50 anni di “Nursery Cryme”, 6.a tappa: i Genesis in ritiro nel “Cottage” – RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Luxford House, foto di Austin Gray dal sito web mansionglobal.com

La sesta tappa ha luogo nell’estate 1971, quando i Genesis, con la nuova formazione, si chiudono nella Luxford House, presa in affitto Tony Stratton-Smith, per la composizione dell’album.

Come abbiamo visto nelle precedenti puntate, hanno fatto il loro ingresso nei Genesis Phil Collins in agosto – LEGGI e Hackett nel dicembre 1970 – LEGGI -.

I due nuovi elementi hanno fatto il loro esordio in concerto con i Genesis – LEGGI. 

E ci sono stati anche i primi live fuori dal Regno Unito, in Belgio, con la nuova formazione LEGGI.

Ora è arrivato il momento di pensare seriamente al nuovo album.

Racconta Armando Gallo in Genesis: I Know What I LikeAcquistalo qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

…che Luxford House di Tony Stratton-Smith è un bell’edificio del ‘500 in stile Tudor a Crowborough, East Sussex e compare nella copertina dell’album “Pawn Hearts” dei Van der Graaf Generator.

In effetti da lì sono transitati VDGG, Leonard Cohen e tanti altri, vista l’atmosfera positiva per i musicisti (e va anche molto di moda isolarsi in campagna per comporre).

Parti del cottage, che ha sei camere da letto, risalgono al 1510. La proprietà è stata estesa e rinnovata nel 1930, quando è stata acquistata da Sir Hugh Beaver, il direttore generale del Ministero dei lavori durante la seconda guerra mondiale, che più tardi ha fondato il “Guinness Book of Records”.

La casa ha fatto un’apparizione anche sulla copertina di “Stones” di Neil Diamond, con un’immagine del cantante seduto accanto al memorial della moglie di Beaver nel giardino.

Una leggenda diceva che fosse infestata dai fantasmi e Phil Collins è tra coloro che ci credono fermamente.

«Sono sicuro che ci fossero i fantasmi – ricorda Phil nel libro – c’erano strane vibrazioni. C’era una quadro con occhi che ti seguivano ovunque e altre bizzarrie.»

Sembra a tutti il luogo ideale per immergersi nel processo creativo senza le distrazioni di Londra e dei concerti. La grande casa con il tetto di paglia, conosciuta come “The Cottage” è il loro alloggio, mentre le prove si svolgono nel suo edificio esterno, ribattezzato “Toad Hall“, “Sala del Rospo”

«Dovevamo imparare a suonare insieme – racconta Tony Banks nel libro di Gallo – dovevamo provare il repertorio vecchio e nuovo. “Nursery Cryme” era difficile da comporre e ci mancava un bel po’ di materiale. Io stavo aggiungendo al pianoforte l’organo e il mellotron, con molte difficoltà da tutti i punti di vista.»

Tra i problemi c’è anche la mancanza del genio compositivo di Anthony Phillips, un notevole cambiamento per i vecchi membri della band. Per i nuovi arrivati, invece, la sfida è abituarsi ai diversi metodi di scrittura dei componenti. Ma Steve e Phil percepiscono la grande passione che tutti mettono in questa impresa, oltre alla favorevole collocazione nella bellissima campagna inglese.

Racconta Phil Collins nella sua autobiografia – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Mangiamo ottimi pasti, beviamo litri di vino rosso, giochiamo a croquet sui prati. Quel gioco antiquato, aristocratico e molto inglese influenza l’immagine di copertina del disco in gestazione (…).

Quando si tratta di scegliere le stanze a Luxford House, entra in ballo di nuovo la gerarchia sociale. Pete, Mike e Tony scelgono per primi dove dormire, i nuovi arrivati, io e Steve, si arrangiano con gli avanzi. Alla fine non mi importa più di tanto, ci sono ben altre cose a cui pensare: questo sarà il disco d’esordio della nuova formazione dei Genesis

Racconta Richard Macphail in My book of GenesisAcquistalo qui sotto:

«Io ero di nuovo al servizio di catering in una cucina che era molto meglio attrezzata di quella del Christmas Cottage. L’attrezzatura era allestita in una stalla e c’erano molte camere da letto per tutti. (…) 

Facevo la spesa per tutti o guidavo fino a Londra per ritirare gli stipendi. Era divertente stare in un bel posto in campagna, con Jill e le altre ragazze della band che a volte si univano a noi nei fine settimana.»

Ricorda Steve Hackett nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto:

«Di notte mi svegliavo alle 3 del mattino, aspettandomi di sentire la campana confortante risuonare forte fuori da Victoria Station, ma invece in quel cottage, c’era un interminabile silenzio, fuori dalla stanza. Niente traffico, niente sferragliare di treni per cullarmi, per farmi addormentarmi e nessun lampione o lampeggiare di fari di auto per guidare la strada verso il bagno.

Poi improvvisamente c’era un frastuono incessante di uccelli che cinguettavano di prima mattina. Come poteva un ragazzo dormire così? Rinunciavo a dormire e andavo a prendere il mio pacchetto di sigarette. (…)

Ma al cottage, non era solo la stranezza del luogo e della compagnia che mi faceva sentire solo. Quando non stavamo provando, ero consapevole di essere un ragazzo single. (…)

Non avevo realizzato quanto mi sentissi solo fino a una sera quando stavo parlando con le ragazze di Peter e Tony Jill e Margaret, e Jill disse: “Non hai una ragazza, Steve?” Sono scoppiato in lacrime e lasciai la stanza. Ero troppo
imbarazzato per tornare giù e dormii con la mia chitarra.

Era diverso quando provavamo. Venivo assorbito dalla musica. (…) Ero entusiasta di lavorare con loro. Era un periodo veramente creativo e il gruppo fiorì in questo ambiente.

Era un’estate calda. A volte ci sedevamo sull’erba fuori con le chitarre a dodici corde.»

Foto di Jo Hackett, dal sito web HackettSongs.com. Leggi il racconto di quei giorni anche nel blog di Steve. Clicca sull’immagine.

«Ci siamo presi l’estate libera con grande disapprovazione del nostro agente –  ha dichiarato Peter Gabriel a Sounds nel 1972 e citato in Without Frontiers: The Life and Music of Peter Gabriel by Daryl Easlea – ma penso che fosse molto necessario perché era il primo album su cui avevamo lavorato con Steve e Phil e loro stavano giocando un ruolo molto importante.»

In questo contesto inizia il processo creativo di “Nursery Cryme”, che approfondiremo, con le testimonianze dei Genesis, nella prossima tappa.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

La proprietà delle immagini (riprodotte per diritto di cronaca e disponibili nel web) è dell’autore citato. Per qualunque necessità scrivere alla mail qui sopra.

Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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Ascolta i Genesis:

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50 anni di “Nursery Cryme”, 5.a tappa: il primo concerto dei nuovi Genesis all’estero – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La quinta tappa ha luogo il 7 marzo 1971, quando i Genesis, con la nuova formazione, salgono per la prima volta su un palco all’estero, a La Ferme V, a Woluwe St Lambert in Belgio.

Come abbiamo visto nelle precedenti puntate, hanno fatto il loro ingresso nei Genesis Phil Collins in agosto – LEGGI  e Hackett nel dicembre 1970 – LEGGI -.

Il 14 gennaio 1971, all’University College di Londra, Steve Hackett ha fatto il suo (disastroso) esordio in concerto con i Genesis – LEGGI. 

Ora li attende il Belgio, nazione in cui “Trespass” si è incredibilmente piazzato al primo posto in classifica.

