E’ il numero 94 di Dusk, e, come al solito, ospita interviste esclusive e numerosi servizi sulle ultime novità del mondo Genesis.
Invitiamo, chi non l’avesse già fatto, aiscriversi.
Genesis Reunion 2020 – Throwing It All Away?
Phil Collins Special:
The Art Of Phil
Le ristampe in vinile (Tarzan / But Seriously)
Il libro (Phil Collins – A Life In Vision di Alan Hewitt)
Dopo il concerto
The Collins Dictionary
Recensioni:
Amy Birks feat. Steve Hackett
Paul Carrack
Birdy (Blu-ray)
Please Don’t Touch di Paulo De Carvalho (libro)
Come Talk To Me:
Interviste esclusive a
Allan Schwartzberg
Harry Kim
25 anni di The Musical Box
Non resta quindi che attendere il nuovo numero di Dusk, come sempre ricchissimo di materiale Genesis & Co.
«Non volevo che nessuno si sentisse trascinato. Volevo che Tony e Phil e io stesso volessimo farlo – volerlo fare. Volevo che sembrasse divertente».
Ecco come Mike Rutherford spiega la reunion dei Genesis nel nuovo numero di Prog Magazine.
C’è un’intervista con Tony Banks, Phil Collins e Mike Rutherford per conoscere la vera storia della reunion. Perché lo fanno? Perché ora? E forse, cosa più importante, cosa suoneranno?
Oltre ai nuovi Genesis, spazio anche ai “vecchi Genesis”. 12 pagine sulla realizzazione dell’album Trespass, con interviste a Banks, Rutherford, Peter Gabriel e Anthony Phillips che dichiarano: «Con quell’album è siamo diventati una band».
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il ricordo di Nanni Iguera, il quale ricorda quella magica notte di oltre quarantasette anni fa.
Ero, come si dice, un giovane diciottenne di belle speranze che si apprestava ad affrontare l’ultimo anno scolastico, quello della Maturità.
Questo però contava ben poco quella sera: mancavano ancora quaranta giorni all’inizio della scuola, eravamo in piena estate e Genova viveva la felice stagione dei concerti.
Nei dodici mesi precedenti avevo potuto vedere “dal vivo” al Palasport i COLOSSEUM ed EMERSON, LAKE & PALMER. Al Teatro Alcione avevo già visto AUDIENCE, RENAISSANCE, SOFT MACHINE, VAN DER GRAAF, AMAZING BLONDEL, PATTO: una vera pacchia!!
All’epoca abitavo a circa un chilometro dal Teatro Alcione, tratto che avevo percorso a piedi, costeggiando il fiume Bisagno con due amici in una città semi-deserta.
Però alle ore 21 circa in Via Canevari ecco un nutrito capannello di ragazzi in coda per entrare con il loro biglietto in mano; in cartellone GENESIS (opener JUMBO e OSANNA).
Ricordo che i GENESIS erano sostenuti dal periodico musicale più in voga dell’epoca (CIAO 2001) e il loro disco NURSERY CRIME, con la bellissima copertina gatefold e i disegni di Paul Whitehead, aveva rappresentato una boccata d’aria fresca rispetto al panorama musicale d’epoca e ai gruppi hard o heavy quali LED ZEPPELIN, DEEP PURPLE, BLACK SABBATH.
Avevo acquistato NURSERY CRIME appena uscito, alla fine del 1971 e ormai ne conoscevo bene i pezzi; per contro non conoscevo TRESPASS e ignoravo l’esistenza del primissimo disco.
Comunque eccoci all’interno del Teatro Alcione stipati come sardine, presenti almeno un migliaio di persone.
Siamo in posizione centrale in 4^ fila. Il concerto inizia alle ore 21.30 circa. Ricordo pochissimo del primo gruppo, che sostenne un breve set di circa mezzora; per quanto riguarda gli OSANNA ricordo che fecero anch’essi un breve set costituito da pezzi del loro primo LP “L’UOMO”, che avrei acquistato e apprezzato solo molti anni dopo.
