L’ultimo concerto di Phil Collins con i Genesis, 18 settembre 1993- AUDIO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il 18 settembre 1993, al Cowdray Park, nel Sussex, Regno Unito, in uno specialissimo concerto, va in scena l’ultimo concerto di Phil Collins con i Genesis (non definitivo). Ecco il racconto di quei giorni. 

Un concerto di beneficenza per il King Edward VII Hospital, al Cowdray Park, dalle parti di Oxford, si è trasformato in un evento speciale in assoluto, ma storico per i Genesis.

Sul palco, davanti a 1000 persone circa, quel 18 settembre 1993 ci sono i Queen senza Freddy Mercury, i Pink Floyd e i Genesis con Phil Collins per l’ultima volta (anche se non definitiva).

I Genesis suonano I Can’t Dance, That’s Just The Way It Is (di Collins solista), Turn It On Again, Hold On My Heart e Invisible Touch con Phil Collins alla voce, Mike Rutherford al basso, Tony Banks alle tastiere, Tim Renwick alla chitarra, Gary Wallis e Roger Taylor alla batteria.

Il supergruppo si chiama The Ruins Band, nome e formazione che durerà lo spazio di una notte e che prende spunto dalla location del concerto, nelle rovine del Castello di Cowdray.  La costituiscono i membri di band come Queen, Pink Floyd e, appunto, Genesis. 

Mike Rutherford suona il basso anche per i Pink Floyd, mentre Paul Young dei Mike + The Mechanics canta e duetta con David Gilmour. Eric Clapton esegue due brani accompagnato da Mike Rutherford e Roger Taylor.

Poi tutti insieme sul palco per i bis: Ain’t That Peculiar, Gimme Some Lovin’ Witness Together.

Ecco la registrazione di una parte del concerto:

Ed ecco la super line-up: TONY BANKS Genesis Keyboards, ERIC CLAPTON Guitar, PHIL COLLINS Genesis Vocals, JOHN DEACON Queen Bass, DAVID GILMOUR Pink Floyd Guitar, ADRIAN LEE Mike &. Mech Keyboards, NICK MASON Pink Floyd Drums, TIM RENWICK Mech./Floyd Bass/Guitar, MIKE RUTHERFORD Genesis Guitar/Bass, ROGER TAYLOR Queen Vocals/Drums, GARRY WALLIS Drums, RICHARD WRIGHT Pink Floyd Keyboards, PAUL YOUNG Mike &. Mechanics Vocals.

Ma torniamo a Phil Collins. Per lui questo non è un concerto come i tantissimi che ha già sostenuto nella sua carriera. E avrà un ruolo devastante nel futuro dei Genesis

Scrive Phil nella sua autobiografia No, non sono ancora morto, Mondadori:

“Il 17 novembre a Wolverhampton, ultima data del We Can’t Dance Tour, non ci sono con la testa. Conclusa la mastodontica serie di concerti in giro per il mondo, sono a pezzi.”

Il We Can’t Dance Tour è stato sfiancante, ma trionfale. Ancora Phil:

“Il successo dei Genesis non è mai stato così immenso, ma io non mi sono mai sentito così piccolo. (…) Ripensando al We Can’t Dance Tour, mi rendo conto che il peso della leadership mi aveva ormai logorato. Sin dal principio del tour più grandioso della storia dei Genesis si era respirato un senso di nostalgia, stile «guardate quanta strada abbiamo fatto».”

Ascolta l’intervista alla BBC, nel programma Rockline il 6 maggio 1992, sull’inizio del tour a Dallas:

Come spesso accade nella vita di Phil, sono le situazioni sentimentali a complicare le cose, anche nell’ambito professionale. Un groviglio di emozioni, alla base dell’album solista Both Sides, che uscirà nell’ottobre 1993.

“Mentre volo a destra e a sinistra per promuovere «Both Sides» alla fine del 1993, la mia vita è un caos. Ho pubblicato quello che considero il mio album migliore, ma a che prezzo? Queste canzoni nascono dal tentativo di fare chiarezza dentro di me: parlano di separazione, di un amore perduto. Inoltre, la libertà che ho sperimentato realizzandole mi ha messo voglia di registrare altri dischi come «Both Sides», personali e autosufficienti. Chi mi obbliga ad avere un gruppo?”

Proprio in un momento di grandi ripensamenti e “guai” sentimentali, arriva questo concerto a Cowdray, che riporta Phil al fianco dei compagni della band dopo quasi un anno travagliatissimo. Ma quel giorno scatta qualcosa e Collins sente definitivamente che l’avventura con i Genesis è finita.

“Insomma, per ragioni positive e negative, dopo aver dedicato metà della mia vita ai Genesis, è ora di congedarmi da loro.”

Ne parla al manager e confidente Tony Smith. Il quale gli chiede però di non rendere nota subito la decisione. Una prassi che ricorda l’addio di Peter Gabriel. Su questo argomento LEGGI LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO.

“Le persone attorno a me mi prendono per pazzo, me ne accorgo. Tony Smith, in particolare, si rende conto che lasciare i Genesis e la mia seconda moglie mi costerà caro, anzi, il doppio. Ma a me non importa, ho bisogno d’aria.”

Tony Smith spera in un ripensamento di Phil, che però non avviene. Ancora Phil:

“Non incolpo i Genesis per i continui traumi nella mia vita privata. Può darsi che mi sentissi perennemente in dovere di andare in tour, di onorare impegni e progetti, di garantire a tutti soddisfazione e lavoro. Fondamentalmente, però, la responsabilità è mia.”

Durante un drammatico pranzo, Collins comunica agli altri la sua intenzione. Ecco il ricordo di Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana

“A ripensarci adesso, mi rendo conto di quanto fu strano per lui passare dal ruolo di batterista a quello di cantante. Lo fece con tale disinvoltura che io e Tony non facemmo caso a tutti i risvolti che poteva comportare, ma restava una cosa che non era mai stata nei suoi piani. Tutto questo significò che quando fissammo un incontro a casa di Tony Smith a Chiddingfold un giorno del 1996 e Phil disse: «Penso che sia meglio fermarmi qui», non fu veramente una sorpresa. La sorpresa era che fosse rimasto coi Genesis tanto a lungo, dopo tutto quello che gli era capitato con la carriera da solista”

Il 28 marzo 1996 un comunicato alle agenzie di stampa di tutto il mondo racconta la fine, dopo più di 25 anni, della lunga avventura di Phil Collins con i la band, anche se promette la prosecuzione dell’esperienza Genesis con un nuovo vocalist.

E, come sappiamo, anche l’addio di Phil non sarà definitivo, seppure episodico. Mike se lo sentiva, allora:

“E io penso che sapevo anche che c’era la possibilità che non fosse ancora finito del tutto.”

Ma questa è un’altra storia.

by D.B.

Ascolta:

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Mario Giammetti racconta il suo nuovo libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni”

È uscito il libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni” di Mario Giammetti. Gli abbiamo posto qualche domanda.

By E.D.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]
Mario Giammetti analizza tutti i 15 album incisi in studio dalla band, esaminando anche il contesto storico e le circostanze che hanno portato alla loro creazione, oltre ai processi di registrazione.

Acquistalo qui:

Illustrato con fotografie di performance rare e con materiale da collezione, è un libro imperdibile per collezionisti e appassionati o per giovani che vogliono riscoprire la musica di questa straordinaria band in tutta la sua evoluzione.

Ecco cosa ci ha raccontato Mario Giammetti.

