Genesis: “The Last Domino? The Hits”, la compilation delle canzoni più amate – COMPRA

Una raccolta delle canzoni più amate della band, compresi i loro più grandi successi ed estratti degli album leggendari. 

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Disponibile come doppio CD e set di 4LP, la compilation è uscita in concomitanza con l’inizio del The Last Domino? Tour, il primo della band in 14 anni.

Comprala qui:

Track list:

CD1

Duke’s End
Turn It On Again
Mama
Land Of Confusion
Home By The Sea
Second Home By The Sea
Fading Lights
The Cinema Show
Afterglow
Hold On My Heart
Jesus He Knows Me
That’s All
The Lamb Lies Down On Broadway
In Too Deep

CD2

Follow You Follow Me
Duchess
No Son Of Mine
Firth Of Fifth
I Know What I Like
Domino
Throwing It All Away
Tonight Tonight Tonight
Invisible Touch
I Can’t Dance
Dancing With The Moonlit Knight
Carpet Crawlers
Abacab (edit)

Le ultime della Band su Horizons Genesis:

Angolo del Collezionsta

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Ascolta i Genesis:

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Genesis: 50 anni fa il primo concerto al Reading Festival, 26 giugno 1971 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il 26 giugno 1971 i Genesis salgono per la prima volta sul palco del Reading Festival.

Ecco la locandina tratta dal sito del Reading Museum:

È il primo Festival di Reading in assoluto, che si tiene nei pressi del Tamigi a Richfield Avenue tra venerdì 25 giugno e domenica 27 giugno 1971. Tra gli artisti oltre ai Genesis, Lindisfarne e Wishbone Ash.

Il Reading Festival ebbe origine da un festival annuale di Jazz e Blues organizzato dalla National Jazz Federation e dal Marquee Club di Londra nel 1961.

Il primo Festival di Reading ebbe luogo nel 1971, appunto, quando il promotore Harold Pendleton mise in scena l’evento come parte delle celebrazioni per l’850° anniversario della fondazione dell’Abbazia di Reading.

Per approfondire:

Dal 1980 il festival ha raggiunto una reputazione internazionale, annoverando i più grandi nomi della musica rock.

La fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 hanno visto dei cambiamenti nella scena musicale contemporanea con nuovi suoni indie e dance cross-over.

Quasi 90.000 fan della musica invadono Reading ogni Bank Holiday di agosto, rendendo la città un nome riconosciuto a livello internazionale sulla scena musicale.

È diventato una parte importante della vita di Reading e alla fine del 2004 il Reading Museum ha organizzato una grande mostra retrospettiva chiamata ‘Music, Mud and Mayhem’, che racconta i 30 anni di storia del festival.

I Genesis hanno partecipato varie volte al Festival di Reading. Ecco le registrazioni.

Durante il Nursery Cryme Tour l’11 agosto 1972:

https://www.youtube.com/watch?v=XEPDfHsKCh8

Il 26 agosto 1973:

https://www.youtube.com/watch?v=Y-BD0KXRA64&t=9s

Il 26 agosto del 1979, Phil Collins raggiunge Peter Gabriel al Reading Festival ed esegue con lui The Lamb Lies Down on Broadway:

Biko:

White Shadow:

No Self Control:

Mother of Violence:

Ed ecco le partecipazioni di Steve Hackett:

https://www.youtube.com/watch?v=il2jy6j3zvk

I brani eseguiti da Steve Hackett a Reading nel 1981 sono contenuti nell’album “Premonitions – The Charisma Recordings 1975-1983”.

Lo puoi comprare qui:

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Le ultime sui Genesis

Angolo del Collezionista

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Piano City Milano: tre concerti dedicati ai Genesis con Francesco Gazzara – FOTO & VIDEO

Luca De Gennaro e Francesco Gazzara hanno raccontato e fatto ascoltare Tony Banks a Piano City Milano. E non solo.

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Conversazione e ascolto con pianoforte e vinili sul tastierista dei Genesis, con Luca de Gennaro al giradischi e Francesco Gazzara al pianoforte.

Sabato 26 giugno al Mare Culturale Urbano di Milano. 

Guarda il video:

[videopack id=”339242″]https://usercontent.one/wp/www.horizonsradio.it/wp-content/uploads/2021/06/WhatsApp-Video-2021-06-26-at-21.00.39.mp4?media=1704628653[/videopack]

Video e foto by Alberto Rimini

Domenica 27 giugno, all’alba, Gazzara ha suonato al laghetto Niguarda in via Aldo Moro, Parco Nord, Milano.

