«We recorded this cover together to bring some positive energy in this weird time! Our version of Don’t Give Up – Peter Gabriel & Kate Bush is inspired by Herbie Hancocks version of the song.»
Performed by: Claudia de Graaf, Lo van Gorp, Aron Raams, Ferry Lagendijk, Jens Dreijer, Marc Schenk
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Nel villaggio di Wotton, nel Surrey, si trova il Christmas Cottage, il luogo che la famiglia Macphail ha concesso gratuitamente ai Genesis per circa sei mesi, dall’ottobre 1969 all’inizio di aprile 1970 e dove è stato composto il materiale che poi ha costituito l’album Trespass.
I Macphail hanno acquistato il Christmas Cottage nei primi anni ’60. Contemporaneamente, Richard entrava alla Charterhouse School e lì conosceva Mike Rutherford, Tony Banks, Peter Gabriel e Anthony Phillips. Il nome deriva dal fatto che la famiglia ha preso possesso della casa nel periodo delle vacanze natalizie.
Invece eravamo in una bellissima parte incredibilmente remota del paese, determinati a capire fin dove ci potevamo spingere musicalmente. Questo comportava un sacco di lunghe sessioni di improvvisazione.»
I Genesis, all’epoca con Phillips alla chitarra e John Mayhew alla batteria, non stanno passando un buon momento. L’album d’esordio, From Genesis To Revelation è stato un flop – SCOPRI DI PIU’. Lo scarso numero di vendite crea sconforto fra i membri del gruppo. Ricorda Richard Macphail nel libro My Book Of Genesis:
«Avevano sentimenti contrastanti riguardo all’album From Genesis To Revelation: delusi dal sound, delusi dal missaggio. Ritenevano buone alcune canzoni, ma non gli piaceva la qualità della registrazione.
A quel punto, tutto stava convergendo. Mike stava per andare alla Farnham Tech, Peter alla London Film School e Tony alla Sussex University, ma ormai tutti sapevano che l’istruzione non era più una priorità. Nel frattempo, sono passati attraverso tre batteristi: Chris Stewart è stato sostituito da John Silver che è stato sostituito da John Mayhew, quest’ultimo trovato attraverso una pubblicità su Melody Maker.»
La band è in condizioni disperate dal punto di vista finanziario, addirittura si saltano i pasti. Ma i ragazzi rifiutano, comunque, gli aiuti in denaro forniti dalle famiglie. Non si perdono d’animo: il successo, pensano, sarebbe arrivato.
Hanno quindi deciso di sospendere tutti gli altri piani per un anno, dare una chance alla musica e impegnarsi nello sviluppo della band. Hanno bisogno di un posto adatto dove stare e vivere insieme e il Macphail Cottage sembra la soluzione perfetta. Continua Richard:
«Non riesco a ricordare chi del gruppo ha suggerito che la cosa di cui avevano davvero bisogno era un posto dove poter andare a vivere insieme come avevano fatto i Traffic, in un cottage in campagna.
Per una circostanza fortuita, mentre eravamo a Londra, il nostro cottage è stato svaligiato. I miei genitori non si sono sentiti più a loro agio ad andarci; hanno deciso di venderlo, ma non fino alla primavera successiva, quando gli alberi sarebbero stati in piena fioritura e l’aspetto della casa sarebbe stato migliore.
Naturalmente ho pensato: “Aspetta, è l’ideale per il gruppo” e ho chiesto ai miei genitori cosa ne pensavano dell’idea. I miei amici hanno bisogno di un posto dove stare insieme, gli ho detto. Non venderete il cottage fino alla prossima primavera. Non volete più andare laggiù.»
Così il padre di Richard presta loro la casa gratuitamente e anche un furgoncino dell’azienda per cui lavora, per gli spostamenti (qualche concerto ha spezzato quel ritiro quasi monastico). Ricorda Anthony Phillips, riportato da Daryl Easlea in Senza frontiere, Vita e musica di Peter Gabriel:
«L’idea ci è piaciuta molto. Da quello strano combo di autori che avevano
fatto From Genesis To Revelation, ci siamo trasformati in una specie di focolare di scoppi e scontri. (…)
Non ci siamo mai allontanati l’uno dall’altro; non abbiamo mai preso delle pause, la prendevamo tutti molto sul serio.
