Ri-ascoltiamo e ri-vediamo i grandi concerti del giorno di Genesis & Co. in attesa del ritorno dei live dopo la quarantena del Covid-19 e di The Last Domino? Tour.
Ri-ascoltiamo e ri-vediamo i grandi concerti del giorno di Genesis & Co. in attesa del ritorno dei live dopo la quarantena del Covid-19 e di The Last Domino? Tour.
1975 Ahoy Sportpaleis, Rotterdam The Netherlands – AUDIO:
Steve Hackett – 10 e 11 Aprile 2014, Cruise to the Edge:
Rassegna stampa:
“Steve Hackett si è rivelato il più ospitale (…): il suo secondo spettacolo ha visto la partecipazione di John Wetton (voce) e Chris Squire (basso) in All Along The Watchtower, e…” – READ MORE
Aprile 1972, l’esordio dei Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Ecco le tappe con ricordi, suoni e immagini di quell’avventura storica.
Ascolta il podcast di Horizons Radio (in italiano) – CLICCA QUI
Prima tappa: il 6 aprile 1972 ad Adria in provincia di Rovigo, di fronte, pare, a poco più di un centinaio di persone.
Ciao 2001, il settimanale-bibbia di quegli anni afferma che il concerto, parte del Nursery Cryme Tour, si sarebbe svolto a Belluno.
Ma la prova che sia ad Adria è questa (clicca per allargare l’immagine):
Registrati all’Hotel Stella d’Italia di Adria ci sono i Genesis e i loro collaboratori. Ed ecco la foto del Teatro Comunale di Adria dove si è svolto il concerto:
“Arrivavamo nel posto in cui dovevamo suonare intorno alle 11 del mattino e facevamo il sound-check con calma, per farlo bene.
Quei luoghi erano come cattedrali, battevi le mani e sentivi l’eco 12 secondi dopo. Mixare il suono era quasi inutile, si andava per tentativi, ma la gente apprezzava lo stesso.
Poi mangiavamo. Maurizio (Salvadori, il promoter italiano del tour. N.d.T.) sapeva sempre dove si trovavano i ristoranti migliori, quindi facevamo un pasto abbondante. Abbiamo imparato rapidamente a mangiare in stile italiano: prima la pasta, spesso spaghetti fatti in casa con una deliziosa salsa, una bistecca di carne, niente verdura, forse un po’ di insalata e poi un dessert, come il tiramisù. Abbiamo anche scoperto vini fantastici, così alla fine del pranzo, verso le quattro del pomeriggio, eravamo assolutamente sazi e ubriachi.
Tornavamo in albergo, chiudevamo le tapparelle per creare un’oscurità completa, collassavamo nel letto e dormivamo come un morto per due ore.
Poi ci alzavamo e facevamo il concerto. La vita era bella e le arene erano piene, 5000 e, nel secondo tour, 10.000 fan in attesa di ascoltarci”. (da: My Book of Genesis di Richard Macphail. Traduzione mia)
“Ad attirare l’attenzione del pubblico in questa fase della carriera on stage della band sono soprattutto le strane storielle introduttive piene di humour surreale che il frontman racconta prima delle varie esecuzioni, inizialmente usate come mero riempitivo ma che lentamente cominciano a vivere di luce propria”. (da: Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo)
La band domenica 9, è al Lem Club di San Martino Buon Albergo in provincia di Verona, la prima data in cui gli spettacoli sono due, alle 16, per gli studenti, e alle 21. Spettacoli dedicati da Peter al pubblico di Trieste , che non ha potuto vedere lo show, annullato il giorno precedente.
Ecco una registrazione di parte del concerto, prima testimonianza audio della tournée:
https://youtu.be/q54_0qCdqC8
Una pagina Facebook contiene commenti e ricordi di quella data – CLICCA QUI.
Leggi commenti anche in
L’11 aprile a Pesaro sul palco con i Genesis ci sono la Premiata Forneria Marconi e gli Odissea.
Una testimonianza riportata da Mino Profumo in Genesis in Italia. I concerti 1972-1975, racconta di come, durante il sound-check a Pesaro, i Genesis provarono quella che poi sarebbe diventata Watcher Of The Skies, ma con al mellotron non Tony Banks, ma addirittura il mitico “tuttofare” Richard Macphail.
“Nel lontano 1972 (anno nel quale i Genesis portarono in giro per l’Italia il loro Nursery Cryme), la band di Gabriel e compagni suonò al Palasport di Pesaro l’11 Aprile.
