I dischi white label dei Genesis sono stati venduti all’asta per beneficenza

Non solo i Genesis: tante chicche prog all’asta alla White Label Auction di quest’anno a favore del The BRIT Trust.

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Dal sito web di Omega Auctions. CLICCA QUI per fare la tua offerta.

Oltre 170 rare stampe white label di band come Genesis, Rush, Rick Wakeman, Hawkwind, 10cc, Mike Oldfield, Moody Blues, Brian Eno e altri ancora sono stati messi all’asta per beneficenza. Quelle dei Genesis hanno ricavato £340. 

L’asta White Label in Aid of The BRIT Trust è stata gestita dagli specialisti di memorabilia musicali e dischi in vinile Omega Auctions dalla loro sede di Greater Manchester.

Tra gli oggetti di interesse, una collezione di dischi in vinile a tiratura limitata a scopo promozionale, anche chiamati “test pressing” dei Genesis per Nursery Cryme, Foxtrot, Selling England By The Pound, The Lamb Lie Down On Broadway e … And Then There Were Three.

I fondi raccolti andranno a sostenere il lavoro dell’associazione di beneficenza del settore musicale The BRIT Trust, che dal 1989 ha donato circa 28 milioni di sterline a enti di beneficenza e cause che promuovono l’istruzione e il benessere attraverso il potere della musica e delle arti creative, come la BRIT School e la musicoterapia Nordoff-Robbins. L’Asta White Label ha raccolto quasi 60.000 sterline per The BRIT Trust nelle due edizioni precedenti: circa 25.000 sterline nell’ottobre 2019 e fino a 34.000 sterline nel maggio 2021.

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50 anni fa i Genesis “In concert” alla BBC, 2 marzo 1972 – AUDIO

50 anni fa, il 2 marzo 1972 i Genesis si esibivano alla BBC.
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Iniziava così un periodo importante per i Genesis, i quali, tra l’altro, stavano per arrivare per la prima volta in Italia, tra i pochi paesi ad avere capito subito il loro valore.

Ecco una tappa di quell’anno d’oro.

BBC, “In Concert”,  2 marzo 1972

Di fronte a un pubblico invitato gratuitamente ai Paris Studios di Londra, i Genesis suonano tre brani tratti da Nursery Cryme, introdotti dal dj Andy Dunkley.

Peter Gabriel fa precedere The Musical Box dalla solita storiella di Henry e Cynthia, riadattandola per l’occasione con riferimenti alla BBC. Eccola:

Tracklist:

In Concert, March 02, 1972
BBC Paris Studios, London (Pre-FM)
2.01 The Fountain Of Salmacis
2.02 The Musical Box
2.03 The Return Of The Giant Hogweed

FLAC pt1- Genesis – Complete BBC Sessions – 1970-1972- part1
pt2 – Genesis – Complete BBC Sessions – 1970-1972 – part2

mp3 – Genesis_Complete BBC Sessions 1970-1972_mp3.rar

Ecco alcuni bootleg delle BBc Sessions. Acquistali qui e, oltre agli autori, aiuto Horizons Genesis – LEGGI COME -:

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Guerra in Ucraina: Steve Hackett nel singolo “Our Path to Freedom” – COMPRA

Guerra in Ucraina: ecco cosa fanno gli ex-Genesis.

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“Our Path to Freedom” è il nuovo singolo dei RADZ, nel quale compare Steve Hackett insieme a Phil Manzanera e al tastierista Adam Holzman, che ha suonato con tutti, compreso Miles Davis. 

La canzone è stata registrata a Kyiv l’anno scorso in uno studio improvvisato, con molti che hanno contribuito a distanza.

Tramite le vendite della canzone e un link per le donazioni, il brano raccoglierà fondi necessari per le associazioni culturali in Ucraina e per gli artisti che vivono lì, in modo che possano continuare a creare.

Possibile acquistare il brano e fare una donazione qui: https://linktr.ee/ourpathtofreedom

Altre info: https://www.uepaf.org.ua/main/our-path-to-freedom-project/

Steve Hackett e Ray Wilson partecipano all’album “Louder than Bombs – United Artists against War” per raccogliere i fondi per l’Ucraina.

I dettagli nel post qui sotto:



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Francesco Gazzara: il libro “Genesis dalla A alla Z”, presentazione in streaming

Francesco Gazzara: il libro “Genesis dalla A alla Z” è un dizionario per raccontare i membri storici dei Genesis.

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In questo libro Francesco Gazzara mette insieme racconti e aneddoti in apparenza lontani ma che si dimostrano rivelatori di una grande immagine nascosta. 