Finalmente ben oltre le ore 22 ecco i GENESIS. Ricordo un set di circa un’ora con PETER GABRIEL frontman centrale pochi metri davanti a me: una presenza carismatica, una grande capacità interpretativa dei pezzi alla voce e al flauto, una gestualità inedita per l’epoca.
Alla destra alle tastiere TONY BANKS. Sullo sfondo alla batteria e ai cori PHIL COLLINS. Alla sinistra seduti rispettivamente MIKE RUTHERFORD e STEVE HACKETT.
Ricordo bene che all’esuberanza e alla teatralità di GABRIEL faceva da contrappunto l’immobilismo concentrato degli altri quattro: un vero mattatore in scena assistito da quattro gregari.
Riguardo alla musica avvalendomi del bootleg “ALONE WITHIN a STORM” ho potuto ricordarmi che hanno eseguito quattro pezzi da NURSERY CRIME (ricordavo bene i miei preferiti: THE MUSICAL BOX, THE RETURN OF THE GIANT HOGWEED, THE FOUNTAIN OF SALMACIS mentre non ricordavo l’esecuzione di SEVEN STONES).
Ho appreso inoltre che hanno suonato quattro pezzi che proprio all’epoca non conoscevo: WATCHER OF THE SKIES, CAN UTILITY AND THE COASTLINERS tratte da FOXTROT, disco che era in lavorazione e sarebbe uscito a ottobre 1972, TWLIGHT ALEHOUSE mai pubblicata su vinile e quindi, in chiusura THE KNIFE tratta da TRESPASS.
L’unica curiosità riguarda il fatto che a me sembra di ricordare abbastanza nitidamente anche GET’EM OUT BY FRIDAY ma il supporto CD mi smentisce.
Non voglio esprimere giudizi di natura tecnica o artistica sul gruppo: erano semplicemente i GENESIS featuring PETER GABRIEL con i loro pregi e i loro difetti e tanto basta.
Lasciamo la critica ai critici; la storia ha già dato il suo giudizio. I GENESIS fanno parte ormai della storia della musica e non sono solo una nota a margine.
Naturalmente un grande successo di pubblico e applausi fragorosi mentre PHIL COLLINS con un asciugamano in testa usciva per smontarsi personalmente la batteria, fatto oggi impensabile.
Cosa posso aggiungere? Questo concerto rafforza la mia convinzione che PETER GABRIEL fosse il vero punto di forza dei GENESIS. La sua uscita dal gruppo resta uno dei misteri più inspiegabili nella storia del rock e penso che i GENESIS e lo stesso GABRIEL artisticamente siano stati fortemente penalizzati dal break out del cantante.
Comunque un altro concerto era andato in archivio: in autunno sarebbero arrivati INCREDIBLE STRING BAND, GENTLE GIANT, AREA e quindi NUCLEUS, PERIGEO, JOHN MAYALL, per una stagione musicale d’oro che sembrava non dovesse finire mai e invece purtroppo finì.
Il momento magico si dissolse nel 1975. I miei interessi musicali si spostarono sul blues, sul jazz e quindi sul free jazz con grande disappunto dei miei vicini di casa i quali, il giorno del mio trasferimento a Sant’Olcese nel 1980 mi chiesero ironicamente conferma: scusa Nanni, i tuoi dischi di free jazz li porti con te, vero?
Il vecchio Teatro Alcione, che era ormai diventato un centro di aggregazione culturale e musicale per la città, tornò a essere un cinema di seconda visione e in seguito ospitò anche eventi di basso lignaggio sui quali è meglio sorvolare.
Resta però il ricordo di quella bellissima epoca, felice e spensierata, in cui sembrava che la musica potesse influire sui costumi di una società e forse in parte, chissà, lo fece.
Comunque 48 anni dopo siamo ancora qui; ascoltiamo le infinite ristampe con valanghe di bonus tracks, riscopriamo i vecchi vinili e l’entusiasmo per la grande musica, Genesis compresi naturalmente, per fortuna rimane intatto.