Giuseppe Scaravilli ripercorre l’irripetibile stagione dei grandi gruppi del rock anni Settanta, tra cui anche i Genesis.
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Con questo volume Giuseppe Scaravilli, leader dei Malibran, ripercorre l’irripetibile stagione del rock anni Settanta, utilizzando l’escamotage narrativo dell’incrocio tra le biografie delle varie band, progressive e non, mettendo insieme una documentazione esaustiva, frutto di decenni di passione, e una scrittura scorrevole e avvincente, ricca di testimonianze dettagliate e di aneddoti interessanti.
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Non mancano i resoconti degli eventi che hanno segnato la musica degli anni Settanta in Italia, dai grandi festival agli scontri per la musica gratis.
A completare il tutto, il volume presenta un inserto fotografico che racconta per immagini quanto si può leggere nel testo, con inedite foto d’epoca – preparate e restaurate per l’occasione – che ritraggono le band mentre sono impegnate sul palco.
Sono trascorsi ormai decenni da tutto questo, ma è rimasta la musica a testimoniare una delle stagioni più creative della nostra storia, una stagione che non è semplicemente alle nostre spalle, ma risuona forte al presente nei sogni, negli ideali e nel desiderio di scoprire cose nuove che animavano i giovani del tempo.
E che ancora ci indicano la via.
Con Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Genesis, King Crimson, Malibran, Jethro Tull, Banco del Mutuo Soccorso, Van der Graaf Generator, Premiata Forneria Marconi, Area, Pink Floyd, Gentle Giant, Yes, Free, The Who, Traffic, Supertramp, Camel e tanti altri.
Due volumi, quattro gruppi Prog, ma anche tutta la scena rock del periodo fino al 1975. 384 pagine l’uno con molte foto. E’ il nuovo “doppio” lavoro di Max Stèfani. Gli abbiamo fatto qualche domanda.
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Horizons Radio: Come hai scelto e abbinato le due band e perché?
Max Stèfani: Quattro band per un solo libro veniva con troppe pagine. Mi è venuto naturale abbinare ELP con King Crimson per via di Greg Lake. Meno per Genesis e Jethro Tull, ma dopotutto si parla dello stesso periodo, anche se Anderson ha cominciato prima.
I libri arrivano fino al 1975. Perché?
E’ il loro periodo di maggiore qualità, anche se alcuni sostengono che i Genesis con Collins sono migliori. Questione di gusti. E comunque dal 1975 il genere ha perso la rotta.
Fotografie, tour, interviste, recensioni americane, inglesi, francesi e italiane. Da dove proviene tutto il materiale che hai usato?
Da mie collezioni, contatti nel mondo, amici.. una lunga ricerca.
C’è anche un inserto dei gruppi Prog ‘minori’ del periodo: tedeschi, inglesi, australiani, americani, francesi. Come si legano ai quattro ‘maggiori’?
Volevo dare uno sguardo ai gruppi meno conosciuti, perché molti si sono fermati a quelli che hanno fatto più vendite. Spesso capita che band altrettanto valide, per tutta una serie di ragioni, non abbiamo successo. Ma i fischi, quando si trovano, rimangono.
In che senso questi volumi sono “fatti in casa, genuini”, come li definisci tu? Come hai lavorato a essi?
“Fatti in casa” nel senso per la mia casa editrice. Completa libertà su tutto: testi, foto e copertine, decisione di saltare librerie e Amazon, perché sono prodotti di qualità per pochi e non mi va di regalare i soldi a una casa editrice esterna solo per la soddisfazione di vederlo 15 giorni nelle librerie. Copie numerate con dedica personale; sarebbe impensabile sul mercato.
Quindi attraverso quali canali vengono vendute?
Solo per posta. Basta contattarmi sui social… Facebook, Instagram, passa parola..
Qual è il pubblico di riferimento dei tuoi libri?
Un migliaio di persone anziane, miei ex lettori sul Mucchio, Rumore, Suono, Outsider, etc…
Prog Italia dedica la copertina e ovviamente ampio spazio del prossimo numero, il 27°, in uscita il 20 novembre, ai 45 anni di The Lamb Lies Down on Broadway e ovviamente al fondamentale libro di Mino Profumo.