Poi, alla Locanda alla Mano al Parco Sempione, il terzo concerto dedicato ai Genesis.

LUCA DE GENNARO:
(Torino, 27 luglio 1959) è un disc jockey, critico musicale e dirigente d’azienda italiano. Negli anni ‘80 e ‘90 ha condotto programmi musicali su RadioRai come “Master” e “Planet Rock”. Dal 1996 lavora per Viacom International Media Networks dove oggi è “Vice President of Talent & Music, MTV South Europe, Middle East and Africa” e responsabile del canale TV VH1. Insegna al Master In Comunicazione Musicale dell’ Università Cattolica di Milano e pubblica periodicamente libri di argomento musicale. E’ curatore artistico della Milano Music Week. Dal 2007 conduce “Whatever” su Radio Capital. Dal 2014 conduce anche, in coppia con Massimo Oldani, il programma “Black Or White”.

FRANCESCO GAZZARA – leggi l’intervista di Horizons Genesis, in occasione dell’uscita del suo ultimo album sui Genesis:

Here It Comes Again di Francesco Gazzara: “Genesis, mia eterna passione” – COMPRA, ASCOLTA e INTERVISTA

Angolo del Collezionista

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Genesis: 45 anni fa il primo concerto con Phil Collins cantante, 26 marzo 1976 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il primo concerto dei Genesis con Phil Collins cantante si è svolto alla London Arena di London Ontario, Canada, il 26 marzo 1976. 

Ascolta il podcast (in italiano) – CLICCA QUI

Con l’addio di Peter Gabriel ai Genesis, Phil Collins è diventato il frontman della band, che ha pubblicato «A Trick of the Tail» il 2 febbraio 1976 – LEGGI L’ARTICOLO DI HORIZONS RADIO.

L’LP arriva al terzo posto nelle classifiche del Regno Unito, come «Selling England by the Pound» e diventa il loro maggior successo. Il che li rassicura. Del resto  le aspettative sul futuro del gruppo erano bassissime. Ma poi la gente ha sentito il disco e le quotazioni del quartetto si sono alzate.

Il 26 marzo è previsto l’inizio del tour.

Ma, ovviamente bisogna risolvere il problema di chi suonerà la batteria in concerto. E Phil non ha voglia di abbandonare il suo strumento. Racconta Collins nella sua autobiografia:

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“Bill Bruford, già con gli Yes, è un buon amico che mi ha fatto conoscere un sacco di batteristi jazz. Viene a una delle prove dei Brand X (stiamo scrivendo «Unorthodox Behaviour») e chiede:

«Come va con i Genesis? Avete trovato un cantante?».
«Non proprio. Ho cantato io nell’album, e vogliono
provare a far cantare me. Ma per farlo abbiamo bisogno di trovare un batterista.»
«Be’, perché non lo chiedi a me?»
«Mi sa che diresti di no. Un po’ troppo simili agli Yes per te, no?»
«Invece lo farei.»
Ed ecco che i Genesis hanno un nuovo batterista.”

Così Phil non ha più scuse. Tutti si adattano e si abituano al nuovo
assetto e alla nuova formazione.

“Non facciamo grandi cerimonie: succede e basta. Non ricordo nemmeno di avere fatto delle prove, o un annuncio”, ricorda Phil.

Bill Bruford si inserisce subito bene, del resto è uno dei più grandi del genere prog e non solo. 

“Non sono particolarmente nervoso per l’idea di cantare, né per il fatto
di farlo davanti a un pubblico – racconta Phil -. Mi ci ero già abituato con Oliver!, a suo tempo. Ma cantare con solo un microfono tra me e il pubblico, al posto di una fila di piatti: è questo il problema da superare. Se uno non è portato per i copricapi da pipistrello e per volare a mezz’aria, cosa fa quando non canta?”

Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia:

“Avevamo scelto deliberatamente il Canada perché avevano meno memoria dei concerti con Pete là che in Europa. Pete era stato una figura così forte che non riuscivamo a immaginare come Phil l’avrebbe potuto sostituire.

Ci sono anche altri problemi pratici.

Per esempio: come vestirsi. La tuta da
operaio era ideale quando era solo il batterista. E di indossare maschere e costumi “alla Peter Gabriel” non se ne parla. 

“Posso mettermi la coppola e la redingote per Robbery, Assault and Battery, ma questo è il massimo che sono disposto a fare”, dice Phil.

Quindi viene scelta la tuta da operaio. E poi c’è un’altra preoccupazione. Peter Gabriel era bravissimo a intrattenere il pubblico con le sue storie mentre Mike, Tony e Steve si accordavano. Cosa può raccontare Phil?