Compralo qui e, oltre all’autore, aiuti Horizons Genesis – LEGGI COME –:

𝗚𝗲𝗻𝗲𝘀𝗶𝘀 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗔 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗭
Ogni lettera è una diversa porta d’accesso alla carriera e alla vita privata di ciascun musicista: ed ecco che infinite combinazioni e una moltitudine di incroci rivelano una storia magica e unica nel suo genere.
Dalla A di “Rosanna Arquette” alla C dei “Costumi” nel caso di Peter Gabriel, o dalla I di “In The Air Tonight” alla M di “Miami Vice” in quello di Phil Collins.

Note sull’autore
Francesco Gazzara è un tastierista e compositore attivo dai primi anni ’90 nel campo delle colonne sonore e noto per la discografia internazionale del suo progetto “Gazzara”, pioneristico nel genere acid jazz.
Il musicista romano ha dedicato due album tributo ai Genesis (Play Me My Song e Here It Comes Again), riscuotendo il diretto apprezzamento di alcuni membri storici della band come Steve Hackett e Anthony Phillips.

Presentazione del libro in streaming:

1° Marzo 2022 alle ore 21.

Francesco Gazzara con Franco Zanetti (traduttore, saggista e direttore di Rockol.it). 

Collegati cliccando l’immagine qui sotto:

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Anche i Genesis protagonisti del libro “Ti racconto una canzone”, in libreria e online – COMPRA

Il libro nasce con l’idea di raccontare un momento particolare, delle emozioni, dei ricordi, e ovviamente una canzone che è legata indelebilmente a essi.

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A cura di Massimiliano Nuzzolo, in collaborazione con Eleonora Serino, il libro racconta le canzoni che ascoltiamo, a volte per caso, a volte per scelta, e che spesso rimangono dentro di noi e ci accompagnano per tutta la vita.

Arcana Edizioni, 250 pagine, in libreria e su Amazon. Compralo qui e, oltre all’autore, aiuti Horizons Genesis – LEGGI COME –:

Un universo sonoro che scorre accanto a noi, nei modi più disparati, per accompagnare la nostra vita. 

In questo libro più di quaranta autori e autrici, di ogni età, noti e meno noti, esperti o meno esperti, coinvolti da Massimiliano Nuzzolo, coadiuvato da Eleonora Serino, raccontano con passione la loro canzone: un modo personale di raccontare le emozioni che va oltre la canzone stessa. Tra queste, ci sono anche le atmosfere dei Genesis.

Con i testi di Lucio Angelini, Gianluigi Bodi, Andrea Brancolini, Rino Bregani, Annalisa Bruni, Marta Cai, Luca Caviglione, Giovanni Cocco, Francesco Consiglio, Enrico Corradini, Giuseppe Costigliola, Eugenio Delmale, Francesco Dezio, Marco Drago, Edoardo Ghiglieno, Marco Innamorati, Franz Krauspenhaar, Nicolò La Rocca, Massimiliano Maestrello, Andrea Martina, Guido Michelone, Elena Marassini, Michele Monina, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Ivano Mugnaini, Domenico Mungo, Chiara Negrini, Massimiliano Nuzzolo, Sandro Ossola, Angelo Petrella, Luca Pasquinelli, Marco Patrone, Luca Ragagnin, Sergio Restagno, Paolo Restuccia, Alberto Rimini, Umberto Rossi, Eleonora Serino, Ugo Sette, Marco Steiner, Leo Taverna, Stefano Trucco, Lorenzo Vargas, Carmelo Vetrano.

Massimiliano Nuzzolo
Romanziere veneziano (L’ultimo disco dei Cure, La verità dei topi, Fratture), ha curato per Mursia La musica è il mio radar. Collabora con «Il Gazzettino» e con «Rockerilla».

Eleonora Serino
Milanese scappata in Valbormida, è freelance in diversi ambiti. Amante di tutte le forme d’arte, appassionata di animali, supereroi e cioccolata fondente, collabora con «Rockerilla».

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Gli album dei Genesis: Wind & Wuthering, 17 dicembre 1976 – PODCAST, AUDIO & VIDEO

Il 17 dicembre 1976 esce Wind & Wuthering, l’ottavo album in studio dei Genesis.

