I luoghi dei Genesis: Headley Grange, Hampshire UK – il RICORDO di COLLINS e RUTHERFORD

I luoghi indimenticabili nella storia di Genesis & Co., attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Foto dal sito web http://www.headley-grange.com/

La tenuta di Headley Grange, nell’Hampshire inglese, nella campagna britannica, costruita nel 1795, oggi residenza privata, è un leggendario luogo, utilizzato prima come ospizio, poi negli anni Sessanta e Settanta per provare e registrare non da Led Zeppelin, Fleetwood Mac, Bad Company, The Pretty Things, Peter Frampton, Ozark Mountain Daredevils, Ian Dury, Elvis Costello, Clover.

In particolare qui sono nati album come “Led Zeppelin III”, “Led Zeppelin IV”, “Houses of the Holy” e “Physical Graffiti”, oltre al singolo più noto in assoluto degli Zeppelin: “Stairway to Heaven”.

Qui i Genesis hanno vissuto un’esperienza in chiaro-scuro.

La band ha trascorso i mesi di giugno e luglio 1974 a Headley Grange, per comporre e registrare “The Lamb Lies Down On Broadway”. Ma l’ambiente circostante e l’umore dei componenti non sono proprio ideali.

Ricorda Phil Collins nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”

[bscolumns class=”one_half”][/bscolumns][bscolumns class=”one_half_last_clear”][/bscolumns][bscolumns class=”clear”][/bscolumns]

«Qualunque sia il gruppo che c’è stato per ultimo, l’ha lasciato in uno
stato terribile, e puzzolente. E i topi ne approfittano alla grande. Sono ovunque, saltano su e giù per le scale scricchiolanti, frusciano tra i rampicanti che
coprono gli alberi, corrono su per l’edera che ricopre la casa. Ne contiamo a decine, a centinaia. E parlo solo di quelli che si vedono. Quella casa è ancora un
ospizio.

L’unica nota positiva di quel posto per me è il fatto che John Bonham ha registrato il suo incredibile groove per “When the Levee Breaks” nella tromba
delle scale. Mi sembra quasi di sentirne l’odore. Ma invece sento odore di topi. Migliaia di topi. Arrivo per ultimo, e le migliori camere da letto sono già occupate, naturalmente. Così ho una stanza di merda, dove oltre all’acqua ho anche i topi correnti. Di notte li sento zampettare sopra e sotto di me.»

Racconta Kevin Holm-Hudson in “Genesis and The Lamb Lies Down on Broadway”:

«La casa era in notevole degrado; forse a causa della reputazione “occulta” o dalla sua associazione con i Led Zeppelin, Gabriel era disturbato dalle voci che la casa fosse infestata (Bright, 1988, p. 60). Steve Hackett concorda che il posto aveva “un’atmosfera da casa infestata”. Sentivo strani suoni di graffio,di notte”, con ogni probabilità i topi che condividevano la casa con i loro ospiti rockstar (Platts, 2001, p. 75).»

https://youtu.be/Mrdk5PyXikk

Ancora Phil Collins

«Montiamo la strumentazione nella zona giorno principale, mentre Peter s’insedia davanti a un vecchio pianoforte scassato che sta a prendere polvere in
un’altra stanza. Noi quattro improvvisiamo, lui annota le sue idee per i testi, e io registro tutto con il mio fidato registratore a cassette Nakamichi.

Scriviamo un po di musica fantastica (In the Cage, Riding the Scree, quintali di  roba buona) e molta viene fuori finché Peter è in un’altra stanza, a pestare sul pianoforte, scrivendo i testi.»

Non molto tempo dopo che la band si è insediata a Headley Grange, Gabriel riceve una telefonata dal regista William Friedkin, interessato ad assicurarsi il coinvolgimento di Peter come scrittore nel suo nuovo progetto cinematografico. Friedkin all’epoca è reduce da successi come “The French Connection” e “L’Esorcista”. L’offerta quindi è allettante e lusinghiera per Gabriel, che aveva colpito il regista con la sua mente visionaria. 

Peter in origine prevedeva di lavorare con Friedkin dopo aver finito “The Lamb”, ma l’enorme successo de “L’Esorcista” ha fatto accelerare le cose.

Ancora Kevin Holm-Hudson:

«Headley Grange non aveva un telefono, quindi Gabriel avrebbe dovuto
andare in bicicletta fino alla cabina telefonica in fondo alla collina e comporre il numero di Friedkin in California con le tasche piene di monetine da 10 (Fielder, 1984, p. 91).

Il resto del gruppo, comprensibilmente, non condivideva l’improvviso entusiasmo di Gabriel per un progetto esterno alla band. Secondo Gabriel, i suoi compagni “Pensavano che avrei usato il gruppo come un trampolino di lancio per il mio personale successo e non li avrei nemmeno coinvolti. Ma Friedkin non voleva i Genesis. Lui mi voleva per solo per le mie idee strane, non per la musica” (Fielder, 1984, p. 91).»

Racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia “The Living Years”:

«Non abbiamo avuto enormi e rumorose discussioni ad Headley Grange. Fin dall’inizio ci siamo resi conto di avere un grande lavoro da fare e sapevamo di non poter sprecare molto tempo a discutere.

È diventato chiaro anche molto presto che avremmo fatto l’album solo se Pete avesse lavorato a tempo pieno sui testi, mentre il resto di noi si occupava della musica. Questo ha dato fastidio a Tony più che a me, ma la mente di Pete era altrove.

