.  ...

“Pennsylvania Flickhouse” by pre-Genesis band Anon is now available online – BUY

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Per il 40° della pubblicazione di The Gees And The Ghost di Anthony Phillips, è stata realizzata una birra speciale ...

Anthony Phillips, la birra dedicata a The Gees

Steve Hackett e Anthony Phillips insieme per Harmony For Elephants, un nuovo album a scopo benefico contro la caccia agli elefanti.  ...

Steve Hackett, Anthony Phillips & Co.: armonie per elefanti

Il 27 aprile arriva Private Parts & Pieces IX - XI di Anthony Phillips. Ecco tutte le informazioni. [GTranslate] Ecco il comunicato ...

Anthony Phillips, arriva Private Parts & Pieces IX – XI – INFO e PRENOTAZIONE

Anthony Phillis, intervistato da Babbling Brook, racconta il suo rapporto con la composizione e con le sue chitarre.  [gtranslate] Leggi ...

HR Press Review – Anthony Phillips, chitarra e creatività

Anthony Phillips manda in ristampa una serie di chicche. Ecco la programmazione delle uscite: E' uscito il 16 giugno Slow Dance ...

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Anthony Phillips nel nuovo album di Anna Madsen Anthony Phillips e l'ex GTR Jonathan Mover collaborano al nuovo album in ...

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Il programma di Paolo Tenerini sui due grandi chitarristi che hanno fatto la storia dei Genesis, Anthony Phillips e Steve ...

Anthony & Steve – Due Chitarre nel Mito Genesis

Anthony Phillips, Box Deluxe di Wise
Nuova uscita per Anthony Phillips. Esce domani, venerdì 5 febbraio, un box deluxe con 4 dischi del suo capolavoro del ...

Anthony Phillips, Box Deluxe di Wise

Ant su Spotify:

Dusk intervista Anthony Phillips

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Archivio – #NowPlaying Special – Happy Birthday, Chester Thompson

Chester Cortez Thompson (Baltimora, 11 dicembre 1948). Speciale #NowPlaying per il compleanno del batterista, elemento importante della storia dei Genesis.

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ARCHIVIO – 2 ottobre 1982, Six of the Best: reunion “solidale” dei Genesis

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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2 ottobre 1982. Su consiglio del manager dei Genesis, Tony Smith, Peter Gabriel e i suoi ex compagni della band si accordano per suonare insieme in un unico e indimenticabile show che verrà chiamato ‘Six of the Best’.

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Una reunion in realtà “solidale” visto che l’ex cantante dei Genesis e la società che aveva fondato,  WOMAD, stavano affrontando un momento economico disastroso, dopo l’altrettanto fallimentare organizzazione di un festival nel luglio dello stesso anno.

Con Daryl Stuermer alla chitarra, Chester Thompson alla batteria e l’arrivo per i bis dell’ex membro Steve Hackett (che era in vacanza in Sud America ma che non volle mancare), e nel giorno del compleanno di Mike Rutherford (con tanto di coro del pubblico), il concerto, tenuto al National Concert Bowl, a Milton Keynes, Buckinghamshire, UK, è stato un evento unico ed eccezionale per i quasi sessantamila fortunati che, sotto una pioggia incessante, erano davanti al palco.

Audio:

Per approfondire: “Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel

Eugeno Delmale racconta alcune curiosità di quella storica data.

Ascolta il programma di Horizons Radio Tube:

Ascolta:

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Storie d’estate di Genesis & Co., riviviamole insieme

Arriva l’autunno. Se hai nostalgia, rivivi le storie d’estate di Genesis & Co. proposte da Horizons Radio. Eccole:

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Angolo del Collezionista: Peter Gabriel su

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Storie d’estate: 18 settembre 1993, l’ultimo concerto (non definitivamente) di Phil con i Genesis – AUDIO & VIDEO

Il 18 settembre 1993, al Cowdray Park, nel Sussex, Regno Unito, in uno specialissimo concerto, va in scena l’ultimo concerto di Phil Collins con i Genesis (non definitivo). Ecco il racconto di quei giorni d’estate. 

