Il 3 luglio 1977 all’Olympiahalle di Monaco di Baviera va in scena l’ultimo concerto di Steve Hackett con i Genesis. Ecco ricordi, suoni e immagini di quel giorno.
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Ecco la registrazione del concerto:
“Ancora una volta un abbandono eccellente getta un ombra sul loro futuro – annota Mario Giammetti in Genesis. Il fiume del costante cambiamento-. Ma se sono riusciti a sopravvivere senza Gabriel, possono farcela anche senza Steve, pagando però un pesante prezzo a livello di creatività e fantasia”.
Ed ecco il ricordo dei protagonisti.
“Sentivo che i Genesis stavano diventando ripetitivi – ha raccontato Steve ad Armando Gallo in Genesis: I Know What I Like – e sapevo che per esprime al meglio me stesso sarei dovuto uscire dal ruolo che avevo nella band. Il problema era che la sicurezza economica stava portando a un impoverimento spirituale e mi stava uccidendo suonare giorno dopo giorno gli stessi brani”.
“Mi crea qualche imbarazzo dire che non mi ero proprio accorto di quanto infelice fosse stato Steve per la maggior parte del tempo in cui fu membro del gruppo – ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years -. Non eravamo propriamente gli individui più sensibili del mondo e Steve era una persona abbastanza riservata, come tutti noi del resto, ma pensavo comunque che si divertisse. (…) Nella mia personale scala Richter, la perdita di Steve non fece registrare scosse paragonabili a quelle di Ant o Pete”.
“In questo periodo diventa evidente anche la frustrazione di Steve – racconta Phil Collins nella sua autobiografia No, non sono ancora morto-. Ha pubblicato il suo album da solista, ma invece di diminuire la pressione, l’ha aumentata. Vuole avere più canzoni sue negli album dei Genesis. Quello che per me è positivo si rivela negativo per lui: la nuova configurazione dei Genesis ha inaspettatamente aperto nuove strade di composizione dei pezzi, e mentre io mi sento sempre più sicuro come autore, Steve non riceve ancora lo spazio creativo che pensa di meritarsi. (…) Ma se siamo sopravvissuti alla perdita di un cantante, siamo in grado di sopravvivere a quella di un chitarrista. Continuiamo, imperterriti, con Mike che ci dà dentro sia al basso sia alla chitarra solista”.
Dopo aver lasciato i Genesis Steve Hackett ha intrapreso un’importantissima carriera solista. Ha già pubblicato il primo album.
La data dell’11 giugno è legata, per i Genesis, a un inizio e a una fine. Ecco perché.
1977, al Palazzo dello Sport di Parigi inizia una serie di cinque concerti che saranno registrati e che faranno parte (tranne The Cinema Show inserita nella versione dell’anno precedente) del doppio album live Seconds Out.
Ecco la registrazione della serata dell’11 giugno:
La line-up:
Phil Collins – lead vocals, drums, percussion;
Steve Hackett – lead guitars, effects;
Mike Rutherford – bass guitar, guitars, bass pedals, backing vocals;
Tony Banks – keyboards, 12 strings guitar, backing vocals;
Chester Thompson – drums, percussion.
Il 12 giugno lo spettacolo è doppio, mentre il 13 viene registrata una parte del concerto dalla Radio francese RTL. Ecco i 42 minuti andati in onda (notare che, al minuto 38 circa, Phil Collins non ricorda le parole di The Lamb Lies Down On Broadway, ma riprende subito il filo del verso):
Lo show del 14 giugno fornisce gran parte del materiale a Seconds Out. Eccolo:
Ma i Genesis non sanno che questi sono gli ultimi concerti con questa formazione. Steve Hackett ha già deciso di lasciare la band. Come era successo con Peter Gabriel, all’apice del successo e del consenso, arriva una defezione. Guarda la rassegna stampa di questo periodo.
E insieme a lui uscirà di scena dalle scalette dei concerti il grandissimo cavallo di battaglia live Supper’s Ready.