Il suo matrimonio aveva avuto delle difficoltà e Jill era anche incinta del loro primo figlio. Questo significava che Pete andava e veniva spesso, e quando era
con noi c’era spesso la sensazione che ci fosse qualcosa di irrisolto tra lui e Tony.»

Guarda le foto dei Genesis a Headley Grange(in qualcuna di esse si può notare la tensione tra i membri della band):

Così Gabriel lascia Headley Grange per circa una settimana per elaborare idee per la sceneggiatura con Friedkin. Ma quando la Charisma ha saputo della partenza di Gabriel, è intervenuto il presidente dell’etichetta Tony Stratton-Smith in persona per  convincere Gabriel a tornare.

Racconta Rutherford:

«Quando Pete è venuto a parlarci dell’offerta, noi erano piuttosto tesi. Come per Ant (Anthony Phillips, il primo membro fondatore dei Genesis ad abbandonare la band, N.d.A), se questo momento fosse successo più tardi nella nostra carriera sono sicuro che avremmo potuto trovare una via d’uscita e ciò avrebbe concesso a Pete qualche mese di tempo.

Ma non ci eravamo ancora resi conto che fosse davvero possibile e, per di più, ci eravamo impegnati ad andare in tournée in autunno. Pete è il più meraviglioso imbranato. Spesso sembrava che non avrebbe mai deciso. (…)

Alla fine, ci siamo un po’ stufati della sua indecisione e gli abbiamo dato un ultimatum, e a quel punto Pete ha lasciato la band.

Così ho accompagnato Tony al telefono pubblico nel villaggio per discutere la situazione con Strat. Ha sempre creduto di poter parlare con chiunque
“Pete, caro ragazzo, vieni a parlare con me”, ma Pete non era il tipo con cui parlare in questo modo.»

Allo stesso tempo, Friedkin non volendo essere responsabile dello scioglimento della band, frena sulla collaborazione di Peter.

Continua Kevin Holm-Hudson:

«”Così Peter ha preso un preciso impegno a finire l’album prima qualsiasi altra cosa”, ha detto Banks. “Ma io penso che ha fatto capire tutti noi che si stava stufando e che era solo una questione di tempo prima che se ne andasse” (Fielder, 1984, p. 91). Collins è d’accordo: “Le cose sono tornate alla normalità ma, da quel momento in poi, credo che tutti noi sentivamo che questo poteva accadere di nuovo in qualsiasi momento” (Fielder, 1984, p. 91).»

Ancora Mike:

«Per la prima volta sentivamo che qualcuno non stava andando nella stessa direzione, qualcosa di fondamentale era cambiato. La questione più urgente, però, era che ora eravamo incredibilmente in ritardo. La musica era quasi completata e avevamo anche una data di registrazione prenotato, ma il testo di Pete non era affatto pronto. Le cose si sono messe così male che alla fine Pete ha dovuto chiedere a Tony e a me di scrivere il testo di “The Light Dies Down on Broadway”. (…)

Ovviamente, è stato un contributo simbolico, ma almeno potevamo sentire di aver scritto una canzone, perché non volevamo un album che aveva “All words by Peter Gabriel” scritto su.»

Ancora Phil:

«Per Pete è un sogno che diventa realtà: la possibilità di collaborare con un artista lungimirante che eccelle in una forma d’arte diversa dalla sua, di lavorare da casa, e anche di essere più vicino a sua moglie. Ci chiede: “Possiamo mettere in pausa il disco? Datemi il tempo di fare questa cosa, poi torno”.

Non dice che ci sta lasciando.

Noi rispondiamo tutti: “Ci dispiace, Peter, purtroppo no. O sei dentro o sei fuori”.

Dal mio punto di vista, all’atto pratico, se Peter ci molla non è per forza la fine del mondo. La mia soluzione fermamente concreta è di riconfigurare i Genesis come quartetto strumentale. Almeno in quel modo si potrebbe finalmente ascoltare la musica come si deve.

La reazione degli altri tre a questo suggerimento si può riassumere così: “Non dire stronzate. Noi, senza cantato, senza testi? Hai detto la tua, ora stai zitto,
Phil”. E naturalmente hanno ragione.

Prima che accada qualcosa di concreto, a Friedkin giunge voce che la sua offerta potrebbe comportare la fine dei Genesis. È l’ultima cosa che vuole, tanto
più che il suo progetto di fantascienza è solo un’idea vaga. Un paio di settimane dopo aver fatto l’offerta, se la rimangia.

Così Peter torna. Ma è tornato perché è sfumata un’occasione che gli interessava di più. Non sono le migliori circostanze per ritrovarsi. Noi continuiamo a lavorare, lo perdoniamo e ci dimentichiamo tutto,
o almeno facciamo finta.»

Ma mentre Friedkin procede senza Peter – ha poi realizzato il film “Sorcerer”, nel 1977 con la colonna sonora deiTangerine Dream ed è stato un fiasco – sui Genesis a Headley Grange sta per abbattersi un’altra bufera.

Il 26 luglio 1974, nel bel mezzo della composizione, nasce la figlia di Gabriel, Anna; durante il parto la bambina viene al mondo con il cordone ombelicale avvolto intorno al collo, cianotica. Ha anche inalato del liquido amniotico durante il parto e i medici sospettano pure la meningite. Ha trascorso due
settimane in un’incubatrice con medici incerti sulle sue possibilità di sopravvivenza.