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By D.B.

Un concerto di beneficenza per il King Edward VII Hospital, al Cowdray Park, dalle parti di Oxford, si è trasformato in un evento speciale in assoluto, ma storico per i Genesis.

Sul palco, davanti a 1000 persone circa, quel 18 settembre 1993 ci sono i Queen senza Freddy Mercury, i Pink Floyd e i Genesis con Phil Collins per l’ultima volta (anche se non definitiva).

I Genesis suonano I Can’t Dance, That’s Just The Way It Is (di Collins solista), Turn It On Again, Hold On My Heart e Invisible Touch con Phil Collins alla voce, Mike Rutherford al basso, Tony Banks alle tastiere, Tim Renwick alla chitarra, Gary Wallis e Roger Taylor alla batteria.

Il supergruppo si chiama The Ruins Band, nome e formazione che durerà lo spazio di una notte e che prende spunto dalla location del concerto, nelle rovine del Castello di Cowdray.  La costituiscono i membri di band come Queen, Pink Floyd e, appunto, Genesis. 

Mike Rutherford suona il basso anche per i Pink Floyd, mentre Paul Young dei Mike + The Mechanics canta e duetta con David Gilmour. Eric Clapton esegue due brani accompagnato da Mike Rutherford e Roger Taylor.

Poi tutti insieme sul palco per i bis: Ain’t That Peculiar, Gimme Some Lovin’ Witness Together.

Ecco la registrazione di una parte del concerto:

Ed ecco la super line-up: TONY BANKS Genesis Keyboards, ERIC CLAPTON Guitar, PHIL COLLINS Genesis Vocals, JOHN DEACON Queen Bass, DAVID GILMOUR Pink Floyd Guitar, ADRIAN LEE Mike &. Mech Keyboards, NICK MASON Pink Floyd Drums, TIM RENWICK Mech./Floyd Bass/Guitar, MIKE RUTHERFORD Genesis Guitar/Bass, ROGER TAYLOR Queen Vocals/Drums, GARRY WALLIS Drums, RICHARD WRIGHT Pink Floyd Keyboards, PAUL YOUNG Mike &. Mechanics Vocals.

Ma torniamo a Phil Collins. Per lui questo non è un concerto come i tantissimi che ha già sostenuto nella sua carriera. E avrà un ruolo devastante nel futuro dei Genesis

Scrive Phil nella sua autobiografia No, non sono ancora morto, Mondadori:

“Il 17 novembre a Wolverhampton, ultima data del We Can’t Dance Tour, non ci sono con la testa. Conclusa la mastodontica serie di concerti in giro per il mondo, sono a pezzi.”

Il We Can’t Dance Tour è stato sfiancante, ma trionfale. Ancora Phil:

“Il successo dei Genesis non è mai stato così immenso, ma io non mi sono mai sentito così piccolo. (…) Ripensando al We Can’t Dance Tour, mi rendo conto che il peso della leadership mi aveva ormai logorato. Sin dal principio del tour più grandioso della storia dei Genesis si era respirato un senso di nostalgia, stile «guardate quanta strada abbiamo fatto».”

Ascolta l’intervista alla BBC, nel programma Rockline il 6 maggio 1992, sull’inizio del tour a Dallas:

Come spesso accade nella vita di Phil, sono le situazioni sentimentali a complicare le cose, anche nell’ambito professionale. Un groviglio di emozioni, alla base dell’album solista Both Sides, che uscirà nell’ottobre 1993.

“Mentre volo a destra e a sinistra per promuovere «Both Sides» alla fine del 1993, la mia vita è un caos. Ho pubblicato quello che considero il mio album migliore, ma a che prezzo? Queste canzoni nascono dal tentativo di fare chiarezza dentro di me: parlano di separazione, di un amore perduto. Inoltre, la libertà che ho sperimentato realizzandole mi ha messo voglia di registrare altri dischi come «Both Sides», personali e autosufficienti. Chi mi obbliga ad avere un gruppo?”