Secondo quanto raccontato dal mio amico Carlo Betti, durante il check sound del pomeriggio la non perfetta acustica del Palazzo dello sport di Via Marconi- che già allora ospitava la partite dell’attuale Scavolini Basket – finì per spazientire non poco il pignolissimo Banks. Fu proprio Tony che per più di un’ora si spostò da una parte all’altra posizionandosi in varie parti delle tribune del vecchio hangar (allora ricavate mediante una fittissima trama di impalcature con tubolari Innocenti e tavole di legno che poteva contenere fino a 5.000 spettatori), sbuffando ed imprecando per il suono ridondante e per uno spiacevole effetto eco che finiva per rendere tutto il sound indistinguibile.
I problemi, nonostante l’impegno di Tony, non si risolsero in quella sessione di prove, ma solo la sera con l’ingresso del numeroso pubblico. Pesaro era allora inserita nel grande circuito dei concerti perché allora una tale Bizzocchi, organizzatore di concerti, volava spesso in Gran Bretagna e visitava club e pub inglesi per scovare nuove band. Fu così che, grazie ad un lungimirante assessorato alla cultura del Comune e allo stesso Bizzocchi, Gabriel e soci finirono a Pesaro. Ma nello stesso anno lo fecero anche i Traffic, i Soft Machine, Brian Auger e gli Oblivion Express ed altri.
Altro aneddoto curioso che il mio amico Betti non ha mancato di riferirmi su quel giorno con puntigliosa dovizia di particolari. Subito dopo il check sound pomeridiano (dunque poco dopo le 19), i “nostri”, una volta fuori, si diressero a piedi assieme ad un gruppo di tecnici e ad un codazzo di organizzatori locali e allo stesso Bizzocchi, verso il lungomare di Pesaro che dista appena un centinaio di metri dal Palasport per la cena.
Arrivati a metà di Viale Marconi, ove stazionavano varie compagnie del luogo, i Genesis notarono dei ragazzini (tra i quali gli amici del già citato Betti) che giocavano a pallone. Fu così che Banks, Rutherford e Gabriel si misero a giocare a football per più di dieci minuti con quei ragazzini in verità un po’ sorpresi dai quei tipi così strani e con i capelli lunghi.
Subito dopo la partita (Rutherford fece anche un gol in una porta ricavata tra due alberi), i Genesis approdarono ad un ristorante pizzeria allora famoso e dal nome molto americano e poco inglese:”Ranch”.
Fu lì che fra pizze e birre e risate si creò il clima giusto per uno dei concerti più belli e affascinanti mai approdati su questi lidi.
La sera, manco a dirlo, fu un successo incredibile”.
Franz Di Cioccio della PFM, ha raccontato un aneddoto in un’intervista a Musica Intorno:
“Suonammo con i Genesis a Pesaro, fu il loro primo concerto in Italia…
… Ci conoscemmo lì, poi ci rifrenquentammo quando vennero a Milano, infine ci rincontrammo quando fummo noi ad andare in Inghilterra.
All’epoca era così. Ci invitò un pomeriggio, a casa sua, Peter Gabriel, ad ascoltare la musica, per stare un po’ insieme. Il tè inglese è un’esperienza indimenticabile, loro lo fanno con quel velo di crema di latte, nella teiera giusta….”
La data di Reggio Emilia il 12 aprile, è ritenuta ufficialmente il luogo di nascita di Watcher Of The Skies.
Secondo i ricordi di Hackett e Rutherford, infatti, fu proprio nella città emiliana che venne eseguita praticamente tutta durante le prove pre-concerto.
“Nel Palasport di Reggio Emilia, un enorme orribile posto pieno di eco, in mezzo al sound-check, Tony suonò quei due accordi iniziali sul suo mellotron. Funzionavano benissimo anche se, ancora oggi, non sono sicuro quanto fosse cosciente di come erano buoni.” (Da The Living Years di Mike Rutherford. Traduzione mia)
Quindi possiamo accreditare Reggio come patria musicale del brano di Foxtrot, mentre il testo fu scritto da Mike e Tony sul tetto del loro hotel a Napoli, una settimana dopo.
“Suonavamo in montagna una sera quando Tony ha avuto un’intossicazione alimentare. Abbiamo resistito per un po’ senza di lui, ma è stato come essere in una macchina che aveva perso una ruota e abbiamo dovuto terminare presto il set.
Poiché non eravamo riusciti a vendere molti biglietti, il promotore aveva la scusa che stava cercando per non pagare. Rich (MacPhail, N.d.R.) non ne voleva sapere ed era un po’ aggressivo. Il promotore aveva una pistola. Non siamo stati pagati.”