“Il 20 novembre uscirà il 27° numero di Prog Italia, l’ultimo del 2019… nonostante l’assoluta situazione di disastro editoriale nelle edicole la rivista andrà avanti anche nel 2020, tranne casini non auspicabili… grazie a tutti La copertina è incentrata sul monumentale libro su The Lamb, edito dalla Rizzoli nella collana Lizard, diretta da Simone Romani, che ringraziamo anche per averci concesso le foto per l’articolo, ovviamente tratte dal libro…”
Dalla Redazione di Horizons Radio, oltre a “in bocca al lupo” alla storica e gloriosa testata, un invito a tutti i Genesissiani e gli amici del Prog italiani ad acquistare e abbonarsi in massa a Prog.
Dal titolo “Here It Comes Again”, questo nuovissimo album di Francesco Gazzara comprende arrangiamenti per pianoforte e orchestra di alcune preziose gemme dei Genesis dal ’71 agli anni 80 e presenta gli stessi musicisti del lavoro precedente più altri ospiti.
Ancora una volta l’artista Ugo Micheli ha fornito un acquerello per la copertina apribile (la parte anteriore è visibile qui).
Nuovo album in studio per Djabe & Steve Hackett; “BACK TO SARDINIA”.
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Nel 2016 DJABE e STEVE HACKETT hanno trascorso alcuni giorni sulla magnifica isola di Sardegna.
Vicino alla cattedrale di Nostra Signore di Tergu hanno costruito uno studio di registrazione temporaneo nella casa del prete.
Le registrazioni sono andate bene, gli artisti sono stati profondamente ispirati dai dintorni.
Horizons Radio Playlist:
La session improvvisata di 3 giorni è stata registrata da Tamás Barabás, che in seguito, a Budapest, ha prodotto un intero album dai nastri multitraccia per creare Life Is A Journey – The Sardinia Tapes.
Pubblicato nel 2017, l’album è stato accolto con entusiasmo dai fan ed è stato acclamato dalla critica.
A tre anni dalle prime registrazioni, DJABE è tornato in Sardegna e ha registrato alcune session improvvisate.
Hanno suonato nelle stesse location e hanno registrato su nastro analogico a 24 tracce. STEVE HACKETT ha poi completato le sue parti a Budapest, prima del mixaggio, poiché il suo programma estivo non permetteva di condividere l’aria fresca sarda con i suoi amici DJABE.
L’uscita comprende anche un disco DVD bonus con un 5.1 Surround Sound e 96 kHz / 24-mit stereo mix dell’album, insieme a bonus visual features tra cui il brano “When the Film is Rolling” e live performances di brani come il classico dei Genesis “In That Quiet Earth” e la traccia di Djabe e Steve Hackett “Tears for Peace” e “Turtle Trek”.
“BACK TO SARDINIA” è un’esperienza musicale, nata dall’ambiente in cui è stata concepita ed è la tappa successiva del particolare viaggio musicale di DJABE e STEVE HACKETT.
DISC ONE: CD BACK TO SARDINIA
1. BACK TO SARDINIA 2. LONELY CACTUS 3. HAPPY TERGU 4. LAKE BY THE SEA 5. STONES AND MIRTO 6. GIRL IN THE PALAU WOODS 7. WALKING AROUND 8. FLYING KITES 9. PURPLE DREAM 10. DANCING IN A JAR 11. CINQUECENTO FRAGOLE 12. BOTTLES IN THE WATER 13. FLOATING BOAT
DISC TWO: DVD “BACK TO SARDINIA” THE 5.1 SURROUND SOUND MIX & 96 KHZ / 24-BIT STEREO MIX
1. BACK TO SARDINIA 2. LONELY CACTUS 3. HAPPY TERGU 4. LAKE BY THE SEA 5. STONES AND MIRTO 6. GIRL IN THE PALAU WOODS 7. WALKING AROUND 8. FLYING KITES 9. PURPLE DREAM 10. DANCING IN A JAR 11. CINQUECENTO FRAGOLE 12. BOTTLES IN THE WATER 13. FLOATING BOAT
VISUAL EXTRAS 1. WHEN THE FILM IS ROLLING 2. IN THAT QUIET EARTH 3. CASTELSARDO AT NIGHT 4. TURTLE TREK
Limited-edition version of …But Seriously pressed on 180-gram turquoise vinyl with exclusive numbered lithograph celebrating 30 years of Phil Collins’ fourth multi-platinum solo album.