Poi arriva il momento.

Alla London Arena le luci di sala si abbassano.

“Trascorro quasi tutto il concerto a nascondermi dietro l’asta del microfono: sono un esserino ventiquattrenne magro come una bacchetta da batteria.
E non tocco nemmeno il microfono. Toglierlo dal supporto sarebbe un gesto troppo… da cantante.
Ma arrivo in fondo al concerto riportando solo piccole ammaccature alla mia fragile consapevolezza di frontman.
“,
ricorda Phil.

“La gente era dalla sua parte fin dal primo giorno – racconta Mike –. Sul palco, Phil è sempre stato un batterista molto visivo – mai appariscente ma molto spettacolare.

Non dimenticherò mai Phil nella sua T-shirt, la lunga barba e la sua mano tremante. E poi non avere Pete lì… Uno strano momento per tutti.
Ma dopo aver suonato le prime due canzoni, ho capito che sarebbe andato tutto bene.

E così è stato. La parlantina di Phil ci ha aiutato. Ha alleggerito l’atmosfera. Pete era misterioso sul palco, Phil è sempre stato il ragazzo della porta accanto”, ricorda Mike.

Ci sono 2.200 fan alla London Arena di Bathurst Street per il  debutto di Collins come frontman. I Genesis si aspettavano non più di un centinaio di persone e invece ecco la dimostrazione che la popolarità della band non è in calo.

Non esiste una registrazione pubblica di questo concerto, anche se pare che una copia sia di proprietà di un collezionista. Ecco quelle di due date successive:

https://www.youtube.com/watch?v=O7uEDlgFSEw

https://www.youtube.com/watch?v=f1lD48AX6P0

La maggior parte del setlist di quel 26 marzo è tratta da A Trick Of The Tail.

Per il 40° anniversario di quella storica data per i Genesis e il rock tutto,  il sito Genesisfan ha riportato…

I ricordi di coloro che erano nell’arena canadese.

“I membri della band sembravano molto nervosi – dice uno di loro, Brad Ashton-Haiste -. Ma dopo un paio di brani, tutti avevano enormi sorrisi. Forse pensavano, ‘Phil funzionerà'”.

Un altro fan, Jim Fisk, ha fatto fotografie del concerto, che ha poi venduto alla stampa.

“I duetti di Phil e Bill sono incredibili. Velocità, eccellenza tecnica e musicale”, ricorda Fisk.

E dire che quando la data canadese era andata in prevendita i Genesis non avevano ancora un cantante.

Ma il 26 marzo Collins si è rivelato un vero frontman. E i presenti hanno assistito a un evento “storico”.

Leggi tutto l’articolo

Ecco un video che mostra com’era lo show nel 1976:

Per approfondire: 

A Selection of Shows: Genesis & Solo Live Guide 1976-2014

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Genesis: 50 anni fa il primo concerto all’estero, La Ferme IV Belgio, 7 marzo 1971 – AUDIO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il 7 marzo 1971 i Genesis salgono per la prima volta su un palco all’estero, a La Ferme V, Woluwe St Lambert, in Belgio. ASCOLTA:

https://www.youtube.com/watch?v=O61lpxGFiZs

Storie e Memorie:

«Abbiamo attraversato la Manica, prendendo un traghetto da Dover a Ostenda», racconta Richard Macphail in My book of Genesis.

«Era pieno inverno e non c’era quasi nessuno a bordo. (…)
Eravamo ancora solo noi sette in viaggio insieme, a guardare gli eserciti di crew che le band impiegano al giorno d’oggi sembra ridicolmente piccolo.

Era una traversata di quattro ore e ci annoiavamo a morte perché lì
non c’era niente da fare. Ho trovato questa scatola con dentro dei salvagenti,
e così tutti noi abbiamo indossato i nostri gilet e abbiamo posato per quello che ora è diventata una famosa foto dei Genesis, tutti noi con i capelli sciolti sulle nostre spalle, Mike che beve da una bottiglietta di Mateus Rosé
perché è quello che si beveva a quei tempi, quello o Liebfraumilch.

(…) Oggi quando si va all’estero si ha la navigazione satellitare
che ti dice esattamente dove andare e i telefoni cellulari o
con le mappe, ma non avevo davvero idea di dove fossimo diretti
in Belgio. Non avevo nemmeno una mappa pieghevole.

(…) Il posto, un club chiamato Ferme V, era pieno zeppo fino al tetto, ma i fan conoscevano ogni nota. È stato incredibile. Mentre in Inghilterra è stato un processo molto lento, in Belgio è successo all’improvviso, come un minorenne
esplosione per quanto ci riguardava.

