“Phil Collins , Mike Rutherford e Tony Banks sono stati avvistati ieri sera al Madison Square Garden di New York – racconta Prog -, suscitando voci secondo cui una riunione dei Genesis potrebbe essere in programma.
Il trio stava guardando i New York Knicks sfidare i Los Angeles Lakers.
Rutherford e Banks sono stati visti seduti insieme nelle inquadrature delle celebrità tra la folla, mentre Collins sembrava essere separato da loro.
Le foto potrebbero indicare che una riunione è possibile? O forse il trio era in città per festeggiare il 69 ° compleanno di Collins, che si svolgerà il 30 gennaio? – si chiede Munro.
Peter Gabriel è stato intervistato nel nuovo film su Robbie Robertson e The Band, intitolato ‘Once Were Brothers’. Il film uscito il 21 febbraio negli USA.
Il film racconta la storia di The Band con interviste di oggi e di archivio e, naturalmente, tanta grande musica.
Il film è stato prodotto da Martin Scorsese, Ron Howard e Brian Grazer.
Dai giorni come band di supporto del grande Bob Dylan al loro album di debutto “Music From Big Pink”, fino al leggendario concerto dell’addio alle scene.
Il film conterrà rari filmati d’archivio, fotografie dell’epoca, estratti musicali live e interviste con Robie Robertson, Bruce Springsteen, Eric Clapton, Scorsese, Van Morrison, Peter Gabriel e tanti altri.
Martin Scorsese, che ha diretto The Last Waltz, il leggendario film del concerto d’addio dei The Band, all’interno del documentario aggiunge: “Non esiste nulla di paragonabile a loro”.
Il documentario “Once Were Brothers: Robbie Robertson and The Band” è stato presentato per la prima volta allo scorso Toronto Film Festival 2019 e sarà nelle sale dal prossimo mese di febbraio.
Lo scorso ottobre Real World ha annunciato la collaborazione con NTS Radio con un programma di sviluppo artistico per il 2020.
Dopo aver esaminato migliaia di applicazioni globali, gli 8 artisti che NTS Work In Progress sosterrà nel corso dell’anno sono stati annunciati. Si tratta di:
Phil Collins è in una piccola stanza laterale negli Abbey Road Studios, che contiene solo due sedie, un tavolino, lui e la sua lattina di Red Bull, racconta Mark Ellen, che lo ha intervistato.
Ha le braccia più spesse e muscolose che si possano immaginare e due ingranaggi emotivi principali: la musica e le persone con cui ha lavorato.
Quando si trattano i tristi eventi recenti della sua vita privata sembra ridursi di dimensioni, così abbattuto e preoccupato, è come una persona completamente diversa.
“Tu chiedi”, dice sollevando la sua Red Bull, “e io risponderò.”
“Il numero di gennaio per chi cura una rivista è un po’ speciale… perché sembra sempre il primo, perché dona la sensazione del continuo inizio, perché esprime un po’ la magia di una rivista che nasce pensando di durare solo pochi numeri, visti i tempi oscuri dell’editoria. Invece, grazie a chi ancora ama profondamente la musica e non ha paura delle contaminazioni, il 21 di questo mese uscirà il numero 28 di Prog Italia… gennaio 2016, 2017, 2018, 2019, 2020.
Nonostante qualche “menagramo” ci siamo ancora e al domani pensiamo con allegria (rimanendo alla musica perché il panorama intorno è davvero sconfortante)… grazie
Nel sommario del numero 28: Speciale batteria/Anni 70 – DAVID SYLVIAN – FEAT. ESSERELÀ – NUCLEUS – OFFICINA F.LLI SERAVALLE – ROCCO ZIFARELLI – MAESTRI DELLA COMPOSIZIONE: Rock progressivo, prima parte – CAMEL – PETER BAUMANN – IQ – FLYING COLORS – MARILLION – PINK FLOYD/THE LATER YEARS – ARTURO STALTERI – FRUUP – NO MAN – GLI SCATTI DELLA MIA VITA/Lino Vairetti – ZOO DI BERLINO – RECOVERED: ALBUM STORICI “RIPENSATI”/Rare Earth: GET READY (1969) di Giampiero Wallnofer.”