Racconta Richard Macphail in My book of Genesis  – Acquistalo qui sotto (anche in versione inglese) e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Abbiamo attraversato la Manica, prendendo un traghetto da Dover a Ostenda. Era pieno inverno e non c’era quasi nessuno a bordo. (…)
Eravamo ancora solo noi sette in viaggio insieme, a guardare gli eserciti di crew che le band impiegano al giorno d’oggi sembra ridicolmente piccolo.

Era una traversata di quattro ore e ci annoiavamo a morte perché lì non c’era niente da fare. Ho trovato questa scatola con dentro dei salvagenti, e così tutti noi abbiamo indossato i nostri gilet e abbiamo posato per quello che ora è diventata una famosa foto dei Genesis, tutti noi con i capelli sciolti sulle nostre spalle, Mike che beve da una bottiglietta di Mateus Rosé perché è quello che si beveva a quei tempi, quello o Liebfraumilch.

(…) Oggi quando si va all’estero si ha la navigazione satellitare che ti dice esattamente dove andare e i telefoni cellulari o con le mappe, ma non avevo davvero idea di dove fossimo diretti in Belgio. Non avevo nemmeno una mappa pieghevole.

(…) Il posto, un club chiamato Ferme V, era pieno zeppo fino al tetto, ma i fan conoscevano ogni nota. È stato incredibile. Mentre in Inghilterra è stato un processo molto lento, in Belgio è successo all’improvviso.

Un’altra cosa che ricordo è che abbiamo soggiornato in un hotel a tre stelle, molto confortevole, e che Peter ha condiviso una stanza con me perché non sopportava di condividerla con Tony mai più, non dopo le sue esperienze al cottage.»

Qui i Genesis eseguono già il brano più rappresentativo del futuro “Nursery Cryme”: The Musical Box. Il capolavoro era già stato quasi completamente composto dalla band insieme ad Anthony Phillips (con l’intervento compositivo del chitarrista dei Farm Mick Barnard che, come abbiamo visto, ha fatto qualche concerto con i Genesis dopo l’abbandono di Ant).

Esiste una registrazone del 1969 in cui Ant e Mike eseguono alcune parti di essa, anche se con il titolo “F Sharp”.

Ascolta:

Ed esiste una registrazione del concerto alla Ferme e quindi anche il primo saggio delle acerbe esecuzioni dei Genesis di “The Musical Box”. Nonostante in questa fase la sezione centrale sia ancora arrangiata in modo diverso e il testo è provvisorio.

Ascolta:

https://youtu.be/O61lpxGFiZs?t=2265

Un’analoga versione “pre-Nursery” viene registrata negli studi della BBC per i programma di Bob Harris “Sound of th Seventies” il 10 maggio 1971 e andata in onda il 31.

Ascolta:

Ricorda quei concerti Steve Hackett nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«La prima sponda straniera in cui ci siamo avventurati è stata il Belgio. È stata la mia prima volta all’estero con la band e il primo posto in cui sono caduto sotto l’incantesimo dei Genesis. È un piccolo paese con un grande cuore.

All’inizio c’era un viaggio in traghetto. Con gli occhi annebbiati e senza sonno, non ero preparato e mi agitavo sulla barca rovesciando la mia birra.

A Bruxelles siamo entrati in una strada deserta e nebbiosa alle 6 del mattino e siamo finiti in un hotel con una scala stretta e un solo bagno alla fine di un corridoio buio e umido.

Peggio ancora, il posto non era pronto per noi, quindi eravamo di nuovo in strada. Niente sonno, niente cibo, ma l’alcol era alla spina. Che tempi salutari erano quelli!

L’inizio del viaggio nel mondo è stato davvero gestito con una sbornia prolungata, alimentata da birra e sigarette. Per coloro che amano il sonno e i pasti regolari, dimenticatevi i viaggi.

I belgi erano accoglienti e i nervi erano alla fine placati dopo i concerti che erano stati ben accolti. Anche i pasti erano sontuosi e venivamo applauditi.

Eravamo ancora in uno stato deplorevole, come dei feriti ambulanti privati del sonno e del buon senso, ma rappresentavamo qualcosa di esotico per i belgi che rispondevano alla complessità e alla fantasia della musica.

Un legame speciale con il Belgio è continuato fino ad oggi

E racconta Phil Collins nella sua autobiografia – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Per qualche motivo i Genesis hanno un discreto numero di seguaci in Belgio. Dopo essere stato in Olanda con i Flaming Youth, mi manca solo qualche dimostrazione d’amore dal Lussemburgo per poter affermare con sicurezza di essere famoso nel Benelux.

E così nel marzo 1971 i Genesis suonano il loro primo concerto all’estero, in un localino a Charleroi di nome Ferme Cinq.

Attraversiamo la manica con il traghetto e, all’arrivo, la nostra esaltazione per essere un gruppo internazionale non diminuisce nemmeno quando vediamo che il palco è fatto di casse di birra. Dobbiamo sistemarle con molta attenzione in modo che non traballino e non si rovescino, magari nel bel mezzo di uno degli strani monologhi neo-fantasy.

In qualche modo riusciamo a mantenere la posizione eretta e abbiamo un successone. Tutti i sei concerti sono così: tutti strapieni, tutti fantastici. Finalmente i Genesis sono decollati. Almeno in Belgio.»

Decollati, sì. Anche se i locali dove si esibiscono sono ancora piccoli e poco sicuri. Come ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia, The Living Years, Arcana – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Al Black Cat Club di Bruxelles il problema non era la mancanza di bagni ma la mancanza di uscite di sicurezza.

Era al piano inferiore, non c’era un’entrata posteriore e la folla era tutta seduta a gambe incrociate sul pavimento. Fumo.

Dato che ora avevamo un mellotron, che avevamo comprato dai King Crimson e che era grande come un tavolo con due enormi doppie tastiere, una rapida fuga non sarebbe stata facile.»

Esiste un bootleg del concerto della Ferme – CLICCA SULL’IMMAGINE PER APPROFONDIRE:

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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50 anni di “Nursery Cryme”, 4.a tappa: il primo (disastroso) concerto di Steve Hackett con i Genesis – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La quarta tappa si svolge il 14 gennaio 1971, quando Steve Hackett fa il suo esordio in concerto con i Genesis, all’University College di Londra.  Ecco il racconto di quei giorni movimentati. 

Come abbiamo visto nelle precedenti puntate – LEGGI -, la band è stata vicinissima a sciogliersi, perché Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura e loro hanno deciso di sostituire anche John Mayhew, il batterista. 

I Genesis hanno già ingaggiato Phil Collins alla batteria –  LEGGI , ora devono trovare un valido sostituto alla chitarra.

Hanno già provato in concerto sia Ronnie Caryl, grande amico di Phil (ha fatto l’audizione con lui – LEGGI) e chitarrista dei Flaming Youth, che Mick Barnard, membro dei Farm, ma entrambi  non hanno convinto gli esigenti membri della band.

Dopo l’addio di Anthony Phillips – LEGGI e poi con l’arrivo di Phil, i Genesis hanno quindi continuato come quartetto, con Tony Banks che suona tutte le parti di chitarra su un piano elettrico Hohner filtrato con un fuzz box. La ricerca continua.

Il 14 dicembre, scorrendo il Melody Maker, Peter viene incuriosito dall’insolito annuncio di un certo Steve, al quale viene fatto il provino. Hackett entra nei Genesis – LEGGI -.

E così si arriva a quel 14 gennaio 1971, quando all’University College di Londra, Steve Hackett fa il suo esordio in concerto con i Genesis. Ma non sarà un momento facile. 

