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Steve Hackett e Roger King partecipano all’evento di raccolta fondi di beneficenza online del The Charlie and Kathleen Dunnery Children’s Fund la sera di sabato 24 ottobre.
Con Steve Hackett e Roger King si sono esibiti Buzz Elliott, Chris Difford, Paul Brown, Steve Hogarth, The Dame, Nick D’Virgilio, Quint Starkie, Big Big Train, Peter Jones, Eric Miranda, Dean Newton, Materya, Dave Kerzner, John Mitchell, Soul Trader, Luke Machin, John and Wayne, Danny Dunnery e Stephen Harris e lo stesso Francis Dunnery.
Fondato nel 2002, il CKDCF è dedicato alla salute e al benessere dei bambini nella zona di Cumbria, in Inghilterra. Forniamo sussidi e donazioni caritatevoli a organizzazioni che vanno a diretto beneficio dei bambini bisognosi della zona. Si prega di donare, o di organizzare una propria campagna di raccolta fondi!
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Sonicbond, la casa editrice di libri prog-friendly, festeggia il suo secondo anniversario con una speciale edizione limitata di un nuovo libro su Steve Hackett: “Every Album, Every Song” di Geoffrey Feakes.
Compralo qui (in inglese):
Il libro offre un’analisi traccia per traccia di tutti gli album solisti di Steve Hackett da “Voyage Of The Acolyte” fino a “At The Edge Of Light”.
Viene ripercorsa la lunga e variegata storia di Steve. Vengono prese in considerazione anche le collaborazioni, gli album live e le compilation, rendendo questa la guida più completa sulla musica di Steve Hackett mai pubblicata.
“Every Album, Every Song” di Geoffrey Feakes sarà disponibile in una speciale edizione limitata, firmata dall’autore.
Questa versione sarà prodotta in una tiratura limitata di 250 copie e sarà disponibile solo presso il rivenditore online Burning Shed. Un’edizione standard in brossura sarà pubblicata nel 2021.
Nel 2019, nella stessa collana “On Track”, è uscito un libro analogo sui Genesis. Compralo qui:
E non solo. Guarda gli altri libri della collana “Every Album, Every Song” – CLICCA QUI.
Questo potrebbe essere il drum fill più lungo del mondo.
Jared Falk ha fatto durare il mitico fill di “In The Air Tonight” un minuto intero e lo ha suonato suonato su 99 tom mentre correva nelle stanze degli uffuci di Drumeo.
Un vero record.
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Il fondo Crew Nation ha lo scopo di aiutare a sostenere tutti i mestieri di musica dal vivo, che hanno subito un impatto diretto con lo stop agli spettacoli a causa di COVID-19.
E’ stato presentato sul canale “Live From Home” di Live Nation giovedì 17 settembre.
Il bis di venerdì 18 settembre 2020 inizia alle 20.00, ora della costa orientale degli Stati Uniti, sulla pagina Facebook Six String Salute della piattaforma Facebook Live:facebook.com/sixstringsalute2020
Il merchandising in edizione limitata, comprese le magliette e le maschere, contribuirà a raccogliere fondi per la Crew Nation sul sito web di Six String Salute, all’indirizzo https://www.sixstringsalute.com/.
Le crew sono la spina dorsale dell’industria della musica dal vivo, e vanno sostenute in questo intervallo temporaneo, fino a quando potremo ancora una volta unire milioni di persone in tutto il mondo attraverso la potenza della musica dal vivo.
Il Crew Nation è supportato dalla Music Forward Foundation, un’organizzazione di beneficenza, che amministrerà il fondo.
Il 9 settembre 1972, al Seloncourt Festival nella Halle Polyvalente di Montbeliard in Francia i Genesis iniziano il Foxtrot Tour, ricco di colpi di scena e momenti storici per il gruppo. Ecco il racconto di quei giorni.
Ascolta il podcast (in italiano) in occasione dell’anniversario dei 45 anni:
Storie d'estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot TourD.B.17:29
Il Foxtrot Tour dei Genesis tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America.
Lo show al National Stadium di Dublino, il 28 settembre, resterà nella storia dei Genesis perché, nel finale di The Musical Box, Peter Gabriel si presenta sul palco indossando una testa di Volpe e un vestito rosso da donna di sua moglie Jill, all’insaputa dei compagni. L’inizio di un’epoca di teatralità e costumi, che ha dato alla band una visibilità e un popolarità finora sconosciute.
Infatti, il 9 febbraio, al Rainbow Theatre di Londra, Peter Gabriel si porta in camerino un intero baule pieno e indossa sul palco i suoi famosi costumi e le maschere . Sulle note di mellotron di Watcher Of The Skies, Peter esce per la prima volta con il vestito nero e le ali da pipistrello sulla testa.
Ecco l’effetto (in un video del tour successivo, ottobre 1973 Live Shepperton Studios):
“Prima di questo non c’erano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Supper’s Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (…) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del «Melody Maker», e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata.”
“Eravamo stati tenuti completamente all’oscuro delle intenzioni di Pete; lui sapeva bene, del resto, che se ci avesse anticipato qualcosa avremmo tentato di fermarlo.”
“Altri facevano qualcosa con i costumi, ma noi sfruttavamo tutto lo spazio del palco. Quando andavi a uno spettacolo dei Genesis vedevi le tende velate, e poi il fumo artificiale, che sì adesso è un cliché ma allora non lo era affatto. Vedevi le ali di pipistrello e gli occhi truccati. Sentivi il suono del Mellotron, praticamente il primo effetto in stereo. Non c’erano altri concerti di quel livello al mondo. I primi dieci minuti erano di una potenza incredibile. Penso che fummo tra i primi gruppi a cogliere la bellezza della fusione di musica ed effetti visivi. Un po’ successe per caso e per fortuna, un po’ perché l’abilità di Peter in quel senso era davvero unica.”
LEGGI E ASCOLTA GLI SPECIALI DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:
E’ durante questo tour che i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Ancora Phil Collins:
“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.
(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…)
E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.
Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:
Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”
Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ancora Mike:
“Il basso Rickenbacker che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”
Un’esperienza che viene ripetuta ai primi di marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo.
Il 20 gennaio 1973 inizia a Reggio Emilia la parte italiana del Tour. LEGGI E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:
“Seeing the police target peaceful protesters and continue the very violence that is being protested got me thinking of this song. It is famously about Stanley Milgram’s experiments in the 60’s around obedience to authority. All it took was to teach the subject to listen to authority and then to depersonalize the “enemy” being harmed for seemingly normal people to (seemingly) inflict terrible harm. Maybe that is what is happening in the police force in America today.
I recently bought a Yamaha CP-80, which is the big brother of the Yamaha CP-70. It is an acoustic-electric piano that Peter used throughout the 70’s and 80’s and on into the 90’s on the Secret World Live tour. In this recording, I am running the CP-80 through a Boss CE-2W in CE-1 mode with both knobs set to center to emulate the Boss CE-1 chorus that Peter often ran his piano through live and in the studio.
One doubt One voice One war One truth One dream”
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