«Purtroppo Peter è sempre oppresso, e non solo dal carico di lavoro. Le cose in famiglia vanno male: sua moglie Jill ha una gravidanza difficile, non che io
sappia di cosa si tratti. Il risultato è che a volte lui si assenta, il che significa che ci diamo dentro senza di lui. Questo non ci aiuta a pensare come un sol uomo
per un progetto così ambizioso.»,
scrive Phil Collins.

«Gabriel descrive quelle prime due settimane della vita di sua figlia come “davvero traumatiche” e i compagni della band come “incredibilmente indifferenti. Essi erano incazzati perché non stavo prendendo l’album
seriamente come un mio figlio” (Bright, 1988, pp. 4-5)», scrive Kevin Holm-Hudson.

Ascolta i demos e le prove a Headley Grande dei Genesis:

Durante le sessioni di Headley Grange, il gruppo ha fatto un esperimento:

«Secondo Tony Banks, “Abbiamo spento tutte le luci e ha fatto solo rumore. Il tempo era davvero spaventoso” (Fielder, 1984, p.92)», racconta Holm-Hudson. «Collins fornisce ulteriori dettagli: “Stavamo diventando tutti molto intensi; Peter soffiava il suo oboe nel microfono, poi stava suonando il suo flauto con l’echoplex, quando improvvisamente c’è stato questo grande tuono e ha iniziato a piovere. Tutti abbiamo pensato: ‘Siamo entrati in contatto con qualcosa di forte’.

Erano circa le cinque o le sei della sera e facevamo tutti questi strani rumori quando è iniziato il temporale e ha cominciato a piovere. Poi abbiamo tutti abbiamo cambiato marcia e siamo entrati in un un umore davvero melodico.

In momenti come questo eravamo davvero un’unica cosa e lavoravamo bene insieme a “The Lamb”. E la dimensione del doppio album ci dato la possibilità di farlo.” (Fielder, 1984, p.92).»

Nell’agosto del 1974, il gruppo lascia Headley Grange e si trasferisce nel Galles per completare l’album. Che, nonostante o grazie alle vicissitudini di cui l’antica tenuta è stata muta testimone, è il capolavoro che conosciamo e anche un punto di svolta nella carriera dei Genesis.

#NowPlaying, ascolta “The Lamb Lies Down On Broadway”:

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

ARCHIVIO – Genesis: primo concerto all’estero, La Ferme IV Belgio, 7 marzo 1971 – AUDIO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B. – 

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il 7 marzo 1971 i Genesis salgono per la prima volta su un palco all’estero, a La Ferme V, Woluwe St Lambert, in Belgio. ASCOLTA:

1. Announcer’s introduction and Peter’s intro
2. Happy the Man
3. Cheese-and-onion crisp man story
4. Stagnation
5. intro
6. The Light
7. intro
8. Twilight Alehouse
9. story
10. The Musical Box
11. intro
12. The Knife
13. intro
14. Going Out to Get You

Storie e Memorie:

«Abbiamo attraversato la Manica, prendendo un traghetto da Dover a Ostenda», racconta Richard Macphail in My book of Genesis.

«Era pieno inverno e non c’era quasi nessuno a bordo. (…)
Eravamo ancora solo noi sette in viaggio insieme, a guardare gli eserciti di crew che le band impiegano al giorno d’oggi sembra ridicolmente piccolo.

Era una traversata di quattro ore e ci annoiavamo a morte perché lì
non c’era niente da fare. Ho trovato questa scatola con dentro dei salvagenti,
e così tutti noi abbiamo indossato i nostri gilet e abbiamo posato per quello che ora è diventata una famosa foto dei Genesis, tutti noi con i capelli sciolti sulle nostre spalle, Mike che beve da una bottiglietta di Mateus Rosé
perché è quello che si beveva a quei tempi, quello o Liebfraumilch.

(…) Oggi quando si va all’estero si ha la navigazione satellitare
che ti dice esattamente dove andare e i telefoni cellulari o
con le mappe, ma non avevo davvero idea di dove fossimo diretti
in Belgio. Non avevo nemmeno una mappa pieghevole.

(…) Il posto, un club chiamato Ferme V, era pieno zeppo fino al tetto, ma i fan conoscevano ogni nota. È stato incredibile. Mentre in Inghilterra è stato un processo molto lento, in Belgio è successo all’improvviso, come un minorenne
esplosione per quanto ci riguardava.

Un’altra cosa che ricordo è che abbiamo soggiornato in un hotel a tre stelle, molto confortevole, e che Peter ha condiviso una stanza con me perché non sopportava di condividerla con Tony mai più, non dopo le sue esperienze al cottage.»