H.R.: Quali sono gli elementi di novità contenuti nel tuo libro “Genesis. Tutti gli album tutte le canzoni”?

Mario Giammetti: Sicuramente chi ha già letto altri miei libri, in particolare “Musical Box – Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z”, pubblicato dieci anni fa da Arcana, troverà dei punti di contatto, ma a parte il fatto che i brani non sono più analizzati in ordine alfabetico bensì album per album, il testo è stato asciugato e reso più scorrevole, oltre che naturalmente integrato delle nuove e preziose informazioni acquisite nel corso degli ultimi anni, con la ciliegina sulla torta rappresentata dalla prefazione di Steve Hackett.

Nella sostanza, si parla di come sono nate le canzoni attraverso le parole degli stessi protagonisti, se ne racconta la storia compositiva e se ne fa sinteticamente la storia sul palco, anche se in particolare questa sezione è volutamente meno prolissa e infarcita di dati.

L’idea era infatti realizzare una guida all’ascolto che fosse sì completa, ma non maniacale, con l’obiettivo di non annoiare un ipotetico lettore casuale, magari un giovane che si avvicina alla musica dei Genesis per averne sentito parlare dai genitori o addirittura dai nonni. La nostra band preferita merita una riscoperta da parte delle nuove generazioni e questo libro spero possa rappresentare un piacevole strumento per cominciare a entrare nel loro mondo, grazie anche a un apparato grafico e iconografico di primissimo livello e all’attenzione riportata anche graficamente (ad esempio, nelle curate didascalie, che rappresentano una sorta di mini appendice a loro volta).

E qui sta l’altra, e fondamentale differenza: ho fatto un’attenta selezione del materiale e per la prima volta ho trovato un editore che non si è tirato
indietro di fronte alla mia richiesta di portare a termine un libro veramente bello da vedersi, oltre che da leggere. In passato, da questo punto di vista, con l’unica parziale eccezione di “Genesis – Gli Anni Prog” (Giunti 2013), ero rimasto sempre deluso. Il Castello, invece, non ha giocato al risparmio: un cartonato spesso formato 22×28, carta pregiata, stampa accurata.

Da tempo desideravo realizzare un libro che rappresentasse un riepilogo su tutta (e sottolineo tutta) la carriera dei Genesis ma presentato come
meritava, e il momento è arrivato.

Qual è stata la “formula del successo” dei Genesis, secondo i tuoi studi?

Una ricetta richiede una serie di ingredienti e direi che, nel caso dei Genesis, si tratta di materiale di primissima qualità. Osservando il tutto globalmente (è evidente che la loro storia artistica è talmente variegata che è difficile conglobare in un parametro unico l’intero percorso), la band era in possesso di una tecnica strumentale ottima ma mai eccessiva (e questo a mio modo di vedere è un grande pregio) che, messa al servizio di una capacità compositiva indiscutibilmente fuori dall’ordinario (così come è fuori dall’ordinario la caratteristica di un gruppo in cui hanno sempre scritto in cinque, anzi sei conteggiando Anthony Phillips), ha creato una miscela formidabile, resa particolarmente gradevole da una componente melodica molto forte.

Nel merito del vecchio dibattito tra Genesis prog e Genesis pop, mi limito a ribadire che, se non avessero fatto quella scelta, sarebbero rimasti confinati al triste destino di copie sbiadite di se stessi, perpetrando per decenni e sempre più stancamente lo stesso repertorio. Quindi, personalmente sono felicissimo del loro coraggio di cambiare completamente, anche se ovviamente non sempre i risultati mi hanno entusiasmato.

Sei riuscito a scoprire anche retroscena su qualche album o canzone? Esistono ancora segreti non svelati e che potrebbero rimanere tali per sempre, nella storia dei dischi dei Genesis? Quali?

Ovviamente i decenni che passano inesorabili non aiutano in tal senso: i ricordi svaniscono o si confondono, e non è facilissimo ottenere rivelazioni clamorose.

Eppure, ogni tanto salta fuori qualcosa. Ascoltare i dischi del periodo Gabriel insieme a uno dei protagonisti (lavoro che ho fatto dal 2008 al 2011 e che poi ha formato la base per “Gli Anni Prog”, recentemente pubblicato in Inghilterra col titolo “Genesis 1967 to 1975 – The Peter Gabriel Years”) è stato da questo punto di vista molto emozionante e rivelatorio.

Alcuni membri del gruppo (soprattutto Hackett e Banks) hanno una discreta memoria e ogni volta che si parla con loro salta sempre fuori qualcosa di molto interessante. Ma la ricerca prosegue anche con altri personaggi.

Per esempio, nel nuovissimo numero di Dusk ho intervistato John Burns, ingegnere del suono di “Foxtrot” e produttore di “Selling England” e “The Lamb” e alcune notizie che mi ha fornito sono davvero interessanti per gli studiosi dei Genesis.

A parte la progressiva “deriva” verso il pop, evidente a tutti, a uno studio più attento come tu fai, che tipo di evoluzione (o involuzione) ha avuto la musica dei Genesis dal “69 al “98, nella composizione, negli arrangiamenti, negli strumenti, ecc…?

Personalmente, la cosiddetta virata pop, come ti accennavo prima, non la considero una deriva, ma un’intelligente evoluzione e presa d’atto del cambiamento dei tempi.

Peraltro i Genesis, anche nel periodo più leggero, hanno sempre conservato un imprinting armonico tutt’altro che semplice e aggiungo che non è
affatto detto che la musica pop, se fatta ai livelli a cui i Genesis ci hanno abituati, sia più facile da suonare rispetto a un assolo di moog su tempi dispari.

È sicuramente vero che gli arrangiamenti si sono semplificati e che anche la struttura melodica dei brani si è progressivamente scarnificata, ma direi che ogni album dei Genesis è figlio del suo tempo, cosa che non si può dire per la maggior parte degli altri gruppi loro contemporanei, spesso rimasti legati mani e piedi alle origini perché semplicemente incapaci di andare
oltre. Il tempo, poi, è galantuomo.

Io, per esempio, a un album come “Abacab”, che ho odiato profondamente al momento della pubblicazione, ho successivamente riconosciuto il ruolo di necessario spartiacque e oggi lo trovo, a suo modo, anche innovativo.

Viceversa “Invisible Touch” rimane a mio modo di vedere il punto artisticamente più basso della loro carriera, sia a livello compositivo che sonoro, e tuttavia quel disco spaccò le classifiche di tutto il mondo, riuscendo a catalizzare l’attenzione di folle oceaniche nonostante, negli anni dell’edonismo, fosse difficile trovare un artista meno sexy di Phil Collins!

Sicuramente l’avvento dell’elettronica ha apportato innovazioni non sempre entusiasmanti; l’uso delle drum machine e soprattutto delle programmazioni e dei sequencer, nonché le sonorità dei sintetizzatori, hanno reso il sound più plasticoso e meno sofisticato, anche a causa della progressiva involuzione (o
comunque del minore utilizzo) di strumenti come il piano di Tony e il basso di Mike.

Ma ogni album dei Genesis contiene perle armoniche di devastante bellezza, anche gli ultimissimi. Si pensi a certe sequenze di accordi usati in brani come “No Son Of Mine”, “Calling All Stations” e “Uncertain Weather”.

In molti, anche su Dusk, sostengono che, invece di una stanca reunion, i Genesis avrebbero potuto produrre un album in studio. A parte le condizioni di Phil, secondo te sarebbe possibile? E che tipo di musica farebbero nel 2020?