Racconta Steve riportato da Richard Macphail in My book of Genesis. Acquistalo qui sotto (anche in versione inglese) e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Il primo concerto per me è stato un disastro. Fino ad allora avevo usato un fuzzbox preso in prestito o il Marshall Superfuzz di Tony. Quindi tutto ha funzionato bene, ma quella sera mi hanno dato uno Shaftesbury Duo Fuzz che è un grande fuzzbox. Non riuscivo ad avere un Marshall Superfuzz e pensai, ‘Oh, questo suona bene’.

E quando abbiamo fatto il sound check sembrava tutto a posto, ma ovviamente quando tutti stavano suonando, era molto più forte e il ritorno un disastro.  Mi sono scoraggiato e ho dimenticato tutte le mie parti. Mi ricordo di una lite accesa dopo lo spettacolo e pensavo che fosse tutta colpa mia.

Col senno di poi, non lo era. Quello fu il mio momento più imbarazzante sul palco, essere sul palco con musica profondamente arrangiata e con la totale incapacità di ricordare una nota, perché non potevo controllare il mio suono. Non è un buon inizio, ho pensato.»

Steve non fa riferimento all’episodio nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

Si limita a descrivere quanto fossero poco prestigiosi i primi concerti con i Genesis, spesso ambientati in scuole (solo maschili o solo femminili), con un numero esiguo di pubblico.

Ascolta un live di quel periodo:

https://www.youtube.com/watch?v=O61lpxGFiZs

Oppure Hackett ha rimosso l’episodio, anche se in realtà Steve non è il solo a suonare poco bene quella sera. Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia, The Living Years, Arcana – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Come avremmo scoperto negli anni, Phil aveva la grande capacità di bere tanto senza darlo a vedere. Al primo concerto di Steve – University College London, gennaio 1971 – si verificò un’eccezione. Ci eravamo fatti qualche pinta ma nessuno si era accorto che Phil se n’era scolata qualcuna in più degli altri ed era sbronzo. Phil era un batterista così in gamba che poteva fare praticamente di tutto, ma quella sera si preparò per una delle sue grandi rullate e non successe niente. Silenzio. L’aveva eseguita alla perfezione, peccato che fosse spostato di venti centimetri da ciascun pezzo della batteria.

Povero Steve: era il suo primo concerto, era nervoso e noi avevamo un batterista ubriaco. A fine serata io e Tony facemmo passare un brutto momento a Phil, il che a Phil non diede alcun disturbo, ma sfortunatamente Steve pensò che stessimo litigando per causa sua: lo odiavamo e volevamo sbatterlo fuori. Come sempre, a nessuno passò per la testa di mettere al corrente il nuovo arrivato su come stavano le cose.»

E racconta Phil Collins nella sua autobiografia – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Per la maggior parte dei casi i concerti sono condotti in modo piuttosto professionale: arriviamo, suoniamo e torniamo a casa. Fumiamo qualche canna, ma niente bagordi esagerati. L’unica volta che succede è a un concerto alla City University di Londra, il primo di Steve con i Genesis. Suoniamo più tardi del previsto, quindi passo il tempo scolandomi un po’ di birre Newcastle Brown. Quando saliamo sul palco sono completamente sconclusionato. Faccio tutti i fill giusti, ma otto centimetri più a destra di dove dovrei. Altro che air-guitar, questa è air-drums. E dopo sono pentito: «Cosa penserà il nuovo chitarrista? Il suo primo concerto e il batterista è ubriaco fradicio». È la prima volta che suono da ubriaco, e sarà anche l’ultima.»

Clicca per acquistare l'autobiografia di Phil Collins

No, non sono ancora morto di Phil Collins. Retro-copertina.

Ma Steve, nonostante le sue preoccupazioni, passa l’esame. E la conferma viene da Peter Gabriel, che dichiara, riportato nel libro di Giammetti sopra citato:

«Abbiamo avuto due chitarristi negli ultimi mesi ma questo spero sia quello definitivo, lo abbiamo trovato attraverso il Melody Maker e sembra essersi adattato benissimo”. (Peter Gabriei, Zig Zag n. 19, 5/71, «Genesis», anonimo).»

Ecco cosa ne pensa oggi Anthony Phillips:

Steve diventerà una colonna dei Genesis, nella formazione che molti considerano “quella vera” e oltre. Fino al clamoroso addio.

Ma questa è un’altra storia – LEGGILA QUI-.

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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50 anni di “Nursery Cryme”, 3.a tappa: Steve Hackett entra nei Genesis – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La nostra terza tappa si svolge il 14 dicembre 1970: nei Genesis arriva il nuovo chitarrista solista: Steve Hackett. 

Quel giorno, infatti, scorrendo il Melody Maker, Peter Gabriel viene incuriosito dall’insolito annuncio di un certo Steve. Eccolo:

Da newslines.org

Come abbiamo visto nelle precedenti tappe – LEGGI -, la band è stata vicinissima a sciogliersi, perché Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura e loro hanno deciso di sostituire anche John Mayhew, l’attuale batterista. 

I Genesis hanno già ingaggiato Phil Collins alla batteria – LEGGI, ora devono trovare un valido sostituto alla chitarra.

Hanno già provato in concerto sia Ronnie Caryl, grande amico di Phil (ha fatto l’audizione con lui) e chitarrista dei Flaming Youth, che Mick Barnard, membro dei Farm, ma entrambi  non hanno convinto gli esigenti membri della band.

Dopo l’addio di Anthony Phillips – LEGGI e poi con l’arrivo di Phil, i Genesis hanno quindi continuato come quartetto, con Tony che suonava tutte le parti di chitarra su un piano elettrico Hohner filtrato con un fuzz box. La ricerca ora sembra finita.

Ricorda Tony Banks in Genesis. Il fiume del costante cambiamento, di Mario Giammetti, Editori riuniti – Acquistalo qui sotto (anche in versione inglese) e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Mike aveva fatto audizioni per lungo tempo, ma io e Peter ci convincemmo che stava cercando di trovare qualcuno che suonasse proprio come Ant, il che era ovviamente impossibile. Così andammo noi due a sentire Steve. Era veramente in gamba, a guardarlo sembrava uno dei tanti, invece sapeva comporre, sperimentare, non era il classico chitarrista scalmanato».

E ricorda Steve nello stesso preziosissimo libro di Giammetti:

«Suonavo un po’ alla Jimmy Page, con assolo veloci che mal si sposavano alla delicatezza delleloro canzoni. I primi tempi furono davvero difficili». 

Nella sua autobiografia A Genesis in my bed… – Acquistala qui sotto e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

…Steve afferma che quell’annuncio suggeriva alte aspettative nei suoi confronti, ma deve aver avuto il tono giusto, perché ha attirato l’attenzione di un altro idealista che la pensava come lui:

«Era uno di quei grigi giorni di fine autunno, ero tornato nella mia camera da letto a esercitarmi con la chitarra, dopo aver aiutato la mamma a portare la roba nella spazzatura in cortile, e a sognare un roseo futuro lontano, quando il telefono squillò. “Ciao, mi chiamo Peter Gabriel. Ho appena letto il tuo annuncio…”.»