I Genesis su Wind & Wuthering:

Wind & Wuthering live:

Ascoltiamolo insieme nel programma di Horizons Radio (in italiano):

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 1.a Parte Eugenio Delmale 0:39

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 2.a Parte Eugenio Delmale 0:20

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 3.a Parte Eugenio Delmale 0:33

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 4.a Parte Eugenio Delmale 0:19

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 5.a Parte Eugenio Delmale 0:37

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 6.a Parte Eugenio Delmale 0:30

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 7.a Parte Eugenio delmale 0:46

  1. Il compleanno di Wind & Wuthering - 8.a Parte Eugenio Delmale 0:36

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#NowPlaying News: “Behind The Track”, i segreti dei successi dei Genesis – TUTTI i VIDEO

Gli ultimi audio, video & live dal web dedicati a Genesis & Co. 

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“Genesis Behind The Track” è una video-serie che rivela alcuni retroscena dei successi della band.

Il 17 settembre è stato publicato “I Can’t Dance”:

Il 10 settembre è stato publicato “Land of Confusion”:

Il 27 agosto è stato pubblicato “Follow You Follow Me”:

Il 13 agosto è stato pubblicato “Jesus He Knows Me”:

L’iniziativa è collegata alla compilation che pubblicata in concomitanza con l’inizio del “The Last Domino? Tour”, il primo della band in 14 anni. Disponibile come doppio CD e set di 4LP.

Comprala qui:

Track list:

CD1

Duke’s End
Turn It On Again
Mama
Land Of Confusion
Home By The Sea
Second Home By The Sea
Fading Lights
The Cinema Show
Afterglow
Hold On My Heart
Jesus He Knows Me
That’s All
The Lamb Lies Down On Broadway
In Too Deep

CD2

Follow You Follow Me
Duchess
No Son Of Mine
Firth Of Fifth
I Know What I Like
Domino
Throwing It All Away
Tonight Tonight Tonight
Invisible Touch
I Can’t Dance
Dancing With The Moonlit Knight
Carpet Crawlers
Abacab (edit)

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Genesis: DVD “La GABBIA – E l’agnello si sdraia a Broadway” – INTERVISTA ai PROTAGONISTI

Intervista ai protagonisti della rappresentazione teatrale, che dopo la  prima al Teatro Vaccaj di Tolentino (MC) lo scorso luglio in occasione del Genesis Day, è disponibile in DVD.

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Il progetto è stato suonato, cantato e recitato per la prima volta in Italia.

All’interno del cofanetto DVD sono presenti due supporti digitali, 1° e 2° tempo più un booklet con i vari passaggi recitati, a opera dello scrittore torinese Mauro Comba, e tutte le info su questo progetto.

Per le prenotazioni contattare su Messenger o via Email: vitaledomenico.mimmo@gmail.com

Ecco cosa hanno detto a Horizons Genesis i protagonisti:

D: Mimmo Vitale, hai curato le riprese, il montaggio, la confezione e l’uscita del DVD. Qual è la novità di questa messa in scena di The Lamb Lies Down On Broadway?

R: A differenza di altri miei lavori, sul palco non c’era solo una band che suonava, ma degli attori, dei ballerini  che recitavano e cantavano all’unisono, ricreando le atmosfere e le emozioni che solo questo capolavoro dei Genesis ancora oggi ci trasmette. Gli spazi, i tempi di entrata degli stessi sul palco, dovevano essere ripresi  in modo tale che le multicam potessero immortalare gli attimi, i volti e le parole che venivano recitate, cantate e ballate. Si, perché questo spettacolo, direi quasi un “musical” è il primo in assoluto, almeno in Italia, del suo genere. La “GABBIA” come da titolo del DVD,  è montata esattamente al centro del palco, ed è il fulcro di tutta l’opera Rock. Una camera tipo “GoPro” è stata piazzata proprio alla base della stessa, per proporre gli attimi che il personaggio “Rael” Paolo Lazzerini, recitava suonava e cantava, a chi doveva vedere questo lavoro. Insomma, come si vedrà dal DVD credo di aver inquadrato al meglio tutti i momenti salienti dello spettacolo.

R: Antonella Paglietti “regista”: Lo spettacolo è una lettura psicologica del personaggio, si è cercato di mettere in scena i mostri che popolano la mente di Rael, uomo profondamente solo e rinchiuso nella sua gabbia mentale che diventa visivamente fisica.  Mostri nei quali, se si è onesti con se stessi, ci si riconosce e che cerchiamo di rimuovere.  Chi non ha un fratello o un vicino conformato ai canoni riconosciuti dalla società che si vorrebbe emulare ma  che l’io profondo rifiuta in un tormento continuo?

D: La parte di recitato a quali criteri risponde?

R: Antonella Paglietti “regista”:  La recitazione spazia adattandosi ai contenuti, da una recitazione realistica contemporanea ad una evocativa per sfiorare la tragedia greca. Ma non bastava. La voce difficilmente riesce ad esprimere tutti i drammi interiori, allora i corpi diventano strumenti imprescindibili. Una danzatrice esprime l’inesprimibile della parola ed aiuta gli attori a “recitare” attraverso il mezzo ancestrale che è il nostro corpo.