Ed ecco cosa ha raccontato a Horizons RadioPierluigi Gassino, presente al concerto:
«Il concerto fu interrotto perché il tastierista Tony Banks si sentì male… e come consolazione riuscii a scambiare quattro parole con Phil Collins, mentre Peter Gabriel beveva un drink appoggiato al bancone del bar della discoteca dove si erano esibiti davanti a pochi di noi… Ricordo che allora il bassista ed il chitarrista si aggiravano sul palco a fine concerto raccogliendo alcuni cavi e delle attrezzature… tutto questo prima di diventare delle rockstar!
Il mio breve dialogo con Phil Collins fu dovuto a un fatto che rese la serata per me e i miei amici ancora più amara perché uscendo non trovammo più l’auto nel parcheggio e, tornati nella discoteca per chiedere un passaggio allo scopo di ritornare a casa, incontro Phil fuori dal locale che si avvicina ad una Alfa modello 1750 con alla guida un tizio che pareva essere il manager.
Io chiesi proprio a lui, gesticolando in anglo-italiano, un passaggio verso Torino, spiegando il fattaccio appena accaduto e l’evidente difficoltà. Lui mi disse che stavano andando a Milano e non c’era posto, poi aggiunse che coloro che avevano rubato l’auto andavano uccisi facendo per scherzo il gesto del taglio della gola.
Mi salutò stringendomi la mano… bellissimo e amaro ricordo…!»
Su Dusk n° 55 una ricostruzione dettagliata della serata di Beppe Crovella (clicca la copertina per ordinare una copia):
Ecco la registrazione di un fan. Preziosissima testimonianza di quel concerto – ASCOLTA:
Doppio concerto, pomeridiano e serale. Ma il secondo è funestato da disordini per la contestazione di coloro che ritengono eccessiva la somma di millecinquecento lire del biglietto.
“During “The Return Of The Giant Hogweed”, the electricity goes off. Phil Collins played a drum solo and when power returned, they didn’t restart the song but continued it from the point they left it at.” [Matteo]
“The show was one. absolutely NOT 2 (I was there). The Police arrived when, after 20 mins from the show start, people outside tried to get in without paying. But only 2 cars of Police got only a BIG CLAP from the crowd and people got in… A bootleg is been released in Italy from that show. A very poor q .ty bootleg, but is been released (NO CD-R). I had a copy in my hand and i sold it to a friend in Miami, USA to make another Silver-CD (NO- CDR too). [Romano]”
Qui sotto un ricordo particolare (anche se nel post 1973 sta per 1972):
oggi sull’inserto RFood di @repubblica un mio racconto: io e mia figlia da Cesare, la gelateria pavese dove, nell’aprile del 1973, i Genesis presero una cioccolata calda tra i due concerti al palasport di Pavia… pic.twitter.com/RXltnqxFMq
— P.Sandro Pallavicini (@Piersandropalla) 4 gennaio 2018
Altri ricordi e curiosità nel libro di Mino Profumo:
Il 15 Aprile problemi anche a Lugo di Romagna (Ravenna), alla sala Hit Parade.
Anche qui sono previsti due concerti, pomeridiano e serale. ASCOLTA:
Ma proprio come nella data precedente a Pavia, dove l’inizio è stato ritardato da incidenti tra i ragazzi e la polizia, qui un imprevisto importante si frappone e il concerto serale viene addirittura annullato.
Il problema è stato, pare, un black out all’impianto elettrico, causato da un lancio di cuscini verso il palco, frutto del troppo entusiasmo del pubblico pomeridiano.
Ecco come lo ricorda con Horizons Radio Edio Caroli, presente al concerto:
“Ero ventenne e i Genesis allora andavano per la maggiore a livello mondiale come i Van Der Graf Generator, che ho visto nella stessa sala in quel periodo. Ricordo anche la maleducazione dei ragazzi che sradicarono i cuscini dalle poltrone e li lanciarono sul palco.”
Daniela Carlotti:
“Io ho visto il concerto di Lugo e quello di agosto a Marina di Ravenna, avevo 16 anni e in entrambi i casi mi accompagnarono i miei genitori (ovviamente non entrarono, non è come adesso…). Purtroppo non ricordo quasi nulla, nemmeno il lancio di cuscini di cui si parla. A Marina di Ravenna vidi il concerto del pomeriggio, arrivai in ritardo, passai davanti a Peter & Co. che erano lì a un metro, su di una bassa pedana. Non ricordo che ci fosse molta gente, nemmeno a Lugo direi. Comunque fu magico, specie a Lugo. Io ho una tremenda nostalgia, purtroppo.”
Su Facebook altri ricordi:
Ancora testimonianze su
Ecco due bootleg con il concerto di Lugo:
Live a Travagliato (Brescia), con un doppio concerto al music hall Supertivoli il 16 Aprile.
Ecco il ricordo di Richard Milella sul sito
“L’Italia dei concerti era quanto più di dilettantesco che ci si potesse aspettare. Niente Service professionali, niente backline e back-light, niente spie sul palco, niente catering, niente roadies, niente camerini e/o docce, niente security, niente gruppi elettrogeni, insomma, niente di niente.