L’11 giugno 2007, i Genesis partono da Helsinki con il Turn It On Again Tour. Ascolta:
La line-up:
Phil Collins – lead vocals, drums, percussion;
Mike Rutherford – guitars, bass, backing vocals;
Tony Banks – keyboards, backing vocals;
Daryl Stuermer – guitars, bass, backing vocals;
Chester Thompson – drums, percussion.
Uno show che vede uno dei palcoscenici più avveniristici della storia del rock.
Genesis, Turn it on Again Anatomy of a Tour – CLICCA SULL’IMMAGINE PER COLLEZIONARLO
Guardalo nei video:
Ed ecco un’intervista rilasciata dai Genesis il giorno dopo il primo show del tour:
Una settimana prima, i Genesis si erano sottoposti a una data zero davanti a 250 invitati all’Expo Centre di Bruxelles. Ecco i video di quella prova generale.
Agli addetti ai lavori la band appare subito un po’ arrugginita ed è evidente che ha avuto bisogno di rallentare o semplificare alcuni passaggi. Ma il Tour alla fine sarà un successo.
Con il Turn It On Again Tour (che il 14 luglio ha toccato Roma), peròè calato il sipario sulla gloriosa storia dei Genesis dal vivo.
Il 22 maggio 1975 a Besançon, in Francia, si compie l’ultimo atto di Peter Gabriel con i Genesis. E’ il concerto finale del Lamb Tour, visto che la data successiva, a Tolosa, è stata cancellata. Peter ha già deciso di lasciare la sua band. Ecco un ricordo di quei giorni.
Sorprendentemente, ma teatralmente come da sua indole, Peter suona una nenia funebre dell’esercito inglese per salutare tutti, anche se l’addio ufficiale avverrà il 16 agosto, per mettere a tacere la fuga di notizie che si è scatenata intorno al gruppo, incontrollabile e difficilmente smentibile.
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Peter ha già comunicato ai compagni la sua decisione il 25 novembre 1974all’Hotel Swingos di Cleveland, in USA, tra le prime tappe del tour. ASCOLTA QUEL CONCERTO:
La band è dapprima incredula, poi sconcertata, quindi preoccupata per proprio futuro.
Inoltre c’è un tour impegnativo da portare avanti, con brani poco conosciuti dal pubblico – la scaletta prevede tutto The Lamb, uscito solo pochi giorni prima + due bis: The Musical Box e Watcher Of The Skies, talvolta sostituita da The Knife – e il timore che l’abbandono di Peter potesse trapelare e causare un crollo nella vendita dei biglietti.
Ecco l’ultima registrazione di un concerto nei Genesis di Peter Gabriel. Precede di 4 giorni il concerto finale del 22 maggio 1975:
https://www.youtube.com/watch?v=MNa2XRnkgrc&t=9s
Il 16 agosto 1975 Gabriel consegna alla stampa una dichiarazione. Eccola in versione originale:
I had a dream, eye’s dream. Then I had another dream with the body and soul of a rock star. When it didn’t feel good I packed it in. Looking back for the musical and non-musical reasons, this is what I came up with:
OUT, ANGELS OUT – an investigation.
