Harlequin: “Guide Vocal” (Genesis cover) by Zevin – AUDIO

Tutte le forme d’amore per Genesis & Co.: quadri, disegni, fotomontaggi, immagini, musica, omaggi di ogni tipo*

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By ZEVIN

Album: A Modern Bummer

Originally written by Tony Banks © 1980 – Genesis, Tony Banks (from the album Duke), Charisma Records

BANDCAMP – https://zevin.bandcamp.com/album/a-mo…

INSTAGRAM – https://www.instagram.com/zevin_actio…

FACEBOOK – https://www.facebook.com/zevintunes

Ascolta i Genesis:

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Harlequin: “In The Air Tonight” Cover Phil Collins 2009 by LP – VIDEO

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“Torniamo indietro di qualche anno quando LP si esibiva nei piccoli pub con delle meravigliose cover.”
Ascolta Phil Collins:

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Harlequin: “Dusk”, Genesis Cover by Bart Dijkman – VIDEO

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Harlequin: il drum fill di Phil Collins in “In The Air Tonight” suonato su 99 tom – VIDEO

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By Jared Falk

Questo potrebbe essere il drum fill più lungo del mondo.

Jared Falk ha fatto durare il mitico fill di “In The Air Tonight” un minuto intero e lo ha suonato suonato su 99 tom mentre correva nelle stanze degli uffuci di Drumeo.

Un vero record.

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Genesis: 50 anni fa iniziava il Foxtrot tour, 9 settembre 1972 – PODCAST, VIDEO & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

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Il 9 settembre 1972, al Seloncourt Festival nella Halle Polyvalente di Montbeliard in Francia i Genesis iniziano il Foxtrot Tour, ricco di colpi di scena e momenti storici per il gruppo. Ecco il racconto di quei giorni. 

Ascolta il podcast (in italiano) in occasione dell’anniversario dei 45 anni:

  1. Storie d'estate: 9 settembre 1972, inizia il Foxtrot Tour D.B. 17:29

Il Foxtrot Tour dei Genesis tocca il Regno Unito, l’Europa e il Nord America

Lo show al National Stadium di Dublino, il 28 settembre, resterà nella storia dei Genesis perché, nel finale di The Musical Box, Peter Gabriel si presenta sul palco indossando una testa di Volpe e un vestito rosso da donna di sua moglie Jill, all’insaputa dei compagni. L’inizio di un’epoca di teatralità e costumi, che ha dato alla band una visibilità e un popolarità finora sconosciute.  

Infatti, il 9 febbraio, al Rainbow Theatre di Londra, Peter Gabriel si porta in camerino un intero baule pieno e indossa sul palco i suoi famosi costumi e le maschere . Sulle note di mellotron di Watcher Of The Skies, Peter esce per la prima volta con il vestito nero e le ali da pipistrello sulla testa.  

Ecco l’effetto (in un video del tour successivo, ottobre 1973 Live Shepperton Studios):

E poi ancora, nuovi colpi di scena durante tutto il concerto. Immagini che segneranno, nel bene e nel male, la band per sempre. Ecco il commento di Phil Collins nella sua autobiografia “No, non sono ancora morto”, Mondadori:

“Prima di questo non c’erano stati indizi del fatto che Peter volesse cominciare a travestirsi. Come, più avanti, non ci avvertirà della maschera da fiore che indosserà per la parte di Willow Farm in Supper’s Ready, e nemmeno per la scatola triangolare che si mette in testa per la parte successiva, Apocalypse in 9/8. Le vediamo anche noi nello stesso momento in cui le vede il pubblico. Lui non vuole saperne di decidere in gruppo, in questi casi. (…) Queste sono le cose molto fuori dagli schemi che fa ora Peter Gabriel sul palco con i Genesis. Dopo Dublino, la signora Volpe ricompare in ogni concerto, sempre nello stesso punto. Ci abituiamo presto, ed è meglio per noi: una foto di Peter con il nuovo costume finisce dritta sulla copertina del «Melody Maker», e fa aggiungere uno zero alla tariffa di ingaggio dei Genesis. Passiamo da trentacinque sterline a trecentocinquanta sterline a serata.”

Racconta Mike Rutherford nella sua autobiografia The Living Years, Arcana:

“Eravamo stati tenuti completamente all’oscuro delle intenzioni di Pete; lui sapeva bene, del resto, che se ci avesse anticipato qualcosa avremmo tentato di fermarlo.”