BUY NOW:
Originally released in November 1989, …But Seriously was Collins’ fourth studio album, and the follow-up to his diamond-certified classic, No Jacket Required.
An international sensation, …But Seriously topped the album charts in more than 16 countries, including in the U.S., where it spent four weeks at #1. In Collins’ native U.K., the album spent a total of 15 weeks at #1 and almost a year in the Top 10.
…But Seriously classic edition:
Track Listing: Hang In Long Enough That’s Just The Way It Is Do You Remember? Something Happened On The Way To Heaven Colours I Wish It Would Rain Down Another Day In Paradise Heat On The Street All Of My Life Saturday Night and Sunday Morning Father to Son Find A Way To My Heart
Ray Wilson’s new Double Album “Upon My Life” features 26 songs from the 9 studio albums Ray has recorded after Genesis, plus 2 brand new tracks: “Come The End of The World” and “I Wait and I Pray” (VIDEO below), which are both inspired by the politically confused, ecologically challenged, and polarised world we now live in.
The Double Album captures a wealth of memories and emotions from the Scottish singer’s unique and impressive career, covering his Solo Work, Stiltskin, and Cut_.
Digital release for B-sides, Remixes and Rarities.
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By D.B.
Flotsam and Jetsam is a collection of B-sides, remixes and rarities from across Peter Gabriel’s solo career. Over 60 tracks are featured, mostly all of which have been previously released physically, either on 7”, 12” or CD singles, soundtrack or tribute albums, but, with a few exceptions, are being released digitally for the first time.
The collection – arranged chronologically – is split into three eras. The first, 1976-1985, covers the period from Peter first going solo to the end of his run of four self-titled solo albums. It opens with a cover version of ‘Strawberry Fields Forever’, the first time Peter featured on a release after leaving Genesis. The second, 1986-1993, are Peter’s popstar years with music released around the albums ‘So’ and ‘Us’. The third era is 1994-2016and features remixes from the ‘Up’ album, plus tracks used in various films and notable cover versions. It ends with Peter’s song ‘The Veil’, written especially for the Oliver Stone movie ‘Snowden’.
Buy now:
Across the collection are a handful of previously unreleased versions of songs, most notably, the extended version of ‘Slowburn’ (PG1), the full version of ‘Don’t Break This Rhythm’ (an edit featured as the B-side to Sledgehammer) and the tracks ‘Curtains (Broad Mix)’ and ‘Father, Son (Daniel Lanois and Richard Chappell Mix)’ both only previously available on the non-commercial Music Industry Trust Awards CD ‘Uscita’.
E’ uscito del doppio CD degli Algebra “Deconstructing Classics”. Al timone della band un grande protagonista del mondo Genesis: Mario Giammetti, fondatore e direttore del Magazine Dusk. Nell’album ci sono due special guest d’eccezione. Lo abbiamo intervistato.
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By D.B.
Destrutturare le canzoni e rifarle secondo un’identità personale. Non tributi, ma reinterpretazioni spontanee.
E’ la filosofia di “Deconstructing Classics” terzo album del gruppo campano Algebra, quasi 160 minuti di musica in due cd.
Il primo si apre con l’unica nuova registrazione: una cover de La cura di Franco Battiato con due grandissimi ospiti (Steve Hackett e Anthony Phillips).
Il Cd 2 è completamente inedito: accanto a brani mai pubblicati, si ritrovano improvvisazioni, performance live ed esperimenti, con un gioiellino acustico inedito dello stesso Ant.
Ecco l’intervista al leader della band Mario Giammetti:
H.R.: Nella nuova cover de La Cura di Battiato avete due special guest davvero d’eccezione: Steve Hackett e Anthony Phillips. Non capita tutti i giorni. Come sei riuscito nell’impresa?
Mario Giammetti: Naturalmente con Steve e Ant c’è un bel rapporto di amicizia da tantissimi anni, quindi non è stato poi così difficile, almeno nel caso di Steve che, del resto, aveva già registrato un assolo per il brano “Il molo deserto”, tratto dal nostro album del 2009 “JL”. Il problema era solo aspettare che trovasse il tempo.
E’ stato difficile convincere Ant?
Non ho dovuto convincerlo, è stato lui a proporsi! Il che è davvero incredibile. In verità, desideravo tantissimo averlo ospite. Ci avevo già provato per l’appunto dieci anni fa con “JL”.
