Ecco la copertina e le anticipazioni del nuovo numero di Dusk, che, come al solito, ospita interviste esclusive e servizi sulle ultime novità del mondo Genesis.
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In questo numero:
Dettagliatissima analisi di “Five”, il nuovo album di Tony Banks, curata dal musicista e giornalista Francesco Gazzara. Inoltre un’imperdibile intervista esclusiva a Tony.
Genesis in mostra a Cremona. Abbiamo intervistato gli studenti del corso di Storia della Fotografia del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, tra gli organizzatori di “C’era un ragazzo… Giovani e rock in Italia 1965-1973″, che sarà inaugurata sabato 17 marzo.
By D.B.
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“C’era un ragazzo… Giovani e rock in Italia 1965-1973” è il titolo della mostra che sabato 17 marzo alle ore 18.00 viene inaugurata presso la sede dell’Associazione A.D.A.F.A. – AMICI DELL’ARTE di via Palestro 32 a Cremona.
La mostra sarà incentrata sull’arrivo dei gruppi rock in Italia tra il 1965 e il 1973, concentrandosi in particolare su Beatles, Rolling Stones, Led Zeppelin, Pink Floyd, Jimi Hendrix e Genesis.
Per quanto riguarda i Genesis, prevede documenti dai loro tour in Italia nel periodo contemplato dal titolo:
L’attenzione della ricerca è stata posta sul pubblico giovanileche per la prima volta assume un ruolo di rilievo nella comunicazione mediatica svolta attorno ai concerti di tali band.
Essenziale e interessantissimo quindi il punto di vista degli studenti che hanno organizzato l’evento.
Come nasce il progetto?
Verso la conclusione del corso di Storia della Fotografia, tenuto dalla Prof.ssa Elena Mosconi nel nostro dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, che si trova a Cremona, venne alla luce l’idea di provare a organizzare una mostra. Alcuni di noi studenti furono subito entusiasti e fu chiaro fin dal principio che questo progetto sarebbe potuto essere un ottimo ponte tra i nostri studi musicologici e lo studio della storia e dell’estetica fotografica che stavamo affrontando. Cercammo dunque un campo di unione, che immediatamente trovammo nell’arrivo del rock internazionale in Italia, nel suo impatto sui giovani e in come tutto questo era riportato dai media.
Perché questo arco temporale (1965-1973)?
Una volta definito il campo in cui avremmo voluto muoverci, la domanda principale che ci siamo posti è stata: quando e come il rock internazionale è arrivato in Italia? L’anno di avvio di questo processo non fu difficile da individuare nel 1965, nel cui giugno ebbe luogo l’unica tournée italiana dei Beatles. Nelle nostre ricerche venne subito a galla che prima di quell’anno vi era una sorta di censura nei confronti dei concerti rock e, quando se ne parlava, lo si faceva in termini di denuncia nei confronti delle “follie” dei fan e di quelli che recensori abituati ad altri ambienti sonori non tardavano a definire come rumori e nient’altro. Quei concerti del quartetto di Liverpool cambiarono le carte in tavola: se da un lato qualcuno faticava ancora “a mandar giù la pillola”, con titoli come quello di Epoca “Sono uscito vivo dall’inferno dei Beatles”, dall’altro lato molti si erano accorti della straordinaria rivoluzione musicale e mediatica in atto. Tutto questo porta di conseguenza all’evoluzione del concetto di “fan” e di “live”, che nella nostra ricerca abbiamo cercato di comprendere attraverso i concerti dei Rolling Stones del ’67 e del ’70, di Jimi Hendrix nel ’68, con il “non pubblico” dei Pink Floyd a Pompei nel ’71, i disastri del Vigorelli al concerto dei Led Zeppelin del luglio ’71, fino ad arrivare alla prima tournée italiana dei Genesis del ’72, e soprattutto alla seconda, del ’73.I concerti in cui Peter Gabriel ha cominciato a travestirsi segnano, per noi, il termine della ricezione italiana del rock internazionale: non solo, ormai, un certo tipo di pubblico emancipato era stato assimilato dalla società, anche attraverso i moti giovanili del ’68, ma anche il palcoscenico era del tutto emancipato e non presentava più quattro giovani in giacca e cravatta, ma qualcosa che si avvicinava quasi alla scenografia di un musical. Il dado era ormai tratto, non si poteva più tornare indietro.
Cosa sapete voi di quegli anni?