Steve ricorda il provino con Peter e Tony. Suona alcuni brani da solo e con suo fratello John, anche un po’ di  blues con l’armonica mentre John lo accompagna. Uno di essi, The Hermit, sarebbe apparso più tardi in “Voyage of the Acolyte”. Ancora Steve:

«Suonavo sia la chitarra elettrica che quella acustica, e mi aiutava il fatto di suonare anche la dodici corde. Il mioamore per tutti e tre i tipi di chitarra mi mise in buona luce con i ragazzi. Penso che abbiano apprezzato il mio approccio eclettico e il mio interesse per tutti gli stili
musica. Se mi fossi reso conto che ero in competizione con circa quaranta altri chitarristi sarei stato molto più più nervoso. Probabilmente è stato un bene che io fossi in beata ignoranza. Pete ha fatto tutto il discorso e Tony è rimasto seduto lì in silenzio, con un’espressione vuota. Non prima di sei mesi dopo Tony mi disse: “Mi è piaciuto molto quello che hai suonato quel giorno”. Non l’avrei mai capito! Ma ho apprezzato il commento.»

Superato lo scoglio rappresentato da Peter e Tony, Steve ha bisogno di assicurarsi l’appoggio di Mike Rutherford, “l’altro nostro chitarrista”, che non è con loro perché convalescente.

Ricorda Mike nella sua autobiografia The Living Years – Acquistala qui sotto (anche in versione inglese) e, oltre all’autore, aiuti anche Horizons Genesis – LEGGI COME:

«Quando Pete e Tony portarono Steve a casa mia penso che avessero già deciso di farlo entrare nel gruppo, solo che non volevano dare l’impressione che mi stessero scavalcando. (…)

Steve non sembrava uno di noi. Aveva l’aspetto di uno studente d’arte. (…) E la cosa meno prevedibile era he gli piaceva la chitarra acustica. (…) Mi parve subito che ci fosse intesa tra di noi.»

Subito i due iniziano a scambiarsi accordi e a suonare insieme. Vanno d’accordo, entrano immediatamente in sintonia e Mike invita Steve a passare la notte da lui. Ciò ha dato loro la possibilità di suonare tanto e conoscersi meglio.

Phil Collins gli piace subito, è il tipo di persona capace di disinnescare le atmosfere con una battuta veloce durante durante le sessioni di prove tese. Condividono l’amore per i film e vanno spesso al cinema insieme.

Ma uno degli scogli più duri al suo arrivo nei Genesis è rappresentato dal sentirsi il successore di Anthony Phillips. Ricorda Steve:

«Ammiravo molto il suo modo di suonare e di comporre.
Il suo lavoro con la dodici corde era squisito. Ero preoccupato di non essere in grado di eguagliarlo agli occhi degli altri. Ant è sempre stato un ragazzo adorabile con un fantastico senso dell’umorismo oltre che un favoloso musicista e compositore. 
Anche se non siamo mai stati nella band insieme, io e lui siamo diventati amici e lo siamo ancora oggi. (…)
Ma in quei primi giorni dei Genesis mi sentivo costantemente nervoso, e ci volle un po’ per superare quel senso di differenze sociali.»

La prima prova insieme è a West Hampstead:

«Mi resi conto che avevo bisogno di imparare non solo le canzoni ma anche il gergo dei Genesis. Avevano strane parole per diverse cose come “tipo” per una forma di accordo. “Questo è un bel tipo”, diceva Mike. Avevano il loro linguaggio e condividevano esperienze che mi sembravano estranee. Avevano un’aura di mistero e io mi sorprendevo a chiedermi cosa stessero pensando. Erano pazienti con me e Richard MacPhail, che era sempre a disposizione per sostenerci come amico intimo, roadie e terapeuta interno era molto rassicurante.»

Poi è il momento di fare sul serio e iniziare le prove del nuovo album, “Nursery Cryme”, appunto. I Genesis si spostano al “Cottage”, nel Sussex, una proprietà di Tony Stratton-Smith. Dalla popolare e familiare Pimlico alla nobile e silenziosa campagna inglese il passo è grande per Steve.

Inoltre, Steve è l’unico a essere single nel gruppo. Nel cottage si aggirano varie fidanzate. Lui non ha nessuno, neanche un amico, da portare lì.

Per fortuna c’è la musica su cui concentrarsi e un capolavoro da far nascere. Un’altra tappa che ci porterà all’uscita di “Nursery Cryme”.

Ulteriori dettagli, Steve li ha raccontati nel suo blog:

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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Ascolta i Genesis:

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LEGGI PERCHE’

50 anni di “Nursery Cryme”, 2.a tappa: Phil Collins inizia le prove con i Genesis – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La seconda nostra tappa si svolge alla fine di agosto 1970: i Genesis iniziano le prove con il loro nuovo batterista: Phil Collins. 

Ascolta il Podcast (in italiano) – CLICCA QUI.

Come abbiamo visto, l’8 agosto 1970 una telefonata ha allungato la vita dei Genesis, che, dopo l’addio di Anthony Phillips, sembravano già vicini alla fine. LEGGI LA PRIMA TAPPA DEL NOSTRO SPECIALE DI AVVICINAMENTO ALL’ANNIVERSARIO DI “NURSERY CRYME”.

«Pronto Phil? Sono Peter Gabriel. Quello dei Genesis. Il posto è tuo, se lo vuoi».

Nei giorni precedenti Phil Collins ha sostenuto un “provino” con i Genesis, dopo aver risposto al loro annuncio.  

Da genesisfan.net

La band è stata vicinissima a sciogliersi, perché Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura e loro hanno deciso di sostituire anche John Mayhew, l’attuale batterista. 

Qualche giorno dopo la telefonata, i Genesis e Phil Collins si incontrano nell’ufficio di Tony Stratton-Smith alla Charisma a Soho. Racconta Phil nella sua autobiografia:

“L’incontro va benone. Mi piace soprattutto la parte in cui scopro che i Genesis hanno un salario settimanale di dieci sterline, perché raddoppia il livello di reddito a cui sono abituato.”

 Ma c’è anche una brutta notizia: Tony, Mike e Peter hanno intenzione di prendersi due settimane di vacanza. Collins sperava di iniziare subito e non solo per l’entusiasmo. Ha bisogno di soldi.

E così, come rivela sempre nella sua autobiografia, Phil si mette a fare l’imbianchino per due settimane.

Clicca per acquistare l'autobiografia di Phil Collins

No, non sono ancora morto di Phil Collins. Retro-copertina – CLICCA SULL’IMMAGINE PER ACQUISTARE IL LIBRO.

Il 24 agosto, Peter, Mike e Tony tornano dalle vacanze. Le prove possono iniziare e quindi il nuovo impiego di Phil, anche se la band deve ancora onorare alcune date nella vecchia formazione, come al mitico Marquee Club.

Da genesis-movement.org

Dato che loro vivono tutti dalle parti del Surrey e Collins nella periferia ovest di Londra, Mike lo invita a stare a casa dei suoi a Farnham. Phil racconta:

“È un’altra casa grandiosa, anche se con un’atmosfera molto calda e alla mano. Mi congedo felicemente da Londra e mi trasferisco da Mike (…) Mi piace vivere a casa dei genitori di Mike. A colazione ci sono le uova sode e c’è sempre qualcosa che cuoce sulla cucina economica”.

Le prove della nuova formazione dei Genesis avvengono a Maltings, un complesso agricolo a Farnham, appunto. Ancora l’autobiografia di Phil:

“Il resto della mia vita inizia con le prime prove della nuova formazione dei Genesis nel settembre 1970, nell’ambiente ricoperto di guano di piccione di Maltings, un vecchio complesso agricolo a Farnham. Montiamo l’equipaggiamento e cominciamo a suonare con quello che descriverei un entusiasmo confuso: vari amici di Peter, Tony e Mike dalla scuola privata passano a trovarci, io scopro nuovi cibi esotici come il Marmite e la tahina, e spesso tutto è avvolto dal dolce profumo dell’erba”.