The vehicle we had built as a co-op to serve our songwriting became our master and had cooped us up inside the success we had wanted. It affected the attitudes and the spirit of the whole band. the music had not dried up and I still respect the other musicians, but our roles had set in hard. To get an idea through “Genesis the Big” meant shifting a lot more concrete than before. For any band, transferring the heart from idealistic enthusiasm to professionalism is a difficult operation. I believe the use of sound and visual images can be developed to do much more than we have done. But on a large scale it needs one clear and coherent direction, which our pseudo-democratic committee system could not provide. As an artist, I need to absorb a wide variety of experiences. It is difficult to respond to intuition and impulse within the long-term planning that the band needed. I felt I should look at/learn about/develop myself, my creative bits and pieces and pick up on a lot of work going on outside music. Even the hidden delights of vegetable growing and community living are beginning to reveal their secrets. I could not expect the band to tie in their schedules with my bondage to cabbages. The increase in money and power, if I had stayed, would have anchored me to the spotlights. It was important to me to give space to my family, which I wanted to hold together, and to liberate the daddy in me. Although I have seen and learnt a great deal in the last seven years, I found I had begun to look at things as the famous Gabriel, despite hiding my occupation whenever possible, hitching lifts, etc. I had begun to think in business terms; very useful for an often bitten once shy musician, but treating records and audiences as money was taking me away from them. When performing, there were less shivers up and down the spine. I believe the world has soon to go through a difficult period of changes. I’m excited by some of the areas coming through to the surface which seem to have been hidden away in people’s minds. I want to explore and be prepared to be open and flexible enough to respond, not tied in to the old hierarchy. Much of my psyche’s ambitions as “Gabriel archetypal rock star” have been fulfilled – a lot of the ego-gratification and the need to attract young ladies, perhaps the result of frequent rejection as “Gabriel acne-struck public school boy”. However, I can still get off playing the star game once in a while. My future within music, if it exists, will be in as many situations as possible. It’s good to see a growing number of artists breaking down the pigeonholes. This is the difference between the profitable, compartmentalized, battery chicken and the free-range. Why did the chicken cross the road anyway? There is no animosity between myself and the band or management. The decision had been made some time ago and we have talked about our new direction. The reason why my leaving was not announced earlier was because I had been asked to delay until they had found a replacement to plug up the hole. It is not impossible that some of them might work with me on other projects. The following guesswork has little in common with truth: Gabriel left Genesis. 1) To work in theatre. 2) To make more money as a solo artist. 3) To do a “Bowie”. 4) To do a “Ferry”. 5) To do a “Furry Boa round my neck and hang myself with it”. 6) To go see an institution. 7) To go senile in the sticks. I do not express myself adequately in interviews and I felt I owed it to the people who have put a lot of love and energy supporting the band to give an accurate picture of my reasons.
I giornali pubblicano la lettera recapitata a mano nelle redazioni.
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Il 26 agosto, quindi, i Genesis sono costretti a far uscire una dichiarazione ufficiale, per integrare quella di Peter. In questa scrivono che la band è in cerca di un nuovo cantante, che sta componendo un nuovo album e a breve inizierà a inciderlo. Il disco uscirà a Natale e il tour partirà all’inizio dell’anno nuovo.
La notizia provoca uno shock nel mondo musicale e i media iniziano a dare per finita l’esperienza Genesis. Ma, come afferma Gail Colson, per anni sua stretta collaboratrice,
“Tony Stratton-Smith (fondatore e manager della Charisma Records N.d.R) era l’unico che credeva in loro al 100% e prevedeva che sarebbero diventati ancora più grandi senza Peter. Diceva sempre che finché c’erano Tony Banks e le sue melodie, allora c’erano i Genesis”. Da: Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel, di Daryl Easlea.
Stratt sembra aver ragione. A Trick Of Th Tail, primo album senza Gabriel e con Phil Collins cantante, uscito nel marzo 1976, vende più dei dischi precedenti e spiana ai Genesis la strada del successo e di una carriera lontana dalla fine. Anche se per milioni di fan la band senza Gabriel non è più la loro.
Peter al momento si ritira a vita privata, anche se, come sappiamo, non definitivamente. Ma questa è un’altra storia.