Il 13 dicembre 1972, i Genesis sbarcano per la prima volta negli USA, con un concerto natalizio alla Philharmonic Hall di New York. Ecco il racconto di quei giorni.
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By D.B.
Il Foxtrot Tour parte il 9 settembre 1972 e tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America.
Dopo aver toccato la Francia, l’Inghilterra, la Scozia, l’Eire e il Galles, i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Phil Collins, nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”, Mondadori, racconta così quei giorni:
“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.
(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…)
E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.”
Scrive Mario Giammetti in Genesis. Il fiume del costante cambiamento, Editori Riuniti:
“Purtroppo si incontrano parecchi problemi: il direttore della Philharmonic Orchestra, Leonard Bernstein, sta provando con tutti gli elementi e tiene occupata la sala più a lungo del previsto, impedendo ai Genesis di fare un soundcheck decente. Inoltre gli inconvenienti tecnici, comprese le differenze di voltaggio tra Europa e Stati Uniti, non danno tregua neanche stavolta al punto che persino il tranquillo Mike arriva a scaraventare il basso per terra al rientro nei camerini. Poco prima del concerto infatti si rompe un amplificatore, sostituito con un altro noleggiato in fretta e furia che però emetterà un fastidioso ronzio per tutto il concerto, rovinando i passaggi più delicati.”
Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:
Ancora Phil Collins:
“Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”
“Il basso Rickenbacker che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”
Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, quindi, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ma, come ricorda ancora Giammetti:
“(…) l’accoglienza sia di pubblico sia di critica sarà invece assai favorevole (anche per il gruppo di supporto String Driven Thing), pur considerando la mossa americana forse prematura in quanto i Genesis sono ancora relativamente conosciuti in Inghilterra e, Italia a parte, hanno fatto sporadiche apparizioni solo in Francia e Belgio. «I nostri tecnici sono potuti entrare nella Hall solo dopo le quattro, abbiamo avuto dei guai con l’amplificazione del basso di Mike e a un certo punto la mia voce ha iniziato a cedere. Sono tornato a casa con l’influenza e il concerto è stato uno dei più balordi che abbiamo mai fatto. Al termine ero molto depresso ma ora pensandoci bene sono contento perché se siamo piaciuti in quelle condizioni chissà cosa succederà quando saremo in forma la prossima volta.» (Peter Gabriel, Ciao 2001 14/7/73, «Recentissime da Londra», Armando Gallo).”
Peter ha ragione. Perché quella nordamericana è un’esperienza che viene ripetuta dal 3 marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo. Ascolta il primo concerto:
https://www.youtube.com/watch?v=nSpnlcoIKbk&t=2s
L’album Genesis Live è stato registrato nel febbraio 1973 durante la parte inglese del tour.
Iniziato il 9 settembre 1972, appunto, il tour finisce il 26 agosto 1973 al Festival di Reading, UK. ASCOLTA L’ESIBIZIONE DEI GENESIS:
Grande successo per il concerto dei Real Dream a MILANO, con una rinnovata scaletta 100% Genesis “Gabriel Era”. LEGGI IL REPORT DEL LIVE E L’INTERVISTA.
Il concerto si è svolto sabato 11 Gennaio 2020 allo Spazio Teatro 89 di Via F.lli Zoia 89 a Milano, dotato, tra l’altro di un’ottima acustica, perfetta per le sonorità dei Genesis By Real Dream.
Il “GENESIS DREAM” di Milano si è sviluppato in 2 Tempi :
Il primo dedicato ai brani tratti da “THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY” un percorso tra i brani più rappresentativi del doppio concept, ultimo con Peter Gabriel in formazione.
Il secondo tempo è stato un ulteriore salto all’indietro nell’era Gabriel, con brani mitici tratti da “FOXTROT”, “SELLING ENGLAND BY THE POUND” e “NURSERY CRYME”.
Ecco la set list:
– The Lamb lies down on Broadway – Fly on a Windshield – Cuckoo Cocoon – In the Cage – Counting Out Time – Carpet Crawlers – The Chamber of 32 Doors – Anyway – Here Comes the Supernatural Anaesthetist – Lamia – In the Rapids + IT
– Dancing with the Moonlit Knights – Get’em Out by Friday – Firth of Fifth – The Cinema Show – The Musical Box
– BIS : Supper’s Ready
– BIS: The Knife
Come si può notare, nonostante la generosità dei Real Dream che, dopo due ore abbondanti di musica, hanno concesso come bis nientemeno che Supper’s Ready, il pubblico milanese, calorosissimo, ha chiesto un ulteriore encore. E a questo punto The Knife è stata la degna e storica conclusione, con una standing ovation finale.