Il gruppo arrivava con uno o due amici al seguito qualche ora prima dello show nello stesso furgone in cui erano ammassati strumentisti e strumenti che poi tutti insieme scaricavano, montavano, provavano, aggiustavano, accordavano.
Un panino, due arance e via con il concerto con la stessa maglietta e jeans del pomeriggio. Anche per i Genesis andò così, almeno alla loro prima calata l’Italia del rock si trovò impreparata ad allestire spettacoli degni di questo nome.”
“Peter parla nella sua lingua ma fa capire che eseguirà ora un brano registrato da pochi giorni e che uscirà sul prossimo Lp dal titolo Foxtrot.
Il brano lo ricordo benissimo perché ci emozionò tutti sin dal primo ascolto con quel suo incedere maestoso fra i tasti dell’Hammond: Watcher of the Skies è una pietra miliare e Gabriel lo interpretò anche teatralmente accucciandosi nei chiaro-scuri dell’organo e saltando letteralmente in alto nelle esplosioni orchestrali.
Certa letteratura dice che il brano fu concepito durante questo primo tour in casa nostra; sbagliato, quando lo eseguirono nelle date italiane era già così bello, così completo e così arrangiato da certificare una certosina preparazione anche se su disco uscirà effettivamente mesi dopo”.
Su questa seconda parte c’è qualche dubbio, visto che è improbabile una forma già compiuta di Watcher a Travagliato. Forse Milella si ricorda il concerto estivo, sempre nella bassa bresciana, anche se non ne fa riferimento.Il fascino del mistero avvolge questo concerto di cui non resta più nulla, neanche il locale, abbattuto per costruire un centro commerciale nel 2012 – LEGGI.
Questo invece il ricordo a Horizons Radio di Paolo Burg:
“Arrivati in quattro con una Fiat 600 al “Paradiso” per vederli. Delusione, dopo un’ora abbiamo dovuto arrenderci e ritornare a Cervignano. Io avevo già “Trespass” a casa per cui morivo dal desiderio di vederli dal vivo. Qui comincia il bello! La scuola che frequentavo a Monfalcone aveva organizzato una visita ad uno stabilimento nei pressi di Brescia. Scendo da pullman e mi ritrovo davanti al naso un manifesto con scritto: Dancing Supertivoli, Travagliato, Brescia “Genesis”. Cercare l’orario del primo treno serale per Travagliato e partire è stato tutt’uno. Ho ancora davanti agli occhi il concerto. Indimenticabile!”
“Nelle prove gli Odissea eseguono un brano dei Genesis alla presenza della stessa band inglese in platea che mostra incredulità e viva soddisfazione. E’ forse la prima live cover version di una canzone dei Genesis. Gli Odissea però decidono di non ripetere questo exploit durante la loro esibizione”.
Il 18 Aprile è il momento del live al Piper Club di Roma.Un concerto di cui restano questi video, primi a mostrare la band sopra il palco e nel backstage. GUARDA:
“Roma per noi fu sempre una città benevola: quel senso di antichità, di storia e di grandeur faceva da perfetta scenografia per la nostra musica.
Nel giro di poco tempo saremmo arrivati a suonare nelle arene e negli stadi, ma all’inizio ci esibivamo in piccoli locali davanti a un pubblico di studenti quattordicenni.
Gli show si tenevano a metà pomeriggio di domenica per consentire ai ragazzi di tornare a casa in tempo per mettersi a letto.”
“Il pubblico italiano e straordinario. Non solo ci adorano, ma colgono davvero il nostro spirito.
Applaudano e urlano anche a un minimo cambiamento di atmosfera, qualcosa che i Genesis fanno spesso: passiamo da un ritmo veloce a un sussurrato, a un intermezzo pastorale, senza battere ciglio.
Non c’è da stupirsi che agli italiani piacciamo così tanto: siamo un gruppo inglese che sonda la tradizione lirica.”
“Essendo fan così sfegatati, gli italiani avevano comprato e assorbito tutti i loro dischi; conoscevano ogni nota e sfumatura delle canzoni. E’ stato davvero straordinario. Non avevamo mai provato niente del genere.
Ero lì al banco di mixaggio in mezzo al pubblico e tutti battevano le mani, vedere i miei ragazzi così capiti e apprezzati è stata una meravigliosa esperienza . I fan hanno amato tutto e hanno premiato la band con una standing ovation alla fine di ogni spettacolo.
Ciò ha fatto miracoli per la loro fiducia e tutti e cinque i ragazzi, Peter, Mike, Tony, Steve e Phil, non hanno mai dimenticato il calore del loro primo tour in Italia, o la sua importanza nel loro sviluppo come band.