«Philippe Grombeer (futuro direttore artistico dei maggiori teatri belgi) è un membro del “Club delle Aquile”, ed ha affittato, per conto dell’amministrazione comunale, un’azienda agricola a Woluwe-Saint-Lambert (un sobborgo di Bruxelles), la “FERME V”. Lo spazio non è grande, l’interno è vetusto, ma che importa!»  –  CONTINUA SU GENESIS PLACES

«5 baldi giovani musicisti tengono il loro primo concerto oltre confine…
Hanno alle spalle un primo album fallimentare e un secondo (l’ultimo) che qualcosa ha venducchiato, soprattutto proprio là dove stanno andando a suonare)…»CONTINUA SU:

GENESIS FORUM #1

GENESIS FORUM #2

«Alcuni privilegiati li hanno visti in tutta intimità e hanno condiviso tutto con loro. E a ragione: il Belgio è stato il primo paese straniero in cui i Genesis hanno messo piede.»CONTINUA SU NOSTALGIE

«Come tutte le superstar prima di avere successo, hanno dormito in hotel schifosi, torbide stanze nel retro di pub fumosi, sperduti nella campagna. Ma la fortuna sorride sempre a chi ha talento.»SCOPRI DI PIU’ SU FACEBOOK GABRIEL’S ANGELS

Libri:

[su_row][su_column size=”1/2″]
[/su_column]
[su_column size=”1/2″]
[/su_column][/su_row]

Bootleg – CLICCA SULL’IMMAGINE PER APPROFONDIRE:

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Angolo del Collezionista

[siteorigin_widget class=”WP_Widget_Custom_HTML”][/siteorigin_widget]

Ascolta i Genesis:

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Harlequin Weekly: Get’Em Out By Friday a fumetti (in francese)

Tutte le forme dell’amore nei confronti di Genesis & Co.: quadri, disegni, fotomontaggi, immagini, musica, omaggi di ogni tipo*

By Filippo Collini

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

By 

Guarda tutti i colori della passione di Harlequin – CLICCA QUI

Puoi anche tu segnalare il tuo Harlequin alla mail di Horizons Radio CLICK HERE.

*Materiale pubblicato per diritto di cronaca e con la firma dell’autore. In caso di diversa volontà dell’autore stesso si prega di segnalarlo alla mail di Horizons Radio CLICK HERE. Grazie.

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

I luoghi dei Genesis: Le 2 Rotonde di Cuorgnè, Torino Italia – il RICORDO di RUTHERFORD e INTERVISTE ESCLUSIVE

I luoghi indimenticabili nella storia di Genesis & Co., attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Cuorgnè, in provincia di Torino è uno dei luoghi nella storia dei Genesis.

Il loro concerto del 13 aprile 1972, infatti, resta unico e indimenticabile nei loro tour.

Così lo ricorda Mike Rutherford in The Living Years: The First Genesis Memoir:

“Suonavamo in montagna una sera quando Tony ha avuto un’intossicazione alimentare. Abbiamo resistito per un po’ senza di lui, ma è stato come essere in una macchina che aveva perso una ruota e abbiamo dovuto terminare presto il set. Poiché non eravamo riusciti a vendere molti biglietti, il promoter aveva la scusa che stava cercando per non pagare. Rich (Macphail, N.d.R.) non ne voleva sapere ed era un po’ aggressivo. Il promoter aveva una pistola. Non siamo stati pagati.”

 

Ma cosa ci faceva una band come i Genesis in un locale di un piccolo paese in provincia di Torino?

In realtà, alle 2 Rotonde, hanno suonato un po’ tutti i big della canzone italiana e anche stranieri, come ricorda il libro I Beatles e i Genesis in Canavese. Storia della musica beat & pop in Canavese dal 1962 al 1974 di Gianpiero Madonna, che contiene un profilo della vivace scena musicale del periodo nella zona di Cuorgnè:

Nato dalla felice intuizione di Angelo Porcellana, scomparso 5 anni fa, insieme ai fratelli Dino e Claudio, il locale attraeva pubblico da Torino, da tutta la provincia e non solo. Nel 1972 i Genesis non avevano un seguito ampio, neanche in patria, e infatti questo primo tour in Italia si svolge in locali e palazzetti dello sport piccoli.

Le 2 Rotonde era tra i più capienti.

Foto da Facebook https://www.facebook.com/groups/220767672419871/

«Un frequentatore del dancing, amico di mio marito», racconta in esclusiva a Horizons Radio Marisa Porcellana, vedova di Angelo e anche lei impegnata nella gestione delle 2 Rotonde degli anni d’oro, «era un grande ammiratore dei Genesis e ci aveva suggerito di farli suonare da noi, perché di ottima qualità. Quindi, quando un impresario ce li ha proposti, Angelo si è ricordato del consiglio e li ha scritturati.»

«I Genesis erano ragazzi molto gentili», continua Marisa Porcellana.

«Non si comportavano da rockstar: bevevano poco ed erano molto educati. Non avevamo un vero e proprio palcoscenico, quindi suonavano in mezzo al pubblico, senza nessun atteggiamento di superiorità o cose simili. Quando il concerto è stato interrotto, tutti hanno compreso che c’erano motivi di salute e non hanno creato problemi. Erano ragazzi, i musicisti e i loro fan.»

La signora Porcellana non ricorda l’episodio del mancato pagamento e della minaccia con una pistola, citati da Rutherford. «Non c’erano armi nel locale, nessuno ci ha mai dato fastidi di questo tipo», ci racconta.

Ed ecco cosa ha raccontato in esclusiva a Horizons Radio Pierluigi Gassino, presente al concerto:

«Il concerto fu interrotto perché il tastierista Tony Banks si sentì male… e come consolazione riuscii a scambiare quattro parole con Phil Collins , mentre Peter Gabriel beveva un drink appoggiato al bancone del bar della discoteca dove si erano esibiti davanti a pochi di noi… Ricordo che allora il bassista ed il chitarrista si aggiravano sul palco a fine concerto raccogliendo alcuni cavi e delle attrezzature… tutto questo prima di diventare delle rockstar!»