Peter e Mike subivano pressioni dalle loro donne, quindi a volte la situazione si è fatta piuttosto tesa. Penso che se fossimo andati al pub e ci fossimo fatti qualche pinta o qualche risata potrebbe essere stata diverso. Noi non andavamo neanche a fare passeggiate, giocare a calcio o altri svaghi. Non c’era altro che la musica.»
«In quel cottage abbiamo litigato come matti. Era un mix di amore e di odio con probabilmente un po’ di istinto omicida da tenere a bada.
Tony, Ant, Pete e io eravamo tutti incredibilmente determinati a metterci alla prova musicalmente, a trovare una nostra strada. Ma, a peggiorare le cose, si stava davvero schiacciati all’interno del piccolo cottage.
Rich, ora ufficialmente il nostro roadie, ha dovuto dormire sul pavimento del soggiorno: non poteva stare nella sua camera da letto perché era occupata da Tony e Pete. Non c’erano mobili, tranne i letti, ed era sempre buio perché abbiamo fatto le prove in salotto con una coperta messa sopra la finestra anche se eravamo a chilometri di distanza da ovunque. Quando non sei granché – e noi non lo eravamo – tendi ad alzare il volume per compensare.
C’era sempre qualcuno che se ne andava di corsa infuriato al piano di sopra o usciva fuori sbattendo la porta d’ingresso e ogni volta dovevamo rimetterci in sesto.»
Richard:
«Non sorprende che con sei giovani sotto lo stesso tetto, sia stata una vera e propria situazione di pentola a pressione. Era inverno, freddo e umido, e ci sono state molte volte in cui si poteva tagliare l’atmosfera tra Peter e Tony con la motosega.»
Divergenze che non erano solo caratteriali. Mike:
Pete spesso aveva difficoltà a trasmettere cosa gli passava per la testa, musicalmente. Si sedeva al pianoforte e provava a suonarci un pezzo e poi alla fine diceva: “No, no, non va fatto così. Intendevo così”. Ognuno di noi chiedeva agli altri uno sforzo di immaginazione per capire come poteva evolvere un’idea a partire da come suonava nella nostra testa, ma Pete non è mai riuscito a rendere comprensibili le sue intuizioni e a condividerle. C’erano sempre un sacco di ehm e uhu.»
Nel cottage, il modo di lavorare della band è molto serio. Iniziavano alle dieci del mattino (anche se nessuno di loro era mattiniero) e finivano per la cena verso le otto. Occasionalmente hanno provato ad andare oltre, ma erano troppo stanchi per ottenere qualcosa di buono. Richard:
«Passavano il tempo a comporre. Tutta l’attrezzatura è stata allestita in soggiorno e dire che erano laboriosi è un eufemismo. Erano troppo disciplinati. Si alzavano e facevano colazione per iniziare alle 10. (…)
Ho trovato affascinante assistere all’intero processo di creazione delle canzoni. Mike aveva una sequenza di accordi, Tony aggiungeva qualcosa e Peter aveva un ritmo in testa con cui spesso iniziava una composizione (e
lo fa ancora oggi). Era un batterista, originariamente, e oggi ha numerosi sintetizzatori ritmici, ma a quei tempi aveva solo una grancassa a pedale.
Ant era il gigante musicale. Una cosa che la gente dimentica sempre è che a quel tempo era di gran lunga il compositore più sviluppato e gli altri lo seguivano.
L’altro elemento cruciale era l’abilità di Tony come tastierista e arrangiatore. Aveva un’impostazione classica, (…) sapeva molto sull’armonia, su come funziona una canzone, e quando qualcuno suggeriva dei passaggi, lui pensava per un po’ e con la sua tastiera capiva come collegarli tra loro.
Ho avuto il privilegio di vedere tutto, testimoniare l’evoluzione di quello che sarebbe diventato l’album Trespass.»