Ricorda Tony Banks in Senza Frontiere. Vita e musica di Peter Gabriel di Daryl Easlea, Arcana:

“Altri facevano qualcosa con i costumi, ma noi sfruttavamo tutto lo spazio del palco. Quando andavi a uno spettacolo dei Genesis vedevi le tende velate, e poi il fumo artificiale, che sì adesso è un cliché ma allora non lo era affatto. Vedevi le ali di pipistrello e gli occhi  truccati. Sentivi il suono del Mellotron, praticamente il primo effetto in stereo. Non c’erano altri concerti di quel livello al mondo. I primi dieci minuti erano di una potenza incredibile. Penso che fummo tra i primi gruppi a cogliere la bellezza della fusione di musica ed effetti visivi. Un po’ successe per caso e per fortuna, un po’ perché l’abilità di Peter in quel senso era davvero unica.”

LEGGI E ASCOLTA GLI SPECIALI DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

La prima volta dei costumi di Peter Gabriel.

I Fiori Delmale: i costumi di Peter Gabriel.

E’ durante questo tour che i Genesis sbarcano per la prima volta negli Stati Uniti, per  un concerto natalizio, pieno di problemi, alla Philharmonic Hall di New York il 13 dicembre 1972, preceduto da un live per pochi studenti alla Brandeis University di Boston due giorni prima. Ancora Phil Collins:

“Appena arrivati scopriamo che il nostro manager americano, (…) ci ha organizzato un concerto alla Brandeis University vicino a Boston, nel Massachusetts. All’ora di pranzo. Così la nostra prima esibizione in terra americana è una delusione atroce e sbrigativa. Agli studenti del New England il rock inglese, o quanto meno il nostro, importa ancora meno di quello che credevamo, e sembrano più interessati ai loro studi o ai loro panini. Questo non depone a favore delle buone sorti dei Genesis negli Stati Uniti d’America.

(…) Avvicinandoci per la prima volta a New York, siamo sopraffatti dall’enormità della metropoli che si abbatte su un gruppo già abbacchiato per l’insuccesso di Boston. Ma entrando al tramonto dal George Washington Bridge, lo skyline di Manhattan si accende a poco a poco, illuminato da milioni di luci. New York! L’abbiamo vista nei film, e ora siamo qui. (…) 

E poi andiamo alla Philharmonic Hall per fare le prove e scoprire un grossissimo problema: il sistema elettrico diverso in America implica che gli strumenti elettromeccanici vadano a 60 hertz e non a 50 come in Inghilterra. Questo significa che il Mellotron (un nuovo giocattolino che ci siamo comprati dai King Crimson) e l’organo Hammond sono fuori tonalità rispetto alle chitarre.

Ascolta i Genesis live alla Philharmonic Hall di New York:

Troviamo una soluzione improvvisata e, quella sera, facciamo il concerto alla meno peggio. Sembra che il pubblico non noti niente di strano, ma nonostante noi cinque siamo sincronizzati in modo telepatico, per i Genesis il concerto è un macello. Scendiamo dal palco, prendiamo l’ascensore fino ai camerini e l’aria è verde di rabbia. Persino anni dopo, solo nominare quel primo concerto a New York ci mette tutti in agitazione e fa tornare alla mente ricordi orribili.”

Una prima tappa negli Stati Uniti non particolarmente riuscita, forse per i tempi non maturi e la notorietà della band ancora scarsa oltreoceano, nonostante la costosa campagna promozionale organizzata dalla filiale USA della Charisma, la Buddah Records. Sicuramente hanno avuto grande importanza i problemi tecnici. Ancora Mike:

“Il basso Rickenbacker  che suonavo emetteva un orrendo ronzio: non sentii una nota per tutta la serata. Anche gli altri non sentivano nulla e la sensazione era che stessimo buttando via un’occasione. (…) Subito dopo lo show scagliai a terra il mio basso in un attacco d’ira, imprecando e maledicendo.”

Un’esperienza che viene ripetuta ai primi di marzo, con alcune date in USA e Canada, stavolta con maggior successo.

Il 20 gennaio 1973 inizia a Reggio Emilia la parte italiana del Tour. LEGGI E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SULL’ARGOMENTO:

ARCHIVIO – Genesis ’73 – Live a Reggio Emilia, 20 gennaio

L’album Genesis Live è stato registrato nel febbraio 1973 durante la parte inglese del tour. 