D: Rispetto ai concerti dei Genesis, quale aspetto viene privilegiato? 

R: Paolo Lazzerini “cantante”: Lo spettacolo “La gabbia” segue un’impostazione totalmente diversa: l’azione scenica è parte integrante della rappresentazione, fusa con la musica, come in una sorta di musical. Non c’è un cantante che esegue le partiture vocali mentre un attore, o un ballerino, interpreta Rael; il cantante è Rael, nella musica e nell’azione. Ma soprattutto, ci sono parti recitate originali, complementari, che integrano la trama del disco, in una nuova rilettura della storia che tutti conosciamo. Lo spettatore viene portato a vedere la realtà attraverso le lenti deformanti della schizofrenia del protagonista; il mondo fantastico creato da Peter Gabriel non è altro che la proiezione della fantasia di Rael, che in realtà è rinchiuso in un ospedale psichiatrico. Insomma, questo spettacolo è assolutamente unico nel suo genere e diverso da qualunque altra versione del capolavoro genesisiano sia stata fatta in passato.

D: Come viene reso il forte misticismo del messaggio di Gabriel? 

R: Antonella Paglietti, “Regista”: Vanamente si sono cercate risposte con Rael attraverso il testo di M. Comba che, disarticolato nel suo flusso simile all’acqua, si è adattato ai contenuti della musica nella ricerca mistica di un assoluto attraverso l’annullamento della personalità individuale

D:  Nel 2024 compie 50 anni. E’ ancora attuale il racconto di The Lamb?      

R: Mauro Comba “autore testi”: Il racconto di The Lamb mi pare ancora attuale poiché – continuando a pensare al misticismo di Peter Gabriel – l’immagine dell’agnello sacrificale (e sacrificato) è per l’appunto una potente immagine evocativa che l’immaginario del mondo cristiano (dei credenti e dei non credenti) ha in qualche modo assimilato, in oltre due millenni di civiltà (che se ne condivida o meno il messaggio è di nuovo una questione diversa, che qui non fa conto di dibattere poiché sarebbe fuori luogo): qui l’agnello “si sdraia a Broadway” (ha camminato fin lì o è sceso dall’alto? Ma, in ogni caso, dov’era prima di distendersi proprio lì, proprio a Broadway?) ma lo stesso agnello (nel messaggio, p.es., dell’Apocalisse di san Giovanni) sta in piedi anche se sgozzato: come in una rinascita, un resistere per esistere. C’è poi l’attualità della musica, fosse anche solo dovuto al fatto che, negli ultimi cinquant’anni, la musica rivoluzionaria e giovanile degli anni ’60-’80 del Novecento si è per forza storicizzata. Per questo aspetto, però, sentirei i musicisti, Paolo e, magari, anche gli altri. Soprattutto per quello che riguarda la loro interpretazione, la loro rivisitazione, la loro ri-creazione (mi si passi il termine) della musica dei Genesis.

D: Pensate che The Lamb potrebbe diventare finalmente un film? E con quali caratteristiche? E chi potrebbe realizzarlo?

R: Paolo Lazzerini “cantante”:  Nei diversi anni sono stati fatti, in Italia e nel mondo, molti tentativi di messa in scena del capolavoro dei Genesis: alcuni basati sull’utilizzo di filmati ed effetti di luce, sulla falsariga dell’impostazione originale dei concerti della tournée del 1975, altri che si avvalevano di attori/ballerini. Tutte queste diverse, e spesso validissime, versioni, hanno una cosa in comune: c’è un gruppo che suona live, con una serie di “complementi” scenici, diversi e distinti dal gruppo stesso.

R: Mimmo Vitale: Che lo diventi, lo speriamo veramente in tanti, ma sinceramente ne dubito fortemente. Con i tempi, le problematiche dovute alla pandemia, hanno peggiorato questo mercato. E quello che più conta, come fece nel 1974, solo Gabriel scrivendo la storia fantasiosa di RAEL, lo potrebbe fare, ma il Gabriel di oggi non è più quello del 1974. Abbiamo perso troppo tempo.

D: A livello di riprese e montaggio, quali sono stati i tuoi criteri?

R: Mimmo Vitale: Come dicevo prima, la differenza di ripresa tra una band che suona e basta e dei ballerini/attori, sta proprio nelle inquadrature dedicate. Il momento, il totale del palco per far capire a chi vede il DVD, a far parte proprio dello stesso. Nel post produzione bisogna dare la sensazione di continuità del movimento senza dare dei tempi morti allo spettacolo.