L’isolamento è quasi totale, anche rispetto alle nuove idee musicali, che si stavano sviluppando a Londra e nel mondo. Ma qualcosa trapelava. Ricorda Mike:
«Abbiamo ascoltato i King Crimson, In the Court of the Crimson King, all’infinito, che ci ha suggerito di usare il mellotron, e Days of Future Passed dei Moody Blues. Ant ed io abbiamo anche ascoltato Crosby, Stills & Nash. Tuttavia, ora che avevo iniziato a comporre, mi resi conto che non avevo voglia di ascoltare altre band.»
«Agli inizi facevamo le cose di fretta, anche se ci sforzavamo di suonare come volevamo davvero suonare, solo che poi entrarono in scena i King Crimson e noi pensavamo quanto fossero magnifici; facevano le stesse cose che volevamo fare noi, ma in modo migliore e più grandioso. (…)
E pensavamo: “Loro non fanno mai le cose in modo precipitoso, perché dovremmo farlo noi?”
E nella nostra testa i Crimson assunsero proporzioni gigantesche e mitologiche perché stavano mettendo in pratica i nostri ideali, gli ideali musicali, e lo facevano a modo loro.»
Ma i Genesis non lavoravano e basta. Ogni tanto Mike scappava dal cottage di notte in moto per fare visita alla fidanzata a Brighton, dove viveva. Spesso in notti d’inverno piovose e ventose.
Peter era già fidanzato con Jill e a volte scompariva per andare a trovarla, causando un po’ di risentimento.
Anche Ant aveva anche una ragazza, una ballerina del Ballet Rambert, ma lei lo aveva lasciato la precedente estate. Da allora, in quel periodo, si è dedicato alla musica. Ancora Richard:
«E’ stato un momento molto intenso, non ultimo perché Peter era preoccupato che la sua ragazza Jill lo lasciasse per qualcun altro. Era estroversa, molto attraente, il tipo che non resta a casa e a deprimersi mentre il suo uomo non c’è. Peter non era l’unico interessato a lei. Jill non doveva preoccuparsi di Peter, perché eravamo isolati al cottage. Non siamo nemmeno andati al locale alla fine della strada.
I Genesis non sarebbero mai stati i tipici rock’n’rollers che vanno fuori, a bere qualche birra. Non abbiamo nemmeno bevuto alcolici nel cottage. John e Mike si godevano una canna la serata, forse anche Ant, ma non Peter o Tony.»
Richard Macphail ricorda che forse alcuni brani erano già abbozzati, quando i Genesis sono arrivati al Christmas Cottage, altri sono stati perfezionati dopo, ma Stagnation, Dusk e The Knife sono sicuramente nate lì.
Non solo. Un nastro con materiale composto al Christmas Cottage è stato ascoltato dall’ex Yardbird Paul Samwell-Smith, che a sua volta ha segnalato alla BBC il gruppo nel gennaio 1970 per un programma dedicato al pittore britannico Michael Jackson. I quattro brani, come è noto, Provocation, Frustration, Manipulation e Resignation, definiti anche Jackson Tapes, erano un assaggio della loro nuova direzione. E tre di questi brani sarebbero poi tornati in alcuni dei loro lavori più noti. SCOPRI DI PIU’.
E The Geese And The Ghost di Anthony Phillips contiene una selezione di materiale che lui e Mike Rutherford hanno scritto insieme nel cottage.
Mike Rutherford ammette che il cottage è stato come un bozzolo e quando è stato il momento di lasciare quella casa per alcuni concerti e registrare Trespass, è stato emozionante ma spaventoso.
Nel corso degli anni il cottage ha avuto qualche cambiamento. Richard:
«Il cottage è stato sostanzialmente modificato rispetto a quei giorni, si estende al piano terra, sta lì immobile, nascosto dalla strada, ma più accessibile e con un parcheggio proprio accanto alla porta sul retro.»
L’ingresso infatti è ora nell’antico retro della casa, l’accesso è molto più facile, rispetto a quando i Genesis hanno dovuto trasportare a mano gli strumenti e tutta l’attrezzatura dal parcheggio giù per la collina fino al cottage con la pioggia e le foglie bagnate sul terreno scivoloso.
E anche se non ci sono tracce del passaggio dei Genesis, gli attuali proprietari raccolgono gli articoli in cui i membri originali della band fanno menzione del Christmas Cottage.