La band genovese-bolognese-grossetana, che meno di un anno fa ha rinnovato la formazione, ha raggiunto l’affiatamento e la maturità che ora la possono portare a traguardi anche internazionali.
Horizons Radio ha intervistato i Real Dream prima dell’evento milanese:
Horizons Radio: A febbraio festeggiate un anno dal primo live della nuova formazione. Quali sono state le soddisfazioni di questi 12 mesi?
Paolo Tenerini: “Questo 2019 è stato incredibile… Da quel 9 Febbraio alTeatro Carignano di Genova (il mio debutto come cantante dei REAL DREAM) è stato tutto un susseguirsi di emozioni, concerti, studio costante dei brani, nuove idee per i live e soprattutto… un’incredibile valanga di affetto da parte del pubblico!
Non ce lo aspettavamo assolutamente all’inizio, ma è stato un crescendo costante, che prosegue e che ogni giorno ci sorprende: basti pensare alla nascita del nostro fan club per iniziativa di Filippo Gaggero, un nostro fan di Chiavari, un’iniziativa fortunatissima che sta facendo crescere il nostro pubblico di giorno in giorno.
Per quanto mi riguarda poi, lasciatemi dire che le parole di Richard Macphail, al termine del nostro GENESIS LIVE di Savignone, non le scorderò mai!”
Ce le puoi rivelare?
Paolo Tenerini: “Ok… Richard mi ha detto: ‘Tu non canti come Peter… tu hai l’anima di Peter dentro di te..!'”
Come e in cosa ritenete di essere cresciuti in questo periodo?
Paolo Tenerini: “E’ cresciuto sicuramente il feeling e l’affiatamento tra i componenti. Dopo il mio ingresso nel gruppo era necessario creare la nuova squadra e, come i calciatori si allenano, ma poi è in campo che si vede se sono affiatati, noi abbiamo avuto bisogno di testarci con tanti live, che per fortuna sono arrivati. Grazie ai concerti dal vivo è cresciuto tantissimo il feeling, appunto, sia personale e umano che musicale e tecnico tra noi.”
Avete iniziato i live con pochissimi effetti e costumi in scena. Poi c’è stata un’evoluzione. Come e perché?
Paolo Tenerini: “Devo dire che sono stato molto aiutato da Paolo Viccinelli, che mi ha convinto, superando le mie resistenze iniziali, a osare. In alcune canzoni uso maschere simili a quelle che indossava Peter Gabriel, come nel finale di ‘The Musical Box’ uno dei punti più emozionanti del nostro spettacolo, anche a Milano.
Ma Paolo mi ha convinto a usare maschere molto semplici, però molto evocative anche in altri brani. Maschere che abbiamo creato noi, come per esempio quelle in ‘Get’Em Out By Friday’ o in ‘The Fountain of Salmacis’. Io ero un po’ intimorito, all’inizio, ma il pubblico, davanti a queste novità, ha reagito in maniera davvero superiore alle nostre aspettative.
Perché, insieme a una mia gestualità funzionale al brano, la maschera spiega ancora meglio cosa racconta la canzone. Ecco perché c’è stata un’evoluzione, anche da questo punto di vista.
Quali sfide vi siete prefissati per il prossimo anno della Band?
Andrea Orlando: “La prima sfida che ci siamo prefissati è quella di fare conoscere la band anche all’estero. Non è facile perché, nonostante il ruolo fondamentale che hanno i social, il nome e l’attività live hanno inevitabilmente più visibilità sul territorio nazionale. Tuttavia il nostro obiettivo è quello di allargare il nostro raggio d’azione, perché siamo convinti che, anche fuori dall’Italia, il gruppo sia in grado di suscitare l’interesse del pubblico.
L’altra sfida è quella di cercare di migliorare sempre, sul piano della tecnica individuale e della resa a livello collettivo. Pensiamo che, lavorando con costanza, nel corso degli anni abbiamo raggiunto buoni risultati, e il riscontro del pubblico è gradualmente cresciuto, ma riteniamo che sia importante non adagiarsi mai, e non smettere di chiedersi se si possa raggiungere traguardi sempre più alti.