All’epoca, ascoltando il nostro demo, mi disse che c’era già della chitarra a 12 corde su quel disco e che dunque non avevamo bisogno di lui! Al di là dell’immeritato complimento che mi fece, non mi stupii più di tanto: conosco perfettamente Ant e so che non fa certe cose a cuor leggero, ma alla fine in qualche modo ha partecipato ugualmente inviandomi le sue splendide foto di paesaggi marini che abbiamo usato per il booklet interno di quell’album.
Stavolta, sono partito da un’altra cosa: gli ho parlato del nostro progetto e gli ho chiesto semplicemente il permesso di utilizzare un suo brano per 12 corde inedito. Si tratta di una variazione sugli accordi di “Dusk” dei Genesis che Ant molto carinamente aveva registrato appositamente per la festa dei 25 anni della mia rivista Dusk, celebrati nel marzo 2016 a Adria (la cittadina in cui i Genesis tennero il loro primo concerto italiano in assoluto nel 1972). Lui non solo mi ha dato subito l’ok per l’utilizzo di quel gioiellino acustico (che ho battezzato “Il crepuscolo”), ma si è anche spontaneamente offerto di partecipare al brano in cui gli avevo anticipato avrebbe suonato anche Steve. Non ci potevo credere.
Ci puoi raccontare com’è questo loro intervento nel brano?
Steve suona l’assolo centrale di chitarra de “La cura”, l’unico brano registrato appositamente per questo disco che, per il resto, è costituito da materiale d’archivio. Anche l’originale di Franco Battiato contiene un assolo di chitarra, ironia della sorte realizzato da David Rhodes, storico chitarrista di Peter Gabriel. Di solito, nelle nostre reinterpretazioni, ci piace cambiare strumenti per gli assolo. Non in questo caso, però, l’idea era semplicemente di cambiare chitarrista e, con tutto il rispetto per Rhodes, con Hackett è tutta un’altra musica!
Abbiamo creato una base di circa due minuti, dove lo abbiamo naturalmente lasciato libero di fare quel che desiderava. Trovo il suo assolo di bellezza devastante. Tra l’altro ho scoperto solo da qualche settimana che l’ingegnere del suono dell’album di Battiato che conteneva “La cura”, “L’imboscata del 1996”, era quello stesso Ben Fenner che ha registrato l’assolo di Steve per noi nel novembre 2018, quando Hackett ha miracolosamente trovato il tempo. Quindi su “La cura”, alla fine, la parte di Ant è stata realizzata quando ancora non avevamo l’assolo di Steve, anche se naturalmente l’ho informato del punto in cui sarebbe stato inserito, il che rende ancora più preziosa una performance non appariscente, ma assolutamente efficace.
Non solo: Ant ha poi suonato i medesimi strumenti presenti sotto l’assolo di Steve (chitarra a 12 corde e clavicembalo) anche nella coda strumentale, su una sequenza aggiunta da noi col sax protagonista. In questa sezione, gli accordi ribattuti del clavicembalo di Ant cambiamo piacevolmente il mood della parte finale del brano.
Ci sono altri omaggi ai Genesis nel disco. Quali?
Nel lontano 1995, battendo senza saperlo di qualche mese l’etichetta americana Magna Carta, fui il primo pazzo al mondo che ebbe l’idea di realizzare un tributo ai Genesis, subito sposata dal boss della Mellow Records (che, in seguito, avrebbe dedicato analoghi omaggi ad altre gloriose band). Da co-produttore artistico, mi sembrò inevitabile lasciare proprio agli Algebra l’onore e l’onere di aprire il doppio cd “The River Of Constant Change”, e la scelta non poteva cadere che su “Dusk”.
La nostra versione era molto diversa, con un’introduzione di chitarra solista e colpi sordi di batteria, una sezione ritmica centrale e interventi di violino e sax. Pochi mesi dopo, una parte delle band coinvolte portò quel tributo anche sui palchi di alcune località del nord Italia. Nella mezzoretta a nostra disposizione, integralmente riportata nel secondo cd di “Deconstructing Classics”, spezzate da un lungo brano strumentale di nostra composizione, suonammo “Dusk” e “Open Door”, quest’ultima in una versione stilisticamente abbastanza stravolta dall’aggiunta di sax, fisarmonica e batteria.