Spero che abbiamo pagato il nostro debito di gratitudine suonando bene per loro.”
“Con i suoi strani meccanismi, le performance di primo pomeriggio e le cene tra due show, il tutto culminante in un concerto a Roma (…), l’Italia segnò un decisivo passo verso il live act dei Genesis così come lo conosciamo. Maniacalmente perfezionista, il gruppo smontava pezzo per pezzo l’esibizione della sera prima mentre si spostava verso la città seguente.
«Tutte le volte che viaggiavo con loro mi dovevo sorbire in furgone i commenti sul concerto della sera prima», sorride Conroy (Paul Conroy, road manager del tour, N.d.R.). Restavano abbastanza calmi mentre valutavano se Tony Banks aveva davvero sbagliato tonalità; erano dei perfezionisti. E nelle pause si ascoltavano gli Shadows, dentro il furgone. viaggiando per quattro ore da un concerto all’altro».
«L’intento era sempre quello di migliorare», aggiunge Steve Hackett, «il che rischiava di farlo assomigliare a un’autopsia!».
«Stavamo navigando a vista. E poi ecco questo piccolo raggio di luce che arriva dall’Italia». dice Mike Rutherford. «La strada era dura, tutta in salita. D’un tratto sbuca un paese che ti adora; non serve altro per darti la sensazione che vale davvero la pena andare avanti».”
Angolo del Collezionista (clicca sulle copertine e acquista la tua copia su Ebay). VINILE:
RARO CD:
Con altre date italiane di quel tour:
Ecco altri bootleg tratti dal concerto:
Ultima tappa: i Genesis sono live al Teatro Mediterraneo di Napoli il 19 Aprile.
Un doppio concerto che chiude la prima parte del Nursery Cryme Tour dei Genesis in Italia.
Ecco l’audio del live:
https://www.youtube.com/watch?v=TCwI9Wq7V8Q
Una data che resterà nella storia dei Genesis, perché sul tetto dell’Hotel Domitiana, che ospita la band, Mike e Tony scrivono il testo di Watcher Of The Skies.
“Eravamo seduti in cima a questo edificio, era una calda giornata di sole e stavamo semplicemente guardando fuori attraverso una vasta area di edifici e campi; non c’era un’anima viva in giro.
Sembrava che l’intera popolazione avesse appena disertato il pianeta e questo è ciò che racconta ‘Watcher of the Skies’: un essere alieno che viene sul pianeta e lo vede completamente deserto. E così la storia si sviluppa con un po ‘di fantascienza. Mi piace ‘Childhood’s End’ di Arthur Clarke e libri di questo genere.”
“Io e Tony insieme scrivemmo il testo, seduti sul tetto del nostro hotel a Napoli immaginando che il mondo fosse finito. Alquanto strano, considerando che era un giorno piacevolmente soleggiato.”
Il brano viene già utilizzato per il sound check prima dei concerti. A Napoli quindi viene completato e, come sappiamo, aprirà il prossimo album dei Genesis, in uscita l’ottobre seguente: Foxtrot.
Ma nella sua autobiografia, Mike racconta un altro retroscena, accaduto a Napoli:
“A Napoli scoprimmo un altro passatempo terapeutico… Concludere un tour con una litigata di gruppo era un classico. La cosa insolita della lite-di-fine-tour a Napoli fu che c’era un parco dei divertimenti proprio dietro l’angolo dell’hotel dove dormivamo.
Arrivammo al punto di essere talmente stufi l’uno degli altri che decidemmo che l’unica cosa da fare era di buttarci sulla pista dell’autoscontro e sbatterci contro reciprocamente e selvaggiamente e ripetutamente. Devo dire che non ho mai sperimentato un modo altrettanto efficace per chiarirsi.”
Le date italiane portano ulteriore fortuna ai Genesis, che assestano il loro successo nel nostro paese. Non solo, tornando in patria, Steve Hackett conoscerà Ellen, che diventerà la sua prima moglie e madre di Oliver.
E non finisce qui: i Genesis torneranno in Italia ad agosto, per una seconda parte del tour. Ma questa è un’altra storia.
Meglio ‘Nursery Cryme’ o ‘Selling England’? Peter Gabriel o Phil Collins? E com’erano le canzoni con Ray Wilson? Su Rolling Stone Italia tutti i dischi realizzati in studio dalla band inglese, dall’inascoltabile all’imprescindibile.
By Lucio Curti
Select Language [GTranslate]
“Se c’è un gruppo rock anni ’70 amato in Italia, questi sono i Genesis. La band inglese ha conquistato il pubblico italiano sin dall’uscita di Nursery Cryme (1971).