«Il mio breve dialogo con Phil Collins», continua Pierluigi Gassino, «fu dovuto a un fatto che rese la serata per me e i miei amici ancora più amara perché uscendo non trovammo più l’auto nel parcheggio e, tornati nella discoteca per chiedere un passaggio allo scopo di ritornare a casa, incontro Phil fuori dal locale che si avvicina ad una Alfa modello 1750 con alla guida un tizio che pareva essere il manager.»

«Io chiesi proprio a lui, gesticolando in anglo-italiano, un passaggio verso Torino, spiegando il fattaccio appena accaduto e l’evidente difficoltà. Lui mi disse che stavano andando a Milano e non c’era posto, poi aggiunse che coloro che avevano rubato l’auto andavano uccisi facendo per scherzo il gesto del taglio della gola. Mi salutò stringendomi la mano… bellissimo e amaro ricordo…!»

Qui la testimonianza in audio di Beppe Crovella, leader della band di Torino Arti e Mestieri, postata su Facebook – ASCOLTA:

https://www.facebook.com/beppecrovella/videos/3281989403288/

Su Dusk n° 55 una ricostruzione dettagliata della serata di Beppe Crovella (clicca la copertina per ordinare una copia):

Leggi altri ricordi su

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

“Ecco come racconto i Genesis agli inglesi”. Mario Giammetti parla di “Genesis – 1967 to 1975, The Peter Gabriel Years”

“Genesis 1967 to 1975: The Peter Gabriel Years” è la versione inglese, arricchita di nuovi contenuti, di “Gli anni Prog” di Mario Giammetti. L’autore ce ne parla in questa intervista.

By Eugenio Delmale

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il libro è pubblicato da Kingmaker.

Acquistalo qui:

Mario Giammetti ha accettato di parlarne con Horizons Radio.

H.R.: Chiunque abbia letto la notizia dell’uscita del tuo libro ha pensato la stessa cosa: “non capita spesso che un saggio in italiano diventi una pubblicazione in inglese”. Ci racconti com’è andata?

Mario Giammetti: Erano alcuni anni che cercavo un editore internazionale per i miei libri sui Genesis. Durante questo percorso mi sono scontrato con ostacoli di vario tipo, qualcuno condivisibile (come può un editore inglese, per esempio, giudicare la qualità di un lavoro scritto in una lingua che non è in grado di capire?), altri molto meno. Ad esempio, ho appreso che in Inghilterra difficilmente viene dato ascolto a uno scrittore sprovvisto di agente: voglio dire, in Italia un agente potrà forse permetterselo Elena Ferrante, non certo chi scrive di musica! A tutto ciò andava poi aggiunto un problema non da poco, ossia che qualunque mio scritto avrebbe dovuto essere tradotto, con conseguente aggravio delle spese. Infine, anche se nessuno me lo ha mai detto espressamente, sotto sotto, da parte di qualche editore straniero ho anche percepito una sorta di diffidenza: tipo, cosa ne sa un italiano, dei Genesis?

Alla fine mi sono finalmente imbattuto nelle persone giuste: due appassionati veri (il giornalista della rivista inglese Prog, Nick Shilton, e il fondatore dei Big Big Train, Greg Spawton) che intendevano avviare una casa editrice musicale che prestasse particolare attenzione alla qualità del prodotto, mettendo in secondo piano i discorsi di cassetta.

Cosa ha colpito del tuo libro rispetto ai tanti scritti su di loro nella madrepatria dei Genesis?

Il focus è sulla musica, più che sulla storia, che è già stata sviscerata più che sufficientemente, da Armando Gallo in primis. Alla resa dei conti, ciò che ci fa amare i Genesis è la loro produzione artistica, no?

Il tocco di classe sono però gli ascolti che una parte del gruppo ha accettato di fare con me: ho ascoltato l’intero The Lamb con Tony Banks negli studi the Farm, From Genesis To Revelation e Trespass con Ant Phillips (che non lo aveva fatto per 40 anni!), gli altri tre con Steve Hackett. Prova solo a immaginare cosa possa significare, dopo avere assimilato ogni passaggio in decenni di passione, riascoltare quelle note magiche spalla a spalla con chi le ha composte e registrate: i loro commenti quasi minuto per minuto sono diventati qualcosa di realmente nuovo per la bibliografia sui Genesis.

Tengo poi a precisare che tutte le dichiarazioni incluse nel libro sono inedite, dato che solo una piccola parte delle interviste che Gabriel, Collins e Rutherford hanno rilasciato al giornalista inglese Mike Kaufmann erano state incluse nei video bonus dei remaster 2008.

Quali difficoltà hai incontrato nel far tradurre il tuo libro dall’italiano in inglese?

Nessuna. Merito di Octavia Brown, che è stata incaricata direttamente dall’editore. Octavia è bilingue ma è anche molto preparata a livello musicale, essendo peraltro coinvolta in diverse situazioni anche in Italia (a cominciare dal famoso Prog Festival di Veruno). Quindi è stata bravissima anche nelle parti più tecniche, che mi davano qualche preoccupazione. Ho letto da qualche parte il commento di un lettore inglese, il quale sostiene che non sembra un libro tradotto da un’altra lingua, e questa credo sia una grande soddisfazione per tutti.

Ci sono differenze tra la versione italiana e quella inglese? Quali?

