Autopresentazione:
Tutti bresciani, tutti nati nei primi anni ’60, uniti dalla stessa passione o più semplicemente insieme per vicinanza di cortile, per la stessa scuola, lo stesso oratorio, tutti hanno condiviso per anni lo stesso sogno, quello di ogni band: sfondare, diventare qualcuno nell’intricato mondo della discografia.
Una band che ha riscosso simpatia per circa un decennio, forse per il nome, forse per il modo semplice di porsi, dai primi timidi concerti del 1975, all’epoca c’erano Bruno Bernoni (chitarra) e Andrea Forzi (secondo tastierista), passando attraverso concorsi come “Deskomusic”, fino a toccare da vicino il successo nella finale nazionale di “Centocittà” di Caorle nel 1980, con un brano originale.
Di forte impatto erano i loro concerti, dei veri e propri eventi; come le band più affermate di quel periodo, c’erano effetti visivi, luci, scenografie e suoni curati nei minimi particolari, per questa ragione sono stati sicuramente tra le prime band locali ad avvalersi di un proprio staff tecnico che li seguiva in ogni evento, così da assicurare una qualità live ottimale. (by Paolo Salvarani)
Nascono ufficialmente nel 1974 inizialmente cimentandosi nei brani rock più di moda del tempo, brani dei Rolling Stones, dei Deep Purple, dei Led Zeppelin, di Carlos Santana…
La formazione storica guidata da Bruno Caffieri alla batteria, Camillo Zola alla voce, Bruno Bernoni alla Chitarra, Gionata Ferrari al Basso e andrea Forzi alle tastiere cominciava a calcare le scene di Brescia e provincia. In quell’anno i Genesis pubblicavano uno dei loro più significativi dischi: “The Lamb Lies Down on Broadway”, l’ultimo disco con Peter Gabriel alla voce con brani come “The Lamb…”, “In the Cage”, “The Carpet Crawlers”, seguito poi due anni dopo da “A Trick of the Tail”, il primo album con Phil Collins alla voce subito, con brani come “Squonk” e “Ripples”, seguito da “Wind and Wuthering” con “Blood on the Rooftop”, “In That Quiet Earth” e soprattutto “Afterglow”, ultimo disco con Steve Hackett alla chitarra.
Ma è solo nel 1977-1978, con l’ingresso di Andrea Zanella alle tastiere che gli Opossum si cominciano a cimentare nei complessi brani dei Genesis, ripercorrendo praticamente tutta la storia dei Genesis del periodo Progressive anni ’70, cercando anche di imitare lo spettacolo scenografico dei concerti Live dei Genesis come nel famosissimo disco “Seconds Out” proprio del 1977.
Ed è del 1979 il loro memorabile concerto al Liceo Calini di Brescia, credo proprio la prima volta in assoluto che un aula magna di un Liceo sia stata utilizzata per un concerto di musica Rock durante l’orario di scuola!!!
Da quel momento in poi gli Opossum hanno cominciato a scrivere musica loro con grandissime influenze dei Genesis, ma anche degli Yes, degli ELP e di altri, oltre che influenze Jazz Rock e funky.
Nel 1980 entra nella formazione Mario Camera alla chitarra e partecipano ad un concorso per voci nuove della RCA e incredibilmente vincono le selezioni cittadine, provinciali e poi regionali e vanno alle finali Nazionali a Caorle dove, cantando il loro brano originale “L’Onda”, a fianco di Big come i Decibel di Ruggeri, di Riccardo Cocciante, Ivan Graziani ed altri famosi cantautori del tempo, si classificano come Miglior Gruppo Italiano ed incidono due o tre dischi, tra i quali “Voices in the Crowd”.
Due anni dopo il loro ultimo concerto alla Pavoniana nel 1982 che poi verrà ripetuto 34 anni dopo nell’Aprile 2016 quando la Band, che nel frattempo ha acquisito Andrea Camera, figlio di Mario, come secondo tastierista, decide di riunirsi e di ricalcare le scene dopo un lungo periodo di attenta preparazione e di studio dei più importanti brani dei loro amati Genesis.
Qualche mese dopo decidono di cimentarsi anche nei brani più rappresentativi dei Pink Floyd, “US and Them”, “The great Gig in the Sky”, “Money” dal mitico album “The Dark Side of the Moon” e poi “Shine on you Crazy Diamond” da “Wish you Were Here” e si allargano aggiungendo un Jazzista professionista come Marco Belardi al Saxofono.
Nel 2017 il loro primo concerto all’estero, a Maastricht, davanti a 600 cardiochirurghi provenienti da tutto il mondo che ballano e cantano a squarciagola “I Know What I Like” e “Ripples” ed uno di loro, americano, che sale sul palco con la sua Armonica a bocca e improvvisa “Solsbury Hill” di Peter Gabriel…
Questa è la storia degli Opossum fino ad oggi…ma non è finita! Da qui riparte una nuova era di nuovi brani e nuovi concerti e nuovi musicisti e cantanti che entreranno a far parte dello spettacolo a fianco della formazione storica…