Proprio in un momento di grandi ripensamenti e “guai” sentimentali, arriva questo concerto a Cowdray, che riporta Phil al fianco dei compagni della band dopo quasi un anno travagliatissimo. Ma quel giorno scatta qualcosa e Collins sente definitivamente che l’avventura con i Genesis è finita.

“Insomma, per ragioni positive e negative, dopo aver dedicato metà della mia vita ai Genesis, è ora di congedarmi da loro.”

Ne parla al manager e confidente Tony Smith. Il quale gli chiede però di non rendere nota subito la decisione. Una prassi che ricorda l’addio di Peter Gabriel. Su questo argomento LEGGI LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO.

“Le persone attorno a me mi prendono per pazzo, me ne accorgo. Tony Smith, in particolare, si rende conto che lasciare i Genesis e la mia seconda moglie mi costerà caro, anzi, il doppio. Ma a me non importa, ho bisogno d’aria.”

Tony Smith spera in un ripensamento di Phil, che però non avviene. Ancora Phil:

“Non incolpo i Genesis per i continui traumi nella mia vita privata. Può darsi che mi sentissi perennemente in dovere di andare in tour, di onorare impegni e progetti, di garantire a tutti soddisfazione e lavoro. Fondamentalmente, però, la responsabilità è mia.”

Durante un drammatico pranzo, Collins comunica agli altri la sua intenzione. Ecco il ricordo di Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana

“A ripensarci adesso, mi rendo conto di quanto fu strano per lui passare dal ruolo di batterista a quello di cantante. Lo fece con tale disinvoltura che io e Tony non facemmo caso a tutti i risvolti che poteva comportare, ma restava una cosa che non era mai stata nei suoi piani. Tutto questo significò che quando fissammo un incontro a casa di Tony Smith a Chiddingfold un giorno del 1996 e Phil disse: «Penso che sia meglio fermarmi qui», non fu veramente una sorpresa. La sorpresa era che fosse rimasto coi Genesis tanto a lungo, dopo tutto quello che gli era capitato con la carriera da solista”

Il 28 marzo 1996 un comunicato alle agenzie di stampa di tutto il mondo racconta la fine, dopo più di 25 anni, della lunga avventura di Phil Collins con i la band, anche se promette la prosecuzione dell’esperienza Genesis con un nuovo vocalist.

E, come sappiamo, anche l’addio di Phil non sarà definitivo, seppure episodico. Mike se lo sentiva, allora:

“E io penso che sapevo anche che c’era la possibilità che non fosse ancora finito del tutto.”

Ma questa è un’altra storia.

by D.B.

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Genesis & Co. non vanno in ferie, rivivi le storie d’estate proposte da Horizons Radio. Eccole.

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Storie d’estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot Tour dei Genesis – LEGGI e ASCOLTA

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Il 9 settembre 1972, al Seloncourt Festival nella Halle Polyvalente di Montbeliard in Francia i Genesis iniziano il Foxtrot Tour, ricco di colpi di scena e momenti storici per il gruppo. Ecco il racconto di quei giorni. 

Ascolta il podcast (in italiano) in occasione dell’anniversario dei 45 anni:

  1. Storie d'estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot Tour D.B. 17:29

Il Foxtrot Tour dei Genesis tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America

Lo show al National Stadium di Dublino, il 28 settembre, resterà nella storia dei Genesis perché, nel finale di The Musical Box, Peter Gabriel si presenta sul palco indossando una testa di Volpe e un vestito rosso da donna di sua moglie Jill, all’insaputa dei compagni. L’inizio di un’epoca di teatralità e costumi, che ha dato alla band una visibilità e un popolarità finora sconosciute.  

Infatti, il 9 febbraio, al Rainbow Theatre di Londra, Peter Gabriel si porta in camerino un intero baule pieno e indossa sul palco i suoi famosi costumi e le maschere . Sulle note di mellotron di Watcher Of The Skies, Peter esce per la prima volta con il vestito nero e le ali da pipistrello sulla testa.  