Oltre ai vari amici della Charterhouse, che passano a trovarli, a colpire Phil è la presenza costante di Richard MacPhail. Ricorda Phil:

“Era stato il cantante degli Anon, uno dei gruppi pre-Genesis alla Charterhouse. È il road manager e tecnico del suono, oltre che un gran fumatore di canne. Forse non ha altra scelta, dato che dorme a Maltings, condividendo la cuccetta con i piccioni e il loro guano, e sorvegliando gli strumenti. È lui a introdurmi al piacere dell’ascolto in cuffia da fumati. «Déjà Vu» di Crosby, Stills & Nash è uscito da poco e Richard porta il disco, prepara una canna gigantesca ed esorta me e Mike a immergerci nelle maestose armonie sonore di Carry On. Non è proprio come spalancare a calci le porte della percezione, ma almeno ci busso delicatamente.”

Maltings è un vecchio fienile molto confortevole, qui i nuovi Genesis si trovano a loro agio a suonare, improvvisare. E qui preparano i concerti futuri con la nuova formazione. L’atmosfera è apparentemente distesa, anche se, nella sua autobiografia, The Living Years, Mike Rutherford sottolinea le differenze tra loro:

“Noi e Phil non vivevamo sullo stesso pianeta. Lui aveva sempre l’atteggiamento spensierato da ragazzo della porta accanto: andiamo al bar a farci un drink, raccontiamo una barzelletta, fumiamoci una sigaretta o uno spinello. La vita è bella. E penso che uno dei motivi per cui piaceva a Pete fosse proprio che Phil non aveva il nostro background, non proveniva come noi da un mondo ristretto e limitato. Pete  era meno rigido di me e Tony, assai più incline alle emozioni e ai sentimenti; molto più curioso verso il mondo in generale.”

E Phil rivela che:

“A ogni modo, le consuetudini apprese a scuola sono dure a morire, e la gerarchia sociale presto è evidente. Non c’è da stupirsi: io sono l’ultimo.”

Anche se non è solo a “contrapporsi” ai tre, perché con loro c’è un altro chitarrista, Mick Barnard. Abbiamo visto che, dopo l’addio di Anthony Phillips e poi con l’arrivo di Phil, i Genesis hanno continuato come quartetto, senza chitarrista, con Tony che suonava tutte le parti di chitarra su un piano elettrico Hohner filtrato con un fuzz box. Poi hanno trovato Mick, ma non è la persona giusta e la ricerca di un chitarrista continua.

Una volta, scorrendo il Melody Maker, trovano l’annuncio di Steve Hackett.  

Ma questa è un’altra tappa della storia del capolavoro “Nursery Cryme”.

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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50 anni di “Nursery Cryme”, 1.a tappa: l’ingresso di Phil Collins nei Genesis – AUDIO, VIDEO & RICORDI

“Nursery Cryme” compie 50 anni. Ci avviciniamo al compleanno attraverso le tappe che hanno portato a questo album di svolta nella storia dei Genesis, con audio, video, documenti e molto altro ancora.

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La prima tappa si svolge l’8 agosto 1970 quando una telefonata allunga la vita dei Genesis. 

Da genesisfan.net

Dopo l’addio di Anthony Phillips, la band sembra già vicina alla fine, dopo solo due album all’attivo. Ecco il racconto di quei giorni fondamentali nella vita dei Genesis e dei loro fan. 

Suona il telefono al 453 di Hanworth Road, quartiere di Hounslow, sobborgo occidentale di Londra. Una voce dice: «Pronto Phil? Sono Peter Gabriel. Quello dei Genesis. Il posto è tuo, se lo vuoi».

E’ l’8 agosto 1970. Nei giorni precedenti Phil Collins ha sostenuto un “provino” con i Genesis. La band è stata vicinissima a sciogliersi e tuttora è in un equilibrio molto instabile. La simmetria creativa non c’è più, da quando Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura. Prima i Genesis avevano due coppie di autori, Mike Rutherford e Ant da una parte, Tony Banks e Peter Gabriel dall’altra. Ma soprattutto erano amici. Adesso uno di loro se ne va.

Da genesismuseum.com

Perché il 18 luglio alla Sussex Hall di Haywards Heath, Anthony Phillips è salito sul palco per l’ultimo concerto con il gruppo di cui è il fondatore. Guarda e ascolta i ricordi di quella data nello SPECIALE DI HORIZONS RADIO. 

La fobia del palco si è rivelata molto più di una semplice paura, è terrore. Ant è molto dimagrito e appare distrutto, ma la band non ha il tempo per accorgersi di ciò che sta accadendo nell’animo dell’amico. E’ un momento in cui le cose sembrano muoversi. Hanno appena registrato Trespass (uscirà in autunno) e sono in tour in Inghilterra.

La musica che Ant ama tanto sta diventando invece causa di infelicità. Rutherford è il primo a conoscere le sue intenzioni. Poco prima di un concerto precedente, si sono appartati ed è arrivata, come una doccia fredda, la rivelazione. Rutherford sa che l’amico ha paura del palco, ma non c’è stato tempo per approfondire il discorso e Phillips non ha più fatto cenno alla sua fobia.

Quel 18 luglio ad Haywards Heath i Genesis suonano davanti a 25 persone. Il tragitto verso casa Mike e Peter lo compiono nella nuova auto di Gabriel, una Hillman Imp. Insieme prendono in considerazione la situazione. Anthony sembra insostituibile, i Genesis appaiono come indivisibili, la voglia di smettere sta per prendere il sopravvento.

Eppure durante quel viaggio qualcosa di diverso matura, l’idea di potercela fare anche senza l’amico. Bisogna andare avanti.

E così i Genesis ne approfittano per operare una piccola rivoluzione. Con Anthony viene fatto uscire dalla band anche l’ennesimo batterista: John Mayhew.

Ecco perché i tre rimasti sono alle prese con le audizioni, quell’estate del 1970. E’ urgente trovare un nuovo batterista, ma si cerca pure un chitarrista, ovviamente, anche se al momento le parti di Phillips sono affidate al piano Hohner e al fuzzbox di Tony, con Rutherford a chitarra e basso a pedali. Nel dopo-Ant i Genesis stanno infatti effettuando diverse date in quartetto, anche importanti, come questa, al Marquee Club di Londra:

Da genesis-movement.org

L’atmosfera è quindi tesissima. La posta in gioco è la sopravvivenza e potrebbe non essere facile trovare qualcuno all’altezza delle aspettative.

All’annuncio sul Melody Maker risponde tra gli altri Phil Collins.

Phil è appena stato ad Abbey Road per incidere le congas nel brano All Things Must Pass di George Harrison, anche se poi nei crediti non c’è il suo nome e nella registrazione non si notano affatto le sue percussioni. ASCOLTA:

E il suo gruppo attuale, Flaming Youth, vacilla. L’album Ark 2 non ha dato i risultati di vendita sperati. Collins ha un disperato bisogno lavorare.

Ogni giovedì compra tutte le riviste musicali, ed ecco che l’annuncio «Tony Stratton-Smith cerca chitarrista dodici corde e batterista sensibile alla musica acustica» attira la sua attenzione. Phil non conosce granché i Genesis, ma li vede spesso nelle pubblicità dei concerti sui giornali. Buon segno – pensa – vuol dire che ne fanno tanti.

Invece Collins conosce già Strat dai tempi dei Freehold, una band in cui ha militato per poco tempo. I Freehold vivevano in un albergo in Russell Square a Bloomsbury. Quell’albergo è anche il posto dove Phil ha incontrato per la prima volta Tony Stratton-Smith. Diventano amici, si stanno simpatici a vicenda, secondo lui. Quindi pensa di poter avere una corsia preferenziale, una buona parola, per entrare nei Genesis, senza passare dalle audizioni. Rintraccia Stratton-Smith al Marquee Club. Gli offre un drink e gli parla dell’annuncio. 