Personalmente nutro grande rispetto per chi, nonostante l’età, continua a produrre musica nuova. Pensa a gente come Bob Dylan, Neil Young, Bruce Springsteen. O, per restare in famiglia, a Steve Hackett.

Viceversa, trovo irritante l’atteggiamento di Gabriel e Collins, incapaci di rimettersi in discussione. Qui nessuno si aspetta necessariamente un capolavoro, perché gli anni più creativi sono solitamente per tutti quelli della
gioventù, ma avere il terrore di un giudizio poco lusinghiero o peggio ancora di non vendere abbastanza (timore del resto ormai insensato, se si ragiona ancora nell’ordine dei milioni di copie di dischi, oggigiorno una chimera per chiunque) non fa onore ad artisti che, invece, hanno sempre dimostrato di avere gli attributi per fregarsene di tutto e andare dritti per la loro strada.

Personalmente fui profondamente deluso anche dalla reunion del 2007, artisticamente inutile, figuriamoci oggi, ben 13 anni dopo, e con tutto quello
che c’è stato nel mezzo, a cominciare ovviamente dai malanni fisici di Phil.

Anche io, quindi, avrei preferito di gran lunga che si rimettessero a scrivere qualcosa di nuovo. Certo, le probabilità di una delusione sarebbero state molto alte: hanno ormai 70 anni e non hanno lavorato tutti e tre insieme per quasi 30, quindi persino la famosa chimica che è sempre scattata tra loro avrebbe potuto non funzionare, questa volta.

Ma sarebbe stata una bella prova di coraggio e i fan sicuramente li avrebbero accolti a braccia aperte, fatta salva l’onestà critica.

Alla tua domanda su che tipo di musica farebbero, però, è davvero difficile
rispondere: l’ultima composizione originale di Phil che abbiamo potuto ascoltare risale al 2003, Tony è fermo addirittura al 1995 col rock (poi come sappiamo si è dedicato alla musica classica, che compositivamente è una cosa ben diversa), mentre Mike con i suoi Mechanics (nei quali scrive sempre in compagnia, ricordiamolo) ha dimostrato di privilegiare un pop di poche pretese e parecchia elettronica.

Forse ne verrebbe fuori un pastrocchio senza senso, ma forse anche no. E comunque se non ci si mette alla prova non lo si scoprirà mai. Un fatto è certo: i Genesis come gruppo hanno smesso di comporre insieme nel 1997, quando Tony e Mike avevano appena 47 anni. E questa è una cosa che è difficile perdonargli.

Prima accennavi al nuovo Dusk. Di cosa vi siete occupati in questo numero?

A parte la storia di copertina, dedicata come ti dicevo a John Burns, nel numero 95 di Dusk pubblichiamo la seconda parte dello studio di Tommaso Rivieccio sugli strumenti e gli effetti utilizzati da Tony Banks su “The Lamb”.

Per quanto riguarda le novità, ci occupiamo delle ristampe di “Rated PG” di Peter Gabriel (che lo scorso anno era uscito solo su vinile per il Record Store Day) e di “The Living Room Concert” di Anthony Phillips, che contiene tre inediti.

Grande spazio è occupato dalle recensioni dei libri, poiché di recente ne
sono usciti un bel po’, l’autobiografia ufficiale di Steve Hackett su tutti.

E poi continuiamo a ospitare i ricordi di personaggi tangenziali che ci fanno scoprire tanti particolari sul mondo dei Genesis: questa volta tocca a Noel McCalla, indimenticato vocalist di “Smallcreep’s Day” di Rutherford, e Bob Ezrin, produttore del primo album solista di Gabriel.

Chi non l’avesse già fatto, può iscriversi e abbonarsi qui a DUSK.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Ascolta i Genesis:

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Genesis: 50 anni fa iniziava il Foxtrot tour, 9 settembre 1972 – PODCAST, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il 9 settembre 1972, al Seloncourt Festival nella Halle Polyvalente di Montbeliard in Francia i Genesis iniziano il Foxtrot Tour, ricco di colpi di scena e momenti storici per il gruppo. Ecco il racconto di quei giorni. 

Ascolta il podcast (in italiano) in occasione dell’anniversario dei 45 anni:

  1. Storie d'estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot Tour D.B. 17:29

Il Foxtrot Tour dei Genesis tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America

Lo show al National Stadium di Dublino, il 28 settembre, resterà nella storia dei Genesis perché, nel finale di The Musical Box, Peter Gabriel si presenta sul palco indossando una testa di Volpe e un vestito rosso da donna di sua moglie Jill, all’insaputa dei compagni. L’inizio di un’epoca di teatralità e costumi, che ha dato alla band una visibilità e un popolarità finora sconosciute.  

Infatti, il 9 febbraio, al Rainbow Theatre di Londra, Peter Gabriel si porta in camerino un intero baule pieno e indossa sul palco i suoi famosi costumi e le maschere . Sulle note di mellotron di Watcher Of The Skies, Peter esce per la prima volta con il vestito nero e le ali da pipistrello sulla testa.  

Ecco l’effetto (in un video del tour successivo, ottobre 1973 Live Shepperton Studios):

E poi ancora, nuovi colpi di scena durante tutto il concerto. Immagini che segneranno, nel bene e nel male, la band per sempre. Ecco il commento di Phil Collins nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”, Mondadori:

“Prima di questo non c’erano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Supper’s Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (…) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del «Melody Maker», e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata.”

Racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana:

“Eravamo stati tenuti completamente all’oscuro delle intenzioni di Pete; lui sapeva bene, del resto, che se ci avesse anticipato qualcosa avremmo tentato di fermarlo.”

Ricorda Tony Banks in Senza Frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea, Arcana:

“Altri facevano qualcosa con i costumi, ma noi sfruttavamo tutto lo spazio del palco. Quando andavi a uno spettacolo dei Genesis vedevi le tende velate, e poi il fumo artificiale, che sì adesso è un cliché ma allora non lo era affatto. Vedevi le ali di pipistrello e gli occhi  truccati. Sentivi il suono del Mellotron, praticamente il primo effetto in stereo. Non c’erano altri concerti di quel livello al mondo. I primi dieci minuti erano di una potenza incredibile. Penso che fummo tra i primi gruppi a cogliere la bellezza della fusione di musica ed effetti visivi. Un po’ successe per caso e per fortuna, un po’ perché l’abilità di Peter in quel senso era davvero unica.”

LEGGI E ASCOLTA GLI SPECIALI DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

La prima volta dei costumi di Peter Gabriel.

I Fiori Delmale: i costumi di Peter Gabriel.

E’ durante questo tour che i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per  un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Ancora Phil Collins:

“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.

(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…) 

E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.

Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:

Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”

Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ancora Mike:

“Il basso Rickenbacker  che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”

Un’esperienza che viene ripetuta ai primi di marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo.

Il 20 gennaio 1973 inizia a Reggio Emilia la parte italiana del Tour. LEGGI E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

ARCHIVIO – Genesis ’73 – Live a Reggio Emilia, 20 gennaio

L’album Genesis Live è stato registrato nel febbraio 1973 durante la parte inglese del tour. 

Iniziato il 9 settembre 1972, appunto, il tour finisce il 26 agosto 1973 al Festival di Reading, UK. ASCOLTA L’ESIBIZIONE DEI GENESIS:

Setlist del tour:

  1. “Watcher of the Skies”
  2. “The Musical Box”
  3. “Supper’s Ready”
  4. “The Return of the Giant Hogweed”
  5. “The Knife”

Altri brani eseguiti durante tour:

  • “Can-Utility and the Coastliners”
  • “Get ‘Em Out by Friday”
  • “The Fountain of Salmacis”
  • “Twilight Alehouse”

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio

40 anni fa il ritorno dei Genesis in Italia dopo 7 anni: 6, 7 e 8 settembre 1982 – PODCAST & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il 6, 7 e 8 settembre 1982, i Genesis tornano in concerto in Italia dopo 7 anni di assenza. Ecco il racconto di quei giorni. 