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Genesis Live st San Siro Stadium, Milan Italy 19/5/1987
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Ecco la scaletta:
Mama 07:13 Abacab 08:39 Phil Speaking In Italian 02:13 Domino 11:22 That’s All 05:21 The Brazilian 05:08 Phil Speaking In Italian 01:26 In The Cage Medley 07:59 In That Quiet Earth 04:22 Afterglow 04:28 Land Of Confusion 05:09 Phil Speaking In Italian 01:32 Tonight Tonight Tonight 09:05 Throwing It All Away 06:26 Phil Speaking In Italian 02:19 Home By The Sea 11:31 Invisible Touch 04:52 Drum Duet 05:52 Los Endos 06:08 Turn It On Again 12:45
Il gruppo inizia con due cavalli di battaglia del nuovo corso, di ottimo livello e collaudati, che costituiscono una potente apertura del concerto (Mama e Abacab). Guarda il video:
Tra i nuovi brani funzionano bene Domino e The Brazilian, anche se alleggeriti da brani come That’s All. Guarda il video:
Tra i classici, invece, ultimo tour per In The Cage, che si abbina inmedley con In That Quiet Earth e va a sfociare in Afterglow. Guarda il video:
Purtroppo da questo medley esce per sempre Apocalipse in 9/8, rimasuglio della gloriosa Supper’s Ready. Quando lo show arriva in Italia, non c’è più traccia di questo cavallo di battaglia dei live dei Genesis e capolavoro amatissimo dai fan, richiesto a gran voce in ogni concerto. La causa: lo sforzo che richiede alla voce di Phil Collins. Ecco come si presentava nella parte americana del tour il medley Cage-Quiet-Apocalipse. ASCOLTA:
E a proposito di variazioni, ecco come veniva eseguito, nella parte Australiana del tour, un brano fuori scaletta: Your Own Special Way, con l’accompagnamento della “Invisible String Section“, costituita da orchestre locali a seconda delle città, come da legge del posto. ASCOLTA:
https://youtu.be/Qoo2wcSdAEw
Indimenticabile poi il drum duet di Phil e Chester Thompson (che, come è noto, con Daryl Stuermer da anni accompagna in tour i Genesis), in cui i due, ormai affiatatissimi, sono sincronizzati come due orologi. Eccolo tratto dallo show dello Stadio Wembley ai primi di luglio. ASCOLTA:
Il 17 maggio 1987 i Genesis sono in concerto a Roma e due giorni dopo a Milano. Ecco un ricordo di quei giorni.
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by D.B.
Alle 17.30 di domenica 17 maggio si aprono i cancelli dello Stadio Flaminio di Roma. Lo spettacolo è previsto per le 19 – come si vede nel biglietto qui sopra -, ancora con la luce diurna.
Il supporter è Paul Young, il quale viene letteralmente bersagliato da ogni tipo di oggetti, evidenziando la scelta poco felice dell’abbinamento. La gente vuole ascoltare solo i Genesis.
Il concerto ha svariate coperture mediatiche. Radio RAI fa uno speciale, con un po’ di brani registrati a Malaga, una settimana prima, e la diretta dal Flaminio. Difficile ricostruire se è stato trasmesso anche lo show milanese. Anche Radio Centofiori, emittente fiorentina legata al P.C.I. dedica molto spazio all’evento. In Tv va in onda un servizio del TG1 intitolato “Il Rock è luce”.
Al contrario di Milano, come vedremo, non ci sono video o registrazioni audio su YouTube – le poche realizzate, vista la stretta sorveglianza su macchine fotografiche e altro, restano private al momento – ma ecco alcune foto tratte da Genesis The Movement – 1 e 2.