«No, no, no, ragazzo mio, – risponde Strat – sono tipi esigenti. Devi richiamarli. Devi andare a fare l’audizione.»

Anche per farsi forza, Phil invita il suo amico Ronnie Caryl, pure lui alla ricerca di una via di fuga dai Flaming Youth e aspirante al ruolo che fu di Ant. L’appuntamento è a casa dei genitori di Peter a Chobham, nel Surrey, la settimana dopo. Apre la porta una signora di mezza età. E’ la signora Gabriel.
«Entrate, entrate. – dice – Siete un po’ in anticipo. Fatevi pure una nuotata, mentre aspettate.»

Anche la piscina! – pensa Phil – Le cose nella sua vita stanno proprio migliorando. Se solo avesse pensato di portarsi il costume da bagno. Comunque decide di farsi un tuffo. Negli ultimi due anni ha imparato a cogliere qualsiasi opportunità. Chissà  – si chiede – se gli offriranno mai più di fare un tuffo in una piscina privata riscaldata. Si toglie i jeans e rimane solo con gli slip, poi si tuffa. È un lusso di prima classe a cui non affatto è abituato.

Mentre sguazza in piscina, Phil sente le prove dei due batteristi suoi rivali. Lo standard è accettabile e ascoltandoli capisce con chi deve contendere il posto. Ma intanto continua a godersi la piscina, per calmare i nervi. Poi è il suo turno. Arriva Peter, con in mano l’ancora inedito Trespass.

Gli  fa sentire tre pezzi: Stagnation, Looking for Someone, The Knife. Ma quando siede alla batteria, Collins ha già memorizzato la parte che loro stanno utilizzando nelle audizioni e mostra una sicurezza che colpisce tutti. E alla fine della prova, è sicuro di aver fatto bene.

E’ anche l’ultimo batterista della giornata e quindi, tra una chiacchiera e l’altra, cerca di capire com’è andato il suo provino. Ma invano. Tutto quello che riesce a ricevere è un classico «ti faremo sapere».

Quasi non ci pensa più quando l’8 agosto suona il telefono al 453 di Hanworth Road. Phil ce l’ha fatta. In seguito scoprirà che Peter ha capito subito che lui è il tipo giusto per i Genesis, Mike è meno convinto. Tony fiducioso, ma riservato.

Cerca di fare l’indifferente, ma dentro di sé fa salti di gioia. Finalmente ha trovato un gruppo. Ronnie invece non passa l'”esame”. Per il nuovo chitarrista la ricerca continua.

Ma questa è un’altra tappa della storia che porterà a “Nursery Cryme”.

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Le altre tappe dei 50 anni di “Nursery Cryme”:

Angolo del Collezionsta

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Genesis: 50 anni fa il primo concerto al Reading Festival, 26 giugno 1971 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il 26 giugno 1971 i Genesis salgono per la prima volta sul palco del Reading Festival.

Ecco la locandina tratta dal sito del Reading Museum:

È il primo Festival di Reading in assoluto, che si tiene nei pressi del Tamigi a Richfield Avenue tra venerdì 25 giugno e domenica 27 giugno 1971. Tra gli artisti oltre ai Genesis, Lindisfarne e Wishbone Ash.

Il Reading Festival ebbe origine da un festival annuale di Jazz e Blues organizzato dalla National Jazz Federation e dal Marquee Club di Londra nel 1961.

Il primo Festival di Reading ebbe luogo nel 1971, appunto, quando il promotore Harold Pendleton mise in scena l’evento come parte delle celebrazioni per l’850° anniversario della fondazione dell’Abbazia di Reading.

Per approfondire:

Dal 1980 il festival ha raggiunto una reputazione internazionale, annoverando i più grandi nomi della musica rock.

La fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 hanno visto dei cambiamenti nella scena musicale contemporanea con nuovi suoni indie e dance cross-over.

Quasi 90.000 fan della musica invadono Reading ogni Bank Holiday di agosto, rendendo la città un nome riconosciuto a livello internazionale sulla scena musicale.

È diventato una parte importante della vita di Reading e alla fine del 2004 il Reading Museum ha organizzato una grande mostra retrospettiva chiamata ‘Music, Mud and Mayhem’, che racconta i 30 anni di storia del festival.

I Genesis hanno partecipato varie volte al Festival di Reading. Ecco le registrazioni.

Durante il Nursery Cryme Tour l’11 agosto 1972:

https://www.youtube.com/watch?v=XEPDfHsKCh8

Il 26 agosto 1973:

https://www.youtube.com/watch?v=Y-BD0KXRA64&t=9s

Il 26 agosto del 1979, Phil Collins raggiunge Peter Gabriel al Reading Festival ed esegue con lui The Lamb Lies Down on Broadway:

Biko:

White Shadow:

No Self Control:

Mother of Violence:

Ed ecco le partecipazioni di Steve Hackett:

https://www.youtube.com/watch?v=il2jy6j3zvk

I brani eseguiti da Steve Hackett a Reading nel 1981 sono contenuti nell’album “Premonitions – The Charisma Recordings 1975-1983”.

Lo puoi comprare qui:

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Le ultime sui Genesis

Angolo del Collezionista

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Peter Gabriel: 35 anni dell’album “So”, uscito il 19 maggio 1986 – STORIE, MEMORIE & VIDEO

So, l’album che, uscito il 19 maggio 1986, ha regalato a Peter Gabriel il successo mondiale totale,  non ancora arrivato con i primi quattro dischi, compie 35 anni.

By Eugenio Delmale

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Peter Gabriel - So

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Ecco il post su Facebook di Peter Gabriel il giorno del compleanno di “So”:

Ed ecco il post su Facebook di Peter Gabriel del 17 maggio 2021:

10 elementi che raccontano la svolta di Peter.

1. Dopo quattro album in cui tutti i piatti della batteria erano spesso banditi, Red Rain, che apre So, inizia proprio con una spiazzante reintroduzione dei “metalli” inutilizzati. Una significativa rottura con il passato, forse a voler dimostrare che l’autore è un Peter Gabriel nuovo. Il primo suono del brano, infatti, è quello del charleston e dei piatti di Stewart Copeland dei Police, uno dei tanti collaboratori illustri di questo disco.

2. Difficile da credere, ma Sledgehammer è stata inserita nell’album solo all’ultimo momento ed è nata quasi per caso, da un’idea che girava in testa a Peter, ma che non era stata ancora sviluppata, anche se le registrazioni del disco erano quasi ultimate. La sezione ritmica è nata per prima, creata dal nuovo batterista Manu Katché e da Tony Levin al basso, poi la chitarra di Daniel Lanois (altra novità, soprattuto in veste di produttore), infine la sezione di fiati dei Memphis Horns. Il titolo deriva dalle metafore di tipo edile usate da Gabriel e Lanois in sala di incisione. Il singolo arriva quarto in UK e primo in USA, scalzando proprio Invisible Touch dei Genesis. E il video del brano è da record. 