Iniziato il 9 settembre 1972, appunto, il tour finisce il 26 agosto 1973 al Festival di Reading, UK. ASCOLTA L’ESIBIZIONE DEI GENESIS:

Setlist del tour:

  1. “Watcher of the Skies”
  2. “The Musical Box”
  3. “Supper’s Ready”
  4. “The Return of the Giant Hogweed”
  5. “The Knife”

Altri brani eseguiti durante tour:

  • “Can-Utility and the Coastliners”
  • “Get ‘Em Out by Friday”
  • “The Fountain of Salmacis”
  • “Twilight Alehouse”

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Harlequin: We Do What We’re Told (Milgram’s 37) by Peter Gabriel (Piano Cover by Intheblink) – VIDEO

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“Seeing the police target peaceful protesters and continue the very violence that is being protested got me thinking of this song. It is famously about Stanley Milgram’s experiments in the 60’s around obedience to authority. All it took was to teach the subject to listen to authority and then to depersonalize the “enemy” being harmed for seemingly normal people to (seemingly) inflict terrible harm. Maybe that is what is happening in the police force in America today.

I recently bought a Yamaha CP-80, which is the big brother of the Yamaha CP-70. It is an acoustic-electric piano that Peter used throughout the 70’s and 80’s and on into the 90’s on the Secret World Live tour. In this recording, I am running the CP-80 through a Boss CE-2W in CE-1 mode with both knobs set to center to emulate the Boss CE-1 chorus that Peter often ran his piano through live and in the studio.

One doubt
One voice
One war
One truth
One dream”

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40 anni fa il ritorno dei Genesis in Italia dopo 7 anni: 6, 7 e 8 settembre 1982 – PODCAST & RICORDI

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Il 6, 7 e 8 settembre 1982, i Genesis tornano in concerto in Italia dopo 7 anni di assenza. Ecco il racconto di quei giorni. 

Da www.genesis-movement.org

Ascolta il podcast (in italiano):

Per tanti ragazzi italiani – come me, che sono del 1963 – è il primo live dei Genesis, i quali non venivano in concerto dal lontano 25 marzo 1975. Allora c’era ancora Peter Gabriel, era il The Lamb Lies Down On Broadway Tour e quello del Parco Ruffini di Torino, sarebbe stato il loro ultimo concerto, per molti anni, a causa degli scontri con la polizia. La tournée italiana infatti fu annullata dopo gli incidenti e i tafferugli in altri live, che stanno per condannare il nostro paese a una quarantena senza artisti stranieri durata anni. Di fatto resta uno degli ultimi di quel periodo. GUARDA E ASCOLTA LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SUL CONCERTO DI TORINO DEL 1975.

C’è quindi grande attesa soprattutto per i vecchi brani, da Supper’s Ready a The Lamb, mentre è nettamente minore l’interesse verso gli album più recenti, specialmente Abacab.

Angolo del Collezionista: Locandina originale GENESIS in concerto Tirrenia 1982.

La prima data è a Tirrenia (Pisa), alla Festa Nazionale dell’Unità. Ecco un lungo servizio della RAI, a cui non è sfuggita l’importanza di questo evento per tanti appassionati dei Genesis.

GUARDA LE FOTO ed ecco la registrazione audio del concerto:

https://www.youtube.com/watch?v=p1qY-onxgCc

E’ un’estate magica, quella del 1982. Noi del ’63 abbiamo dato l’esame di maturità, studiando nei momenti lasciati liberi dall’indimenticabile Mondiale di Calcio di Spagna, vinto proprio dall’Italia. Poi ci siamo goduti il meritato riposo. Questi primi giorni di settembre, con i Genesis a pochi chilometri, sono l’ennesimo tassello meraviglioso di quel periodo.

E Phil Collins lo sa. Sa che siamo in attesa da tanti anni e sa che siamo i Campioni del Mondo. E ci gioca, con noi, ci fa urlare e ridere, sa che ci può prendere in giro e scherzare con noi, che abbiamo “fame” di loro.

Da www.genesis-movement.org

Infatti, nella seconda tappa, due date: il 7 e l’8 al Palaeur di Roma, la sua presentazione è trascinante. Ascoltala al minuto 16.00 della registrazione audio del concerto:

Certo, non sono più i Genesis che ascolto da quando ho 14 anni. Quelli di Nursery Cryme, il primo che ho scoperto di loro o di Foxtrot, il primo che ho comprato. Non sono neanche quelli di The Lamb, che ai primi ascolti mi ha spiazzato e che ho rivalutato più avanti negli anni, un caposaldo della storia del prog e non solo o di A Trick e Wind, quelli senza più Peter, ma ancora ottimi, fino al capolavoro live Seconds Out

Adesso non c’è più neanche Steve e gli ultimi album non sono minimamente all’altezza di quelli degli anni d’oro, ma i Genesis sono davanti a noi, in carne e ossa (GUARDA LE FOTO DI ROMA), capaci ancora di farci sognare con Supper’s Ready, I Know What I Like, lunghi medley evocativi dei tempi migliori, come The Lamb Lies Down On Broadway + Watcher Of The Skies o  In The Cage + The Cinema Show + The Colony Of Slippermen + Afterglow.