Molto poche, in quanto la Kingmaker ha acquistato i diritti dalla Giunti con l’obbligo di rispettare il più possibile l’edizione italiana. Naturalmente però è stato sistemato qualche refuso ed è stata ulteriormente migliorata la lista dei concerti grazie a un maniacale lavoro di revisione fatto insieme a George German e Alessandro Borri.

E poi, su mia richiesta, sono ora indicate le fonti di ciascuna dichiarazione, frase per frase, che la Giunti aveva preferito invece raggruppare a fine capitolo. Infine, abbiamo aggiunto brevi estratti di interviste che ho realizzato dopo il 2013 ed anche qualche foto.

Cosa si prova a vedere il proprio libro in versione inglese?

Era il mio sogno ed è una grande emozione. Il libro è stampato su carta di altissima qualità e sinceramente non potevo chiedere di meglio.

Qualche membro dei Genesis ha avuto modo di vedere già la pubblicazione?

Mi risulta sia stato inviato a tutti, ma non so se sia giunto alle varie destinazioni. Il coronavirus ha creato molte difficoltà organizzative e anche le solitamente efficientissime poste inglesi sono andate in tilt. Io stesso ho ricevuto le mie copie solo ieri (e nel mio caso è stato usato un corriere).

Non credo che Tony o Mike siano molto interessati a leggere in materia Genesis, ma spero facciano un’eccezione questa volta trattandosi di una prospettiva differente dove è anche divertente mettere a confronto i diversi ricordi e opinioni da parte dei membri della band.

Spero che Ant legga almeno i primi due capitoli, dato che credo sia il primo libro in assoluto che mette così in risalto la sua figura.

In quanto a Steve, sono certo che lo leggerà dall’inizio alla fine!

In Italia sarà reperibile il tuo libro? Come?

Non credo si troverà nelle librerie, non avrebbe nemmeno molto senso essendo la versione italiana “Gli anni Prog” tuttora in catalogo. Si potrà certamente ordinare via Internet.

Al momento è disponibile sul sito della Burning Shed, ma mi risulta che più avanti la vendita sarà allargata anche alle altre piattaforme, tipo Amazon.

Ti aspetti di vendere molto, in Inghilterra? Come sono percepiti là, oggi, i nostri amati Genesis? Suscitano ancora interesse?

Ti racconto un aneddoto. Una decina di anni fa riuscii faticosamente ad arrivare a Chris Charlesworth, notissimo giornalista inglese che, al tempo, era a capo dell’ancor più famosa Omnibus Press (secondo Wikipedia, addirittura il più grande editore musicale del mondo!). Gli avevo proposto il progetto ‘Genesis Files’ (una collana di sette libri, uno per ciascun membro dei Genesis, anche se all’epoca ero solo a poco più di metà dell’opera, che avrei completato solo nel 2016 ed è tuttora disponibile in italiano per le Edizioni Segno), sottolineando il fatto che non è mai stato realizzato niente di simile in nessuna parte del mondo. Charlesworth, dopo averci pensato un attimo, mi rispose che la forza commerciale dei Genesis non era sufficiente per giustificare un’operazione di questo tipo.

Per quanto la cosa possa sembrarci strana, dobbiamo rassegnarci di fronte al fatto che i Genesis non saranno mai considerati alla stregua di Beatles, Stones, Zeppelin, Queen, Pink Floyd, U2 eccetera, la cui popolarità in termini di vendite è abissalmente superiore. Questo, ovviamente, vale a maggior ragione in Italia. E tuttavia, la risposta dei fan inglesi alla reunion della fine di quest’anno, nonostante i costi proibitivi dei biglietti, è stata entusiasmante.

In definitiva, i Genesis restano sicuramente degni, anche in patria, di essere annoverati tra i grandi del rock, ma forse non tra i grandissimi. Sia chiaro che questa non è la mia opinione, ma solo quello che credo di aver percepito da quelle parti.

Ora che il dado è tratto, pubblicherai altro in inglese, su di loro, per esempio, il secondo volume, il post-Gabriel?

Sì, c’è già un accordo con Kingmaker per pubblicare il seguito della storia dei Genesis, che del resto avevo già completato alla fine del 2017. Ci ho dato già una controllata e ora è tutto nelle mani di Octavia Brown per una pubblicazione nel corso del prossimo anno. Magari con l’aggiunta di un capitolo finale dedicato al Last Domino tour.

Intanto è appena uscito il nuovo numero di Dusk, il Genesis Magazine di cui, ricordiamolo per i pochissimi che non lo sanno, sei ideatore e direttore.

Con leggero ritardo, per via della pandemia che ha rallentato la lavorazione e la spedizione.

In copertina ovviamente la reunion dei Genesis, sulla quale con trasparenza esprimiamo i nostri legittimi dubbi, ma questa volta ci siamo focalizzati in particolare sulla figura di Phil Collins: con la scusa di due recenti ristampe in vinile e di un libro, Francesco Gazzara ha stilato un godibilissimo dizionario sul grande artista.

Inoltre ricordiamo i 25 anni dei Musical Box e abbiamo rintracciato alcuni personaggi tangenziali, ma oltremodo interessanti, che hanno gravitano intorno all’orbita Genesis.

Per ragioni di spazio, delle quattro interviste già realizzate, questo numero contiene solo le prime due: ad Allan Schwartzberg, batterista del primo album e del primo tour solista di Peter Gabriel, e a Harry Kim, trombettista al fianco di Collins da trent’anni.