Un’altra cosa che ricordo è che abbiamo soggiornato in un hotel a tre stelle, molto confortevole, e che Peter ha condiviso una stanza con me perché non sopportava di condividerla con Tony mai più, non dopo le sue esperienze al cottage.»

«Philippe Grombeer (futuro direttore artistico dei maggiori teatri belgi) è un membro del “Club delle Aquile”, ed ha affittato, per conto dell’amministrazione comunale, un’azienda agricola a Woluwe-Saint-Lambert (un sobborgo di Bruxelles), la “FERME V”. Lo spazio non è grande, l’interno è vetusto, ma che importa!»  –  CONTINUA SU GENESIS PLACES

«5 baldi giovani musicisti tengono il loro primo concerto oltre confine…
Hanno alle spalle un primo album fallimentare e un secondo (l’ultimo) che qualcosa ha venducchiato, soprattutto proprio là dove stanno andando a suonare)…»CONTINUA SU:

GENESIS FORUM #1

GENESIS FORUM #2

«Alcuni privilegiati li hanno visti in tutta intimità e hanno condiviso tutto con loro. E a ragione: il Belgio è stato il primo paese straniero in cui i Genesis hanno messo piede.»CONTINUA SU NOSTALGIE

«Come tutte le superstar prima di avere successo, hanno dormito in hotel schifosi, torbide stanze nel retro di pub fumosi, sperduti nella campagna. Ma la fortuna sorride sempre a chi ha talento.»SCOPRI DI PIU’ SU FACEBOOK GABRIEL’S ANGELS

Libri:

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Bootleg – CLICCA SULL’IMMAGINE PER APPROFONDIRE:

 

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I 30 anni di Dusk Genesis Magazine: intervista al Fondatore e Direttore Mario Giammetti

Dusk, il primo e storico Genesis Magazine italiano, ha compiuto 30 anni. Li racconta a Horizons Genesis il Fondatore e Direttore Mario Giammetti.

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I 30 anni di Dusk.

Il 16 marzo 1991 veniva chiuso nella redazione virtuale di Dusk il numero zero di una gloriosa fanzine (poi trasformatasi in rivista patinata) che, unica al mondo, resiste a tutt’oggi in forma stampata.

Per festeggiare questo incredibile anniversario, oltre al numero speciale riservato ai soli associati a cui stanno lavorando, l’ideatore e Direttore Mario Giammetti e il suo gruppo di lavoro hanno chiesto ai componenti dei Genesis di condividere la gioia con loro.

Guarda qui i video.

Mario Giammetti racconta a Horizons Genesis i 30 anni di Dusk.

– Quando e perché hai avuto l’idea di una pubblicazione dedicata ai Genesis?

Nel 1990 andai a trovare Anthony Phillips, che mai nessuno in Italia, che io sappia, aveva intervistato. Parlammo oltre un’ora ma Ciao 2001, a cui all’epoca collaboravo, mi concesse solo tre o quattro cartelle, per un risultato di due pagine. E il resto, mi chiesi? Un mio amico di penna dell’epoca mi disse: perché non stampi l’intervista integrale e la vendi agli appassionati? La cosa mi sembrava poco fattibile, però mi fece venire in mente che, forse, c’erano diverse persone interessate ad avere più notizie sul mondo dei Genesis. All’epoca soltanto Ciao 2001 e Rockstar ne parlavano, ma ovviamente solo in occasione di nuovi album. Inoltre in quel periodo c’erano fanzine dedicate ad artisti, a mio giudizio, assai meno importanti dei Genesis, così decisi di provare, per puro divertimento: avendo già alle spalle un libro (“Genesis Story”, Gammalibri 1988) e tre anni di articoli sul Ciao, feci il salto dall’altra parte della barricata per curiosità realizzando un numero zero fotocopiato che spedii in cambio di un francobollo.

– Oltre a Dusk, quali altri nomi hai preso in considerazione?

Nessuno, in realtà. Quando pensai al nome, mi dissi che doveva essere breve e immediato. Dusk si prestava a tutto ciò. Inoltre, la sua traduzione nascondeva anche un significato recondito: crepuscolo, tramonto. Il che assecondava la mia idea di essere sempre obiettivi, senza mai farsi accecare dalla visione da fan. Arrivando ad ammettere, se necessario, anche il crepuscolo di un’avventura. Cosa che, però, non è mai avvenuta. Perlomeno, non del tutto.

– Quali sono state e quali continuano a essere le difficoltà di questa impresa?