Mentre in patria raccoglievano un pubblico sparuto, da noi i Genesis suonavano in teatri e palazzetti di fronte ad appassionati innamorati della loro musica….”
Inizia così l’articolo di Fabio Zuffanti, datato 21 gennaio 2020 – RILEGGILO QUI
“You’ll Be In My Heart” dal film Tarzan vince l’Oscar per la Canzone Originale alla 72ª edizione della cerimonia di premiazione che si è tenuta il 26 marzo 2000 allo Shrine Auditorium di Los Angeles.
00:00 – Intro/The Lamb Lies Down On Broadway; 06:41 – Fly On A Windshield/Broadway Melody; 10:52 – Cuckoo Cuckoon; 13:58 – In The Cage; 21:18 – The Great Parade Of Lifeless Packing; 25:01 – Story Of Rael I; 26:30 – Back In NYC; 32:39 – Hairless Heart; 35:17 – Counting Out Time; 39:10 – The Carpet Crawlers; 44:53 – The Chamber Of 32 Doors; 50:42 – Story Of Rael II; 53:43 – Lillywhite Lillith; 56:38 – The Waiting Room; 01:04:12 – Anyway; 01:07:52 – Here Comes The Supernatural Anaesthetist; 01:10:25 – Interlude/The Lamia; 01:19:09 – Silent Sorrow In Empty Boats; 01:22:45 – The Colony Of Slippermen; 01:31:12 – Ravine; 01:32:37 – The Light Dies Down On Broadway; 01:35:50 – Riding The Scree; 01:39:48 – In The Rapids; 01:42:07 – It; 01:47:23 – The Musical Box; 02:00:13 – Watcher Of The Skies.
Il concerto al Parco Ruffini di Torino resta l’unico di una tournée italiana che viene annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che stanno per condannare il nostro paese a una quarantena senza artisti stranieri durata anni. Di fatto resta uno degli ultimi di quel periodo.
In questa intervista da YouTube Steve Hackett ricorda quei giorni con Carlo Massarini in “Ghiaccio Bollente” su RAI 5:
Peter Gabriel abbandona i costumi e le maschere che hanno reso celebri i Genesis e cambia registro per interpretare Rael: trucco pesante, jeans, maglietta bianca, scarpe da ginnastica, giubbotto di pelle nera. In alcuni momenti starà anche a torso nudo.
Fondamentali anche le bellissime proiezioni sugli schermi della scenografia. Ecco la ricostruzione: “The Original Lamb Slide Show”
Per avere un’idea di cosa ha visto il pubblico di Torino ecco alcuni interessanti estratti dei live mondiali del 1975:
Ed ecco come quel concerto viene raccontato da “I Magnifici Destini”, una trasmissione di Radio 24:
“E’ significativo che, dopo gli applausi iniziali raccolti sui minuscoli palchi delle nostre province, l’avventura di Peter Gabriel con i Genesis in Italia si chiuda a Torino, che insieme a Reggio Emilia e Roma è la città più legata alla loro presenza sul suolo italico”.
“Il concerto si svolge regolarmente alla presenza di oltre 10mila fan stipati come sardine e ignari di assistere all’ultima cena con l’Arcangelo Gabriele. Peccato che la rassegna stampa dei giorni seguenti mostri la preoccupazione di descrivere soprattutto i tafferugli e non il concerto.”
Un concerto che ha visto l’uscita anche di alcuni bootleg. Ecco le copertine:
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40 anni fa, il 24 marzo 1980 usciva il decimo album dei Genesis: Duke. I ricordi di Phil Collins e Mike Rutherford, i video ufficiali, le versioni live, la rassegna stampa.
«Sto imparando tantissimo come compositore. (…) Però, oltre a portare Misunderstanding e Please Don’t Ask, il mio ruolo nei Genesis è come prima. (…) Mike ha un riff di chitarra lento in un tempo divertente, tredici ottavi, e io suggerisco di accelerarlo. Diventa Turn It On Again. Io uso la CR-78 Su Duchess, la prima volta che usiamo la batteria elettronica in studio. (…)
A un certo punto Behind the Lines, Duchess, Guide Vocal, Turn It On Again, Duke’s Travels e Duke’s End sono debolmente uniti come unico brano di trenta minuti attorno a un personaggio di nome Albert. È la figura in copertina dell’album, dell’illustratore francese Lionel Koechlin. Ma sappiamo che un singolo pezzo di quella lunghezza verrà sicuramente paragonato a Supper’s Ready, così scegliamo di cambiare direzione. Siamo entrati in un nuovo decennio e forse le suite che occupano tutto il lato di un album non verranno accettate più con tanta facilità. Bisogna fare piazza pulita.