Da www.genesis-movement.org

Ascolta il podcast (in italiano):

Per tanti ragazzi italiani – come me, che sono del 1963 – è il primo live dei Genesis, i quali non venivano in concerto dal lontano 25 marzo 1975. Allora c’era ancora Peter Gabriel, era il The Lamb Lies Down On Broadway Tour e quello del Parco Ruffini di Torino, sarebbe stato il loro ultimo concerto, per molti anni, a causa degli scontri con la polizia. La tournée italiana infatti fu annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che stanno per condannare il nostro paese a una quarantena senza artisti stranieri durata anni. Di fatto resta uno degli ultimi di quel periodo. GUARDA E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SUL CONCERTO DI TORINO DEL 1975.

C’è quindi grande attesa soprattutto per i vecchi brani, da Supper’s Ready a The Lamb, mentre è nettamente minore l’interesse verso gli album più recenti, specialmente Abacab.

Angolo del Collezionista: Locandina originale GENESIS in concerto Tirrenia 1982.

La prima data è a Tirrenia (Pisa), alla Festa Nazionale dell’Unità. Ecco un lungo servizio della RAI, a cui non è sfuggita l’importanza di questo evento per tanti appassionati dei Genesis.

GUARDA LE FOTO ed ecco la registrazione audio del concerto:

https://www.youtube.com/watch?v=p1qY-onxgCc

E’ un’estate magica, quella del 1982. Noi del ’63 abbiamo dato l’esame di maturità, studiando nei momenti lasciati liberi dall’indimenticabile Mondiale di Calcio di Spagna, vinto proprio dall’Italia. Poi ci siamo goduti il meritato riposo. Questi primi giorni di settembre, con i Genesis a pochi chilometri, sono l’ennesimo tassello meraviglioso di quel periodo.

E Phil Collins lo sa. Sa che siamo in attesa da tanti anni e sa che siamo i Campioni del Mondo. E ci gioca, con noi, ci fa urlare e ridere, sa che ci può prendere in giro e scherzare con noi, che abbiamo “fame” di loro.

Da www.genesis-movement.org

Infatti, nella seconda tappa, due date: il 7 e l’8 al Palaeur di Roma, la sua presentazione è trascinante. Ascoltala al minuto 16.00 della registrazione audio del concerto:

Certo, non sono più i Genesis che ascolto da quando ho 14 anni. Quelli di Nursery Cryme, il primo che ho scoperto di loro o di Foxtrot, il primo che ho comprato. Non sono neanche quelli di The Lamb, che ai primi ascolti mi ha spiazzato e che ho rivalutato più avanti negli anni, un caposaldo della storia del prog e non solo o di A Trick e Wind, quelli senza più Peter, ma ancora ottimi, fino al capolavoro live Seconds Out

Adesso non c’è più neanche Steve e gli ultimi album non sono minimamente all’altezza di quelli degli anni d’oro, ma i Genesis sono davanti a noi, in carne e ossa (GUARDA LE FOTO DI ROMA), capaci ancora di farci sognare con Supper’s Ready, I Know What I Like, lunghi medley evocativi dei tempi migliori, come The Lamb Lies Down On Broadway + Watcher Of The Skies o  In The Cage + The Cinema Show + The Colony Of Slippermen + Afterglow.

Supper’s Ready, appunto, ancora nelle scalette dei Genesis, ma ormai saltuariamente e con i concerti contati. Phil la presenta ricordandone il compleanno, perché in questi giorni compie 10 anni. Anzi, pare che tutto il tour prenda spunto da questo anniversario, oltre a pubblicizzare il terzo album dal vivo Three Sides Live. Per chi è lì con uno, anzi due convitati di pietra, Peter e Steve, e per chi evoca nei cori l’ex cantante, è un’apoteosi. Io l’ho adorata in Foxtrot, ma ho anche apprezzato la versione di Seconds Out. E devo dire che questa non delude affatto, anche perché Daryl Steurmer è ormai al quarto tour con i Genesis, il secondo in cui la suite è presente (manca nel Duke e nell’Abacab Tour).

I due assenti, appunto: Gabriel e Hackett. Non ci siamo certo fatti scappare Peter due anni prima, io l’ho adorato il 28 settembre 1980 al Parco delle Cascine, a Firenze, (il giorno dopo tappa a Genova e il 30 a Torino, vedi video sopra). Gabriel è stato tra i primi ad arrivare in Italia dopo la “riapertura delle frontiere”.

E poi abbiamo apprezzato Steve meno di due mesi dopo, sei date italiane, io l’ho visto il 26 novembre al Palaeur di Roma. Mancavano quindi gli altri tre per riformare idealmente il quintetto base, quelli che per qualcuno sono i veri e unici Genesis (compresi tanti di coloro che sono a Tirrenia e Roma e che lo fanno capire in molti modi, anche poco civili, a volte).

Ecco perché l’atmosfera è caldissima. Impossibile restare seduti, ci accalchiamo tutti verso il palco e Phil ci prega di indietreggiare, c’è chi si abbraccia e chi si spintona (una mini-rissa si sviluppa proprio nel mio settore di parterre). Ma tutti alla fine siamo sudati, senza voce e felici, anche chi non ha gradito certi brani, perché i “nostri” Genesis hanno saputo miscelare vecchio e nuovo sapientemente.

E tutti, credo, pensiamo: alla prossima.

by D.B.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio info@horizonsradio.it

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio

Genesis: 50 anni fa il tour estivo in Italia, 18-24 agosto 1972 – PODCAST, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

Dopo l’esordio in Italia, nell’aprile 1972, i Genesis fanno ritorno nel nostro paese in agosto. Ecco le tappe con ricordi, suoni e immagini di quell’avventura storica.

Ascolta anche il podcast (in italiano) – CLICCA QUI.

La parte estiva in Italia del Nursery Cryme Tour inizia con alcuni intoppi. Infatti, salta la data di Rimini, prevista il 14 agosto e rimandata al 23, a causa del ritardo provocato dai controlli doganali un po’ a rilento a Ferragosto.

E probabilmente per lo stesso motivo viene cancellata anche la data di Fano (Pesaro) prevista il 16. Per un’accurata ricostruzione di questi eventi leggi Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo.

E anche la location del concerto del 18 agosto non è quella originale. Programmato infatti al Dancing Lago delle Rose di Arquà Petrarca (Padova), il live invece si svolge al Campo Sportivo di Feltre (Belluno). Una variazione apparentemente senza spiegazioni, anche se qualcuno afferma che fu a causa di incidenti avvenuti qualche giorno prima durante un concerto dei Van der Graaf Generator. 