3. Riporta Mario Giammetti (in Peter Gabriel. Not one of us, Ed. Segno), che il caratteristico suono del basso di Tony Levin in Don’t Give Up, deriva dall’uso dei pannolini della figlia, per ottenere quel tono ovattato. La voce femminile doveva essere inizialmente quella di Dolly Parton, star del country americano, la quale non accetta. Così Gabriel si rivolge a Kate Bush, rimanendo molto soddisfatto. Anche se, scrive Gabriel nelle note di copertina dell’album, restano le radici “gospel/country (…) nel fantastico modo di suonare il pianoforte di Richard Tee”. Questo inno alla possibilità di superare gli ostacoli ha aiutato tante persone. “Gabriel ha dichiarato che una ben nota rockstar e un attore comico gli hanno entrambi confessato che la canzone li ha convinti a rinunciare al suicidio”. (Daryl Easlea, Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel, Ed. Arcana)

4. Insolitamente il testo di That Voice Again è scritto insieme a David Rhodes, il quale, con Gabriel e Lanois, è il terzo artefice principale del disco. Una soluzione cui è dovuto ricorrere il produttore canadese, visto che Peter non si decideva a ultimare le liriche della canzone. E’ possibile che Gabriel non riuscisse ad andare avanti per il tema del brano, che fa riferimento alla sua crisi coniugale del momento con Jill. Dopo 10 anni (“per non creare connessioni con i Genesis”, ha raccontato alla rivista italiana Ciao 2001), torna nella musica del cantante la chitarra 12 corde, suonata da Lanois. Come accade rarissimamente, il brano inizia con il ritornello.

5. In Your Eyes vede la partecipazione di vari coristi tra i quali Jim Kerr dei Simple Minds e soprattutto il cantante senegalese Youssou N’Dour, che qui canta in lingua wolof. E’ verosimilmente una dichiarazione d’amore per Rosanna Arquette, l’attrice americana conosciuta la sera del concerto Six of the Best (leggi e ascolta lo speciale di Horizons Radio). In crisi con Jill da anni, Peter aveva un strana relazione con lei. Sicuramente è la prima canzone d’amore diretta composta da Gabriel nella sua carriera da solista. E dire che inizialmente si intitolava Sagrada Familia ed era ispirata alla Cattedrale di Barcellona e al suo creatore, Antoni Gaudì.

6. Varie voci di Peter sovraincise contribuiscono alla bellezza toccante di Mercy Street. Tra queste, una particolarmente bassa è stata registrata alle sette del mattino, per ottenere un cupezza naturale. Le percussioni sono del brasiliano Djalma Correa, registrate da Gabriel a Rio de Janeiro. Il meraviglioso lavoro al basso è di Larry Klein. Benchè ufficialmente ispirata all’opera quasi omonima della poetessa americana Anne Sexton, Mario Giammetti (in Peter Gabriel. Not one of us, Ed. Segno) riporta un episodio, raccontato dallo stesso Gabriel, che potrebbe aver influenzato il testo: un atterraggio di fortuna, proprio del volo per il Brasile, preso per incontrare Correa.

7. Una prima versione di Big Time, con il titolo Success era stata registrata ai tempi di Security. Terzo singolo dell’album, ha raggiunto l’ottavo posto in classifica negli Stati Uniti, dove apprezzavano il clima funky del brano e la sua filosofia, così vicina al sogno americano, anche se declinata con ironia. Fondamentale nel brano è la drumstick bass guitar, suonata da Tony Levin, che preme le corde, e da Jerry Marotta, che le percuote, ottenendo quel sound caratteristico della parte ritmica, abbinato alla batteria di Stewart Copeland.

8. Registrata originariamente per Melt, poi candidata a entrare in Security, We Do What We’re Told (Milgram’s 37) è diversa dalle altre tracce del disco, visto che arriva da tempi musicalmente remoti per Peter. Suonata in tour sin dal 1980, infatti, era una vecchia conoscenza dei fan della prima ora. “Sta lì a dimostrare al suo nuovo pubblico che se Gabriel voleva poteva essere ancora inquietante e disturbante”. (Daryl Easlea, Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel, Ed. Arcana).  Il testo è notoriamente basato su un esperiemento che dimostrava scientificamente la “banalità del male” nazista, tema utilizzato anche dai Genesis nel brano Just A Job To Do (Album Genesis).

9. Il vinile termina con Milgram, ma non le versioni su cassetta e CD, chiuse da This Is The Picture (Eccellent Birds) – e, nelle rimasterizzazioni, da In Your Eyes –, variazioni dettate dall’ossessione di Gabriel per la sequenza dei brani e per la buona miscela tra code e attacchi degli stessi. Inserire This Is The Picture è stata una scelta singolare, visto che, composta con Laurie Anderson,  faceva già parte dell’album dell’artista americana di due anni prima Mister Heartbreak, in una versione diversa e con il titolo Eccellent Birds. Gabriel l’ha voluta temendo di non avere abbastanza materiale, altra bizzarria, visto che disponeva di brani già completi e inediti come Don’t Break This Rhythm o Curtains, che invece diventeranno il lato B dei singoli Sledgehammer e Big Time.

10. Infine la copertina e il titolo So. Sorprendentemente l’album esce con una confezione esteriormente normale, con un bel ritratto di Peter realizzato da Trevor Key e nessuna delle stranezze formali presenti in quelle precedenti. Per la prima volta, inoltre, Peter decide di utilizzare un titolo. La rivista Rolling Stone gli ha chiesto il perché. “Il nuovo album ha un titolo universale, – risponde Gabriel -, così la gente non rischierà di comprare due volte lo stesso disco. Sono molto contento di averlo fatto, perché è in linea con il piccolo cambiamento dello stile; volevo che l’album fosse elementare, vivo, naturale”. (Cit. in Daryl Easlea, Senza frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel, Ed. Arcana). Al grande successo del disco ha contribuito il video di Sledgehammer, oggetto di un altro articolo di Horizons Radio – LEGGILO QUI. Ecco come Stephen R. Johnson e Peter Gabriel hanno realizzato questo e i successivi.

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Genesis: 45 anni fa il primo concerto con Phil Collins cantante, 26 marzo 1976 – AUDIO, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il primo concerto dei Genesis con Phil Collins cantante si è svolto alla London Arena di London Ontario, Canada, il 26 marzo 1976. 

Ascolta il podcast (in italiano) – CLICCA QUI

Con l’addio di Peter Gabriel ai Genesis, Phil Collins è diventato il frontman della band, che ha pubblicato «A Trick of the Tail» il 2 febbraio 1976 – LEGGI L’ARTICOLO DI HORIZONS RADIO.

L’LP arriva al terzo posto nelle classifiche del Regno Unito, come «Selling England by the Pound» e diventa il loro maggior successo. Il che li rassicura. Del resto  le aspettative sul futuro del gruppo erano bassissime. Ma poi la gente ha sentito il disco e le quotazioni del quartetto si sono alzate.

Il 26 marzo è previsto l’inizio del tour.

Ma, ovviamente bisogna risolvere il problema di chi suonerà la batteria in concerto. E Phil non ha voglia di abbandonare il suo strumento. Racconta Collins nella sua autobiografia:

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“Bill Bruford, già con gli Yes, è un buon amico che mi ha fatto conoscere un sacco di batteristi jazz. Viene a una delle prove dei Brand X (stiamo scrivendo «Unorthodox Behaviour») e chiede:

«Come va con i Genesis? Avete trovato un cantante?».
«Non proprio. Ho cantato io nell’album, e vogliono
provare a far cantare me. Ma per farlo abbiamo bisogno di trovare un batterista.»
«Be’, perché non lo chiedi a me?»
«Mi sa che diresti di no. Un po’ troppo simili agli Yes per te, no?»
«Invece lo farei.»
Ed ecco che i Genesis hanno un nuovo batterista.”

Così Phil non ha più scuse. Tutti si adattano e si abituano al nuovo
assetto e alla nuova formazione.

“Non facciamo grandi cerimonie: succede e basta. Non ricordo nemmeno di avere fatto delle prove, o un annuncio”, ricorda Phil.