Supper’s Ready, appunto, ancora nelle scalette dei Genesis, ma ormai saltuariamente e con i concerti contati. Phil la presenta ricordandone il compleanno, perché in questi giorni compie 10 anni. Anzi, pare che tutto il tour prenda spunto da questo anniversario, oltre a pubblicizzare il terzo album dal vivo Three Sides Live. Per chi è lì con uno, anzi due convitati di pietra, Peter e Steve, e per chi evoca nei cori l’ex cantante, è un’apoteosi. Io l’ho adorata in Foxtrot, ma ho anche apprezzato la versione di Seconds Out. E devo dire che questa non delude affatto, anche perché Daryl Steurmer è ormai al quarto tour con i Genesis, il secondo in cui la suite è presente (manca nel Duke e nell’Abacab Tour).

I due assenti, appunto: Gabriel e Hackett. Non ci siamo certo fatti scappare Peter due anni prima, io l’ho adorato il 28 settembre 1980 al Parco delle Cascine, a Firenze, (il giorno dopo tappa a Genova e il 30 a Torino, vedi video sopra). Gabriel è stato tra i primi ad arrivare in Italia dopo la “riapertura delle frontiere”.

E poi abbiamo apprezzato Steve meno di due mesi dopo, sei date italiane, io l’ho visto il 26 novembre al Palaeur di Roma. Mancavano quindi gli altri tre per riformare idealmente il quintetto base, quelli che per qualcuno sono i veri e unici Genesis (compresi tanti di coloro che sono a Tirrenia e Roma e che lo fanno capire in molti modi, anche poco civili, a volte).

Ecco perché l’atmosfera è caldissima. Impossibile restare seduti, ci accalchiamo tutti verso il palco e Phil ci prega di indietreggiare, c’è chi si abbraccia e chi si spintona (una mini-rissa si sviluppa proprio nel mio settore di parterre). Ma tutti alla fine siamo sudati, senza voce e felici, anche chi non ha gradito certi brani, perché i “nostri” Genesis hanno saputo miscelare vecchio e nuovo sapientemente.

E tutti, credo, pensiamo: alla prossima.

by D.B.

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Harlequin: Racing in A by Steve Hackett (Acoustic Guitar Cover) – VIDEO

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“The almost impossible piece of classical guitar composed by Steve Hackett and recorded in the album “Please don’t touch”.
I know, I should have waited to get my classical guitar back to record it but it took me so long to get that middle speedy scale right….. I could not wait.
I will do it again when I will have my classical guitar fixed.
This video is under the “Fair Use” policy: Non-profit, educational or personal use tips the balance in favor of fair use.
No copyright infringement intended.
All rights and credit go directly to its rightful owners.”
Ascolta Steve Hackett:

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ARCHIVIO – 50 anni fa Phil Collins iniziava le prove con i Genesis, 29 agosto 1970 – PODCAST & RICORDI

Storie e Memorie indimenticabili, attraverso audio, video, documenti e molto altro ancora.

By D.B.

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Alla fine di agosto 1970 i Genesis iniziano le prove con il loro nuovo batterista: Phil Collins. Ecco il racconto di quei giorni d’estate. 

Ascolta il Podcast (in italiano) – CLICCA QUI.

Come abbiamo visto, l’8 agosto 1970 una telefonata ha allungato la vita dei Genesis, che, dopo l’addio di Anthony Phillips, sembravano già vicini alla fine. LEGGI LO SPECIALE DI HORIZONS RADIO SU QUEI GIORNI D’ESTATE.

«Pronto Phil? Sono Peter Gabriel. Quello dei Genesis. Il posto è tuo, se lo vuoi».

Nei giorni precedenti Phil Collins ha sostenuto un “provino” con i Genesis, dopo aver risposto al loro annuncio.  

Da genesisfan.net

La band è stata vicinissima a sciogliersi, perché Anthony Phillips ha lasciato i compagni d’avventura e loro hanno deciso di sostituire anche John Mayhew, l’attuale batterista. 

Qualche giorno dopo la telefonata, i Genesis e Phil Collins si incontrano nell’ufficio di Tony Stratton-Smith alla Charisma a Soho. Racconta Phil nella sua autobiografia:

“L’incontro va benone. Mi piace soprattutto la parte in cui scopro che i Genesis hanno un salario settimanale di dieci sterline, perché raddoppia il livello di reddito a cui sono abituato.”