La manovalanza, se così si può dire. Sebbene con l’aiuto imprescindibile di fantastici collaboratori, la gestione pratica ed economica (anche se da un paio di anni su quest’ultimo punto ricevo un consistente aiuto da Stefano Tucciarelli) continua a gravare esclusivamente sulle mie spalle. Questo è sicuramente positivo da una parte, perché non devo chiedere il permesso a nessuno sulle scelte che andrò a prendere, ma diventa davvero pesante quando si tratta poi di portare a compimento un numero. Mi riferisco alla realizzazione, sempre molto complicata, ma anche all’aspetto prettamente fisico: portare le buste e i pacchi agli uffici postali è spaventosamente faticoso. Sui disservizi postali, poi, meglio stendere un velo pietoso.

– Qual è stata la soddisfazione più grande di questi 30 anni?

Dal punto di vista personale, ovviamente conoscere, seppure a vario livello, i miei musicisti preferiti. Poi il fatto che, seppur raramente, talvolta ho ottenuto con Dusk cose che mi erano state negate in qualità di giornalista (più spesso, a onor del vero, è accaduto il contrario, ma ci sta). Ma la gioia più grande è avere il numero in mano, fresco di stampa. Succede da 30 anni ed è sempre un’emozione, anche se a volte si tramuta in delusione per qualche errore imprevisto di stampa o un lavoro tipografico non proprio impeccabile.

– Qual è stata l’intervista più difficile, che hai inseguito più a lungo?

Phil Collins. Dopo un breve incontro faccia a faccia a Perugia nel 1996, ho dovuto aspettare ben otto anni prima di potergli fare finalmente un’intervista come si deve, al Filaforum di Assago nel 2004. Esperienza poi replicata nel 2010 e, telefonicamente, nel 2016.

– Chi è il membro Genesis più intervistato e perché?

Sicuramente Steve Hackett, per due ragioni: primo, è di gran lunga il più attivo di tutti. Secondo, è anche incredibilmente disponibile e, oltretutto, molto attendibile e abbastanza preciso nei ricordi.

– Non ci pare, ma ti è sfuggito qualcuno della galassia Genesis da intervistare?

Peter Gabriel non ha ancora accettato un’intervista esclusiva. L’ho incontrato diverse volte e gli ho rivolto personalmente delle domande in conferenze stampa o roundtable (chiacchierate per un numero limitato di giornalisti, in genere otto), ma le mie infinite richieste per un faccia a faccia o una telefonica alle sue assistenti non hanno ancora dato esito favorevole. Per il resto, direi di aver intercettato davvero tutti, perlomeno quelli in vita. Compreso il più inaccessibile in assoluto: John Silver.

– Cosa ne pensano i Genesis di Dusk?

Sono sicuramente tutti riconoscenti per il lavoro che facciamo, consapevoli che questo genere di pubblicazioni servono a tenere accesa e alimentare la fiammella. C’è naturalmente il problema della lingua, per cui non possono leggere quello che scrivo anche se, a dire il vero, non credo che, a quelli grossi almeno, interesserebbe più di tanto. Tony Banks, per esempio, ha dichiarato più volte di non leggere recensioni né libri sulla band e che è stato costretto a farlo nel caso della biografia di Mike Rutherford (per poi pentirsene amaramente!). Steve Hackett è invece molto attento e interessato e, se gli mando la traduzione di un articolo, sicuramente la legge.

– Ti hanno mai chiesto (anche qualche membro dei Genesis) di tradurre in altre lingue gli articoli di Dusk?

Per alcuni anni è esistita una versione in inglese, fotocopiata, di Dusk, almeno di buona parte degli articoli compresi in ciascun numero. Poi però ho smesso: non ne valeva la pena perché gli abbonati stranieri sono sempre stati una sparuta minoranza. Non si contano invece le volte che qualcuno mi ha detto “se fosse in inglese, non perderei un numero di Dusk”. Sono quelli che poi hanno molto gradito il mio libro “Genesis 1967 To 1975: The Peter Gabriel Years”, pubblicato lo scorso anno dalla londinese Kingmaker.

– Visto che Dusk è l’unica pubblicazione su carta nel mondo sui Genesis, quali feedback hai dall’estero?

Torniamo al discorso lingua; chi non parla italiano, si concentra sull’impatto delle foto e sui contenuti e non è raro che qualche amico estero mi scriva chiedendomi maggiori informazioni su qualcosa che ha captato ma ovviamente non riesce a comprendere fino in fondo. Ma ci sono un manipolo di appassionati che ci seguono con fedeltà assoluta pur senza capire una sola frase: a loro basta guardare come è strutturato il giornale per comprendere che ne vale sempre la pena.