Ecco l’effetto (in un video del tour successivo, ottobre 1973 Live Shepperton Studios):

E poi ancora, nuovi colpi di scena durante tutto il concerto. Immagini che segneranno, nel bene e nel male, la band per sempre. Ecco il commento di Phil Collins nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”, Mondadori:

“Prima di questo non c’erano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Supper’s Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (…) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del «Melody Maker», e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata.”

Racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana:

“Eravamo stati tenuti completamente all’oscuro delle intenzioni di Pete; lui sapeva bene, del resto, che se ci avesse anticipato qualcosa avremmo tentato di fermarlo.”

Ricorda Tony Banks in Senza Frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea, Arcana:

“Altri facevano qualcosa con i costumi, ma noi sfruttavamo tutto lo spazio del palco. Quando andavi a uno spettacolo dei Genesis vedevi le tende velate, e poi il fumo artificiale, che sì adesso è un cliché ma allora non lo era affatto. Vedevi le ali di pipistrello e gli occhi  truccati. Sentivi il suono del Mellotron, praticamente il primo effetto in stereo. Non c’erano altri concerti di quel livello al mondo. I primi dieci minuti erano di una potenza incredibile. Penso che fummo tra i primi gruppi a cogliere la bellezza della fusione di musica ed effetti visivi. Un po’ successe per caso e per fortuna, un po’ perché l’abilità di Peter in quel senso era davvero unica.”

LEGGI E ASCOLTA GLI SPECIALI DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

La prima volta dei costumi di Peter Gabriel.

I Fiori Delmale: i costumi di Peter Gabriel.

E’ durante questo tour che i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per  un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Ancora Phil Collins:

“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.

(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…) 

E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.

Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:

Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”

Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ancora Mike:

“Il basso Rickenbacker  che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”

Un’esperienza che viene ripetuta ai primi di marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo.

Il 20 gennaio 1973 inizia a Reggio Emilia la parte italiana del Tour. LEGGI E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

ARCHIVIO – Genesis ’73 – Live a Reggio Emilia, 20 gennaio

L’album Genesis Live è stato registrato nel febbraio 1973 durante la parte inglese del tour. 

Iniziato il 9 settembre 1972, appunto, il tour finisce il 26 agosto 1973 al Festival di Reading, UK. ASCOLTA L’ESIBIZIONE DEI GENESIS:

Setlist del tour:

  1. “Watcher of the Skies”
  2. “The Musical Box”
  3. “Supper’s Ready”
  4. “The Return of the Giant Hogweed”
  5. “The Knife”

Altri brani eseguiti durante tour:

  • “Can-Utility and the Coastliners”
  • “Get ‘Em Out by Friday”
  • “The Fountain of Salmacis”
  • “Twilight Alehouse”

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Genesis Live in Pisa Full Concert

Storie d’estate: 1982, il ritorno in Italia dei Genesis – LEGGI e ASCOLTA

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Il 6, 7 e 8 settembre 1982, i Genesis tornano in concerto in Italia dopo 7 anni di assenza. Ecco il racconto di quei giorni. 

Da www.genesis-movement.org

Ascolta il podcast (in italiano):

Per tanti ragazzi italiani – come me, che sono del 1963 – è il primo live dei Genesis, i quali non venivano in concerto dal lontano 25 marzo 1975. Allora c’era ancora Peter Gabriel, era il The Lamb Lies Down On Broadway Tour e quello del Parco Ruffini di Torino, sarebbe stato il loro ultimo concerto, per molti anni, a causa degli scontri con la polizia. La tournée italiana infatti fu annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che stanno per condannare il nostro paese a una quarantena senza artisti stranieri durata anni. Di fatto resta uno degli ultimi di quel periodo. GUARDA E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SUL CONCERTO DI TORINO DEL 1975.