Duke è il successo commerciale del gruppo, soprattutto in Germania. (…) Venderà cifre enormi anche in Gran Bretagna, ma riceve una recensione terribile sul «Melody Maker», e in un paio di occasioni vengo eletto “Cretino della settimana” sulla stampa musicale. Perché? C’è il vecchio detto che i settimanali musicali come «Melody Maker», «NME» e «Sounds» sono automaticamente diffidenti nei riguardi di tutto quello che diventa molto famoso: la percezione è che sia stata abbassata la qualità in modo che potesse piacere alle masse. E poi, il «prog» sta diventando rapidamente un genere odiato dai giornali che adorano indie, post-punk e new wave. Come frontman dei Genesis, sono un facile obiettivo di questa collera.» Da: Phil Collins, No, non sono ancora morto: L’autobiografia.
«Duke era un album di alti e bassi», ricorda Mike Rutherford in The Living Years, «il “basso”è Man Of Our Times, che era il mio tentativo di essere un po’ Gary Numan. Avevo un sintetizzatore per chitarra per la prima volta, che mi ha permesso di scrivere canzoni con parti di archi. Non ero un grande fan dei synth, ma, ancora una volta, ho pensato che fosse importante per sperimentare. Con il senno di poi è una canzone che è meglio dimenticare (…).
L'”alto” è Turn It On Again, che è uscita da un riff che mi era rimasto da Smallcreep’s Day e che ho sempre pensato fosse in 4/4 finché Phil non ha detto che era un 13/8. (…)
Duke è stato un po’ una rinascita per noi come band, anche se ognuno di noi aveva portato un paio di canzoni scritte separatamente in studio, le più forti sono quelle che avevamo scritto in gruppo. (Le canzoni scritte in gruppo sono sempre state le mie preferite in ogni album, semplicemente perché hanno il tocco di ognuno di noi). Da: Mike Rutherford, The Living Years.
Ascolta Duke:
Duke, i video ufficiali:
Duke live:
https://www.youtube.com/watch?v=4M55ylh0MNE
Rassegna stampa:
La Stampa: Duke, ovvero il pop perfetto può essere una suite da 25 minuti. Storia dell’album che ha cambiato i Genesis – LEGGI (in italiano)
Aprile 1972, arrivano i Genesis in Italia, il paese che per primo ha capito la loro musica. Due tappe di quell’avventura rimarranno nella storia del gruppo, perché hanno visto nascere Watcher Of The Skies.
La data di Reggio Emilia il 12 aprile, infatti è ritenuta ufficialmente il luogo di nascita di Watcher Of The Skies.
Secondo i ricordi di Hackett, Rutherford e degli altri presenti, fu proprio nella città emiliana che venne eseguita per la prima volta una versione embrionale dell’indimenticabile brano durante il soundcheck.
Palasport di Reggio Emilia dalla pagina Facebook “Genesis 40th anniversary first Italian tour”
«Nel Palasport di Reggio Emilia, un enorme orribile posto pieno di eco, in mezzo al sound-check, Tony suonò quei due accordi iniziali sul suo mellotron. Funzionavano benissimo anche se, ancora oggi, non sono sicuro quanto fosse cosciente di come erano buoni.» (Da The Living Years di Mike Rutherford. Traduzione mia)
Nel tour per presentare Nursery Cryme, i Genesis approfittavano del tempo libero e anche delle prove sul palco per comporre parti di canzoni che poi avrebbero costituito l’album Foxtrot.
Richard Macphail in My Book of Genesis racconta il modo di comporre l’album da parte dei Genesis. Rich ricorda che Tony Banks ha dichiarato ufficialmente che si tratta di tanti pezzi che poi sono stati incollati insieme:
«Era una cosa normale nei Genesis. Alcuni dei pezzi erano composti da frammenti scritti da singoli membri e il problema era come riuscire ad adattarle. In Supper’s Ready, per esempio, Willow Farm, è in La bemolle maggiore, doveva portare a una piccola melodia di flauto in La minore. Quindi ci siamo dovuti mettere d’impegno per riuscire ad armonizzare i diversi accordi. A volte invece è un cambiamento del tutto naturale e avveniva senza che ce ne rendessimo conto.»
Profumo ricorda che«si tratta in effetti di un work in progress come conferma senza esitazioni Steve Hackett: “In realtà Watcher Of The Skies non venne composta esattamente in occasione delle prove per il concerto di Reggio Emilia, ne avevamo già preparato una versione molto rozza e un po’ diversa ma si può dire che la suonammo quasi compiutamente e per la prima volta durante quel soundcheck. Mi ricordo che ero in bagno, nel sotterraneo del palasport, sentii l’intro e l’intera struttura cominciò a tremare, erano note magnifiche e potenti. Tutto il gruppo si accodò all’esecuzione e fu in quel momento che, almeno per me, nella mia immaginazione la band suonava come e più di una orchestra”».