Ma anche qui il concerto è stato in forse fino all’ultimo a causa del tempo incerto. Ma poi i Genesis finalmente si possono esibire. Ecco la registrazione:

Questo è il racconto di Piero Gai a Horizons Radio:

“Purtroppo, anche se avvenne a 800 metri da casa mia, ho dovuto raccogliere le informazioni dato che ero troppo piccolo per andarci.
Nel pomeriggio, ci fu anche il tempo per una partitella di calcio a squadre miste tra i presenti e loro, con un pallone di recupero e sfruttando una delle porte del campo. Dopo aver colpito la rete più volte, Peter scagliò l’asta del microfono ancora sulla povera rete, che si vendicò ingarbugliandosi intorno ad essa. Ci volle del bello e del buono per recuperarla.
L’intro di “Watcher of the skies” provocò nel limitrofo  ospedale civile (a pochissimi metri di distanza) un fuggi fuggi tra personale e parenti dei malati, dato che si pensò al rombo che precede il terremoto.
Ultima cosa, ma non sono riuscito a verificarla.Per i  problemi accaduti durante il concerto, Peter fece restituire i soldi ai  presenti. Ad alcuni, li consegnò di persona.”

Lo ricorda così il batterista bellunese Franco De Poli al Gazzettino del Nordest e citato da Rael Matrix in Genesis Forum Italia:

“Era al campo sportivo, con il prato coperto da fogli di panforte e in mezzo al campo una specie di casetta di legno col tetto in cellophane che faceva da palco con dentro gli strumenti dei Genesis, col Mellotron già acceso perché aveva bisogno di scaldarsi. In tutto saremo stati in duecento. una ventina arrivati da Belluno, dieci da Feltre, il resto da tutto il Veneto. Vederli in quella situazione così povera… è bellissimo a ricordarsi. Gabriel si era già rapato la fronte, si truccava gli occhi, non usava ancora le maschere… e nel crescendo di “Musical Box“, il palco era a sei metri dalla rete che lo divideva dal pubblico, cominciò a correre verso di noi e a dare grandi colpi alla rete con l’asta del microfono. Molti scapparono via impauriti! Ricordo che fecero tutto “Nursery Crime“, due brani da “Foxtrot” e qualcosa in anteprima da “Selling England By The Pound”.

Salva

Salva

Salva

A Marina di Ravenna, il 19 agosto, sono due gli show e in quello pomeridiano i Genesis eseguono per la prima volta (lo rifaranno a Genova tre giorni dopo) Seven Stones.

Purtroppo non esistono testimonianze audio o video. 

“Io c’ero assieme ad un amico – racconta a Horizons Genesis Luciano Mazzoli -. Rigorosamente in motorino da Ravenna in quanto allora sedicenni! Saremo stati in 100, non di più al Jolly di Marina, allora piccola balera all’aperto, con i pini che contornavano la pista. Avevano appena pubblicato Nursery Crime. Ho un ricordo molto lontano nel tempo, solo che ero talmente vicino che quasi potevo toccare la band!!! Serata fantastica per un fan che ancora oggi va dove ci sono loro!!! Ultimo concerto loro assieme (senza Gabriel chiaramente) nel 2007 al Circo massimo!! When in Rome…Fantastic.”

“Che emozione, ricordo ancora lo stupore nel sentire dal vivo, mano a mano che mi avvicinavo alla piazza del concerto, i pezzi che amavo in vinile.

Grande serata.”, ha raccontato a Horizons Genesis Gian Stefano Verlicchi di Forlì.

Alcune interviste e qualche aneddoto sono riportati nel libro Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo.

Doppio concerto anche al Piper 2000 di Viareggio, il 20 agosto, alle 18 e alle 21.  Quello serale ha un bis che molto probabilmente viene proposto solo in questa occasione: Harold The Barrel.

Ascolta lo speciale di Horizons Radio: CLICCA QUI

Un appuntamento magistralmente descritto da Silvano Martini nel suo Blog “Last Music Rebel”, dove racconta entrambe le serate da spettatore in prima fila e anche un retroscena fuori da palco. LEGGI L’ARTICOLO DI SILVANO MARTINI

I brani tratti da Foxtrot, album in fase di registrazione ed espressamente citato durante il concerto, sono ormai nella versione definitiva, tranne alcune eccezioni, come ricorda il libro Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo, dove sono raccontati altri aneddoti di questa data.

21 agosto. Il concerto di Albenga, primo dei due in Liguria, non ha registrazioni musicali o memorabilia da sfoggiare. Ma le testimonianze riportate dell’ottimo Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo, raccontano di un Palasport che in realtà è una bocciofila, con tanto di urla dei giocatori, poche centinaia di persone e uso di materiale pirotecnico, prima mai utilizzato.

Quasi 900 persone fanno parte del pubblico del concerto dei Genesis al Teatro Alcione di Genova, una delle maggiori platee di questo tour. 

Ecco la registrazione audio della serata del 22 agosto (non integrale):

E alcuni momenti del concerto, la presentazione di Can-utility  And The Coastliners:

E la rarità assoluta, l’esecuzione di Seven Stones, mai registrata live in altri concerti, al posto di Get’em Out By Friday:

Il concerto è aperto dal gruppo milanese Jumbo e dai napoletani Osanna, il cui cantante e tastierista Lino Vairetti ha raccontato:

“Ricordo che Peter rimase particolarmente colpito dai nostri travestimenti e dal fatto che andavamo in scena con i visi pitturati e quando due anni dopo al concerto di Napoli  vidi le maschere di Gabriel pensai che forse aveva almeno in parte preso spunto da noi”. (da Dusk del 28 aprile 1999, citato in: Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo)

Ed ecco il ricordo a Horizons Radio di  Nanni Iguera:

Sogno di una notte di mezza estate: Genesis a Genova il 22 agosto 1972 al Teatro Alcione

Materiali da collezione di questo concerto (clicca sull’immagine):

Copertine di bootleg del concerto:

Salva

Salva

Salva

Dei due concerti di Rimini, tappa spostata dal 14 al 23 agosto per problemi alla dogana in entrata in Italia, restano solo alcune foto realizzate da Giorgio Tagliabue  – GUARDALE  su Genesis The Movement e da Armando Gallo – GUARDALE sui suoi libri.

Rimini, La Locanda del Lupo, dove si sono esibiti i Genesis il 23 Agosto 1972.

Peccato che non esistano registrazioni audio, visto che alla fine del concerto, insieme al gruppo spalla Osanna, i Genesis (o meglio, tre di loro) hanno improvvisato una jam session, come racconta dettagliatamente e con varie testimonianze dei protagonisti Genesis in Italia. I concerti 1972-1975 di Mino Profumo.

A Horizons Radio il racconto di Enrico Paganelli:

«Ho assistito al concerto pomeridiano dei Genesis alla “Locanda del Lupo” . Purtroppo la  cassettina da 90 su cui ho registrato i primi 45 minuti l’ho perduta.

Al pomeriggio non aprirono gli Osanna. All’inizio Gabriel (con la maschera d’argento e la fronte rasata, disse in buon italiano “Abbiamo dei fastidi con l’elettricità” e Phil Collins attaccò “Volare”, poi dette il ritmo a Peter Gabriel per “Let’s Twist Again”.

Infine partì “Watcher of the Skies” Il concerto si chiuse con un lampo al magnesio che mi lasciò per qualche secondo cieco, mi pare durante “The Knife”.»

La tappa di Travagliato, forse il 24 agosto, segna la fine delle due incursioni italiane dei Genesis nel loro Nursery Cryme Tour. Ma la prova che questo concerto sia realmente avvenuto sta nella ricerche svolte da Mino Profumo negli archivi del Giornale di Brescia, dove ha scovato due box pubblicitari del 20 e del 24 agosto e ri-pubblicati su Genesis in Italia. I concerti 1972-1975.

travagliato-brescia-dancing-supertivoli-24-agosto-1972

Il Tivoli Music Hall – foto dal web

Inoltre c’è la testimonianza su metallized.it di Richard Milella, presente al primo concerto a Travagliato, il 16 aprile.