Soprattutto ciò che ci è stato raccontato da nonni, zii, professori. Siamo studenti e siamo consapevoli di ciò che ha comportato quel periodo per noi, soprattutto nel ’68. La ricerca che abbiamo fatto sulle riviste generaliste, in particolare Epoca, l’Europeo e Il Tempo, ci ha dato la possibilità di comprendere ancora meglio il travaglio dei giovani, che lentamente tra il ’65 e il ’70 si sono fatti largo anche all’interno delle notizie di questo genere di stampa. La musica è stata parte essenziale. Basti pensare che da poche notizie sparse del ’65, si passa a una sorta di protagonismo nel ’70. Oltre a questo, ci siamo trovati di fronte una rappresentazione della politica, della storia contemporanea, della cultura totalmente differente rispetto a quanto siamo abituati. Nonostante ci sia stato subito chiaro come la società fosse già avanzata mediaticamente, con una rappresentazione della donna già emancipata e campagne pubblicitarie complesse e talvolta avanguardistiche, ci siamo resi conto immediatamente che tipo di rottura significassero le grida e gli svenimenti ai concerti dei Beatles o le maschere di Peter Gabriel.
Cosa amate voi di quella musica?
Il nostro gruppo è convinto nel vedere in questa musica un valore culturale importante che prescinde il solo contesto musicale. Il punto di rottura incarnato da questa musica, non solo nel modo di porsi, quanto nel modo di condurre la composizione e l’esecuzione stessa, è indubbio e ha affascinato altri contesti musicali e artistici. Pensiamo per esempio a Michelangelo Antonioni, che dopo l’ascolto di Ummagumma dei Pink Floyd decise di contattarli per affidare loro la colonna sonora di Zabriskie Point. Un contesto artistico di questo genere, in cui l’uno confluisce nell’altro, non può che attrarre l’interesse di noi giovani studenti di musicologia.
Perché, tra gli altri, avete scelto i Genesis?
Come vi dicevamo, sono per la nostra ricerca un gruppo chiave. Non soltanto con loro la musica si passa di livello, entrando in un ambito di raffinata ricerca come già avevamo riscontrato con Led Zeppelin e Pink Floyd, ma l’impatto dei loro concerti in Italia fu qualcosa che per molto tempo è stato sottovalutato. Quando, nel corso di una ricerca video, ci siamo trovati di fronte un servizio della Rai girato a Torino nel ’74 (vedi qui sotto) siamo rimasti a dir poco stupiti. Questo genere di “onore” era stato rare volte concesso a un gruppo rock, come per esempio la celebre intervista di Gianni Bisiach ai Beatles nel ’63, quando ancora non erano arrivati in Italia. L’impatto sulla cultura musicale, e non solo, dei Genesis in Italia non poteva essere ignorato.
Quale tipo di materiale avete selezionato per la mostra (in particolare per quanto riguarda i Genesis)?
La nostra ricerca è partita dalle riviste generaliste di cui vi parlavo, per poi spostarsi nell’ambito di archivi fotografici. In particolare, l’Archivio Pais di Bologna, l’Archivio Farabola di Vaiano Cremasco, l’Archivio Leoni di Genova e l’archivio dello Csac di Parma. Per alcuni gruppi ci siamo rivolti ai fan club, in particolare all’associazione culturale jimihendrixitalia.blogspot e ai Lunatics, per quanto riguarda i Pink Floyd. Per i Genesis la nostra fonte principale è stata Mino Profumo, di cui abbiamo letto e ammirato il libro dedicato alla tournée italiana. La sua disponibilità e partecipazione è stata ammirevole. Per quanto concerne invece i Genesis dipinti dalle riviste italiane, come Ciao 2001, ci siamo rivolti a Mario Giammetti. Il punto centrale della mostra sono le fotografie, ma un’ampia parte sarà dedicata agli LP originali, forniti da collezionisti e in parte ricavati dal fondo Pangolini di proprietà dell’Università di Pavia.
Conoscevate già i Genesis prima delle ricerche per questa mostra?
Il nostro gruppo è formato da studenti di differente formazione musicale. Questo progetto ha dato la possibilità a tutti noi di approfondire la conoscenza di gruppi che conoscevamo di nome, o solo per qualche canzone. Non si può dire che fossimo esperti dei Genesis, in quanto la nostra generazione è in qualche modo più agevolata alla conoscenza di altri gruppi “storici”, come i Beatles. Proprio per questo motivo siamo ancor più contenti di come si è sviluppata la nostra ricerca, avendoci fatto approfondire un gruppo così innovativo e interessante.
Come giudicate, dal punto di vista dell’impatto “mediatico”, i costumi di Peter Gabriel sul palco nel 1973?
Sono un punto di svolta sensazionale. Se può sembrare strano, del tutto superfluo, talvolta disturbante, questo tipo di immagine stravagante che si muove sul palcoscenico, non si può ignorare l’impatto che ha avuto. Non soltanto sul pubblico, che veniva coinvolto in un esperienza multimediale, avvicinandosi a un’esperienza quasi da musical, ma sugli artisti che vennero dopo di lui. Dieci anni più tardi, chi trovava strani o discuteva i trucchi di David Bowie o i travestimenti di Klaus Nomi? Non si può dire che ci sia influenza diretta o che Peter Gabriel fosse l’unico, ma si può certo dire che quella tournée fu punto di rottura e di evoluzione anche a causa dei costumi.