Ecco la scaletta, come riportata dal sito sopra citato:
Mama 07:13
Abacab 08:39
Phil Speaking In Italian 02:13
Domino 11:22
That’s All 05:21
The Brazilian 05:08
Phil Speaking In Italian 01:26
In The Cage Medley 07:59
In That Quiet Earth 04:22
Afterglow 04:28
Land Of Confusion 05:09
Phil Speaking In Italian 01:32
Tonight Tonight Tonight 09:05
Throwing It All Away 06:26
Phil Speaking In Italian 02:19
Home By The Sea 11:31
Invisible Touch 04:52
Drum Duet 05:52
Los Endos 06:08
Turn It On Again 12:45
Il gruppo inizia con due cavalli di battaglia del nuovo corso, di ottimo livello e collaudati, che costituiscono una potente apertura del concerto (Mama e Abacab). Guarda il video dal Live di San Siro a Milano:
Tra i nuovi brani funzionano bene Domino e The Brazilian, anche se alleggeriti da brani come That’s All. Guarda il video dal Live di Milano:
Tra i classici, invece, ultimo tour per In The Cage, che si abbina in medley con In That Quiet Earth e va a sfociare in Afterglow. Guarda il video dal Live di Milano:
Purtroppo da questo medley esce per sempre Apocalipse in 9/8, rimasuglio della gloriosa Supper’s Ready. Quando lo show arriva in Italia, non c’è più traccia di questo cavallo di battaglia dei live dei Genesis e capolavoro amatissimo dai fan, richiesto a gran voce in ogni concerto. La causa: lo sforzo che richiede alla voce di Phil Collins. Ecco come si presentava nella parte americana del tour il medley Cage-Quiet-Apocalipse. ASCOLTA:
E a proposito di variazioni, ecco come veniva eseguito, nella parte Australiana del tour, un brano fuori scaletta: Your Own Special Way, con l’accompagnamento della “Invisible String Section“, costituita da orchestre locali a seconda delle città, come da legge del posto. ASCOLTA:
Indimenticabile poi il drum duet di Phil e Chester Thompson (che, come è noto, con Daryl Stuermer da anni accompagna in tour i Genesis), in cui i due, ormai affiatatissimi, sono sincronizzati come due orologi. Eccolo tratto dallo show dello Stadio Wembley ai primi di luglio. ASCOLTA:
Genesis live at Lyceum Ballrooms, London, 07/5/1980:
Genesis played three concerts at London Venues during the Duke tour:
The 5th at The Theatre Royal, Drury Lane;
6th & 7th at the Lyceum Ballroom.
All three shows were recorded to 24 track audio tapes, the masters now being archived at their Farm Studios. Edited sets were supplied to the BBC and to Capital Radio for broadcast.
In addition, the two Lyceum dates were filmed by The BBC.
Aprile 1972, l’esordio dei Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Ecco le tappe con suoni e immagini di quell’avventura storica.
Il 19 Aprile 1972 i Genesis sono live al Teatro Mediterraneo di Napoli.
Un doppio concerto che chiude la prima parte del Nursery Cryme Tour dei Genesis in Italia.
Ecco l’audio del live:
00:00 – Happy The Man; 04:18 – Stagnation; 14:53 – The Fountain Of Salmacis; 23:20 – Twilight Alehouse; 32:14 – The Musical Box; 42:23 – The Return Of The Giant Hogweed; 49:11 – Phil’s Solo; 51:24 – The Knife.
Una data che resterà nella storia dei Genesis, perchè sul tetto dell’Hotel Domitiana, che ospita la band, Mike e Tony scrivono il testo di Watcher Of The Sky.
“Eravamo seduti in cima a questo edificio, era una calda giornata di sole e stavamo semplicemente guardando fuori attraverso una vasta area di edifici e campi; non c’era un’anima viva in giro. Sembrava che l’intera popolazione avesse appena disertato il pianeta e questo è ciò che racconta ‘Watcher of the Skies’: un essere alieno che viene sul pianeta e lo vede completamente deserto. E così la storia si sviluppa con un po ‘di fantascienza. Mi piace ‘Childhood’s End’ di Arthur Clarke e libri di questo genere.”
“Io e Tony insieme scrivemmo il testo, seduti sul tetto del nostro hotel a Napoli immaginando che il mondo fosse finito. Alquanto strano, considerando che era un giorno piacevolmente soleggiato.”
Il brano viene già utilizzato per il sound check prima dei concerti. A Napoli quindi viene completato e, come sappiamo, aprirà il prossimo album dei Genesis, in uscita l’ottobre seguente: Foxtrot.