L’ambizione, quando non è accompagnata dalla competitività del singolo, ma è sentita come l’esigenza di fare crescere il gruppo nella sua globalità, è secondo noi uno degli aspetti più importanti nella vita del gruppo stesso.”
La scaletta è sempre stata in evoluzione. Con quale criterio l’avete trasformata?
Andrea Orlando: “Il nostro repertorio riguarda per ora soprattutto l’era Gabriel, ma per il futuro stiamo pensando di proporre anche un set del periodo successivo. Abbiamo finora proposto due diversi spettacoli: il primo, che abbiamo chiamato “Genesis Dream”, propone i brani probabilmente più amati del periodo d’oro dei Genesis. All’interno di questo set, però, cerchiamo di avvicendare, in ogni concerto, i diversi brani che abbiamo in repertorio (e che coprono gran parte del periodo ’70/74), e proporre ogni volta set list differenti.
Il secondo spettacolo che presentiamo è la riproposizione integrale di ‘The Lamb Lies Down on Broadway’, impresa tanto impegnativa quanto affascinante e suggestiva. Pensiamo che molti fan dei Genesis siano particolarmente legati, come noi, a questa straordinaria e complessa opera, e speriamo che sentirla per intero dal vivo possa essere gratificante per gli spettatori, quanto lo è per noi eseguirla.
In alcuni casi, poi, proponiamo una scaletta mista, che comprende una selezione di brani di ‘The Lamb’ nella prima parte, e alcuni brani del periodo storico nella seconda parte.”
E come si trasformerà ulteriormente, in quale direzione?
Andrea Orlando: “Nei prossimi mesi lavoreremo a due nuovi spettacoli, che si alterneranno ai precedenti di cui abbiamo parlato, perché, come abbiamo detto, uno dei principi che seguiamo è appunto quello di diversificare il più possibile la nostra proposta live, per il pubblico che ci segue, ma anche per misurarci con brani sempre diversi, cercando sempre nuove ‘sfide’, sul piano esecutivo e interpretativo. Su queste nuove scalette per ora preferiamo non rivelare dettagli… ma possiamo dire che dal prossimo anno ci saranno delle grosse sorprese per chi ci segue!”
Litigate mai sui brani da mettere in scaletta (come facevano i Genesis nella composizione degli album)?
Tiziano Tacchella: “La costruzione di ogni singola scaletta di brani è spesso fonte di discussione nella band, perché si deve trovare il modo di stuzzicare il pubblico con novità, cercando di non risultare mai banali o scontati, ma non ci sono mai stati litigi in merito. L’armonia che regna tra di noi, anche per il fatto che siamo un gruppo di amici oltre che di musicisti, fa sì che si trovi sempre il giusto compromesso tra i gusti personali (ebbene sì, anche ognuno di noi ha i propri pezzi preferiti) e il pubblico che andremo a intrattenere; diciamo che finora questo connubio ha sempre funzionato.”
L’11 gennaio iniziate l’anno nuovo con una importante data a Milano.
Paolo Tenerini: “La data di Milano la consideriamo fondamentale e quindi, come un allenatore per la finale di Champions League cerca di mettere in campo la squadra migliore, noi vogliamo che il pubblico milanese, che ci vede per la prima volta, abbia uno spettacolo con il meglio di ciò che sappiamo fare.
Nella prima parte vestirò i panni di Rael ed eseguiremo alcuni brani mitici di ‘The Lamb Lies Down on Broadway’, poi, nel secondo tempo, torneremo ai brani precedenti, tratti da ‘Nursery Cryme’, ‘Foxtrot’ e Selling England by the Pound’.
Poi avrete altre date importanti come Verona e Torino. Come risponde il pubblico ai vostri live?
Tiziano Tacchella: “Se suoneremo nelle più belle ed importanti città italiane è proprio grazie alla continua richiesta dei nostri fans che fremono per conoscerci di persona e perché vogliono apprezzare le nostre performance dal vivo; da un anno a questa parte ci stanno conoscendo in tutta Italia grazie ai video che vengono riproposti sui social, a decine ogni giorno si iscrivono alle nostre pagine Facebook per apprezzare l’interpretazione dei brani che proponiamo, ma assistere a un nostro concerto direttamente in teatro o in grandi piazze è sicuramente più gratificante. Durante i live, tra il pubblico e la band, si instaura la giusta empatia e si gode appieno della originale teatralità del nostro front-man Paolo Tenerini.”