Cosa è ancora presente della musica di quegli anni nelle sonorità di oggi?
La storia della musica ci insegna che in fondo questa è un’arte densamente stratificata, che non finisce mai di influenzare se stessa e ciò che vi sta intorno. Gli anni Sessanta e Settanta sono stati la culla di un mondo sensazionale, che non può considerarsi chiuso in se stesso. Il continuo sviluppo, l’interesse intorno a quest’area, la ripresa in altre forme d’arte non sono gli unici esempi che ce lo dimostrano. Nonostante oggi gli ambienti sonori siano talvolta fortemente contrastanti con il rock di quel tempo e la musica cosiddetta più popolare abbia preso altre vie di sviluppo, non si può ignorare quella radice, senza cui molte cose non sarebbero uguali. Inoltre, per considerare il forte impatto che quel periodo ha avuto e continua ad avere su di noi, pensiamo alla nostra mostra. Se non amassimo e non fossimo attratti da quelle rock band, avremmo forse speso la nostra ricerca su di loro, dedicandoci una mostra? L’abbiamo fatto, e siamo fieri e felici di averlo fatto.
Ecco gli appuntamenti:
Sabato 17 marzo, ore 18,00:Inaugurazione della mostra, con la partecipazione straordinaria di Nino Gatti (Presidente dell’associazione culturale The Lunatics, che vanta diverse pubblicazioni e ricerche sui Pink Floyd in Italia) e Donato Zoppo (giornalista, scrittore e conduttore radiofonico, esperto dei Genesis). Essi presiederanno una tavola rotonda parlando del periodo storico e confrontando due fra i gruppi più interessanti di quel periodo: Pink Floyd e Genesis. Per l’occasione il pubblico potrà fare domande e interagire.
Giovedì 22 marzo, ore 17,30: Incontro dal titolo: Guida all’ascolto del rock. Il prof. Pierluigi Bontempi, docente del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, in un intervento dal titolo “La chitarra elettrica negli anni ’60: la nuova voce del rock. Innovazione tecnica, ispirazione artistica e sperimentazione nella musica dei primi guitar hero”. Verrà affrontato un percorso tra Inghilterra e Stati Uniti in compagnia di Eric Clapton, Jimi Hendrix, Jimmy Page, degli artisti che li ispirarono e dei tecnici del suono che contribuirono a creare un nuovo mondo sonoro. A seguire, Davide Verazzani (drammaturgo, sceneggiatore, e autore del libro “L’ultimo Beatle”) offrirà un originale contributo riguardante l’arrivo dei Beatles in Italia.
Giovedì 29 marzo, ore 17,30: Il racconto del rock sarà affidato alle immagini: alcuni responsabili di archivi fotografici dialogheranno con docenti e studenti del Dipartimento nell’incontro Le immagini del rock: una cultura in movimento.
Giovedì 5 aprile, ore 18: Finissage dell’esposizione C’era un ragazzo… Giovani e rock in Italia 1965-1973 con una jam session, animata da letture, degli studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, aperta a tutti, fatta non solo di musica ma anche di parole, vinili o mp3 e Cucina rock con aperitivo conclusivo.
Orario d’apertura: tutti i pomeriggi dalle 17.00 alle 19.00, ad eccezione degli eventi di giorno 22, 29 e 5 aprile dove la sede chiuderà eccezionalmente alle 20. Dal 31 Marzo al 2 Aprile ed inoltre tutti i lunedì la sede rimarrà chiusa.
Il pittore tedesco Frank Grabowski per la prima volta in Italia, insieme ai The Watch, a Schio. Poi ancora insieme a Trading Boundaries (UK) per due weekend di musica e pittura.
Guarda il video del Frank Grabowski ‘Genesis, Soundtrack of my Life’ Art Exhibition:
Venerdì 23 marzo alle ore 21:00 al Teatro Astra, in via Battaglione Val Leogra, 45, a Schio (VI), i The Watch ritornano con il loro European Tour e propongono FOXTROT il quarto album dei Genesis.
Simone Rossetti, Marco Fabbri, Valerio De Vittorio, Giorgio Gabriel e Mattia Rossetti saliranno sul palco del Teatro Astra di Schio a suonare Watcher of the Sky, Supper’s Ready e molti altri brani.