Ma nella sua autobiografia, Mike racconta un altro retroscena, accaduto a Napoli:
“A Napoli scoprimmo un altro passatempo terapeutico… Concludere un tour con una litigata di gruppo era un classico. La cosa insolita della lite-di-fine-tour a Napoli fu che c’era un parco dei divertimenti proprio dietro l’angolo dell’hotel dove dormivamo. Arrivammo al punto di essere talmente stufi l’uno degli altri che decidemmo che l’unica cosa da fare era di buttarci sulla pista dell’autoscontro e sbatterci contro reciprocamente e selvaggiamente e ripetutamente. Devo dire che non ho mai sperimentato un modo altrettanto efficace per chiarirsi.”
Le date italiane portano ulteriore fortuna ai Genesis, che assestano il loro successo nel nostro paese. Non solo, tornando in patria, Steve Hackett conoscerà Ellen, che diventerà la sua prima moglie e madre di Oliver.
E non finisce qui: i Genesis torneranno in Italia ad agosto, per una seconda parte del tour. Ma questa è un’altra storia.
Aprile 1972, l’esordio dei Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Ecco le tappe con suoni e immagini di quell’avventura storica.
Il 18 Aprile 1972 i Genesis sono live al Piper Club di Roma.Un concerto di cui restano questi video, primi a mostrare la band sopra il palco e nel backstage. GUARDA:
“Roma per noi fu sempre una città benevola: quel senso di antichità, di storia e di grandeur faceva da perfetta scenografia per la nostra musica. Nel giro di poco tempo saremmo arrivati a suonare nelle arene e negli stadi, ma all’inizio ci esibivamo in piccoli locali davanti a un pubblico di studenti quattordicenni. Gli show si tenevano a metà pomeriggio di domenica per consentire ai ragazzi di tornare a casa in tempo per mettersi a letto.”
“Il pubblico italiano e straordinario. Non solo ci adorano, ma colgono davvero il nostro spirito. Applaudano e urlano anche a un minimo cambiamento di atmosfera, qualcosa che i Genesis fanno spesso: passiamo da un ritmo veloce a un sussurrato, a un intermezzo pastorale, senza battere ciglio. Non c’è da stupirsi che agli italiani piacciamo così tanto: siamo un gruppo inglese che sonda la tradizione lirica.”
“Essendo fan così sfegatati, gli italiani avevano comprato e assorbito tutti i loro dischi; conoscevano ogni nota e sfumatura delle canzoni. E’ stato davvero straordinario. Non avevamo mai provato niente del genere. Ero lì al banco di mixaggio in mezzo al pubblico e tutti battevano le mani, vedere i miei ragazzi così capiti e apprezzati è stata una meravigliosa esperienza . I fan hanno amato tutto e hanno premiato la band con una standing ovation alla fine di ogni spettacolo. Ciò ha fatto miracoli per la loro fiducia e tutti e cinque i ragazzi, Peter, Mike, Tony, Steve e Phil, non hanno mai dimenticato il calore del loro primo tour in Italia, o la sua importanza nel loro sviluppo come band. Spero che abbiamo pagato il nostro debito di gratitudine suonando bene per loro.”
“Con i suoi strani meccanismi, le performance di primo pomeriggio e le cene tra due show, il tutto culminante in un concerto a Roma (…), l’Italia segnò un decisivo passo verso il live act dei Genesis così come lo conosciamo. Maniacalmente perfezionista, il gruppo smontava pezzo per pezzo l’esibizione della sera prima mentre si spostava verso la città seguente.
«Tutte le volte che viaggiavo con loro mi dovevo sorbire in furgone i commenti sul concerto della sera prima», sorride Conroy (Paul Conroy, road manager del tour, N.d.R.). Restavano abbastanza calmi mentre valutavano se Tony Banks aveva davvero sbagliato tonalità; erano dei perfezionisti. E nelle pause si ascoltavano gli Shadows, dentro il furgone. viaggiando per quattro ore da un concerto all’altro».