Un grazie e un “in bocca al lupo” a Mario Giammetti per tutto il suo lavoro. Ed ecco la copertina di Dusk

Il libro comprende, oltre interviste esclusive ai membri del gruppo e ai principali collaboratori, come ci ha raccontato Mario, alcune foto inedite.

Kingmaker Publishing è stata lanciata l’anno scorso dal giornalista Prog Nick Shilton e dal fondatore dei Big Big Train Greg Spawton.

Dice Spawton al Magazine Prog:

«Sono un grande fan dei Genesis sin dalla mia giovinezza e ho letto ogni libro esistente sulla band. Tuttavia, il libro di Mario contiene una grande quantità di dettagli sull’era di Peter Gabriel dei Genesis che prima mi erano sconosciuti. Sentivo che queste intuizioni dovevano essere condivise con la base di fan dei Genesis e quindi ero desideroso che il libro di Mario fosse la prima pubblicazione di Kingmaker».

Non hai la versione italiana del libro di Mario Giammetti? Comprala qui:

Questo è il suo primo libro di Mario Giammetti in lingua inglese. GUARDA GLI ALTRI LIBRI DI GIAMMETTI SU AMAZON.

Le ultime della Band su Horizons Genesis:

Angolo del Collezionsta

[siteorigin_widget class=”WP_Widget_Custom_HTML”][/siteorigin_widget]
Ascolta i Genesis:

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”ai_widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Harlequin Weekly: furry Phil Collins

Tutte le forme dell’amore nei confronti di Genesis & Co.: quadri, disegni, fotomontaggi, immagini, musica, omaggi di ogni tipo*

By Filippo Collini

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

https://www.instagram.com/p/B8z3N1rhuDE/

Guarda tutti i colori della passione di Harlequin – CLICCA QUI

Puoi anche tu segnalare il tuo Harlequin alla mail di Horizons Radio CLICK HERE.

*Materiale pubblicato per diritto di cronaca e con la firma dell’autore. In caso di diversa volontà dell’autore stesso si prega di segnalarlo alla mail di Horizons Radio CLICK HERE. Grazie.

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Harlequin Weekly: Genesis, Behind The Lines, Drum cover by YOYO PADI – VIDEO

Tutte le forme dell’amore nei confronti di Genesis & Co.: quadri, disegni, fotomontaggi, immagini, musica, omaggi di ogni tipo*

By Filippo Collini

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

 

Guarda tutti i colori della passione di Harlequin – CLICCA QUI

Puoi anche tu segnalare il tuo Harlequin alla mail di Horizons Radio CLICK HERE.

*Materiale pubblicato per diritto di cronaca e con la firma dell’autore. In caso di diversa volontà dell’autore stesso si prega di segnalarlo alla mail di Horizons Radio CLICK HERE. Grazie.

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Genesis: il tour italiano 17, 18 e 19 febbraio 1998 – VIDEO & RICORDI dei GENESIS

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

A seguito delle scarse prestazioni commerciali dell’album Calling All Station negli Stati Uniti…

il tour nordamericano di 27 date in grandi arene previsto per gli inizi di novembre 1997, è stato cancellato data l’insufficiente vendita di biglietti.

È stato anche cancellato un tour ridimensionato di 22 date in luoghi più piccoli. 

I Genesis quindi hanno intrapreso un tour europeo di 47 date dal 29 gennaio al 31 maggio 1998.

In Italia i Genesis sono arrivati il 17 febbraio. Prima data: Bologna, Palasport di Casalecchio.

Ecco il video dello show:

Al trio Tony Banks, Mike Rutherford, Ray Wilson si sono uniti il musicista israeliano Nir Zidkyahu alla batteria, percussioni e backing vocals e l’irlandese Anthony Drennan alla chitarra e al basso.

Seconda data italiana: 18 febbraio al Palasport di Roma. Ecco il video:

Le prove si sono svolte al Bray Film Studios di Windsor e al Working Men’s Club di Chiddingfold.

La maggior parte delle canzoni dei primi anni dei Genesis sono state trasposte in una tonalità più bassa per accogliere la gamma vocale di Wilson.

In questo video Ray Wilson, Tony Banks e Mike Rutherford parlano del periodo di Calling All Stations. E non solo:

Terza data: il 19 a Milano Filaforum.

Ecco un’intervista ai Genesis (e Phil Collins) sull’album:

Alla fine del tour, i Genesis si sono fermati. Sarebbe stato l’ultimo della band fino al ritorno di Collins per la reunion del 2007 Turn It On Again.

“Mi pento di Calling All Station?” – si chiede Mike Rutherford nella sua autobiografia.

“No: professionalmente non rimpiango nulla – continua Mike –. L’abbiamo fatto perché Tony e io avevamo scritto insieme alcune canzoni che ci piacevano. Avevamo sostituito il cantante prima, anche se ero consapevole che la collina da scalare era piuttosto alta, questa volta.

Ray Wilson ha fatto un buon lavoro come vocalist ma lui non era uno scrittore. Senza un terzo compositore non c’era nessuno che amalgamasse me e Tony, nessuno che ci riportasse nella terra di mezzo.

Non ero mai stato consapevole di quanto fossimo lontani musicalmente io e Tony prima di questo album. Ho capito solo allora che Phil ci ha messo entrambi in riga, ha fatto del suo meglio e ha trovato un’atmosfera tra noi.