A proposito dell’esecuzione di Watcher Of The Skies, Milella non può che riferirsi ad agosto, periodo in cui il brano è inserito stabilmente in scaletta già nella forma che lo vedrà aprire l’imminente Foxtrot, mentre in aprile, come è noto, il brano è in fase di gestazione proprio durante il tour italiano. Ecco cosa scrive:

Peter parla nella sua lingua ma fa capire che eseguirà ora un brano registrato da pochi giorni e che uscirà sul prossimo Lp dal titolo Foxtrot. Il brano lo ricordo benissimo perché ci emozionò tutti sin dal primo ascolto con quel suo incedere maestoso fra i tasti dell’Hammond: Watcher of the Skies è una pietra miliare e Gabriel lo interpretò anche teatralmente accucciandosi nei chiaro-scuri dell’organo e saltando letteralmente in alto nelle esplosioni orchestrali.
Certa letteratura dice che il brano fu concepito durante questo primo tour in casa nostra; sbagliato, quando lo eseguirono nelle date italiane era già così bello, così completo e così arrangiato da certificare una certosina preparazione anche se su disco uscirà effettivamente mesi dopo.”

Se hai ricordi di uno di questi concerti scrivi a horizonsradio.it

Salva

Salva

Salva

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio

Richard Macphail: il libro “La mia vita con i Genesis” disponibile in italiano – COMPRA

Il libro dell’ex tour manager della band con la prefazione di Peter Gabriel, già uscito in inglese, ora nella versione italiana.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Si intitola “La mia vita con i Genesis”, la versione italiana del libro di Richard Macphail, l’ex road manager del periodo che va dal 1969 al 1973, dei primi giorni della band e delle sessioni per la registrazione dell’album Trespass , che prese vita proprio nel leggendario Cottage di proprietà dei suoi genitori.

Acquistalo su Amazon:

Figura sempre più importante all’interno dei Genesis, fino al clamoroso addio dopo Foxtrot. Ufficialmente per occuparsi d’altro, ma pare che fosse sempre più in difficoltà di fronte agli appetiti del music business nei confronti della band.

Un ultimo e caldo saluto lo si può trovare nel retro di copertina dell’album Genesis Live, tanto da mettere in allarme i fan e far loro temere la morte di Richard. Il quale è invece vivo e vegeto, ancora in contatto con Genesis & Co. e partecipa spesso ai Genesis Day in tutto il mondo, Italia compresa.

Già in “My Book Of Genesis la prefazione di Peter Gabriel dimostra gli ottimi rapporti di Macphail con gli ex compagni d’avventura. 

Genesis, Richard Macphail racconta il suo libro – VIDEO

Il libro è scritto con Chris Charlesworth e darà ai lettori un quadro nella vita della band di quel periodo, vista dalla sua angolazione. Oltre a Gabriel ci saranno interventi degli altri membri della band e ancora più foto e un capitolo inedito rispetto alla versione inglese.

Ti interessa invece la versione inglese? Clicca l’immagine qui sotto e acquistala su Amazon.

genesis-libro-macphail-ora-prenotabile

Ascolta i Genesis anche su:

Per non perdere nessun dettaglio sulle prossime novità iscriviti alla Newsletter qui sotto.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

I Genesis + Steve Hackett aderiscono all’iniziativa #LetTheMusicPlay

#LetTheMusicPlay è l’hashtag dell’iniziativa per aiutare tutti coloro che mettono in grado gli artisti di fare i tour. Ecco i post di adesione dei Genesis e Steve Hackett.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Horizons Radio News:

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

HR Press Review: il SOMMARIO dello speciale di PROG ITALIA sui Genesis

Prog Italia ha pubblicato un numero speciale sui Genesis. Ecco il sommario.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Un numero speciale sui Genesis, dove la reunion, spostata da novembre/dicembre ad aprile, avrà 6 pagine sulle 106 complessive.

Lo speciale sarà disponibile nelle edicole (si può ordinare presso il giornalaio di fiducia) e prenotabile online a www.sprea.it/genesis.

Questo è il sommario dello Speciale Genesis (106 pagine a colori, 9.90€):

Paul Whitehead – intervista 2020 La trilogia di “Paolo Testabianca”, il grafico storico dei Genesis: TRESPASS, NURSERY CRYME, FOXTROT

Selling England By The Pound Inside Britannia

Malato di Genesis Collezionismo Over the top

Foxtrot Il nostro vero inizio Genesis 2020

La reunion e altre storie

Top 40 songs – le canzoni che più piacciono ai fan

Autobiografia di Steve Hackett A Genesis in my bed

Anthony Phillips Ant e i primi Genesis

Richard Macphail My Book of Genesis Genesis

1969-1997 Una lunga storia attraverso le recensione storiche dei loro album

Charisma Records Lo spirito della leggendaria etichetta di Tony Stratton-Smith

Aubrey Powell dello studio Hipgnosis Quante foto sono state scattate per la copertina di THE LAMB! Per la prima volta racconta ogni particolare.

Horizons Radio News:

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Genesis: Mimmo Vitale racconta il DVD “La storia di Mr. Rael” – INTERVISTA

Il DVD “La storia di Mr. Rael” è un regalo ai fan dei Genesis e un aiuto a Emergency. Ce ne parla l’autore: Mimmo Vitale.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Mimmo Vitale ha realizzato un film di immagini animate, accompagnate dalla musica del doppio album “The Lamb Lies down on Broadway” eseguita dalle migliori tribute band italiane – Real Dream, Get’em Out, The Cage, Revelation, Supper’s Ready, Dusk e-band, Anyway, Estro, Dancing Knights, Oberon – e internazionali. 

Non solo. Il film coinvolge anche due ex Genesis (Steve Hackett e Ray Wilson)Martin Levac (dei Musical Box) e il pianista David Myers

Si tratta inoltre di un generoso progetto che punta a raccogliere donazioni in favore di Emergency (Rael per Emergency).

Per acquistare il DVD inviare richieste a: vitaledomenico.mimmo@gmail.com.

Horizons Radio ne ha parlato con l’autore: Mimmo Vitale.

H.R.: Come ti è venuto in mente questo progetto?

Mimmo Vitale: Questo progetto nasce da molto lontano, l’idea di dare a questo concept album dei Genesis “The Lamb Lies Down On Broadway” immagini animate del percorso di Rael, prendevano in me sempre più piede. Pulivo il disco, appoggiavo la puntina sui solchi ed entravo in un altro mondo, proprio come il protagonista (Rael). Immaginavo di vedere un film con tutte le peripezie che i Genesis raccontavano e, come le vedevo io, volevo che anche altri appassionati come me le potessero vivere.

I Genesis non sono mai riusciti a concretizzare le proposte di un film in tutti questi anni, e non credo ormai che lo faranno più. Quindi mi sono buttato con i miei modesti mezzi in questa avventura col cuore, poi, se ci sono riuscito, spetta a tutti quelli che crederanno in questo progetto valutarlo.

Hai coinvolto – e, diciamolo, anche messo d’accordo – le principali Tribute Band italiane dei Genesis. Come hai fatto? Ci sono state discussioni?

Sinceramente il progetto è nato con le basi musicali originali dell’album. Quello che mi ha fatto cambiare idea sono gli anni che ho passato fino ad oggi inseguendo i concerti delle tribute band “genesisiane”. Prima in Lombardia dove risiedo, e poi, sempre più coinvolto vuoi anche per il mio hobby fotografico, in altre regioni.