– Non sempre siete d’accordo con le scelte dei Genesis (vedi per esempio l’ultima reunion) o con la qualità e necessità di certe ristampe. E non vi censurate. Pensi che con il tempo possa cambiare questa linea editoriale?

Assolutamente no. Quando c’è stato da criticare, lo abbiamo sempre fatto, senza nessuna remora, in accordo all’editoriale del numero zero. Si può ovviamente non essere d’accordo, ma nessuno di certo ci può accusare di faziosità. Di tanto in tanto qualcuno mi definisce il fan numero uno dei Genesis, pensando di farmi un complimento, ma per me non lo è affatto: che adori la band è scontato, ma mi ritengo un giornalista prima e solo di rimbalzo un appassionato. Per questo uso, per gli album che recensisco su Dusk, il medesimo approccio critico che ho usato con il Ciao, Rockstar, Jam e che uso tuttora per Classic Rock: sincerità totale, senza sconti a nessuno.

– Qual è la critica più dura e l’elogio più bello da parte dei lettori?

Qualche lettore in passato ci ha definiti una sorta di fanclub di Steve Hackett, perché di lui si parla sempre più degli altri. Ma come potrebbe essere altrimenti, visto che pubblica il triplo di quello che producono tutti gli altri messi assieme? Qualche altro lettore ritiene che si dia troppo spazio a Anthony Phillips (dimenticando che è stato il fondatore e per un breve periodo addirittura il leader della band). Molti, infine, detestano e neanche cordialmente Ray Wilson. Una volta incontrai a un concerto un ex abbonato che, dopo essersi presentato, mi confidò candidamente che aveva smesso di seguirci perché non sopportava l’idea di vedere Ray sulle pagine di Dusk! Ma Ray è stato un membro dei Genesis, per i quali ha cantato in un disco e un tour. Come tale, ha esattamente gli stessi diritti degli altri membri anche se, ovviamente, non detiene il medesimo palmares artistico.

Tra gli elogi, prima di tutto la costanza; molti lettori sono quasi increduli di fronte a tanta perseveranza e vedono Dusk come un amico di famiglia che va a trovarli a casa ogni quattro mesi. Molto apprezzata anche l’onestà intellettuale e l’attitudine a scrivere sempre senza filtri, qualcosa di non così frequente nel mondo dei cosiddetti fanclub (categoria nella quale Dusk, peraltro, non rientra), dove spesso si è succubi degli artisti: posso dire con orgoglio che non è mai accaduto e che se qualche errore è stato commesso, ed è successo, è stato semmai per affetto, non certo per opportunismo.

– Per i prossimi anni prevedi anche uno sviluppo sul web più consistente dell’attuale o resti fedele al valore del cartaceo?

Riconosco l’importanza del web, ma non fa per me. Quando Dusk cesserà le pubblicazioni cartacee, resterà solo un bel ricordo, al massimo il sito web minimale così come è oggi.

Grazie a Mario Giammetti, buon compleanno e in bocca al lupo per i prossimi, tantissimi, anni di Dusk.

 

 

E chi non l’avesse già fatto, qui può abbonarsi a Dusk.

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I Genesis fino a “Foxtrot” in uno speciale di 14 pagine su Record Collector numero 516 di marzo

14 pagine sui Genesis nel numero di marzo di Record Collector.

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La preistoria affascinante e collezionabile della band. Lo speciale di 14 pagine esamina i primi anni fino a Foxtrot e include nuove interviste con Richard Macphail, Steve Hackett, Anthony Phillips e Tony Banks.

Acquista la tua copia qui: https://shop.recordcollectormag.com/issue/view/issue/RC516

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Il debutto italiano dei Genesis ad Adria, Rovigo: si cercano i testimoni di quel 6 aprile 1972

Chi c’era la sera del 6 aprile 1972, quando sull’immenso palcoscenico del Comunale di Adria andarono in scena i Genesis?

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Foto da adria.italiani.it

Esiste da qualche parte una foto di quella serata?

E magari anche una registrazione, sia pure casalinga? C’è qualcuno che c’era e che ha voglia di ricordare le sue impressioni?

Per questo è a disposizione un numero di wathsapp 351 9356194 e la mail info@arcadia-arte.com.

Ricordi e testimonianze saranno inseriti nel sito della mostra “Quando Gigli, Pavarotti e la Callas…. I Teatri Storici del Polesine”, che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo propone al Palazzo Roncale (per le modalità di fruizione della mostra CLICCA QUI).