Per finire con i Genesis, nel 2003 ci fu una performance acustica di “Ripples” in formazione ridotta (io chitarra acustica e voce, mia sorella Maria al sax e voce, Roberto Polcino al piano) per alcune presentazioni di libri pubblicati, o in attesa di essere pubblicati, da Editori Riuniti, laddove gli autori (come nel mio caso) erano anche giornalisti. L’esibizione avvenne al ben noto Big Mama di Roma; chiesi al tecnico di registrarla col mixer, ma si rifiutò. Per cui abbiamo usato la prova del giorno prima, fatta in studio ma rigorosamente live e senza sovraincisioni.
Omaggio anche ad Hackett, con “Sleepers”. Come lo avete realizzato?
Nell’agosto 2008 ospitai a casa mia un paio di amici inglesi. Uno di questi era Nick Clabburn, amico inseparabile di Steve Hackett (oltre che paroliere dei primi due album rock del fratello John). Faceva caldo e Nick non riusciva a dormire, così nel corso della notte inviò a Steve questo sms: “all the sleepers send you their dreams”, riferendosi agli altri occupanti la casa. Hackett fu talmente toccato dalla poesia di Clabburn, che costruì intorno a questa frase una splendida canzone, Sleepers (questo episodio è riportato anche sul sito ufficiale di Steve: http://www.hackettsongs.com/blog/well2.html).
Quasi vent’anni dopo il tributo ai Genesis, Mauro Moroni pensò di dedicarsi anche ai Genesis solisti, pubblicando dapprima un omaggio a Gabriel (a cui gli Algebra non hanno partecipato, anche se io ho scritto le note di copertina), poi uno a Hackett. Mi è sembrato interessante omaggiare proprio quella canzone che, seppure indirettamente, mi apparteneva almeno un pochino, anche per distaccarci da scelte troppo ovvie (non a caso, “Sleepers” è solo uno dei due brani su 16 che non fa parte dei primissimi album di Steve!). Naturalmente anche in questo caso abbiamo cercato di fare a modo nostro, inserendo parti di viola all’inizio e alla fine, mentre nella sezione da incubo centrale c’è persino del growl.
Non mancano quelli a Peter Gabriel Ray Wilson e Anthony Phillips. Ce li descrivi?
Il progetto originario di Moroni che ti dicevo prima prevedeva anche, dopo quelli dedicati a Gabriel e Hackett, un terzo volume sui solisti rimanenti. Disco che, purtroppo, è alla fine uscito solo in digitale (col titolo “In The Land Of Geese, Ghosts And Confusion”). Per quel che riguarda gli Algebra, mi piacque subito l’idea di dare rilievo all’unico di cui certamente nessun altro si sarebbe occupato: Ray Wilson. Scelsi “Goodbye Baby Blue”, una bellissima canzone tratta dal suo primo album “Change”, come sempre rivisitata a modo nostro con una parte aggiunta dominata dal sax. A quel tributo partecipammo anche con un paio di spin-off, con altri due brani dedicati a Phillips: Rino Pastore, con lo pseudonimo The Shepherd, realizzò una versione cantata in italiano di “The Anthem From Tarka”, mentre io e mia sorella Maria, con il nome MariGiam, incidemmo “God If I Saw Her Now”. L’originale performance di quest’ultima ci è sembrata meritevole di comparire nel disco degli Algebra.
Anche la confezione è di altissimo livello. Come è stata realizzata e da chi?
È verissimo. Nonostante i costi di stampa proibitivi, per me non esisteva un piano b, come pure qualcuno aveva suggerito: il disco doveva essere realizzato come si deve, altrimenti avrei preferito lasciare tutto nel cassetto dei ricordi. Quindi mi sono affidato a grandi professionisti come Bob Fix (per la masterizzazione), che in alcuni casi sono anche fantastici amici. Come Maurizio e Angéla Vicedomini, che i fan dei Genesis ben conoscono essendo i fotografi delle copertine degli ultimi dischi di Steve Hackett. Per noi hanno immortalato una bambina che corre felice tra le vetrate de La Défence di Parigi, un’immagine che mi ha conquistato immediatamente per la sua spontanea spensieratezza, oltre che per la sua bellezza e che trovo anche molto adatta al titolo del disco e, per certi versi, al contenuto tematico de “La cura”. Del layout si è invece occupato Roberto Conditi (che da anni cura anche le copertine di Dusk), il quale è stato come sempre eccezionale. Il cd doppio si presenta in un bel digipack cartonato. Ai due lati, là dove vengono inseriti i dischi, ci sono frame del videoclip de La cura, che si può visionare qui:
mentre al centro vi è incollato un ricco booklet da 28 pagine in cui sono riportate dettagliate note canzone per canzone, quasi sempre corredate da fotografie relative all’epoca di riferimento. Qua e là, quindi, si ritrovano anche Steve e Anthony.