E cita le parole del promoter Maurizio Salvadori: «“Ricordo che ogni tanto facevano delle improvvisazioni nei soundcheck, perfino di mezz’ora e ci mettevano dentro delle cose appena provate, penso che lo facessero anche la reazione della gente che era sempre apprezzabile. Provarono in anteprima un paio di pezzi che avrebbero poi inserito nel disco successivo.”»
Il 19 Aprile i Genesis sono live al Teatro Mediterraneo di Napoli.
Un doppio concerto che chiude la prima parte del Nursery Cryme Tour dei Genesis in Italia.
Una seconda tappa in questa storia dei Genesis, perché sul tetto dell’Hotel Domitiana, che ospita la band, Mike e Tony scrivono il testo di Watcher Of The Sky. Dal terrazzo dell’albergo, infatti, si può vedere tutto il complesso della Mostra d’Oltremare, l’Arena Flegrea e il Teatro Mediterraneo, un corpo estraneo rispetto alla città, che poteva dare l’impressione di un paesaggio di un pianeta sconosciuto.
«Eravamo seduti in cima a questo edificio, era una calda giornata di sole e stavamo semplicemente guardando fuori attraverso una vasta area di edifici e campi; non c’era un’anima viva in giro. Sembrava che l’intera popolazione avesse appena disertato il pianeta e questo è ciò che racconta ‘Watcher of the Skies’: un essere alieno che viene sul pianeta e lo vede completamente deserto. E così la storia si sviluppa con un po ‘di fantascienza. Mi piace ‘Childhood’s End’ di Arthur Clarke e libri di questo genere.»
«Io e Tony insieme scrivemmo il testo, seduti sul tetto del nostro hotel a Napoli immaginando che il mondo fosse finito. Alquanto strano, considerando che era un giorno piacevolmente soleggiato.»
A Napoli quindi viene completato il brano e, come sappiamo, aprirà il successivo album dei Genesis, in uscita l’ottobre seguente: Foxtrot.
Ma nella sua autobiografia, Mike racconta un altro retroscena, accaduto a Napoli:
«A Napoli scoprimmo un altro passatempo terapeutico… Concludere un tour con una litigata di gruppo era un classico. La cosa insolita della lite-di-fine-tour a Napoli fu che c’era un parco dei divertimenti proprio dietro l’angolo dell’hotel dove dormivamo. Arrivammo al punto di essere talmente stufi l’uno degli altri che decidemmo che l’unica cosa da fare era di buttarci sulla pista dell’autoscontro e sbatterci contro reciprocamente e selvaggiamente e ripetutamente. Devo dire che non ho mai sperimentato un modo altrettanto efficace per chiarirsi.»
00:00 – Happy The Man; 04:18 – Stagnation; 14:53 – The Fountain Of Salmacis; 23:20 – Twilight Alehouse; 32:14 – The Musical Box; 42:23 – The Return Of The Giant Hogweed; 49:11 – Phil’s Solo; 51:24 – The Knife.
40 anni fa, il 13 marzo 1980 i Genesis e Peter Gabriel partecipavano a Top of the Pops sulla BBC, in maniera diversa.
Steve Wright presenta le hit della settimana, con le performances di The Dooleys, the Police, the Detroit Spinners, Secret Affair, The Vapors, Siouxsie & the Banshees, Gibson Brothers, Peter Gabriel, di cui viene trasmesso solo il video di Games Without Frontiers, Genesis, che eseguono Turn It On Again e Fern Kinney. con una sequenza dance di Legs & Co.
Guarda i Genesis:
Guarda Peter Gabriel:
https://youtu.be/uzvYQgldSwM?t=1493
Timecodes:
00:05– Rush- Spirit Of Radio (and charts) 00:55– The Dooleys- Love Patrol 03:15– The Detroit Spinners- Working My Way Back To You – Forgive Me Girl (Medley) (danced to by Legs & Co) 06:00– Brothers Johnson- Stomp (video) 08:20– Secret Affair- My World 10:50– Liquid Gold- Dance Yourself Dizzy 13:45– Rainbow- All Night Long (video) 16:15– The Vapors- Turning Japanese 19:30– Siouxsie & The Banshees- Happy House 20:20– The Gibson Brothers- Cuba 25:00– Peter Gabriel- Games Without Frontiers (video) 26:30– Marti Webb- Take That Look Off Your Face 29:40– Genesis- Turn It On Again 32:45– Fern Kinney- Together We Are Beautiful 36:20– Captain & Tennille- Do That To Me One More Time (and credits)