Una piccola sezione ricorderà, accanto ai grandi protagonisti della lirica, anche il debutto italiano, al Comunale di Adria, dei Genesis.

Leggi lo speciale di Horizons Genesis:

Genesis: 50 anni fa il primo tour in Italia, 6 – 19 aprile 1972 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Quella sera, destinata a passare alla storia, in cui un gruppo di ragazzi inglesi, un po’ intimiditi dagli austeri, enormi spazi del Comunale, si esibì davanti ad un pubblico davvero sparuto di appassionati: meno di 90 persone, ricorda qualcuno.

Altri alzano a 200 il numero dei presenti. Comunque nulla rispetto alle folle in delirio di solo pochi anni dopo, alla popolarità planetaria e al mito della band inglese.

Certo quella ad Adria fu una partenza in sordina. I Genesis furono presi a fare da tappabuchi a Mago Zurlì, ben più popolare della band britannica. Cino Tortorella infatti non era riuscito a raggiungere Adria, bloccato pare da un incidente stradale.

Questa prima adriese della mitica band restò per anni nel limbo dei discorsi da bar. Ma a dimostrare, fuor di ogni dubbio, che i Genesis erano proprio ad Adria e non altrove in quella storica serata è il registro dell’Albergo Stella d’Italia, con i loro nominativi.

Foto da adria.italiani.it

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Genesis: la biografia dell’ex manager Tony Stratton-Smith – COMPRA

Si intitola “Strat! The Charismatic Life And Times Of Tony Stratton Smith”, la biografia dell’ex manager dei Genesis.

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La vita dell’ex manager di Genesis, Van der Graaf Generator e The Nice e l’uomo dietro la leggendaria etichetta Charisma Records, Tony Stratton-Smith, sarà celebrata in una nuova biografia.

Il libro “Strat! The Charismatic Life And Times Of Tony Stratton Smith” è stato scritto da Chris Groom con una prefazione di Peter Gabriel.

Compralo qui (varie versioni):

Ex giornalista sportivo, Strat ha iniziato nel campo musicale gestendo The Nice nel 1968 e fondando la Charisma Record nel 1969.

Firmò il contratto con i Genesis e pubblicò il loro secondo album Trespass nel 1970.

Altri artisti associati all’etichetta sono VdGG, Marillion, Bonzo Dog Doo-Dah Band, Lindisfarne, Monty Python, Rare Bird, String Driven Thing e Brand X. In seguito Peter Gabriel, Peter Hammill, Steve Hackett, Phil Collins e altri.

Stratton-Smith morì di cancro al pancreas il 19 marzo 1987 a 53 anni.

Un servizio commemorativo fu tenuto per lui a St. Martin’s In The Field a Londra.

Clutching At Straws dei Marillion, che uscì poco dopo la sua morte, fu dedicato a lui, così come On My Way Home dei 3, dal loro album del 1988 To The Power Of Three.

Angolo del Collezionista

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Ascolta i Genesis:

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Prog Magazine numero 117: intervista a Steve Hackett

Prog Magazine numero 117 intervista Steve Hackett.
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L’intervista verterà sull’album acustico “Under A Mediterranean Sky”. Ecco come Steve lo ha raccontato attraverso i social.

Puoi acquistare l’album qui, nelle diverse versioni:

Ecco il racconto del brano “The Call Of the Sea”:

Steve racconta il brano “Andalusian Heart”:

Ecco il racconto del brano “Lorato”:

Qui Steve su “Casa del Fauno”:

Steve racconta il brano “Scarlatti Sonata”:

Ed ecco il racconto del brano “Joie De Vivre”:

Qui Steve su “Adriatic Blue”:

Steve ha parlato anche del brano “The Dervish and the Djin”. Ecco il video:

Ed ecco il racconto del brano “The Memory Of Myth”:

Steve ha commentato il singolo “Sirocco”:

L’8 gennaio è stato pubblicato il video ufficiale di “Sirocco”.

Eccolo:

Con questo post del 4 gennanio 2021 Steve ha annunciato un nuovo blog per raccontare i viaggi e i luoghi che hanno ispirato l’album:

Steve’s new blog: Under A Mediterranean Sky: Journeys Of Inspiration – Part One

“This is the first of three blogs,…

Pubblicato da Steve Hackett su Lunedì 4 gennaio 2021

Il 29 dicembre ha racconato nuovi dettagli sull’album in un podcast. Ecco il post su Facebook:

The Strange Brew podcast: Steve Hackett reveals the stories behind his forthcoming album, Under A Mediterranean Sky,…

Pubblicato da Steve Hackett su Martedì 29 dicembre 2020

Ecco il secondo singolo, “Mdina”. Ascoltalo qui:

 

Scaricalo qui:

Qui Steve parla del brano:

 

Così Steve ha commentanto l’uscita del singolo, il 18 dicembre:

Today Steve launches the second single from his forthcoming album Under A Mediterranean Sky, the epic Mdina (The Walled…

Pubblicato da Steve Hackett su Venerdì 18 dicembre 2020

In questo video Steve dà le prime informazioni su “Under A Mediterranean Sky”:

Qui Steve dà altri particolari, in un’intervista rilasciata il 10 dicembre:

Ed ecco “Andalusian Heart”, il primo brano e primo video dall’album.