Siete tra i pochissimi ad avere un vero e proprio fan club. Cosa si prova?
Tiziano Tacchella: “Il fan club dei Real Dream, un vero e proprio Team nato spontaneamente dalla passione del presidente Filippo Gaggero, ci ha colti inizialmente di sorpresa perché ai nostri livelli non è cosa comune, ma è estremamente gratificante perché il trasporto con cui siamo seguiti è veramente uguale all’impegno che noi mettiamo nel riproporre la musica.
Sappiamo di poter contare sul gruppo dei RealDreamers come fossero il sesto componente della band, ci propongono idee e sviluppi a cui non avevamo pensato, ci seguono a ogni concerto, ci organizzano delle splendide serate, partecipano attivamente alla nostra crescita e non smetteremo mai di ringraziarli per il lavoro che svolgono ogni giorno per noi.”
Tra le altre Genesis Tribute Band quale stimate di più?
Paolo Viccinelli: “Io da sempre dico che nella musica e soprattutto nelle Tribute Band dei Genesis, c’è posto per tutti. Chi è veramente appassionato della musica dei nostri grandi maestri di solito (con qualche eccezione), è un musicista positivo e propositivo, e guarda con sincero interesse e ammirazione chi si propone per suonare questa straordinaria musica.
Ci sono Tribute Genesis in tutto il mondo e molte sono a un livello di qualità straordinaria. Tra le Tribute estere sorprendono ormai da decenni, per qualità musicale e storicità della proposta teatrale e scenica, i professionisti canadesi dei Musical Box. Ma anche i Genetics argentini sono molto bravi.
In Europa ci sono Tribute band brave e interessanti, soprattutto per il periodo collinsiano dei Genesis, ma io le sento un tantino fredde. Poter esprimere il calore e le emozioni in un live non è per tutti e non bastano le note giuste da bel compitino, ci vuole di più, un quid particolare, o se volete, una calda magia che avvolge il pubblico e chi suona, in un circolo di emozioni.
In Italia posso citare i The Watch di Milano e i Supper’s Ready di Bolzano, due ottime band con musicisti straordinari.
I Real Dream si propongono da sempre con una musica più calda e una proposta teatrale non da fotocopia dei Genesis, ma che attinge direttamente dalla nostra storia musicale italiana. In un concetto si può dire che noi Real Dream interpretiamo i pezzi con passione e calore, rimanendo storicamente fedeli alle tematiche musicali dei Genesis.”
I REAL DREAM (Genesis Tribute Band) nascono a Genova nel 1996 e da subito si fanno apprezzare per i loro Live dedicati ai Genesis del periodo Peter Gabriel.
La Band attraversa negli anni varie vicissitudini e colleziona numerosi riconoscimenti, tra i quali spicca il Live di Genova alla presenza di Steve Hackett nel 2012, (durante il quale il mitico chitarrista dei Genesis premia il “collega” Real Dream Tiziano Tacchella con una Targa) e nell’agosto 2019 il Sold Out di Savignone (GE), alla presenza di Richard McPhail e Mino Profumo.
Con l’ingresso nel 2018 del nuovo cantante e front-man Paolo Tenerini, la band genovese ha trovato una nuova “teatralità”, creando dal vivo nuove atmosfere e momenti di grande suggestione, riproponendo in alcuni brani le maschere create da Peter Gabriel (come ad esempio nella leggendaria “The Musical Box”) ma anche sorprendendo il pubblico con maschere e gestualità di creazione Real Dream che i fans dei Genesis hanno accolto con entusiasmo.
Attualmente la band è impegnata in un Tour nazionale che, partito da Chiavari, li porterà, dopo Milano, a toccare Genova, Foligno, Torino, Verona, Grosseto e altre città italiane.
La formazione attuale:
Paolo Tenerini (Voce)
Andrea Orlando (Batteria)
Tiziano Tacchella (Chitarra)
Paolo Viccinelli (Basso, Bass Pedal, Chitarre 12corde)