Ci vuoi presentare i componenti degli Algebra?
Rino Pastore è l’unico membro fondatore del gruppo superstite. Suona le tastiere e le due canzoni più antiche di questo disco (1983/84) sono farina del suo sacco. Una la canta anche. Rino è sempre originale nel suo approccio e spesso è il propulsore delle idee più bizzarre, il che è una caratteristica predominante degli Algebra.
L’altro tastierista è Roberto Polcino, tecnicamente bravissimo e maestro degli arrangiamenti. Lui è coinvolto in diverse situazioni, tra cui la Playtoy Orchestra, una band che suona esclusivamente strumenti giocattolo e che abbiamo visto spesso in televisione ed è reduce da un fortunato tour in Cina.
Franco Ciani è un batterista espertissimo che nella nostra città (Benevento) ha suonato praticamente con tutti. Anche lui bravo arrangiatore, Franco ha il pregio di colorare in maniera inconfondibile i nostri brani con le sue percussioni, quasi sempre strumenti reali e raramente elettronici.
Infine mia sorella Maria, che è stata per quasi sette anni la sassofonista di Massimo Ranieri, con il quale ha girato il mondo tenendo qualcosa come 750 concerti dello spettacolo “Canto perché non so nuotare”, visto spesso anche in Rai. Il suo sax è diventato nel tempo il principale strumento solista nei nostri brani, specie per le cover, e le sue performance sono sempre spontanee e spesso venate di jazz.
Come si può acquistare il disco?
Sebbene esca su etichetta Andromeda Relix, il disco è virtualmente un’autoproduzione, portata a termine grazie anche alla generosità del mio amico fraterno Stefano Tucciarelli. Trattandosi di un’edizione limitata, a parte quelle inviate al distributore, chi desiderasse acquistarlo può contattarmi via mail.
Per finire, da collega e anche da persona che non ha mai un minuto che avanza: ma come fai a trovare il tempo anche per suonare?
Il tempo è un concetto relativo. Bisogna riuscire a usarlo nel migliore dei modi. Oppure fare un patto col diavolo.
CD 1 (77’30”)
01.La cura
02.Dusk
03.Song Within A Song
04.Funny Ways
05.Felona e Sorona
06.Take A Pebble
07.Old Rottenhat
08.Up To Me
09.Dear Diary
10.Qué Hacer
11.This Train Is My Life
12.Sleepers
CD 2 (76’00”)
01.Strangers In Space
02.Hallelujah Joe
03.Goodbye Baby Blue
04.God If I Saw Her Now
05.The Lobster
06.Straight
07.Ripples live rehearsal
08.Up To Me live rehearsal
09.Il crepuscolo
10.Dusk live
11.Russian Suite live
12.Open Door live
13.The Clouds Are Always Present
14.Il muro
Mario Giammetti: vocals, guitars, bass (1983/2019)
Rino Pastore: keyboards (1983/2019)
Maria Giammetti: alto and soprano sax, flute (1995/2019)
Roberto Polcino: keyboards (1996/2019)
Franco Ciani: drums and percussion (1998/2019)
Salvatore Silvestri: drums and percussion (1983/1997)
“Per la copertina di The Lamb abbiamo scattato centinaia di foto, talmente tante che non c’è da stupirsi se in tutti questi anni mi hanno fatto mille volte la stessa domanda: ‘Ne è sopravvissuta qualcuna?’. E la risposta, purtroppo, è sempre la stessa: ‘Nemmeno una’.” questa era la risposta di Aubrey “PO” Powell fino ad oggi, che sono stati fortunosamente ritrovati oltre settanta provini della copertina di “The Lamb Lies Down On Broadway”, tutti contenuti nel libro.”