C’è quindi grande attesa soprattutto per i vecchi brani, da Supper’s Ready a The Lamb, mentre è nettamente minore l’interesse verso gli album più recenti, specialmente Abacab.

Angolo del Collezionista: Locandina originale GENESIS in concerto Tirrenia 1982.

La prima data è a Tirrenia (Pisa), alla Festa Nazionale dell’Unità. Ecco un lungo servizio della RAI, a cui non è sfuggita l’importanza di questo evento per tanti appassionati dei Genesis.

GUARDA LE FOTO ed ecco la registrazione audio del concerto:

E’ un’estate magica, quella del 1982. Noi del ’63 abbiamo dato l’esame di maturità, studiando nei momenti lasciati liberi dall’indimenticabile Mondiale di Calcio di Spagna, vinto proprio dall’Italia. Poi ci siamo goduti il meritato riposo. Questi primi giorni di settembre, con i Genesis a pochi chilometri, sono l’ennesimo tassello meraviglioso di quel periodo.

E Phil Collins lo sa. Sa che siamo in attesa da tanti anni e sa che siamo i Campioni del Mondo. E ci gioca, con noi, ci fa urlare e ridere, sa che ci può prendere in giro e scherzare con noi, che abbiamo “fame” di loro.

Da www.genesis-movement.org

Infatti, nella seconda tappa, due date: il 7 e l’8 al Palaeur di Roma, la sua presentazione è trascinante. Ascoltala al minuto 16.00 della registrazione audio del concerto:

Certo, non sono più i Genesis che ascolto da quando ho 14 anni. Quelli di Nursery Cryme, il primo che ho scoperto di loro o di Foxtrot, il primo che ho comprato. Non sono neanche quelli di The Lamb, che ai primi ascolti mi ha spiazzato e che ho rivalutato più avanti negli anni, un caposaldo della storia del prog e non solo o di A Trick e Wind, quelli senza più Peter, ma ancora ottimi, fino al capolavoro live Seconds Out

Adesso non c’è più neanche Steve e gli ultimi album non sono minimamente all’altezza di quelli degli anni d’oro, ma i Genesis sono davanti a noi, in carne e ossa (GUARDA LE FOTO DI ROMA), capaci ancora di farci sognare con Supper’s Ready, I Know What I Like, lunghi medley evocativi dei tempi migliori, come The Lamb Lies Down On Broadway + Watcher Of The Skies o  In The Cage + The Cinema Show + The Colony Of Slippermen + Afterglow.

Supper’s Ready, appunto, ancora nelle scalette dei Genesis, ma ormai saltuariamente e con i concerti contati. Phil la presenta ricordandone il compleanno, perché in questi giorni compie 10 anni. Anzi, pare che tutto il tour prenda spunto da questo anniversario, oltre a pubblicizzare il terzo album dal vivo Three Sides Live. Per chi è lì con uno, anzi due convitati di pietra, Peter e Steve, e per chi evoca nei cori l’ex cantante, è un’apoteosi. Io l’ho adorata in Foxtrot, ma ho anche apprezzato la versione di Seconds Out. E devo dire che questa non delude affatto, anche perché Daryl Steurmer è ormai al quarto tour con i Genesis, il secondo in cui la suite è presente (manca nel Duke e nell’Abacab Tour).

I due assenti, appunto: Gabriel e Hackett. Non ci siamo certo fatti scappare Peter due anni prima, io l’ho adorato il 28 settembre 1980 al Parco delle Cascine, a Firenze, (il giorno dopo tappa a Genova e il 30 a Torino, vedi video sopra). Gabriel è stato tra i primi ad arrivare in Italia dopo la “riapertura delle frontiere”.

E poi abbiamo apprezzato Steve meno di due mesi dopo, sei date italiane, io l’ho visto il 26 novembre al Palaeur di Roma. Mancavano quindi gli altri tre per riformare idealmente il quintetto base, quelli che per qualcuno sono i veri e unici Genesis (compresi tanti di coloro che sono a Tirrenia e Roma e che lo fanno capire in molti modi, anche poco civili, a volte).