«L’intento era sempre quello di migliorare», aggiunge Steve Hackett, «il che rischiava di farlo assomigliare a un’autopsia!».
«Stavamo navigando a vista. E poi ecco questo piccolo raggio di luce che arriva dall’Italia». dice Mike Rutherford. «La strada era dura, tutta in salita. D’un tratto sbuca un paese che ti adora; non serve altro per darti la sensazione che vale davvero la pena andare avanti».”
Aprile 1972, l’esordio dei Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Ecco le tappe con suoni e immagini di quell’avventura storica.
Il 17 Aprile 1972 i Genesis sono live a Siena, al Palazzetto dello Sport.
“Nelle prove gli Odissea eseguono un brano dei Genesis alla presenza della stessa band inglese in platea che mostra incredulità e viva soddisfazione. E’ forse la prima live cover version di una canzone dei Genesis. Gli Odissea però decidono di non ripetere questo exploit durante la loro esibizione”.
Aprile 1972, l’esordio dei Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Ecco le tappe con suoni e immagini di quell’avventura storica.
Il 16 Aprile 1972 i Genesis sono live a Travagliato (Brescia), con un doppio concerto al music hall Supertivoli.
Ecco il ricordo di Richard Milella sul sito
“L’Italia dei concerti era quanto più di dilettantesco che ci si potesse aspettare. Niente Service professionali, niente backline e back-light, niente spie sul palco, niente catering, niente roadies, niente camerini e/o docce, niente security, niente gruppi elettrogeni, insomma, niente di niente. Il gruppo arrivava con uno o due amici al seguito qualche ora prima dello show nello stesso furgone in cui erano ammassati strumentisti e strumenti che poi tutti insieme scaricavano, montavano, provavano, aggiustavano, accordavano. Un panino, due arance e via con il concerto con la stessa maglietta e jeans del pomeriggio. Anche per i Genesis andò così, almeno alla loro prima calata l’Italia del rock si trovò impreparata ad allestire spettacoli degni di questo nome.”
“Peter parla nella sua lingua ma fa capire che eseguirà ora un brano registrato da pochi giorni e che uscirà sul prossimo Lp dal titolo Foxtrot. Il brano lo ricordo benissimo perchè ci emozionò tutti sin dal primo ascolto con quel suo incedere maestoso fra i tasti dell’Hammond: Watcher of the Skies è una pietra miliare e Gabriel lo interpretò anche teatralmente accucciandosi nei chiaro-scuri dell’organo e saltando letteralmente in alto nelle esplosioni orchestrali. Certa letteratura dice che il brano fu concepito durante questo primo tour in casa nostra; sbagliato, quando lo eseguirono nelle date italiane era già così bello, così completo e così arrangiato da certificare una certosina preparazione anche se su disco uscirà effettivamente mesi dopo”.
Su questa seconda parte c’è qualche dubbio, visto che è improbabile una forma già compiuta di Watcher a Travagliato. Magari Milella si ricorda il concerto estivo, sempre nella bassa bresciana, anche se non ne fa riferimento.Il fascino del mistero avvolge questo concerto di cui non resta più nulla, neanche il locale, abbattuto per costruire un centro commerciale nel 2012 – LEGGI.
Questo invece il ricordo a Horizons Radio di Paolo Burg:
“Arrivati in quattro con una Fiat 600 al “Paradiso” per vederli. Delusione, dopo un’ora abbiamo dovuto arrenderci e ritornare a Cervignano. Io avevo già “Trespass” a casa per cui morivo dal desiderio di vederli dal vivo. Qui comincia il bello! La scuola che frequentavo a Monfalcone aveva organizzato una visita ad uno stabilimento nei pressi di Brescia. Scendo da pullman e mi ritrovo davanti al naso un manifesto con scritto: Dancing Supertivoli, Travagliato, Brescia “Genesis”. Cercare l’orario del primo treno serale per Travagliato e partire è stato tutt’uno. Ho ancora davanti agli occhi il concerto. Indimenticabile!”