Spesso nelle loro set list inserivano “The Lamb”, allora mi son detto: “ma perché non dare modo a questi amici musicisti di accompagnare questo progetto”. Ormai Peter Gabriel & Co. non devono dimostrare più niente a nessuno, mentre le cover band le sentivo più coinvolte e vogliose di suonarli, e ognuna di loro anche in modi diversi ed interessanti.

Mi sono fatto una lista di Band da contattare e con l’amico Leonardo Antonelli, che abita a Roma, già organizzatore dell’evento ”When Ray in Rome” con Ray Wilson, i Notturno Concertante e una Jam session formata da più elementi di varie band italiane i “ Masters of Jam”, ci siamo divisi i compiti per contattarle, e cosi siamo partiti per questa avventura.

Abbiamo chiarito con loro in cosa consisteva il progetto e che aveva la finalità di donare a Emergency il ricavato affinché, visto il periodo pandemico del COVID-19, potessimo aiutare la Lombardia, che senza dubbio è stata la più colpita. Devo dire che tutte le band hanno risposto in modo positivo sin da subito, e questo ci ha agevolato non poco.

Discussioni? Io direi più che altro ho dovuto dare delle priorità a quelle band che avessero avuto il materiale audio di buona qualità, e lì c’è stata una prima scrematura. Poi il resto si è risolto da solo.

In base a quale criterio hai abbinato un brano di The Lamb a una band?

Questa è stata una delle domande con cui io e Leonardo ci siamo trovati subito d’accordo. Era ovvio che qui si doveva decidere non in base ad un filmato che le band avevano nel loro cassetto, ma bensì all’audio, che doveva essere di ottima qualità, non potevamo produrre un DVD in alta definizione per poi avere un audio scarso. E questa è stata la richiesta prioritaria alle band che avevamo inoltrato. Una volta che tutto il materiale audio mi era stato inviato, ho fatto una cernita di tutti i pezzi, decidendo a quali video clip potevano essere abbinati. E qui devo confessare che purtroppo alcune band le ho dovute a malincuore estromettere dal progetto. Anche se avevamo già preannunciato agli amici, che qualora il loro audio non fosse stato buono l’avremmo scartato e dispiace molto.

Se mi permetti il pensiero che al riguardo ho espresso a chi non c’è, è quello, nel futuro prossimo, di non farsi mai trovare impreparati in queste cose, in qualsiasi momento lo riteniate opportuno, createvi una sorta di data base, cercate di registrare video o audio da un service o un amico che abbia gli strumenti adatti, e poi metteteli via, servono sempre.

Hai coinvolto anche star internazionali: due ex Genesis (Steve Hackett e Ray Wilson), Martin Levac (dei Musical Box) e il pianista David Myers. Con loro quale criterio hai seguito?

R – Potrà sembrare strano, perché giustamente di loro si pensa a mostri sacri, per cui avvicinarsi per qualche richiesta diventa sempre un po’ complicato. Il merito in realtà sta sempre nel dimostrare cuore, per noi, perché Leonardo Antonelli “appunto cuore” è il classico pezzo di pane a cui vogliono bene in tanti e questi sono i risultati.

Ha contattato l’amico Mario Giammetti che conosciamo come uno dei maggior intenditori dei Genesis in Italia e credo anche all’estero, gli ha spiegato il progetto e le sue finalità e in qualche giorno Steve Hackett ha dato il suo consenso. Non ha neanche imposto il brano, lo abbiamo inserito in “The Chamber of 32 Doors” e cosi è stato.

Ray Wilson come dicevo prima, con il progetto del 2019 “When Ray in Rome” sapeva della bontà e della serietà del nostro lavoro e ha aderito a occhi chiusi.

Martin Levac e David Myers ex componenti dei “The Musical Box” canadesi, di conseguenza spronati da amici comuni Giorgio Rosa e Michele Maran, anche loro hanno accettato di buon grado. Lo spessore degli artisti come vedete non si valuta solo dalla musica.

Che tipo di tecnica di animazione hai utilizzato?

Di solito lavoro con “Final Cut Pro X” di Apple o con “After Effects” di Adobe. Sono due dei migliori programmi professionali con cui mi trovo meglio. Montaggio molto versatile col primo, ed effetti in fase di creazione clip col secondo.

Ti posso parlare di “Brainstorming”. Lo scopo di questa tecnica è di raccogliere idee su un certo tema, sia in fase di presentazione, sia in una fase successiva di riflessione. Si cerca di visualizzare sulla time line le idee principali che sorgono riguardo all’argomento in questione, e poi si provano soluzioni al momento. Oppure lo “Stop Motion” che consiste nel prendere una immagine frame per frame e muoverla, per poi far sembrare in movimento reale la stessa. Etc…

Come hai affrontato artisticamente il sottile confine tra realtà, sogno e allucinazione che caratterizza la storia di Rael?

Come già descrivo nel booklet interno al DVD che accompagna passo passo le varie avventure di Mr. Rael, “The Lamb Lies Down On Broadway” è la storia di un giovane ragazzo americano di origini portoricane, condotto in un’avventura in un mondo sotterraneo di New York, a metà tra sogno, incubo e la più stravolgente delle realtà.

Dalla spiegazione di Peter Gabriel, Rael fa un “viaggio dentro la sua anima”, non è solo un trasporto fisico ma anche (e soprattutto) mentale. Phil Collins ricorda inoltre che la storia di The Lamb deriva da uno sdoppiamento di personalità del protagonista. In tutto l’album non sappiamo mai con certezza se siamo nella realtà del vero Rael, in quella della sua personalità più profonda, riflessiva e buona, oppure in un sogno molto vivido ma non reale. Forse un po’ uno e un po’ l’altro.

Quindi ho cercato questa trasposizione tra confine e realtà alternando immagini reali a quelle costruite tipo fumetto, perché la la vita di tutti i giorni potrebbe proprio essere questa. Ti svegli, un caffè, vai a l lavoro, torni, una doccia, e poi con la testa tra un libro o un DVD ti immergi in un mondo fantastico dove molti di noi vorrebbero essere.

Realizzare il film di The Lamb è sempre stato il sogno di Peter Gabriel. Pensi che questa tua opera gli piacerebbe?

Nel 1979 Peter Gabriel propose al regista Jodorowsky di farne un film, Peter fece di tutto per esserne anche il protagonista, ma come sappiamo, tutto questo non fu mai concepito.

Non so se il mio lavoro potrebbe rispecchiare il pensiero artistico di Gabriel e non so neanche come Jodorowsky abbia preso la partitura del film proposta e le motivazioni per cui i due non si misero d’accordo. Questa mia trasposizione animata del concept album l’ho realizzata dopo aver visto e letto molti libri e filmati, a volte molto contrapposti tra loro, per poi farmene un’idea e lavorarci sopra.

Pensare che possa piacere a Peter Gabriel questo mio modo di vederla sarebbe, da fan, una immensa soddisfazione, ma resto con i piedi ben incollati al suolo e mi godo gli apprezzamenti degli amici o i “malati” come me dei Genesis che hanno donato per avere questo DVD.

Gliela farai avere?

Con l’amico Leonardo Antonelli ci siamo mossi in questo senso con le 4 guest star del progetto. Abbiamo inviato il DVD ai referenti che curano la loro immagine. Per quanto riguarda Peter Gabriel è un po più complicato, lui è una persona molto riservata, non vogliamo che il lavoro sia consegnato a una qualunque persona per poi essere messo da parte. Ci stiamo interessando per riuscire a farglielo avere da persone di sua fiducia brevi mano, poi se avremo la fortuna di una risposta ve lo faremo sapere.