Bill Bruford si inserisce subito bene, del resto è uno dei più grandi del genere prog e non solo. 

“Non sono particolarmente nervoso per l’idea di cantare, né per il fatto
di farlo davanti a un pubblico – racconta Phil -. Mi ci ero già abituato con Oliver!, a suo tempo. Ma cantare con solo un microfono tra me e il pubblico, al posto di una fila di piatti: è questo il problema da superare. Se uno non è portato per i copricapi da pipistrello e per volare a mezz’aria, cosa fa quando non canta?”

Ricorda Mike Rutherford nella sua autobiografia:

“Avevamo scelto deliberatamente il Canada perché avevano meno memoria dei concerti con Pete là che in Europa. Pete era stato una figura così forte che non riuscivamo a immaginare come Phil l’avrebbe potuto sostituire.

Ci sono anche altri problemi pratici.

Per esempio: come vestirsi. La tuta da
operaio era ideale quando era solo il batterista. E di indossare maschere e costumi “alla Peter Gabriel” non se ne parla. 

“Posso mettermi la coppola e la redingote per Robbery, Assault and Battery, ma questo è il massimo che sono disposto a fare”, dice Phil.

Quindi viene scelta la tuta da operaio. E poi c’è un’altra preoccupazione. Peter Gabriel era bravissimo a intrattenere il pubblico con le sue storie mentre Mike, Tony e Steve si accordavano. Cosa può raccontare Phil?

Poi arriva il momento.

Alla London Arena le luci di sala si abbassano.

“Trascorro quasi tutto il concerto a nascondermi dietro l’asta del microfono: sono un esserino ventiquattrenne magro come una bacchetta da batteria.
E non tocco nemmeno il microfono. Toglierlo dal supporto sarebbe un gesto troppo… da cantante.
Ma arrivo in fondo al concerto riportando solo piccole ammaccature alla mia fragile consapevolezza di frontman.
“,
ricorda Phil.

“La gente era dalla sua parte fin dal primo giorno – racconta Mike –. Sul palco, Phil è sempre stato un batterista molto visivo – mai appariscente ma molto spettacolare.

Non dimenticherò mai Phil nella sua T-shirt, la lunga barba e la sua mano tremante. E poi non avere Pete lì… Uno strano momento per tutti.
Ma dopo aver suonato le prime due canzoni, ho capito che sarebbe andato tutto bene.

E così è stato. La parlantina di Phil ci ha aiutato. Ha alleggerito l’atmosfera. Pete era misterioso sul palco, Phil è sempre stato il ragazzo della porta accanto”, ricorda Mike.

Ci sono 2.200 fan alla London Arena di Bathurst Street per il  debutto di Collins come frontman. I Genesis si aspettavano non più di un centinaio di persone e invece ecco la dimostrazione che la popolarità della band non è in calo.

Non esiste una registrazione pubblica di questo concerto, anche se pare che una copia sia di proprietà di un collezionista. Ecco quelle di due date successive:

https://www.youtube.com/watch?v=O7uEDlgFSEw

https://www.youtube.com/watch?v=f1lD48AX6P0

La maggior parte del setlist di quel 26 marzo è tratta da A Trick Of The Tail.

Per il 40° anniversario di quella storica data per i Genesis e il rock tutto,  il sito Genesisfan ha riportato…

I ricordi di coloro che erano nell’arena canadese.

“I membri della band sembravano molto nervosi – dice uno di loro, Brad Ashton-Haiste -. Ma dopo un paio di brani, tutti avevano enormi sorrisi. Forse pensavano, ‘Phil funzionerà'”.

Un altro fan, Jim Fisk, ha fatto fotografie del concerto, che ha poi venduto alla stampa.

“I duetti di Phil e Bill sono incredibili. Velocità, eccellenza tecnica e musicale”, ricorda Fisk.

E dire che quando la data canadese era andata in prevendita i Genesis non avevano ancora un cantante.

Ma il 26 marzo Collins si è rivelato un vero frontman. E i presenti hanno assistito a un evento “storico”.

Leggi tutto l’articolo

Ecco un video che mostra com’era lo show nel 1976:

Per approfondire: 

A Selection of Shows: Genesis & Solo Live Guide 1976-2014

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Angolo del Collezionista

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Ascolta i Genesis:

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Genesis: 50 anni fa il primo concerto all’estero, La Ferme IV Belgio, 7 marzo 1971 – AUDIO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il 7 marzo 1971 i Genesis salgono per la prima volta su un palco all’estero, a La Ferme V, Woluwe St Lambert, in Belgio. ASCOLTA:

https://www.youtube.com/watch?v=O61lpxGFiZs

Storie e Memorie:

«Abbiamo attraversato la Manica, prendendo un traghetto da Dover a Ostenda», racconta Richard Macphail in My book of Genesis.

«Era pieno inverno e non c’era quasi nessuno a bordo. (…)
Eravamo ancora solo noi sette in viaggio insieme, a guardare gli eserciti di crew che le band impiegano al giorno d’oggi sembra ridicolmente piccolo.

Era una traversata di quattro ore e ci annoiavamo a morte perché lì
non c’era niente da fare. Ho trovato questa scatola con dentro dei salvagenti,
e così tutti noi abbiamo indossato i nostri gilet e abbiamo posato per quello che ora è diventata una famosa foto dei Genesis, tutti noi con i capelli sciolti sulle nostre spalle, Mike che beve da una bottiglietta di Mateus Rosé
perché è quello che si beveva a quei tempi, quello o Liebfraumilch.

(…) Oggi quando si va all’estero si ha la navigazione satellitare
che ti dice esattamente dove andare e i telefoni cellulari o
con le mappe, ma non avevo davvero idea di dove fossimo diretti
in Belgio. Non avevo nemmeno una mappa pieghevole.

(…) Il posto, un club chiamato Ferme V, era pieno zeppo fino al tetto, ma i fan conoscevano ogni nota. È stato incredibile. Mentre in Inghilterra è stato un processo molto lento, in Belgio è successo all’improvviso, come un minorenne
esplosione per quanto ci riguardava.

Un’altra cosa che ricordo è che abbiamo soggiornato in un hotel a tre stelle, molto confortevole, e che Peter ha condiviso una stanza con me perché non sopportava di condividerla con Tony mai più, non dopo le sue esperienze al cottage.»

«Philippe Grombeer (futuro direttore artistico dei maggiori teatri belgi) è un membro del “Club delle Aquile”, ed ha affittato, per conto dell’amministrazione comunale, un’azienda agricola a Woluwe-Saint-Lambert (un sobborgo di Bruxelles), la “FERME V”. Lo spazio non è grande, l’interno è vetusto, ma che importa!»  –  CONTINUA SU GENESIS PLACES

«5 baldi giovani musicisti tengono il loro primo concerto oltre confine…
Hanno alle spalle un primo album fallimentare e un secondo (l’ultimo) che qualcosa ha venducchiato, soprattutto proprio là dove stanno andando a suonare)…»CONTINUA SU:

GENESIS FORUM #1

GENESIS FORUM #2

«Alcuni privilegiati li hanno visti in tutta intimità e hanno condiviso tutto con loro. E a ragione: il Belgio è stato il primo paese straniero in cui i Genesis hanno messo piede.»CONTINUA SU NOSTALGIE

«Come tutte le superstar prima di avere successo, hanno dormito in hotel schifosi, torbide stanze nel retro di pub fumosi, sperduti nella campagna. Ma la fortuna sorride sempre a chi ha talento.»SCOPRI DI PIU’ SU FACEBOOK GABRIEL’S ANGELS

Libri:

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Angolo del Collezionista

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