D:  Quali sono i contenuti del cofanetto?

R:  Il cofanetto comprende oltre a due (2) supporti digitali 1° e 2° tempo, un booklet informativo; 

  1. la trama dello spettacolo, suddivisa in due atti (da segnalare che è stata redatta da Paolo Lazzerini);
  2. il testo di Mauro Comba;
  3. una nota finale, proprio nell’ultima pagina, dunque facile da trovare, in cui si spiegano e si motivano le “ragioni” della “follia” (scusate il gioco di parole) del testo. Ma se abbiamo masticato un po’ di Beckett, un po’ di Ionesco (e perché no, un po’ anche di Eduardo De Filippo), un po’ di Espressionismo, comprenderemo forse un po’ meglio anche le intenzioni di chi lo ha scritto, il testo. Considerando però sempre che, per chi ha masticato e mastica i Genesis, basteranno (e basterebbero) i richiami a certi testi di Peter Gabriel.

D: Può essere un buon regalo natalizio (e non solo)?

R: Il cofanetto può ben essere un ottimo regalo natalizio ma – perché no? – anche della Befana, di Carnevale, di Pasqua, del 2 Giugno, di Ferragosto, di ogni compleanno, onomastico, anniversario, di ogni chi-più-ne-ha-più-ne-metta: in una battuta: perché no? Perchè sì!

Guarda il promo:

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50 anni di “Nursery Cryme”, uscito il 12 novembre 1971 – VIDEO & RICORDI dei PROTAGONISTI

“Nursery Cryme” compie 50 anni, usciva il 12 novembre 1971. Il compleanno di un album di svolta nella storia dei Genesis.

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Come abbiamo visto nelle precedenti puntate, che hanno anticipato questo importante anniversario, Phil Collins – LEGGI e Steve Hackett – LEGGIhanno fatto il loro ingresso nei Genesis nella seconda metà del 1970.

Dopo i primi concerti della nuova formazione LEGGI, la band ha composto e registrato il nuovo album – LEGGI.

Il 12 novembre 1971 esce Nursery Cryme.

L’album riceve una risposta contrastata dalla critica (vedi sotto) e non è inizialmente un successo commerciale; non vende più di Trespass e non entra nella classifica inglese fino al 1974, quando raggiunge il suo top al n. 39.

A proposito del successo del disco, ricorda Steve Hackett nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti Horizons Genesis – LEGGI COME:

«All’uscita ha ricevuto un’accoglienza mista. Molti l’hanno amato, ma alcuni lo criticarono. Un critico suggerì che che i testi erano stati ripescati dai libri. Ma io credo che se la mitologia ti tocca, qualunque sia la sua radice, si collega a sentimenti ed esperienze personali. Anche se all’inizio non è stato salutato come un classico è stato applaudito a posteriori.»

Ricorda Armando Gallo in Genesis: I Know What I LikeAcquistalo qui sotto:

…che l’interesse della Charisma si spostò sui Lindisfarne, i quali improvvisamente stavano diventando un’attrazione britannica di primo piano, raggiungendo il primo posto in classifica con l’album Fog on the Tyne.

Gallo riporta le parole di Tony Banks: «Lentamente mi venne in mente che Nursery Cryme non era davvero un miglioramento rispetto a Trespass e in questa ottica l’ho accettato. Sentivo solo che avendo perso Ant (LEGGI), stavamo perdendo una grande forza nel gruppo ed eravamo troppo giovani e immaturi per essere in grado di affrontare quel drastico cambiamento molto rapidamente. Penso che che ‘Musical Box’ e ‘Salmacis’ siano le due canzoni trainanti dell’album ed erano eredità dei giorni di Ant».

Ma Peter Gabriel non ha nessun ripensamento e resta fermo sul sound della band. Ha detto a Disc & Music Echo, riportato in Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel di Daryl Easlea – Acquistalo qui sotto:

«Come ascoltatori siamo stati tutti annoiati a morte da gruppi che improvvisano e fanno assoli di chitarra. Con noi, ognuno suona una parte prestabilita come un’orchestra, quindi fondamentalmente se qualcuno inizia a improvvisare con la propria parte, suonerà molto disordinato. Comunque, è molto difficile improvvisare a meno che tu non stia suonando qualcosa di molto semplice e noi non suoniamo niente di molto semplice”.