Calling All Station ha venduto due milioni di copie – non male – ma quando il disco è stato pubblicato ho percepito che l’umore era cambiato, stavamo diventando una band da catalogo.

Tony e Ray erano ansiosi di continuare, ma io sapevo che avremmo avuto bisogno di un altro compositore. Mi sembrava giusto fermarsi lì, non c’è niente di male.

Il tour viene ripreso dal vivo nell’album promozionale Calling Radio Stations.

Angolo del Collezionista:

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

70 ANNI!!! Stephen Richard Hackett, 12 febbraio 1950 – INTERVISTA ESCLUSIVA

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

Il 12 febbraio 1950 nasce a Londra Steve Hackett. Oggi compie 70 ANNI!!!!

In questa grande e felice occasione Steve ha concesso a Horizons Radio un’intervista, in cui traccia un bilancio della sua vita artistica e non solo.

Intervista di SaimonP. & D.B.:

HR: Siamo molto entusiasti della tua autobiografia in uscita il  24 luglio 2020. Di solito si dice che scrivere la propria autobiografia è un processo molto intimo e introspettivo, oltre che terapeutico. Cosa ti ha spinto a scriverla e quanto è stato difficile?

Steve Hackett: Volevo poter condividere le mie esperienze, i miei pensieri e i miei sentimenti. So che nel corso degli anni ci sono molte cose che la gente avrebbe voluto sapere di me, anche sul mio periodo con i Genesis. Il libro raccoglie tutti questi momenti.

Qual è il ricordo di questi 70 anni che più ti sta a cuore?

È difficile da dire, perché ci sono diversi ricordi meravigliosi! Ma forse è l’incontro con Jo, che poi è diventata mia moglie. Siamo così felici insieme e Jo fa una grande differenza nella mia vita.

Quando hai messo quel famoso annuncio su Melody Maker e Genesis ti ha raggiunto, hai avuto la sensazione che la tua vita fosse ad un punto di svolta?

Sì, l’ho avuta! Ero nervoso perché rappresentava un grande cambiamento nella mia vita, oltre che una grande sfida, ma è stata davvero una svolta meravigliosa e fortunata.

Avevi circa 20 anni all’epoca, come vedi ora quel ragazzo pieno di sogni?

Non sapevo quale strada avrebbe preso la mia vita. Speravo che i miei sogni musicali si realizzassero e credevo che questo sarebbe potuto accadere se avessi lavorato sodo, ma non avevo una sfera di cristallo e non era chiaro quanto i Genesis avrebbero avuto successo.

Se non fossi diventato il grande musicista che sei, cosa avresti fatto?

Sarei sempre stato un musicista; la musica scorre nel mio sangue dall’età di due anni in poi…

Qual è la persona o l’artista più significativo che hai incontrato nella tua vita?

Oltre a Jo, forse è stato Peter Gabriel. Abbiamo fatto subito amicizia e abbiamo condiviso obiettivi e aspirazioni musicali simili. Ammiro anche l’impegno sociale di Peter ed entrambi abbiamo una visione della musica che abbraccia letteralmente il mondo.

Hai raggiunto le più alte vette nella musica. Chi vorresti con te in una band ideale, una squadra da sogno a tua scelta?

Ci sono molte persone che ammiro, quindi non posso scegliere!

Tra poco parti in tour e ti esibirai quasi tutto questo anno. Come ti mantieni in forma per un tale impegno?

Il tour in sé mi mantiene in forma perché è molto fisico! Mi piace anche camminare.

Hai viaggiato molto. C’è un luogo che ti ha colpito in modo particolare e che ti ha lasciato un segno?

Sono rimasto particolarmente colpito dal viaggio che Jo e io abbiamo fatto in Etiopia. È stato incredibile incontrare persone nelle tribù dell’estremo sud che avevano ancora tradizioni millenarie…

Come festeggi questo compleanno speciale?

Sarà una festa tranquilla quest’anno.

A quali progetti sta lavorando attualmente?

Sto registrando un altro album e facendo le prove per l’imminente tour.

Grazie, Steve e tanti auguri per i tuoi settanta anni.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Horizons Radio MAIL: CLICCA QUI

Le ultime di Steve su Horizons Genesis

Ascolta Steve Hackett:

Angolo del Collezionista

[siteorigin_widget class=”WP_Widget_Custom_HTML”][/siteorigin_widget]

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’

Harlequin Weekly: “Getting ready for the foxtrot”

By Filippo Collini – 

Tutte le forme dell’amore nei confronti di Genesis & Co.: quadri, disegni, fotomontaggi, immagini, musica, omaggi di ogni tipo*

[siteorigin_widget class=”GTranslateWidget”][/siteorigin_widget]

https://www.instagram.com/p/B8U0uR3Hi5L/

[siteorigin_widget class=”CRP_Widget”][/siteorigin_widget]

Guarda tutti i colori della passione di Harlequin – CLICCA QUI

Puoi anche tu segnalare il tuo Harlequin alla mail di Horizons Radio CLICK HERE.

*Materiale pubblicato per diritto di cronaca e con la firma dell’autore. In caso di diversa volontà dell’autore stesso si prega di segnalarlo alla mail di Horizons Radio CLICK HERE. Grazie.

Horizons Radio News

[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]
[siteorigin_widget class=”MailPoet\\Form\\Widget”][/siteorigin_widget]

Ascolta Genesis & Co.anche su:

Aiuta Horizons Radio




LEGGI PERCHE’