BIGLIETTI IN PREVENDITA al prezzo di Euro 15 :
► direttamente online via Paypal, con consegna in busta nominativa la sera del concerto, scontato il diritto di prevendita, assegnazione del posto da parte nostra in modo cronologico secondo giorno e orario d’acquisto, posti vicini numerati: http://ticket.schiolife.com/prenotazione-posto_lit_68_262.asp?id_concerto=60
“On Friday 30th March, in support of The Watch, Mr Dale Newman will be celebrating his new album launch at Trading Boundaries! Dale was not only Genesis’ Guitar technician, Studio Manager & Mike and Tony’s go to guy for some 40 years, but has performed on various solo records including lead vocal on Anthony Philips’ Bleak House (found on the album Sides), Steve Hackett(Please don’t Touch) and Mike Rutherford (Acting very Strange). Dale will be performing some of his tracks from his new album acoustically and will be treating us to some anecdotes from his time with Genesis on Friday night.
The Watch will be performing a first half of Peter Gabriel classics followed by a live performance of the album Selling England by the Pound in it’s entirety.
On Saturday 31st March we are profoundly happy to welcome Mr Richard Macphail to our stage (who for those in the know was the sixth member of Genesis in the early days, tasked with looking after the band). A fellow classmate at Charterhouse, Richard will be reading a couple of chapters from his new book about Genesis and taking a Q and A from the audience.
Anche i Genesis in mostra a Cremona da sabato 17 marzo in “C’era un ragazzo… Giovani e rock in Italia 1965-1973″.
By D.B.
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Promosso dall’Associazione degli Studenti di Musicologia e Beni Culturali, l’evento inaugurale, alle ore 18, in una delle sedi più prestigiose e storiche della citta di Cremona, l’Associazione Adafa, Casa Sperlari, via Palestro 32, sarà arricchito da un concerto live e aperitivo. L’esposizione, che si protrarrà fino a domenica 8 aprile, vedrà una serie di eventi collaterali, per raccontare le storie della cultura rock in Italia nel corso di quasi un decennio.
Per quanto riguarda i Genesis, la mostra prevede documenti dai loro tour in Italia nel periodo contemplato dal titolo:
Giovedì 22 marzo, ore 17,30: Incontro, animato da docenti e studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, dal titolo: Guida all’ascolto del rock.
Giovedì 29 marzo, ore 17,30: Il racconto del rock sarà affidato alle immagini: alcuni responsabili di archivi fotografici dialogheranno con docenti e studenti del Dipartimento nell’incontro Le immagini del rock: una cultura in movimento.
Giovedì 5 aprile, ore 18: Finissage dell’esposizione C’era un ragazzo… Giovani e rock in Italia 1965-1973 con una jam session, animata da letture, degli studenti del Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali e Cucina rock con aperitivo conclusivo.
The Musical Box, ecco le date e la prevendita di“A Genesis Extravaganza – live 2018, An Unprecedented Musical Feast of 1970-1977 Favourites and Rarities“.
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La tribute band torna con uno spettacolo tutto nuovo, che copre l’epoca 1970-1977, dopo aver girato il mondo con SEBTP The BlackShow.
È un set fittizio, un viaggio nel tempo, la simulazione di un concerto ipotetico, che comprende i classici dal vivo di quel periodo, ma anche tante rarità e brani suonati di rado.
Sono già iniziati i lavori per la produzione di questo spettacolo, che si preannuncia già indimenticabile.
“Esoteric Recordings is proud to announce the release of a 4 CD clamshell boxed set which gathers together Volumes IX to XI of the Private Parts & Pieces albums (Dragonfly Dreams, Soirée and City of Dreams) along with Private Parts and Extra Pieces III, an additional 18-track CD of previously unreleased material, featuring recordings made between 1990 and 2012. Private Parts & Pieces IX – XI is the definitive statement on these classic albums. The set includes a lavish booklet with an essay by Jonathan Dann and fully restores the artwork of the original releases.
Originally released in 1996, Dragonfly Dreams drew upon a mixture of newly written and previously recorded material. It features a number of tracks co-written and recorded by Ant with Quique Berro Garcia as well as Chinese Walls, a 17-minute piece for 12-string guitar. Soirée was the second album in the Private Parts & Pieces series to feature a collection of pieces for solo piano. The newly-composed material featured on the album is complimented by a freshly arranged version of Creation, which was written in 1968. City of Dreams is the eleventh and to date the most recent release in the Private Parts and Pieces series. It draws upon keyboard-based material to takes the listener through a number of moods ranging from the epic to the reflective via atmospheric soundscapes to create a rich and ultimately rewarding journey for the imagination”. (da: anthonyphillips.co.uk)
Private Parts & Pieces IX – XI uscirà il 27 aprile 2018. Ordinabile su Cherry Red e Amazon.
Le scorse uscite di Ant:
Slow Dance (3 CD) in versione Cofanetto, CD+DVD, Doppio CD, registrazione originale rimasterizzata mix in 5.1.
Terzo cofanetto di Anthony Phillips con gli album della serie “Private Parts & Pieces”. Stavolta i volumi sono 9, 10, 11 e un dodicesimo tutto nuovo la 12 corde grande protagonista.