 Ma c’è anche una brutta notizia: Tony, Mike e Peter hanno intenzione di prendersi due settimane di vacanza. Collins sperava di iniziare subito e non solo per l’entusiasmo. Ha bisogno di soldi.

E così, come rivela sempre nella sua autobiografia, Phil si mette a fare l’imbianchino per due settimane.

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No, non sono ancora morto di Phil Collins. Retro-copertina – CLICCA SULL’IMMAGINE PER ACQUISTARE IL LIBRO.

Il 24 agosto, Peter, Mike e Tony tornano dalle vacanze. Le prove possono iniziare e quindi il nuovo impiego di Phil, anche se la band deve ancora onorare alcune date nella vecchia formazione, come al mitico Marquee Club.

Da genesis-movement.org

Dato che loro vivono tutti dalle parti del Surrey e Collins nella periferia ovest di Londra, Mike lo invita a stare a casa dei suoi a Farnham. Phil racconta:

“È un’altra casa grandiosa, anche se con un’atmosfera molto calda e alla mano. Mi congedo felicemente da Londra e mi trasferisco da Mike (…) Mi piace vivere a casa dei genitori di Mike. A colazione ci sono le uova sode e c’è sempre qualcosa che cuoce sulla cucina economica”.

Le prove della nuova formazione dei Genesis avvengono a Maltings, un complesso agricolo a Farnham, appunto. Ancora l’autobiografia di Phil:

“Il resto della mia vita inizia con le prime prove della nuova formazione dei Genesis nel settembre 1970, nell’ambiente ricoperto di guano di piccione di Maltings, un vecchio complesso agricolo a Farnham. Montiamo l’equipaggiamento e cominciamo a suonare con quello che descriverei un entusiasmo confuso: vari amici di Peter, Tony e Mike dalla scuola privata passano a trovarci, io scopro nuovi cibi esotici come il Marmite e la tahina, e spesso tutto è avvolto dal dolce profumo dell’erba”.

Oltre ai vari amici della Charterhouse, che passano a trovarli, a colpire Phil è la presenza costante di Richard MacPhail. Ricorda Phil:

“Era stato il cantante degli Anon, uno dei gruppi pre-Genesis alla Charterhouse. È il road manager e tecnico del suono, oltre che un gran fumatore di canne. Forse non ha altra scelta, dato che dorme a Maltings, condividendo la cuccetta con i piccioni e il loro guano, e sorvegliando gli strumenti. È lui a introdurmi al piacere dell’ascolto in cuffia da fumati. «Déjà Vu» di Crosby, Stills & Nash è uscito da poco e Richard porta il disco, prepara una canna gigantesca ed esorta me e Mike a immergerci nelle maestose armonie sonore di Carry On. Non è proprio come spalancare a calci le porte della percezione, ma almeno ci busso delicatamente.”

Maltings è un vecchio fienile molto confortevole, qui i nuovi Genesis si trovano a loro agio a suonare, improvvisare. E qui preparano i concerti futuri con la nuova formazione. L’atmosfera è apparentemente distesa, anche se, nella sua autobiografia, The Living Years, Mike Rutherford sottolinea le differenze tra loro:

“Noi e Phil non vivevamo sullo stesso pianeta. Lui aveva sempre l’atteggiamento spensierato da ragazzo della porta accanto: andiamo al bar a farci un drink, raccontiamo una barzelletta, fumiamoci una sigaretta o uno spinello. La vita è bella. E penso che uno dei motivi per cui piaceva a Pete fosse proprio che Phil non aveva il nostro background, non proveniva come noi da un mondo ristretto e limitato. Pete  era meno rigido di me e Tony, assai più incline alle emozioni e ai sentimenti; molto più curioso verso il mondo in generale.”

E Phil rivela che:

“A ogni modo, le consuetudini apprese a scuola sono dure a morire, e la gerarchia sociale presto è evidente. Non c’è da stupirsi: io sono l’ultimo.”

Anche se non è solo a “contrapporsi” ai tre, perché con loro c’è un altro chitarrista, Mick Barnard. Abbiamo visto che, dopo l’addio di Anthony Phillips e poi con l’arrivo di Phil, i Genesis hanno continuato come quartetto, senza chitarrista, con Tony che suonava tutte le parti di chitarra su un piano elettrico Hohner filtrato con un fuzz box. Poi hanno trovato Mick, ma non è la persona giusta e la ricerca di un chitarrista continua.

Una volta, scorrendo il Melody Maker, trovano l’annuncio di Steve Hackett.  

Ma questa è un’altra storia.

by D.B.

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Harlequin: First time hearing “Easy Lover” by Phil Collins, REACTION – VIDEO

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