Ecco perché l’atmosfera è caldissima. Impossibile restare seduti, ci accalchiamo tutti verso il palco e Phil ci prega di indietreggiare, c’è chi si abbraccia e chi si spintona (una mini-rissa si sviluppa proprio nel mio settore di parterre). Ma tutti alla fine siamo sudati, senza voce e felici, anche chi non ha gradito certi brani, perché i “nostri” Genesis hanno saputo miscelare vecchio e nuovo sapientemente.

E tutti, credo, pensiamo: alla prossima.

by D.B.

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ARCHIVIO – Peter Gabriel live in Germania il 5 settembre 1980 – RARO VIDEO

Video Memories, la Storia di Genesis & Co. attraverso i video.

By D.B.

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5 settembre 1980, Peter Gabriel si esibisce dal vivo alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Ecco un raro estratto video di quel concerto:

Un raro filmato in bianco e nero, ripreso durante il China 1984 Tour il 5 settembre 1980 alla Philipshalle di Dusseldorf in Germania.

Line-Up:

Peter Gabriel – Vocals / Keyboards
John Ellis – Guitar
Jerry Marotta – Drums
Larry Fast – Keyboards
Tony Levin – Bass
John Giblin – Bass

Set List:

Intruder / I Don’t Remember / Solsbury Hill / Family Snapshot / Milgram’s 37 / Modern Love / Not One of Us / Lead a Normal Life / Moribund the Burgermeister / Mother of Violence / Humdrum / Games Without Frontiers / And Through the Wire / I Go Swimming / Biko / On the Air / Here Comes the Flood

Una curiosità. Per questo tour Gabriel decise di inventare una versione delle citazioni di Mao Tse-tung, contenute nel cosiddetto “Piccolo libro rosso di Mao”, che aveva aiutato a consolidare la presa di potere di Mao nella Repubblica Popolare Cinese negli anni Sessanta.

Il programma del tour del 1980 suggeriva così un’opera di narrativa distopica, che riecheggiava il 1984 di Orwell nel nome, Cina Tour 1984, confondendo così per sempre gli storici.

Infatti Gabriel non è stato in tournée in Cina e non era il 1984. Il tour era limitato a Europa e Nord America. Fondamentalmente era una sua burla o chissà cosa.

In ogni caso, forse per ricreare la bizzarra parodia della Cina totalitaria del tour, la band indossava tute nere, simili a quelle cinesi, e il tour programme era fatto in modo, appunto, che assomigliasse alle citazioni del libro del 1966 di Mao Tse-tung.

Il libretto mostrava la testa di Gabriel sovrapposta a quelle di altri individui e annunci di giornali cinesi, manifesti politici e fumetti.

Queste immagini del Tour Programme sono tratte da Ebay.

Peter Gabriel - Melt

In occasione del 40ennale, Peter Gabriel ha pubblicto questo raro filmato di ‘Games Without Frontiers’ registrato live a Buenos Aires nel 2009.

Il 28 maggio 2020 Peter ha fatto uscire questo video che riprende un’intervista realizzata nel 2002 per l’uscita del CD ri-masterizzato. Gabriel parla della realizzazione del suo terzo album omonimo, appunto, chiamato Melt per via dell’iconica immagine di copertina, creata da Storm Thorgerson dello Studio Hipgnosis.

Ed ecco 10 motivi per riascoltare questo album.

1.  E’ l’album di Gabriel maggiormente costellato di ospiti prestigiosi, come il produttore Steve Lillywhite e il chitarrista Dave Gregory (I Don’t Remember e Family Snapshot) degli XTC, l’inizio della lunga collaborazione con David Rhodes, il vecchio amico Phil Collins e il percussionista Morris Pert (Intruder e No Self Control), la nuova collaboratrice Kate Bush (No Self Control e Games Without Frontiers), il sassofonista inglese Dick Morissey (Start), Paul Weller, allora leader dei Jam (And Through The Wire).

