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Il 9 settembre 1972, al Seloncourt Festival nella Halle Polyvalente di Montbeliard in Francia i Genesis iniziano il Foxtrot Tour, ricco di colpi di scena e momenti storici per il gruppo. Ecco il racconto di quei giorni.
Ascolta il podcast (in italiano) in occasione dell’anniversario dei 45 anni:
- Storie d'estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot Tour D.B. 17:29
Il Foxtrot Tour dei Genesis tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America.
Lo show al National Stadium di Dublino, il 28 settembre, resterà nella storia dei Genesis perché, nel finale di The Musical Box, Peter Gabriel si presenta sul palco indossando una testa di Volpe e un vestito rosso da donna di sua moglie Jill, all’insaputa dei compagni. L’inizio di un’epoca di teatralità e costumi, che ha dato alla band una visibilità e un popolarità finora sconosciute.
Infatti, il 9 febbraio, al Rainbow Theatre di Londra, Peter Gabriel si porta in camerino un intero baule pieno e indossa sul palco i suoi famosi costumi e le maschere . Sulle note di mellotron di Watcher Of The Skies, Peter esce per la prima volta con il vestito nero e le ali da pipistrello sulla testa.
Ecco l’effetto (in un video del tour successivo, ottobre 1973 Live Shepperton Studios):
E poi ancora, nuovi colpi di scena durante tutto il concerto. Immagini che segneranno, nel bene e nel male, la band per sempre. Ecco il commento di Phil Collins nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”, Mondadori:
“Prima di questo non c’erano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Supper’s Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (…) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del «Melody Maker», e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata.”
Racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana:
“Eravamo stati tenuti completamente all’oscuro delle intenzioni di Pete; lui sapeva bene, del resto, che se ci avesse anticipato qualcosa avremmo tentato di fermarlo.”
Ricorda Tony Banks in Senza Frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea, Arcana:
“Altri facevano qualcosa con i costumi, ma noi sfruttavamo tutto lo spazio del palco. Quando andavi a uno spettacolo dei Genesis vedevi le tende velate, e poi il fumo artificiale, che sì adesso è un cliché ma allora non lo era affatto. Vedevi le ali di pipistrello e gli occhi truccati. Sentivi il suono del Mellotron, praticamente il primo effetto in stereo. Non c’erano altri concerti di quel livello al mondo. I primi dieci minuti erano di una potenza incredibile. Penso che fummo tra i primi gruppi a cogliere la bellezza della fusione di musica ed effetti visivi. Un po’ successe per caso e per fortuna, un po’ perché l’abilità di Peter in quel senso era davvero unica.”
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La prima volta dei costumi di Peter Gabriel.
I Fiori Delmale: i costumi di Peter Gabriel.
E’ durante questo tour che i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Ancora Phil Collins:
“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.
(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…)
E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.
Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:
Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”
Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ancora Mike:
“Il basso Rickenbacker che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”
Un’esperienza che viene ripetuta ai primi di marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo.
Il 20 gennaio 1973 inizia a Reggio Emilia la parte italiana del Tour. LEGGI E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:
L’album Genesis Live è stato registrato nel febbraio 1973 durante la parte inglese del tour.
Iniziato il 9 settembre 1972, appunto, il tour finisce il 26 agosto 1973 al Festival di Reading, UK. ASCOLTA L’ESIBIZIONE DEI GENESIS:
Setlist del tour:
- “Watcher of the Skies”
- “The Musical Box”
- “Supper’s Ready”
- “The Return of the Giant Hogweed”
- “The Knife”
Altri brani eseguiti durante tour:
- “Can-Utility and the Coastliners”
- “Get ‘Em Out by Friday”
- “The Fountain of Salmacis”
- “Twilight Alehouse”
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