Keith Emerson è l’unico a sbilanciarsi e, in un annuncio pubblicitario della Charisma a tutta pagina pubblicato sul Melody Maker il 20 novembre, scrive tra l’altro: “Questo non è l’inizio per i Genesis né la fine. Niente stronzate: Il loro nuovo album è davvero incredibile”.

Come è noto, Nursery ha invece successo nell’Europa continentale, in particolare in Italia, dove raggiunge il quarto posto in classifica, ed è stato certificato Silver dalla British Phonographic Industry nel 2013.

Il 24 gennaio successivo il gruppo ha suonato un set di trenta minuti alla televisione belga per promuovere l’album. Non è la prima volta in tv per i Genesis (il 9 gennaio erano stati alla BBC), ma è la prima trasmissione completa sopravvissuta in video.

Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia, The Living Years, Arcana – Acquistala qui sotto:

«In Belgio lo studio televisivo aveva un fondale bianco, finché non l’abbiamo attraversato e ci siamo sistemati e non era più veramente bianco. Hanno dovuto nascondere con la vernice le nostre tracce prima di poter iniziare le riprese.

A quei tempi c’erano sempre problemi tecnici con i programmi televisivi. Abbiamo cercato di fare quello che potevamo per evitare che fosse un disastro, ma sapevamo che la situazione non era favorevole.

I tecnici avevano una mentalità completamente diversa da quella dei roadie, che vogliono solo portare a termine bene il loro lavoro. I tecnici della TV invece  sembravano preoccupati solo di ottenere le loro pause pranzo. Questo significava un sacco di attesa, o “affrettati e aspetta“, come si diceva allora: arrivavi allo studio, andavi a truccarti e poi stavi seduto per tre ore chiedendoti che cosa stessi facendo lì.»

Ecco il video della trasmissione:

https://youtu.be/A_l1M_cpqKY

Track list del video:

The Fountain Of Salmacis 0:05 – Twilight Alehouse 7:24 – The Musical Box 13:20 – The Return Of The Giant Hogweed 23:00

Track list di Nursery Cryme:

Tutte le canzoni sono accreditate ai Genesis. Qui sotto sono elencati gli autori effettivi.

Side one

1. “The Musical Box” Gabriel, Phillips, Rutherford, Banks, Hackett 10:25

2. “For Absent Friends” Hackett, Collins 1:48

3. “The Return of the Giant Hogweed” Gabriel, Banks, Hackett, Rutherford 8:09

Side two

1. “Seven Stones” Banks, Hackett 5:08

2. “Harold the Barrel” Gabriel, Collins 3:01

3. “Harlequin” Rutherford, Phillips 2:56

4. “The Fountain of Salmacis” Banks, Gabriel, Rutherford, Hackett 8:02

Durante il Nursery Cryme Tour, i Genesis registrano Happy the Man, mai entrato in nessun album in studio, ma pubblicato come singolo con Seven Stones come lato B.

Daryl Easlea, nel già citato volume Without Frontiers, ha raccolto alcune critiche pubblicate per l’uscita dell’album

«Richard Cromelin di Rolling Stone ha riassunto che il “problema principale non sta nei concetti dei Genesis, che sono, se non altro, oltraggiosamente fantasiosi e amabilmente eccentrici, né con le loro strutture musicali – lunghe, coinvolte, multi-movimento su cui appendono le loro narrazioni – e nemmeno con il loro modo di suonare, che a volte diventa piuttosto letargico. È la pessima produzione, un torbido, distante stufato che nel migliore dei casi bolle tranquillamente quando ciò di cui si ha disperatamente bisogno sono le esplosioni di batteria e chitarre, l’urlo dell’organo, la raspa abrasiva delle corde vocali”. 

Rolling Stone trova i “racconti di Mamma Oca (nella letteratura per bambini è un’oca antropomorfizzata nel ruolo di anziana signora di campagna, che racconta fiabe o recita filastrocche N.d.R.) nei dieci minuti di ‘The Musical Box!”.

Il critico del Village Voice Robert Christgau scrive sarcasticamente: “Le ferite di Dio! È una versione ‘rock’ del mito di Ermafrodito! Tra virgolette, perché l’organista e il cantante (influenzato dal mimo) hanno il batterista un po’ confuso! O forse è solo l’invocazione all’Old King Cole!”»

Ecco altre recensioni riportate nel web:

Chris Jones di BBC Music elogia i due nuovi membri della band come fondamentali per il successo artistico dei Genesis, commentando: “La batteria scattante di Collins è aumentata dalla sua straordinaria capacità di cantare non diversamente da Gabriel … L’arsenale di tecniche di tapping e swell di Hackett ha davvero ampliato la tavolozza della band, dando a Tony Banks più spazio per le sue filigrane d’organo alla Delius, per non parlare del loro Mellotron appena acquistato”, e “i Genesis hanno virtualmente inventato il loro genere, il rock edoardiano”.