2. Per la prima volta Peter ha usato la drum machine (Games Without Frontiers e Biko, in particolare) e ha sperimentato alla batteria quel suono particolare, con il gated reverb, che caratterizza Intruder, utilizzato l’anno dopo da Phil Collins per In The Air Tonight. Una sonorità che è diventata un modello standard per buona parte del pop inglese degli anni ottanta.

3. Phil Collins inizialmente era scettico riguardo l’idea di non usare affatto i piatti. Ma Peter è stato inamovibile, dato che così poteva sfruttare i toni alti con tutta una nuova serie di sonorità, una varietà di campi da esplorare. Paradossalmente, Gabriel è stato accusato di plagiare Collins, quando In The Air Tonight ha avuto un successo planetario.

4. Gabriel è stato uno dei primi musicisti a utilizzare il Fairlight, un rivoluzionario sintetizzatore che campionava i suoni naturali. Peter addirittura ne divenne il distributore in Inghilterra, in società con un cugino. Nel disco troviamo anche sonorità nuove per il solco rock (post-progressive) in cui è ancora collocato, come lo xilofono (Intruder), il sax (Start), la marimba (No Self Control e Lead A Normal Life), la cornamusa,  i tamburi surdu e cori originali sudafricani (Biko).

5. Family Snapshot è ispirata dal libro An Assassin’s Diary (Un diario di un assassino) di Arthur Bremer, testo che ha ispirato anche lo sceneggiatore del film Taxi Driver di Martin Scorsese. Ma un altro libro, Dispatches, le cui foto hanno suggerito a Gabriel alcuni verso di Games Without Frontiers, ha creato non pochi problemi di censura con la BBC.

6. L’album sembra avere un filo conduttore di devianza psicologica, affrontando temi come lo stalking (Intruder), schizofrenia e paranoia (No Self Control), la rimozione (I Don’t Remember), la cattiva influenza dei media (Family Snapshot), l’assenza di comunicazione (And Through The Wire), la malattia mentale (Lead A Normal Life). Ma è importante anche l’aspetto “politico”. Peter prende posizione contro la guerra (Games Without Frontiers), la paura per l'”altro” (Not One Of Us), l’apartheid (Biko).

7. Davide Castellini in Le canzoni di Peter Gabriel, Editori Riuniti, fa notare come siano tante le espressioni negative nei titoli e nei testi (no, don’t, not, never without). Lo stesso Peter se n’era accorto, tanto che, sempre citato da Castellini, temeva di “trasformare l’album in una predica a un bambino, piena di non fare questo, non fare quello“.

8. Gabriel era incerto se pubblicare o meno Biko nel disco. Nonostante la sua sincerità nei confronti del tema, temeva di non essere una voce valida per una causa così lontana geograficamente e socialmente da lui. Inoltre la storia di Steven Biko era stata raccontata già in varie canzoni, compresa A Motor Bike In Africa di Peter Hammill, suo amico, collaboratore, nonché vicino di casa a Bath.

9. Biko viene inserita poi nell’album su insistenza dell’amico Tom Robinson. “Fu una chiave di volta nella mia carriera di musicista e di paroliere“, racconta Gabriel, citato da Mario Giammetti in Peter Gabriel. Not one of us, Edizioni segno. Inizia infatti il percorso di Peter verso l’impegno per i diritti civili, che lo vedrà in tutte le manifestazioni che il mondo della musica organizzerà per sensibilizzare il pianeta.

10. Per la copertina, quarta e ultima collaborazione con lo studio Hipgnosis e il suo fondatore Storm Thorgerson. Attraverso la tecnica denominata Krimsography, inventata dall’americano Les Krim, una Polaroid con il ritratto di Peter viene manipolata con una gomma da cancellare sull’emulsione ancora fresca. E l’effetto melt, appunto, che dà il titolo informale all’album, è fatto.

Peter Gabriel 3, Melt – Registrazione originale rimasterizzata – IN VENDITA SU AMAZON

Peter Gabriel - Melt

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