Guarda:

Scaricalo qui:

Steve ha pubblicato sul suo blog una riflessione sul suo nuovo album “Under A Mediterranean Sky” definendolo molto personale.

«Non c’è rock ‘n’ roll, non c’è la voce e non c’è la chitarra elettrica – dice Steve –. Ma la mia chitarra classica è affiancata da molti altri strumenti acustici e suoni orchestrali, in un viaggio immaginario attraverso le tante regioni che circondano quella vasta area di mare e cielo, con i suoi misteri incantati, il calore e il romanticismo.»

Hackett ha condiviso parte della scrittura con la moglie Jo, per quanto riguarda i testi. Roger King ha orchestrato e amalgamato tutte le sonorità. 

«Sono entusiasta dell’ensemble di musicisti fantastici – continua Steve –. Franck Avril all’oboe, Christine Townsend al violino e alla viola e mio fratello John al flauto aggiungono colore agli arrangiamenti orchestrali, mentre con Arsen Petrosyan al duduk e Malik Mansurov al tar, insieme al mio chirango e al liuto arabo, ci avventuriamo nel cuore del Medio Oriente. Il sempre versatile Rob Townsend al flauto e al sax soprano si muove a cavallo di diverse dimensioni musicali come il Colosso di Rodi.»

Per vedere le foto dei protagonisti dell’album CLICCA QUI.

Con questo post su Facebook del 4 novembre, Steve aveva annunciato titolo, copertina e dettagli del nuovo album “Under A Mediterranean Sky”, in uscita il 22 gennaio 2021.

NEW ALBUM – UNDER A MEDITERRANEAN SKY

Steve releases his new acoustic album Under A Mediterranean Sky on 22nd January…

Pubblicato da Steve Hackett su Mercoledì 4 novembre 2020

Il 9 settembre Steve aveva pubblicato questo post su Facebook:

It was great to have Rob Townsend over this week to play various instruments on my next project… The recording is getting exciting!

Stay safe, and warmest wishes to all…
Steve

Pubblicato da Steve Hackett su Mercoledì 9 settembre 2020

Il 21 agosto Hackett aveva pubblicato un post, “Stoking the Flames”, sul suo sito web che fa anche il punto dei lavori. Dice Steve:

«Nei giorni della settimana continuo a registrare con Roger e quei fuochi creativi stanno bruciando vivi… Anche molti altri musicisti che hanno inviato i loro contributi a distanza sono coinvolti. Non passerà molto tempo prima che annunci il mio prossimo progetto appassionato, quindi guardate questo spazio!».

Il 26 giugno Steve aveva ricordato con questo post su Facebook che i lavori procedono speditamente e che l’album è a un livello avanzato.

Il 23 giugno Steve ha pubblicato questo video, in cui accenna al diverso “taglio” dell’album, rispetto ai precedenti, e propone una piccola anteprima delle registrazioni con sonorità orchestrali.

Ed ecco cosa ha postato l’11 giugno. Nel racconto sul lockdown nel blog del suo sito, anticipa il ritorno alle registrazioni con il fedele Roger King.

«Ho usato questo tempo anche per preparare un nuovo album, in vista di un progetto acustico che coinvolgesse sonorità orchestrali e strumenti inusuali che non avevo mai utilizzato prima con questo tipo di album», scrive Steve nel suo blog.

E continua: «Appena è stato possibile, Roger ed io ci siamo riuniti per iniziare a registrare. Siamo già a metà strada e stiamo iniziando a raggiungere i musicisti, che possono essere coinvolti a distanza. È una sfida, ma un progetto entusiasmante che sta già esplodendo nella vita. Anche se sei bloccato in un posto fisicamente, la musica può tirarti fuori e portarti su quel tappeto magico sonoro in qualsiasi posto tu voglia sognare…. Credo che sia importante avere cose a cui puntare e a cui aspettarsi in momenti come questi.»

Le ultime di Steve Hackett su Horizons Genesis:

 

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