Pensi che potrà mai diventare un vero film, con attori in carne e ossa, come lo pensava Peter?

In un’intervista del 1988, concessa da Gabriel al suo biografo Spencer Bright, il cantante racconta come furono elaborate due versioni riadattate della storia, una scritta di suo pugno e l’altra da Jodorowsky. Gabriel si rese conto della “debolezza” della sua versione in confronto a quella del regista e così, poco convinto della piega che stava prendendo il progetto, decise di terminarlo.

La versione raccontata da Gabriel non fa luce però su altri due importanti aspetti che influirono pesantemente sulla mancata riuscita della pellicola. In primo luogo fu scartata l’idea di Gabriel di interpretare Rael e oggi a mio avviso ancora più improbabile. In secondo luogo, allora, la Charisma Films ritenne il costo troppo elevato e rischioso, Gabriel perseverò inseguendo la realizzazione della pellicola per qualche anno ma incontrò sempre meno appoggio, persino dagli altri membri della band, poco entusiasti di prender parte a un progetto totalmente incentrato sul loro frontman e che pareva essere morto in partenza. Oggi, per le condizioni economiche del mercato cinematografico e le condizioni degli eventuali protagonisti, un nome su tutti, Phil Collins, mi pare assolutamente impensabile.

Perché, secondo te, Rael è così simbolico per i fan dei Genesis? Quali corde tocca?

Rael sta cercando di descrivere l’indomabile entità della vita. Una vita che cambia continuamente, come lui stesso cambia in solido, liquido, fluido, che convergono insieme verso il vero Rael. Vuol dire che in tutti i momenti della sua vita di New York, e poi in quell’avventura surreale, in ogni momento bello, brutto, terrificante o emozionante, è sempre stato semplicemente Rael.

Noi forse, ma certamente io, mi ritrovo in questo pensiero. In tutto quello che si fa, bisogna essere se stessi. Quello che Rael vedeva in suo fratello John, non è altro che lui stesso e quindi cerco di essere sempre nel bene e nel male me stesso. Peter Gabriel incoraggia ogni ascoltatore a trovare il suo significato. C’è un incitamento a fare della nostra vita ciò che vogliamo.

E perché tu sei stato attratto da The Lamb, perché è un concept album o per altri motivi?

Ho iniziato a seguire i Genesis molto presto, io sono del ’57, fine ’60 inizio ’70 erano gli anni del grande rock in tutte le sue sfaccettature. Da Trespass del ’70 a Foxtrot del ’72 vidi crescere album dopo album la qualità delle loro composizioni, il 1973 con l’uscita di “Selling England by the Pound” per me fu l’apoteosi del rock progressivo o come lo chiamavano allora “Rock sinfonico”.

La qualità dei suoni, le composizioni, la leggerezza che Hackett e Rutherford davano alle chitarre non aveva rivali. Quell’album era per me la consacrazione della migliore band del prog-rock. Pensavo: “ma dopo di questo, cosa avrebbero mai potuto realizzare di meglio?”

Invece l’anno dopo arrivo “The Lamb Lies Down on Broadway” GENIALE! Ancor oggi ritenuta la miglior storia concepita e messa in musica di sempre. Devo confessare che all’inizio ho fatto fatica a capirne il concetto, l’inglese lo mastico appena e l’album è pieno di espressioni e significati molto difficili da capire.

Poi ci sono dei pezzi pieni di effetti sonori come “The Waiting Room” dove Rael colto dalle sue paure, rimane impietrito non sapendo dove e come scappare delle immaginarie pareti bianche in cui si trova. O “Ravine” con il corvo che scappa con la provetta contenente il pene di Rael. Ecco questi passaggi, col tempo, mi hanno fatto apprezzare, oltre alla bellezza dell’album, anche una storia, come dicevo prima, nella quale tutti noi potremmo ritrovarci.

Peter Gabriel con il lavori precedenti, ha dato dimostrazione di avere un’ottima preparazione storica omerica e barocca, con testi molto difficili da interpretare per poterci immedesimare. Mentre The Lamb è più a portata d’uomo. La difficoltà nel creare animazioni i questi punti cosi difficili come i due brani descritti, è stata per me una sfida. E in questi due anni in cui ho raccolto il materiale per poi assemblarlo, ho ancora di più approfondito la bellezza di quest’opera e di conseguenza l’attrazione nei suoi confronti.

Il DVD supporta Emergency nella lotta contro il Covid-19. Perché questa scelta?

Questo progetto, come detto prima, era in incubazione da due anni, però bisognava avere il tempo per montare il puzzle di tutto il materiale che avevo accumulato. E di tempo – ahimè o in questo caso per fortuna, non fraintendetemi – il COVID-19 e questo lockdown ha reso possibile una full immersion sul lavoro.

Otto ore al giorno dedicate esclusivamente al montaggio dei video, tra effetti, sovrapposizioni di personaggi, etc. Quindi Anche in questo caso come lo scorso anno per “When Ray in Rome”, l’amico Leonardo Antonelli, mi ha suggerito, visto il periodo di scoramento per l’epidemia in Italia, di dare un aiuto a una associazione, nella fattispecie Emergency, a far sì che potessero acquistare materiale sanitario attraverso le donazioni per il DVD.

A oggi, abbiamo già raccolto, grazie ai numerosi amici che hanno creduto in questo progetto, una prima importante cifra e ne siamo orgogliosi.

Ricordiamo come si può acquistare il DVD.

Potete inviare le vostre richieste direttamente a me: vitaledomenico.mimmo@gmail.com.

Se mi permettete, vorrei ringraziare l’amico Leonardo Antonelli per avermi supportato in toto. Questo progetto è anche il suo. Un ringraziamento speciale va a Mario Giammetti , Giorgio Rosa e Michele Maran con l’associazione culturale “Duke” di Padova, ringrazio Marco Zatterin,  giornalista e scrittore per la sua dettagliata recensione all’interno del booklet, un abbraccio al caro amico Roberto Conditi presenza di rilievo quando si parla di Genesis, senza il loro aiuto non avremmo potuto dar un’impronta di professionalità al DVD. Per ultimo il nostro ringraziamento di cuore a questi straordinari professionisti che hanno sposato senza batter ciglio il progetto e l’iniziativa “Rael per Emergency” regalandoci la loro presenza, e la loro straordinaria musica.

Thanks! Mr. Steve Hackett, Mr. Ray Wilson, Mr. Martin Levac Mr. David Myers

Le band che hanno partecipato al progetto:

Anyway (Torino), Ray Wilson & band, Dancing Knights (Roma), Real Dream (Genova), Dusk e-B@nd (Nord Est Italia), Revelation (Roma), Estro (Roma), Steve Hackett & band, Get’em Out (Milano), Supper’s Ready (Bolzano), Martin Levac & band, The Cage (Parma), Oberon (Palermo), solo piano David Myers.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
Ascolta Genesis & Co. anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Musica VS Covid-19: Genesis live a Dortmund, 14 giugno 1978 – VIDEO RARI

Ri-viviamo i grandi concerti del passato di Genesis & Co. in attesa del ritorno dei live dopo la quarantena del Covid-19 e di The Last Domino? Tour
[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

1978 Westfalenhalle, Dortmund Germany – VIDEO:

1992 British Columbia Place Stadium, Vancouver Canada – “Stone Trek” FM Radio Special INTERVISTA:

2007 Messecenter, Herning Denmark – VIDEO

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’