Stephen Thomas Erlewine di AllMusic consida l’album altamente disomogeneo, ma definisce The Musical Box e The Return of the Giant Hogweed come “autentici capolavori”, e conclude che anche se il resto dell’album “non è altrettanto avvincente o altrettanto strutturato, non importa, perché queste sono le canzoni che hanno mostrato ciò che i Genesis possono fare, e sono ancora il culmine di ciò che la band può raggiungere”. 

Nell’album i Genesis suonano:

Tony Banks – organo Hammond, Mellotron, piano, piano elettrico, chitarra a 12 corde, cori
Mike Rutherford – basso, pedali del basso, chitarra a 12 corde, cori
Peter Gabriel – voce principale, flauto, oboe, grancassa, tamburello
Steve Hackett – chitarra elettrica, chitarra a 12 corde
Phil Collins – batteria, voci, percussioni, voce principale su “For Absent Friends”, co-lead vocals su “Harold the Barrel” e “Harlequin” (non accreditato). 

L’album viene portato in tour in UK, Belgio e Italia, e qualche data in Francia e Germania. I brani suonati sono Happy The Man, Stagnation, Fountain Of Salmacis, Twilight Alehouse, Musical Box, Return Of The Giant Hogweed, Harold The Barrel, Harlequin, The Knife, Bye Bye Johnny (Can Utility And The Coastliners), Going Out To Get You, Get ‘Em Out By Friday, Seven Stones.

Ma ciò sarà oggetto di nuovi articoli. Torna a trovarci.

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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50 anni di “Nursery Cryme”, 7.a tappa: il processo creativo – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La settima tappa vede i Genesis, nell’estate del 1971, in ritiro alla Luxford House per comporre l’album. Ecco il loro racconto del processo creativo.

Come abbiamo visto nelle precedenti puntate, hanno fatto il loro ingresso nei Genesis Phil Collins – LEGGI  e Steve Hackett nella seconda metà del 1970 – LEGGI -.

E, dopo i primi concerti della nuova formazione LEGGI, è arrivato il momento di pensare seriamente al nuovo album.

Ma ci sono alcuni problemi come la mancanza del genio compositivo di Anthony Phillips, un notevole cambiamento per i vecchi membri della band. Per i nuovi, invece, la sfida è abituarsi ai diversi metodi di scrittura dei componenti. Ma collocazione nella bellissima campagna inglese rende tutto meno difficile – LEGGI -.

Racconta Phil Collins nella sua autobiografia – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Componiamo The Fountain of Salmacis e The Return of the Giant Hogweed. Sono nel mio elemento, sguazzo nella libertà creativa, nell’afflusso abbondante delle idee, nella misura della nostra ambizione, nella lunghezza delle nostre canzoni. Mi sento ringalluzzito e liberato, con i ragazzi che mi incoraggiano a dare il mio contributo.

E c’è anche una discreta libertà di manovra. Alcune sedute compositive implicano il radunarsi intorno a Tony, seduto all’organo Hammond, con Mike che suona la chitarra dodici corde e Peter che improvvisa un cantato. Io improvviso insieme a lui.

 Analogamente, Peter compone Harold the Barrel al piano e io sto al suo fianco, cantando la seconda voce e intervenendo con le mie idee, anche se la mia insicurezza mi grida dentro: “Di sicuro sono tutte cose che hanno già sentito!”.

Continua Phil: Quello che imparo componendo insieme ai ragazzi è il non accettare mai la prima idea melodica che canti. Bisogna andare più a fondo, e giocarci. Esplorare.

(…) Assimilo tutti quei trucchi da Peter, Mike e Tony, che sono compositori molto più esperti di me.

Lo sviluppo naturale di quelle sedute di composizione è che il batterista canterà una canzone. Non lunga, e solo una, ma è già qualcosa. Il momento arriva quando Steve si presenta con un pezzo di chitarra in stile pastorale, e io scrivo il testo.

Per familiarizzare i ragazzi con il testo e la melodia, apro la bocca e mi lancio… un po’. Non sono ancora sicuro: la mia voce mi sembra debole ed esitante. Ma a loro piace, e mi va bene così.

Alla fine For Absent Friends, con il suo minuto e quarantaquattro secondi, in senso stretto è più un intermezzo che una canzone. Ma è il mio primo pezzo da cantante solista con i Genesis. Da quel momento in poi, su ogni disco dei Genesis, tutte le voci che non siano quella di Peter, sullo sfondo o ai cori, sono mie.

A dire il vero, gli altri non sono bravissimi a cantare. E a me fa piacere cantare sullo sfondo, dalla comodità dello sgabello dietro la batteria.»

Ricorda Steve Hackett nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto:

«Ho scritto la linea melodica principale di For Absent Friends e Phil ed io abbiamo scritto il testo. Sentivo che stavamo scrivendo la nostra Eleanor Rigby, con immagini come le altalene abbandonate, che simboleggiano l’aspro grigiore della vita britannica.

Sentivo che The Fountain Of Salmacis era un bellissimo brano epico. Il testo della mitologia greca era meravigliosamente evocativo del mondo antico in tutto il suo mistero e passione. 

(…) Sentivo di essere in grado di aggiungere significativamente alla canzone romanticismo e una vasta gamma di colori extra. Una volta che abbiamo registrato quel brano, le onde sonore del Mellotron hanno aggiunto un’altra eccitante dimensione.

 

Continua Steve: Ho lavorato intensamente sulle parti di chitarra di The Musical Box dalle atmosfere delicate e introspettive all’enorme finale elegiaco.

Le parti strumentali di chitarra erano innovative. Brian May affermò in seguito di essere stato influenzato dai miei armonici. Ho usato anche il tapping – la tecnica poi esplorata da Eddie Van Halen, tra gli altri –  sia su quella canzone che in The Return of the Giant Hogweed.»

Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia, The Living Years, Arcana – Acquistala qui sotto:

«Nursery Cryme non era un album facile da scrivere. Forse erano solo le nuove dinamiche che l’hanno fatto sembrare così difficile al confronto. Se ci fosse stato Ant sono sicuro che non sarebbe stato così lento, ma avevamo bisogno di fare i nostri passi senza di lui per arrivare alla tappa successiva.

Questo è stato particolarmente vero per me: ho scritto una canzone, Harlequin, dove ho cercato di suonare sia la mia parte di chitarra che quella di Ant su una sola dodici corde, accordando le coppie di corde in armonia. Era piuttosto strano.

Continua Mike: Oltre a The Musical Box avevamo un’altra canzone già pronta e funzionante prima di arrivare a Crowborough. The Return of the Giant Hogweed aveva qualcosa per tutti i membri del gruppo: batteria veloce per Phil, terzetto con Tony e Steve che suoniamo armonie insieme, e un testo eccentrico di Pete su una pianta che era scappata dai Kew Gardens.

Seven Stones era proprio la canzone di Tony. Era un esempio di quello che chiamavamo gli accordi da cabaret di Tony: i suoi grandi accordi sdolcinati da music-hall che Phil e io facevamo fatica ad accettare, ma che lui amava.

Alla fine abbiamo dovuto fare una regola: Tony poteva metterne tre o quattro per album e non di più. (Ci siamo sempre chiesti che fine avessero fatto quelli che avevamo rifiutato. Poi nel 2011 Tony ha pubblicato un meraviglioso album classico e l’abbiamo scoperto).»

Ricorda Peter Gabriel, riportato nel libro Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel by Daryl Easlea, a proposito del testo di The Musical Box:

«Ho immaginato la casa dei miei nonni e alcuni dei sentimenti di fondo che avevo in quel posto. (…) Non avevano un prato da croquet, ma era una casa vittoriana, con pannelli di legno scuro, e aveva un’atmosfera che alimentava il testo di quella canzone.

Penso che il sesso permeasse tutto. La sensazione di costrizione, che in qualche modo fertilità, vitalità e sessualità fossero tutte collegate e che il vecchio mondo del controllo e dell’ordine era dall’altra parte dello spettro. Ed era qualcosa che doveva essere infranto.»

Ricorda Tony Banks nel medesimo volume :

«Avevamo testi che erano ironici, Peter era il miglior esponente di questo. Harold The Barrel è così eccentrico e fuori dagli schemi, ti dice “noi non siamo gli ELP”. È stato molto importante per noi. Non volevamo che si vedesse che ci prendevamo troppo sul serio».

Racconta Richard Macphail in My book of GenesisAcquistalo qui sotto (anche in versione inglese):

«Dopo aver lasciato Luxford alla fine dell’estate, la band tornò in studio con John Anthony. Erano al Trident, che costava 60 sterline all’ora, ma avendo provato tutte le canzoni così bene furono in grado di registrare abbastanza velocemente.

I Genesis sono sempre stati molto professionali in questo senso, non volevano sprecare tempo costoso in studio, se si poteva evitare.»

Ed ecco il racconto dei Genesis in occasione della riedizione del 2007:

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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